N. 147 - Marzo 2020
(CLXXVIII)
La
vita
di
François
Leclerc
du
Tremblay
Un
frate
cappuccino
a
capo
dell’intelligence
francese
nel
Seicento
di
Enrico
Targa
Figlio
maggiore
di
Jean
Leclerc
du
Tremblay,
presidente
della
Chambre
des
requêtes
del
Parlamento
di
Parigi,
e di
Marie
Motier
de
Lafayette,
ricevette
un’istruzione
classica
molto
ordinata.
La
sua
infanzia
fu
segnata
dalle
guerre
di
religione
(1562-1598).
Solo
sua
madre,
che
svolse
un
ruolo
centrale
nella
sua
educazione,
poté
parlargli
in
francese,
mentre
con
gli
altri
seguitò
a
parlare
in
greco
o in
latino.
Fu
particolarmente
attratto
dagli
autori
classici
anche
se
non
ripudiò
lo
studio
e il
pensiero
dei
poeti
contemporanei.
Nel
1595,
dopo
un
lungo
viaggio
in
Italia
tornò
in
Francia
per
intraprendere
la
carriera
delle
armi
prendendo
parte
all’assedio
di
Amiens
nel
1597,
poi
fece
la
sua
prima
esperienza
diplomatica
a
Londra.
Suo
fratello
Charles
Leclerc
du
Tremblay
sarà
governatore
della
Bastiglia.
Nel
1599,
Padre
Giuseppe
rinunciò
alle
mondanità
ed
entrò
in
unione
con
i
cappuccini
di
Orleans,
dove
prese
i
voti.
All’epoca
quest’ordine
fornì
i
principali
confessori
ai
sovrani
europei.
Successivamente
si
trasferì
nel
convento
in
rue
Saint-Honoré
a
Parigi,
dove
divenne
lettore
di
filosofia.
Affetto
da
una
malattia
agli
occhi,
abbandonò
le
lezioni,
e si
dedicò
allo
studio
della
religione
con
tale
pietà
esemplare
che
divenne
predicatore
vicino
ai
conventi
di
Meudon,
Bourges,
Angers,
Saumur,
Le
Mans,
Rennes,
Tours,
Nantes.
La
folla
ascoltò
pedissequamente
i
sermoni
di
questo
giovane
monaco
che
andava
scalzo
e
con
i
chiari
segni
della
costrizione.
Nel
1606,
assisté
Antoinette
d’Orléans-Longueville,
poi
suora
nell’Abbazia
di
Fontevraud,
e
quest’ultima
su
consiglio
di
Padre
Giuseppe
fondò
l’Ordine
delle
Figlie
del
Calvario.
.
François
Leclerc
du
Tremblay,
ha
detto
padre
Joseph.
Stampa,
Parigi,
BnF
,
Stampe
e
attrezzature
Fotografia,
XVII
secolo
Il
suo
zelo
lo
spinse
a
mandare
missionari
nel
paese
ugonotto
per
strapparli
dalla
loro
eresia.
Dal
1617
al
1625,
compose
La
Turciade,
un’epopea
in
4.637
versi
latini,
che
ottenne
un
largo
successo.
Urbano
VIII
(Maffeo
Vincenzo
Barberini),
destinatario
dell’opera
ribattezzò
il
testo
chiamandolo
“l’Eneide
cristiana”.
Inoltre
ottenne
dal
papa
l’erezione,
nel
1622,
della
Congregazione
per
la
propagazione
della
fede
e fu
nominato,
nel
1625,
commissario
apostolico
per
tutte
le
missioni
straniere.
Dal
1624
al
1638
fu a
capo
dell’unico
giornale
autorizzato
all’epoca
in
Francia,
il
Mercure
de
France
fondato
nel
1605,
forte
strumento
di
propaganda
utile
a
Richelieu
per
portare
avanti
il
suo
modello
di
Stato
basato
sull’assolutismo.
Infatti
questo
monaco
austero,
pur
mantenendo
il
rigore
della
sua
vita
personale,
si
dedicò
alla
diplomazia
e
alla
politica.
Nel
1616,
insieme
al
duca
di
Nevers,
riuscì
a
convincere
il
papa
a
progettare,
ma
solo
sulla
carta,
una
crociata
contro
i
turchi
creando
una
sorta
di
nuovo
ordine
dei
Templari,
la
Milizia
cristiana
(composta
da
cattolici
e
protestanti),
progetto
interrotto
nel
1618
a
seguito
della
defenestrazione
di
Praga,
a
causa
della
quale
scoppiò
la
Guerra
dei
Trent’anni.
Il
suo
esordio
in
politica
risale
al
1619
durante
i
lavori
della
conferenza
di
Loudun:
appoggiato
dalla
regina
e
dal
legato
del
Santo
Padre,
si
oppose
alle
tesi
gallicane
che
avevano
il
favore
della
nobiltà
e
riuscì
a
convincerle
ad
abbandonare
le
tendenze
scismatiche
del
gallicanismo.
Nel
1612
iniziarono
le
fruttuose
relazioni
personali
che
avrebbe
continuato
a
mantenere
così
fedelmente
con
Richelieu,
alimentando
la
storia
e la
leggenda
del
cardinale
e
della
sua
“grigia
eminenza”,
allusione
alla
veste
dei
cappuccini
e
titolo
di
eminenza,
riservato
ai
cardinali,
ma
che
sottolinea
la
stretta
collaborazione
tra
il
frate
cappuccino
e il
cardinale.
Tra
“l’uomo
in
veste
porpora”
e il
frate
dalle
mille
risorse
nacque
una
grande
amicizia,
tutta
basata
sulla
complicità
politica.
Richelieu,
ammirò
i
suoi
talenti
sia
come
predicatore
sia
come
negoziatore,
tanto
da
soprannominarlo
affettuosamente
Ezechiele,
o
Tenebroso-Cavernoso.
Grazie
alla
sua
vasta
rete
di
cappuccini,
Padre
Giuseppe
creò
un
vero
servizio
segreto
prima
del
tempo,
che
si
mise
interamente
al
comando
di
Richelieu.
I
frati
divennero
agenti
dell’intelligence
capaci
di
raccogliere
tutte
le
informazioni
riservate
nelle
varie
zone
di
conflitto.
In
buona
sostanza
si
trattò,
usando
una
terminologia
a
noi
più
vicina,
di
cappuccini-spie,
cappuccini-agenti
speciali,
cappuccini-diplomatici,
cappuccini-mercanti,
sparsi
nei
vari
conventi
presenti
in
Europa,
Africa,
Asia
e in
America.
Questa
vasta
rete
d’informatori,
mette
in
luce
il
funzionamento
dello
Stato
moderno
e
pone
la
questione
della
sua
secolarizzazione
prima
l’avvento
di
Colbert
e
degli
altri
Louvois
Nel
1627,
il
frate
assistette
all’assedio
di
La
Rochelle
guidato
dal
cardinale.
La
Francia,
pur
non
partecipando
alla
guerra
dei
Trent’anni,
si
rese
protagonista
di
una
politica
attiva
a
sostegno
dei
nemici
protestanti
dell’imperatore
cattolico
Ferdinando
II.
Questa
alleanza,
che
sembrava
contraddittoria
con
la
linea
politica
seguita
all’interno
del
regno
di
Francia,
aveva
ovviamente
un
chiaro
fondamento
politico
(la
lotta
contro
la
casa
dell’Austria).
Padre
Giuseppe
sognò
infatti
un’Europa
unita
in
una
nuova
crociata
contro
i
turchi
ostacolata
però
dall’egoismo
e
dalla
tirannia
gli
Asburgo
nemici
della
pace
paneuropea
e
traditori
dei
veri
ideali
cristiani
(s’ispirò
chiaramente
al
progetto
politico
di
Massimiliano
di
Béthune
duca
di
Sully,
già
sovrintendente
delle
finanze
sotto
il
regno
di
Enrico
IV,
volto
a
instaurare
una
“Repubblica
cristiana”
universale
capace
di
garantire
la
libertà
di
culto
delle
tre
principali
confessioni
cristiane
pubblicato
nel
1638
all’interno
del
trattato
autobiografico
di
Sully,
Mémories
o
altrimenti
noto
come
Les
Économies
Royales).
Pertanto,
questo
nuovo
Pietro
l’Eremita
influenzò
con
i
suoi
agenti
cappuccini
i
lavori
dalla
Dieta
di
Ratisbona,
svoltasi
nel
1630,
riuscì
a
rompere
l’alleanza
tra
i
principi
cattolici
e
l’imperatore
Ferdinando
II
(temettero
le
tendenze
egemoniche
di
Ferdinando
II e
del
suo
fido
collaboratore
Albrecht
von
Wallenstein),
mentre
con
il l
Trattato
di
Bärwalde
si
garantì
l’intervento
della
Svezia
nella
guerra
(i
sussidi
pagati
dalla
Francia
garantirono
il
mantenimento
di
un’armata
di
30.000
uomini
e
6.000
cavalieri
al
comando
di
Gustavo
Adolfo).
A
causa
di
due
attacchi
celebrali
il
17
dicembre
1638.
Appena
venuto
a
conoscenza
della
sua
scomparsa
Il
cardinale
Richelieu
scrive:
“Ho
perso
la
mia
consolazione
e il
mio
unico
sollievo,
il
mio
confidente
e il
mio
sostegno”.
Sarà
quindi
sostituito
dal
cardinale
Giulio
Mazzarino,
come
principale
contatto
di
Richelieu.
Padre
Giuseppe
anche
se
non
riuscì
a
fare
della
Francia
una
nuova
Sion
protagonista
di
una
crociata
europea
contro
gli
infedeli
la
sua
azione
politica
mette
in
luce
il
funzionamento
dello
Stato
moderno
dell’Ancien
Régime
e
pone
la
questione
della
sua
secolarizzazione
ancor
prima
l’avvento
di
Colbert
e
degli
altri
Louvois.
Riferimenti
bibliografici:
Benoist
Pierre,
Le
Père
Joseph:
l’éminence
grise
de
Richelieu,
Perrin,
Paris
2007.
Jean-Paul-Médéric,
Tremblay,
François
Leclerc
du
Tremblay,
capucin,
maître
éminent
de
vie
spirituelle
et
adjoint
politique
du
cardinal
Richelieu
sous
les
feux
d’un
nouvel
éclairage,
s.l.n.d.
[Édition
X…
1988],).
Aldous
Huxley,
L’eminenza
grigia,
Mondadori,
Milano
1966.
Mario
Silvani,
Richelieu.
Il
cardinale
che
faceva
tremare
il
papa,
De
Vecchi,
Milano
1967.