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N. 38 - Febbraio 2011 (LXIX)

lA COSTITUZIONE: IL PILASTRO DI CRISTALLO
PICCOLE ANNOTAZIONI

di Giovanna D’Arbitrio

 

Giovedì 20 gennaio 2011, alle ore 18,00, alla “Feltrinelli” di Napoli è stato presentato il libro di Giuseppe Fonseca “La Costituzione. Il pilastro di Cristallo” (La Scuola di Pitagora Editrice) che si propone di offrire uno sguardo storico sull’origine dell’idea costituzionale nell’Europa moderna e in Italia, con riferimenti anche ai tempi attuali. Ne hanno discusso con l’autore autorevoli personaggi,come F. P. Casavola (Presidente della Corte Costituzionale negli anni 1992-95), G. D’Agostino, M. Villone, M. Marotta.

 

 

Gli stati sono stati definiti dal Prof. Casavola “organismi viventi” e pertanto, come i corpi umani, si potrebbero facilmente disgregare se non fossero retti da leggi, ma mentre la fine dei corpi è opera della Natura, quella degli stati dipende dall’ Uomo e dal tipo di leggi che sceglie.

 

Attraverso un rapido excursus storico, da Platone ai nostri giorni, si può costatare che il costituzionalismo vero e proprio appartiene all’epoca pre-moderna e moderna e che le prime costituzioni europee, all’inizio per lo più denominate Statuti, subirono l’influsso del modello francese.

 

Per evitare sia l’urto violento e rivoluzionario sia il pericolo della dittatura della maggioranza, il passo successivo fu il trasferimento del potere del popolo ai rappresentati eletti in Parlamento.

 

Nonostante tutto ciò, alla base delle costituzioni moderne rimane ancora il concetto di Forza: il popolo deve difendersi dalla Forza del Potere e gli stessi poteri dello Stato devono salvaguardare la loro legittimazione, ben diversa dal “Gratia Dei” dei monarchi assoluti.

 

La Costituzione italiana del ‘48, invece cerca di superare il concetto di Forza, poiché tiene conto anche della “Carta Universale dei Diritti dell’Uomo”, redatta nello stesso anno sull’onda dell’orrore suscitato da tante violenze e atrocità, in particolare quelle dell’Olocausto.

 

La nostra Costituzione va dunque difesa poiché è basata sul riconoscimento della “persona umana”.

 

G. D’Agostino, ha messo in evidenza che l’Italia nel ’48, provata da dittatura e guerra, riuscì a condividere i valori contenuti nella Costituzione, considerata allora come uno “spazio condiviso” da tutte le classi sociali.

 

Oggi invece il pericolo maggiore per la nostra Costituzione viene da un’ Italia divisa e confusa, imbarbarita da degrado etico e culturale, da conflittualità politiche, da errori addebitabili non solo alla destra, ma anche alla sinistra.

 

Per questi motivi dunque, secondo M. Villone, la nostra Costituzione, pur essendo un pilastro, deve essere gestita con cura poiché, se modificata in modo invasivo, potrebbe diventare fragile come il “cristallo”.

 

Sarebbe preferibile quindi migliorarne solo qualche punto debole attraverso il quale si potrebbero alterare i delicati equilibri tra i poteri dello Stato, con perdita di democrazia e libertà.

 

In effetti oggi la situazione italiana sembra alquanto preoccupante per il degrado culturale di una parte del paese, una generale perdita di valori, l’incapacità della politica nel salvaguardare gli interessi della nazione (essendo più incline a conservare il potere che a risolvere i problemi), la debolezza dell’Opposizione che non riesce a formare un fronte unico per offrire una valida alternativa.

 

La conclusione della discussione è stata affidata all’autore, G. Fonseca, il quale si è mostrato più ottimista nell’indicare come strada alternativa una ripresa costruttiva del dialogo attraverso “la capacità di mediare” per consolidare l’Unità nazionale, il rilancio di cultura, informazione e formazione con progetti che coinvolgano soprattutto i giovani, tra i quali ve ne sono già tanti che non si lasciano così facilmente condizionare e strumentalizzare, come molti erroneamente credono.



 

 

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