N. 49 - Gennaio 2012
(LXXX)
Kypros-Kibris: la miopia del presente
Le radici del problema cipriota - parte III
di Lawrence M.F. Sudbury
Come
abbiamo
già
osservato
l'atteggiamento
del
Parlamento
europeo
riguardo
alla
situazione
cipriota
è
stato,
inizialmente,
di
ferma
condanna
della
Turchia
che,
in
una
risoluzione
adottata
all'unanimità
il
12
luglio
1990,
viene
accusata
per
il
persistere
di
flagranti
violazioni
dei
diritti
umani.
Il
Parlamento,
inoltre,
aveva
accolto
con
favore
la
Dichiarazione
di
Dublino
e
"chiamato
le
istituzioni
comunitarie
ad
adattare
le
loro
politiche
di
conseguenza
e
intensificare
i
loro
sforzi
per
promuovere
una
soluzione
giusta
e
praticabile
al
problema
del
ripristino
di
legittimità
a
Cipro"
. A
riprova
della
posizione
comunitaria,
nel
mese
di
settembre
1990,
il
Consiglio
dei
Ministri
della
Comunità
europea
decise
di
trasmettere
senza
discussione
l'applicazione
di
Cipro
alla
Commissione
delle
Comunità
europee
a
titolo
oneroso,
secondo
la
procedura
prevista
dall'art.
237
del
Trattato
di
Roma.
Nonostante
questa
ulteriore
presa
di
posizione
internazionale,
il
1°
ottobre
1990,
una
dichiarazione
congiunta
viene
firmata
tra
il
Primo
Ministro
turco,
illegalmente
in
visita
nelle
aree
occupate,
e il
regime
illegale
in
quelle
zone:
si
tratta
dell'ennesimo
atto
provocatorio
costruito
ad
arte
per
minare
la
missione
del
Segretario
generale
delle
Nazioni
Unite,
dal
momento
che
la
dichiarazione
contiene
disposizioni
per
l'abolizione
dei
requisiti
di
passaporto
tra
Nord
Cipro
e
Turchia
e
per
un'unione
doganale
tra
Turchia
e
aree
occupate,
così
come
altre
misure
tendenti
a
favorire
la
colonizzazione
e a
mascherare
un
aumento
dei
territori
occupati
in
generale
e a
Varosha
in
particolare.
In
una
serie
di
affermazioni
portate
all'attenzione
del
Segretario
generale
delle
Nazioni
Unite
da
parte
del
Presidente
della
Repubblica
di
Turchia
con
una
lettera
del
30
novembre
1990,
la
parte
turca
non
solo
ha
ribadito
la
sua
posizione
"partizionista"
riguardo
all'esistenza
di
due
"popoli",
ciascuno
con
un
diritto
all'autodeterminazione,
ma
ha
raggiunto
nuovi
livelli
di
provocazioni
con
un
intensificarsi
di
esplicite
richieste
per
il
riconoscimento
di
uno
stato
separato
sul
territorio
della
Repubblica
Nord
Cipriota
e la
promozione
di
una
soluzione
confederale,
spingendosi
fino
al
punto
di
farne
una
presupposto
per
la
ripresa
dei
negoziati.
Al
vertice
della
CSCE
tenutosi
a
Parigi
19-21
novembre
1990
e
culminato
con
la
firma
della
"Carta
di
Parigi
per
una
nuova
Europa",
il
Presidente
di
Cipro
ha,
conseguentemente,
invitato
gli
Stati
membri
della
CSCE
a
rivolgere
la
loro
attenzione
alla
soluzione
pacifica
del
problema
di
Cipro
attraverso
l'applicazione
del
diritto
internazionale
e
dei
principi
della
Carta
appena
sottoscritta
e
dell'Atto
finale
di
Helsinki.
Il
Segretario
generale
delle
Nazioni
Unite
nel
suo
discorso
allo
stesso
vertice,
ha
sottolineato
che
il
problema
di
Cipro
è un
problema
europeo
la
cui
soluzione
è
attesa
da
tempo
e ha
sottolineato
che
si
tratta
di
una
responsabilità
dell'Europa
intera
promuovere
sforzi
per
la
sua
soluzione
pacifica
e
definitiva.
Dopo
la
risoluzione
della
crisi
del
Golfo
del
1991,
la
comunità
internazionale,
sull'onda
dell'intervento
a
favore
del
Kuwait,
ha
concentrato
la
sua
attenzione
su
altri
problemi
regionali,
compreso
il
problema
di
Cipro,
intensificando
gli
sforzi
per
la
loro
soluzione
pacifica.
In
questo
quadro,
gli
Stati
Uniti
hanno
cominciato
a
mostrare
un
interesse
attivo
per
il
problema
cipriota
e,
il
14
marzo
1991,
anche
il
Parlamento
europeo
ha
approvato
una
risoluzione
riguardante
l'attuazione
delle
decisioni
delle
Nazioni
Unite
per
l'isola,
sottolineando,
tra
l'altro,
che
la
comunità
internazionale,
che
ha
operato
ampiamente
per
l'attuazione
delle
risoluzioni
del
Consiglio
di
Sicurezza
delle
Nazioni
Unite
sul
Kuwait,
dovrebbe
mostrare
"una
determinazione
equivalente
in
fine
di
attuare
tutte
le
risoluzioni
delle
Nazioni
Unite
su
Cipro
con
mezzi
pacifici".
Nella
sua
relazione
orale
al
Consiglio
di
Sicurezza
il
27
marzo
1991,
il
Segretario
generale
dell'O.N.U.
ha
informato
il
Consiglio
sulla
serie
di
colloqui
separati
che
i
suoi
rappresentanti
avevano
avuto
con
le
due
parti
e
con
alti
funzionari
in
Turchia,
come
nucleo
fondamentale
dei
sua
sforzi
per
raggiungere
uno
schema
concordato
di
accordo
globale
che
considerava
come
"conditio
sine
qua
non"
per
ricostituire
uno
incontro
ad
alto
livello.
In
quest'occasione
egli
ha
chiarito
quali
fossero
gli
elementi
ancora
di
difficile
soluzione:
i
problemi
del
territorio
e le
libertà
di
insediamento
e
degli
sfollati,
insomma,
quelle
stesse
questioni
su
cui
la
Turchia
aveva
mostrato
un
atteggiamento
assolutamente
intransigente.
Due
mesi
dopo,
il
17
maggio
1991,
il
Parlamento
europeo,
in
una
risoluzione
sul
ruolo
dell'Europa
in
materia
di
sicurezza
nel
Mediterraneo
"ha
invitato
la
Turchia
a
rispettare
le
risoluzioni
dell'ONU
per
quanto
riguarda
Cipro
e,
in
particolare,
a
ritirare
tutte
le
truppe
da
Cipro"
e ha
"invitato
la
Comunità
europea
ad
adottare
misure
per
promuovere
una
soluzione
giusta
che
ripristinerà
l'unità
e
l'integrità
di
Cipro
con
tutte
le
garanzie
per
tutti
i
suoi
cittadini
e
tutte
le
sue
comunità
etniche".
La
posizione
intransigente
della
parte
turca,
in
ogni
caso,
anche
in
questa
occasione
continuò
e
venne
ulteriormente
aggravata
dalla
ratifica,
il
13
giugno
1991,
dell'accordo
tra
la
Turchia
e il
regime
Denktash
per
l'abolizione
dell'uso
del
passaporto
tra
la
Turchia
e la
parte
occupata
di
Cipro
e,
nel
marzo
seguente,
dalla
presentazione,
da
parte
di
Cipro
Nord,
di
una
domanda
di
piena
adesione
alla
Conferenza
Islamica:
entrambe
le
azioni,
contrarie
alla
risoluzione
649
(1990)
del
Consiglio
di
Sicurezza,
finirono
per
minare
gli
sforzi
del
Segretario
generale
dell'O.N.U.
che,
in
una
relazione
orale
al
Consiglio
di
Sicurezza
del
27
giugno
1991,
dovette
ammettere
il
blocco
di
ogni
sviluppo
nelle
iniziative
di
pace.
Poco
dopo,
il
18
luglio,
durante
una
visita
in
Grecia,
l'ex
presidente
degli
Stati
Uniti
George
Bush
ribadì
che
lo
status
quo
attuale
di
Cipro
era
inaccettabile
e
promise
che
gli
Stati
Uniti
avrebbero
fatto
tutto
ciò
che
potevano
per
aiutare
a
risolvere
il
problema,
annunciando
poi,
il 2
agosto,
che
il
Primo
Ministro
greco
e il
Presidente
della
Turchia
avevano
accettato
di
partecipare
a
una
riunione
riguardante
lo
status
dell'isola.
Il
12
settembre,
tuttavia,
dopo
una
serie
di
incontri
per
promuovere
la
convocazione
di
una
conferenza
internazionale,
l'allora
Primo
Ministro
della
Turchia
Yilmaz,
durante
un
incontro
a
Parigi
con
il
Primo
Ministro
greco,
rinnegò
pubblicamente
tutti
gli
impegni
del
suo
Governo,
annunciando
allo
stesso
tempo
che
la
riunione
internazionale
non
era
più
praticabile
mentre,
l'8
ottobre
1991,
il
Segretario
Generale
O.N.U.
rivelò
che
nel
corso
di
una
discussione
con
il
signor
Denktash
quest'ultimo
aveva
"dichiarato
che
ogni
lato
possedeva
una
sovranità
che
si
sarebbe
mantenuta
anche
dopo
la
creazione
di
una
federazione,
in
cui
era
compreso
anche
il
diritto
alla
secessione",
proponendo,
quindi
una
soluzione
inaccettabile
e in
aperto
contrasto
con
le
decisioni
internazionali
del
1977
e
1979.
A
seguito
della
relazione
del
Segretario
Generale,
il
Consiglio
di
Sicurezza,
riunito
in
data
11
ottobre
1991,
adottò
all'unanimità
la
risoluzione
716
(1991)
nella
quale
si
ribadivano
tutte
le
precedenti
risoluzioni
su
Cipro
e si
riaffermavano
i
principi
fondamentali
del
'77-'79,
condannando
le
richieste
di
Denktash,
il
quale,
di
rimando,
spalleggiato
dalla
Turchia,
minacciò
di
abbandonare
ogni
trattativa
internazionale.
La
nuova
tornata
di
consultazioni
dei
rappresentanti
del
Segretario
generale
a
Nicosia,
Atene
e
Ankara,
che
ha
avuto
luogo
nel
febbraio
1992,
non
è
riuscito
a
spostare
di
un
millimetro
le
posizioni,
e,
anzi,
è
stata
caratterizzata
da
un
indurimento
dell'atteggiamento
turco
e
dalla
riluttanza
del
Primo
Ministro
turco
Suleyman
Demirel
e
del
Presidente
turco
cipriota
Rauf
Denktash
a
incontrare
tali
rappresentanti.
Il
rapporto
del
Segretario
generale
sulla
sua
missione
a
Cipro,
presentato
al
Consiglio
di
Sicurezza
il 3
aprile
1992,
e la
successiva
delibera
750/92
adottata
dal
Consiglio
di
Sicurezza
stesso
sono
il
prodotto
della
determinazione
del
Segretario
generale
per
raggiungere
una
soluzione
negoziata
a
Cipro.
Il
Segretario
Generale
ha,
in
questo
senso,
trasmesso
al
Consiglio
un
"insieme
di
idee"
contenente
elementi
sia
positivi
che
negativi
come
base
di
negoziato
e ha
dichiarato
che
un
nuovo
accordo
costituzionale
che
garantisse
i
diritti
umani
e le
libertà
fondamentali
di
tutti
sarebbe
stato
rafforzato
dalla
adesione
di
Cipro
alla
Comunità
europea.
Le
disposizioni
principali
di
questa
risoluzione
sono:
- la
decisione
O.N.U.
di
continuare
ad
occuparsi
della
questione
di
Cipro;
- la
riaffermazione
delle
precedenti
risoluzioni
delle
Nazioni
Unite
riguardo
al
fatto
che
"un
accordo
su
Cipro
deve
essere
basata
su
uno
stato
di
Cipro
con
una
sola
sovranità
e
personalità
internazionali
ed
una
cittadinanza
unica,
con
una
sua
indipendenza
e
integrità
territoriale
salvaguardata,
e
composto
da
due
comunità
politicamente
uguali
come
definito
nel
paragrafo
11
della
relazione
del
Segretario
generale
(S/23780)
in
una
federazione
bicomunitaria
e
bizonale,
e
che
tale
soluzione
deve
escludere
l'unione,
in
tutto
o in
parte,
con
qualsiasi
altro
paese
o
altra
forma
di
partizione
o
secessione".
-
l'invito
alle
parti
interessate
ad
aderire
pienamente
a
questi
principi
e a
negoziare
senza
introdurre
concetti
in
disaccordo
con
essi
A
seguito
di
questa
ulteriore
risoluzione,
il
Segretario
generale
ha
avuto,
in
totale,
cinque
incontri
separati
sia
con
Vassiliou
(Repubblica
di
Cipro)
che
con
Denktash
(18-23
giugno
1992)
riguardo
ad
aggiustamenti
territoriali
e
alla
condizione
dei
profughi,
e il
24
giugno
1992.
Al
fine
di
rispettare
la
risoluzione
del
Consiglio
di
sicurezza
750
(1992)
e di
progredire
nei
lavori,
la
parte
greco-cipriota
ha
accettato
l'insieme
di
idee
espresse
nel
documento
ma
Denktash
ha
adottato
tattiche
dilatorie
e a
lungo
si è
addirittura
rifiutato
di
negoziare
qualunque
questione
territoriale,
arrivando
a
declinare
la
proposta
di
una
parte
turca
comprendente
il
29%
del
territorio
(cosa
che
avrebbe
riportato
a
casa
molti
profughi
greci)
perché
contraria
alla
sua
richiesta
del
32,5%
dell'isola.
Dopo
due
settimane
di
inutili
sforzi
sulla
questione
territoriale,
il
Segretario
generale
ha
deciso
di
passare
ad
una
discussione
sul
problema
degli
sfollati:
anche
se
all'inizio
il
signor
Denktash
ha
rifiutato
di
accettare
il
diritto
al
ritorno
e il
diritto
di
proprietà
dei
rifugiati
greco-ciprioti,
ha
poi
dichiarato
pubblicamente
che
era
pronto
ad
accettare
tali
principi.
Tuttavia,
le
condizioni
sollevate
da
Denktash
sulle
modalità
per
i
ciprioti
greci
di
esercitare
il
loro
diritto
al
ritorno
si
sono
immediatamente
rivelate
tali
da
rendere
tale
accettazione
di
principio
una
parola
vuota.
In
breve,
su
ogni
questione
dibattuta,
la
parte
turco-cipriota
ha
rifiutato
di
procedere
ad
una
fruttuosa
trattativa
sulla
base
di
una
serie
di
preconcetti
e ha
cercato
di
introdurre
elementi
o ha
insistito
su
posizioni
completamente
fuori
quadro.
Dopo
una
ennesima
risoluzione
di
condanna
dell'atteggiamento
turco-cipriota
(774-1992),
come
sempre
rifiutata
dal
governo
di
Varosha,
e
una
nuova
tornata
di
negoziati
promossa
dal
Segretario
generale
O.N.U.,
Boutros
Ghali,
quest'ultimo
ha
presentato,
il
19
novembre,
una
lista
di
otto
misure
concrete
per
creare
un
nuovo
clima
di
fiducia,
che
includeva
la
riduzione
del
numero
delle
forze
di
occupazione
turca
a
Cipro,
il
ritorno
della
città
occupata
di
Varosha
al
controllo
delle
Nazioni
Unite
e un
censimento
in
tutta
l'isola.
Dopo
aver
considerato
la
relazione
del
Segretario
Generale,
il
Consiglio
di
Sicurezza
ha
approvato
la
risoluzione
789
/ 92
(24
novembre
1992),
le
cui
principali
disposizioni
erano:
(A)
che,
come
primo
passo
verso
il
ritiro
delle
forze
non-cipriota
dall'isola,
il
numero
di
truppe
straniere
nella
Repubblica
di
Cipro
subisse
una
riduzione
significativa;
(B)
che
le
autorità
militari
di
entrambi
i
lati
cooperassero
con
la
forza
di
pace
delle
Nazioni
Unite
a
Cipro
(UNFICYP)
al
fine
di
estendere
l'accordo
del
1989
sulla
inaccessibilità
delle
aree
della
"Buffer
Zone";
(C)
che,
ai
fini
dell'attuazione
della
risoluzione
550
(1984),
l'area
sotto
il
controllo
dell'UNFICYP
venisse
estesa
per
includere
Varosha;
(D)
che
ogni
lato
prendesse
misure
attive
per
promuovere
contatti
tra
le
persone
delle
due
comunità,
riducendo
le
restrizioni
al
movimento
nella
zona
cuscinetto;
(E)
che
le
restrizioni
imposte
sui
visitatori
stranieri
che
attraversavano
tale
zona
venissero
ridotte;
(F)
che
ogni
lato
proponesse
progetti
bicomunitari,
con
eventuali
finanziamenti
da
parte
di
governi
donatori
e
istituzioni
internazionali;
(G)
che
entrambe
le
parti
si
impegnassero
in
un
censimento
sotto
l'egida
delle
Nazioni
Unite:
(H)
che
entrambe
le
parti
cooperassero
nel
fornire
alle
Nazioni
Unite
studi
di
fattibilità
sul
reinsediamento
dei
soggetti
che
sarebbero
stati
colpiti
da
aggiustamenti
territoriali.
Rauf
Denktash
ha,
naturalmente,
reagito
con
rabbia
alla
risoluzione
789
e ha
minacciato
di
dimettersi
se
costretto
a
firmare
un
accordo
su
Cipro
sulla
base
delle
linee
del
Consiglio
di
Sicurezza
delle
Nazioni
Unite
e,
il
20
gennaio
1993,
il
Parlamento
europeo
ha
adottato
una
risoluzione
nella
quale
invitava
il
governo
della
Turchia
a
ritirare
le
sue
truppe
di
occupazione
dalla
Repubblica
di
Cipro,
chiedendo
inoltre
alla
parte
turca
di
accettare
senza
indugio
le
misure
adottate
dalla
risoluzione
e di
cooperare
con
le
altre
parti
per
la
loro
immediata
attuazione.
Il
28
febbraio
seguente,
Clerides
Glafcos
ha
prestato
giuramento
come
quarto
presidente
di
Cipro
e
nel
suo
discorso
di
investitura
il
nuovo
presidente
ha
sottolineato
che
la
politica
del
suo
governo
sarà
incentrato
sul
raggiungimento
di
una
soluzione
praticabile
con
mezzi
pacifici,
in
base
alle
risoluzioni
delle
Nazioni
Unite,
ai
principi
europei,
alla
comprensione
delle
paure
e
delle
sensibilità
di
entrambe
le
comunità
e
alla
ricerca
di
garanzie
efficaci
attraverso
l'ingresso
di
Cipro
nella
comunità
europea.
Conseguentemente,
il
30
marzo
1993,
Butros
Ghali
ha
incontrato
insieme
Clerides
e
Denktash
presso
la
sede
delle
Nazioni
Unite
per
discutere
modalità,
tempi
e
preparativi
per
la
ripresa
delle
negoziazioni.
I
due
leader
hanno
espresso
la
volontà
di
riprendere
i
negoziati
congiunti
il
24
maggio
1993,
a
New
York.
Nel
frattempo
il
Segretario
Generale
ha
nominato
il
Sig.
Gustave
Feissel
come
suo
rappresentante
speciale
aggiunto
a
Cipro
e
l'ex
Primo
Ministro
canadese
Joe
Clark
come
suo
rappresentante
speciale
per
Cipro.
Inoltre,
Ghali
ha
presentato
alle
due
parti
in
causa
tre
documenti
con
una
serie
di
misure
di
fiducia,
tra
i
quali
il
trasferimento
della
parte
recintata
di
Famagosta
sotto
l'amministrazione
delle
Nazioni
Unite,
la
riapertura
dell'Aeroporto
Internazionale
di
Nicosia
sotto
controllo
delle
Nazioni
Unite
e
l'attuazione
di
misure
per
incrementare
i
contatti
tra
le
comunità
dell'isola.
Denktash,
tuttavia,
ha,
in
quell'occasione,
presentato
una
serie
di
richieste
irragionevoli
quali
il
riconoscimento
di
un
aeroporto
illegale
e la
riapertura
di
due
valichi
nella
zona
occupata
di
Cipro,
già
chiusi
dalle
Nazioni
Unite
e ha
dichiarato
ad
Ankara
che
non
sarebbe
tornato
a
New
York
il
14
giugno
di
riprendere
i
negoziati,
affermando
anche
che
sarebbe
stato
obbligato
a
rifiutare
il
pacchetto
se
premuto
per
dare
una
risposta
positiva
o
negativa.
Il
24
maggio
1993,
Ghali
ha
presentato
formalmente
le
due
parti
con
la
sua
proposta
di
Federazione
bizonale
e
Denktas,
pur
accettando
alcuni
dei
punti
ha
rifiutato
il
pacchetto
nel
suo
insieme.
Nel
frattempo,
il
30
giugno,
la
Commissione
europea
sospeso
la
procedura
d'ingresso
di
Cipro,
ritenendo
che
la
questione
dovesse
essere
riconsiderata
nel
gennaio
1995,
alla
luce
dei
colloqui
di
pace.
Pochi
mesi
dopo,
nel
dicembre
1993,
Clerides
Glafcos
proposto
la
smilitarizzazione
di
Cipro
ma
Denktas
ha
respinto
l'idea.
Al
Consiglio
europeo
di
Corfù,
tenutosi
il
24-25
giugno
1994,
l'UE
ha
finalmente
confermato
ufficialmente
che
Cipro
sarebbe
stata
inclusa
nella
fase
successiva
di
ampliamento
dell'Unione
e
due
settimane
dopo,
il 5
luglio,
la
Corte
di
giustizia
europea
ha
imposto
restrizioni
sulle
esportazioni
di
merci
da
Nord
Cipro
all'Unione
europea.
Poco
dopo,
nel
mese
di
dicembre,
le
relazioni
tra
UE e
Turchia
sono
stati
ulteriormente
danneggiati
quando
la
Grecia
ha
bloccato
la
realizzazione
finale
di
un'unione
doganale
tra
le
due
parti.
Come
risultato,
i
colloqui
sono
rimasti
completamente
bloccati
per
tutto
il
1995
e il
1996
e la
situazione
è
ulteriormente
peggiorata
all'inizio
del
1997,
quando
il
greco-ciprioti
hanno
annunciato
la
loro
intenzione
di
acquistare
un
sistema
missilistico
anti-aereo
S-300
di
fabbricazione
russa.
Intanto
anche
la
Turchia
stava
cominciando
a
venire
posta
sotto
pressione
da
più
lati:
nel
dicembre
1996
la
Corte
europea
dei
Diritti
dell'Uomo
(CEDU)
ha
consegnato
una
storica
sentenza
che
indicava
la
Turchia
come
potenza
occupante
a
Cipro,
nel
momento
in
cui,
nel
caso
"Loizidou
vs
Turchia",
condannava
Ankara
a
pagare
$
825.000
a
titolo
di
risarcimento
ad
una
contadina
di
Kyrenia
a
cui
erano
state
sottratte
le
proprietà
dall'occupazione
militare
(la
Turchia,
ovviamente,
ha
respinto
la
sentenza
come
politicamente
motivata).
Insomma,
dopo
venti
anni
di
colloqui,
un
accomodamento
sembrava
più
lontano
che
mai,
sebbene
i
parametri
fondamentali
fossero
ormai
patrimonio
internazionalmente
riconosciuto:
Cipro
avrebbe
dovuto
essere
una
federazione
bi-zonale
e
bi-comunale.
Nel
1997,
però,
qualcosa
stava
cambiando:
la
decisione
dell'Unione
Europea
di
aprire
negoziati
di
adesione
con
la
Repubblica
di
Cipro
aveva
creato
un
nuovo
catalizzatore
verso
una
soluzione.
La
cosa
aveva,
comunque,
diversi
risvolti:
se
era
vero
che
la
Turchia
non
avrebbe
avuto
voce
in
capitolo
per
porre
un
veto
all'entrata
di
Cipro,
era
anche
vero
che
la
decisione
avrebbe
eliminato
l'incentivo
dei
greco-ciprioti
a
raggiungere
un
accordo.
In
ogni
caso,
in
risposta
alla
decisione,
Rauf
Denktas
annunciò
che
non
avrebbe
più
accettato
la
federazione
come
base
per
una
soluzione,
ma,
in
futuro,
sarebbe
stato
solo
disposto
a
negoziare
sulla
base
di
una
soluzione
confederale.
Nel
dicembre
1999
le
tensioni
tra
Turchia
e
Unione
europea
in
qualche
modo
si
attenuarono
dopo
che
l'UE
decise
di
dichiarare
la
Turchia
candidato
all'adesione
all'Unione
europea
(Consiglio
europeo
di
Helsinki).
Intanto,
un
nuovo
round
di
colloqui
era
iniziato
a
New
York,
ma
quando
anche
questa
sessione
fallì
la
tensione
cominciò
ad
aumentare
di
nuovo
e
Cipro
divenne
un
ostacolo
all'entrata
turca
nell'Unione.
Forse
rendendosi
conto
della
gravità
della
situazione,
e in
una
mossa
che
prese
di
sorpresa
gli
osservatori,
Rauf
Denktas,
l'8
novembre
2001,
scrisse
a
Clerides
Glafcos
per
proporre
un
faccia
a
faccia.
L'offerta
venne
accettata
e
seguirono
diverse
riunioni
informali
tra
i
due
finché
un
nuovo
processo
di
pace
fu
avviato
sotto
l'egida
dell'ONU
il
14
gennaio
2002.
All'inizio
l'obiettivo
dichiarato
dei
due
leader
era
quello
di
cercare
di
raggiungere
un
accordo
entro
l'inizio
del
mese
di
giugno
dello
stesso
anno.
Tuttavia,
i
colloqui
addivennero
ben
presto
a un
punto
morto
e,
nel
tentativo
di
rompere
l'impasse,
Kofi
Annan,
nuovo
Segretario
Generale
O.N.U.
si
recò
in
visita
a
Cipro
nel
maggio
di
quell'anno,
purtroppo
senza
ottenere
nulla.
Dopo
altri
incontri
a
Parigi
e
New
York,
Annan,
l'11
novembre
2002,
presentò
un
nuovo
piano
di
pace
che
si
sperava
sarebbe
stato
concordato
tra
le
due
parti
a
margine
del
Consiglio
europeo
di
Copenaghen
del
13
dicembre.
Tuttavia,
Rauf
Denktas,
che
si
stava
riprendendo
da
un
intervento
chirurgico
a
cuore
aperto,
declinò
l'invito.
Comunque,
l'UE
decise
di
confermare
che
Cipro
avrebbe
aderito
all'Unione
europea
il 1
°
maggio
2004,
insieme
a
Malta
e
altri
otto
Stati
dell'Europa
centrale
e
orientale.
Annan
scrisse
altri
due
piani
(Annan
II e
III)
e
visitò
nuovamente
l'isola
nel
2003,
proponendo,
infine,
la
possibilità
di
un
referendum
consultivo
sulle
sue
proposte:
mentre
la
parte
greco-cipriota,
ora
guidata
da
Tassos
Papadopoulos,
accettò,
Rauf
Denktas
si
rifiutò
di
permettere
una
votazione
popolare
e i
colloqui
di
pace
crollarono.
Un
mese
dopo,
il
16
aprile
2003,
Cipro
firmò
formalmente
il
trattato
di
adesione
all'UE
durante
una
cerimonia
ad
Atene
e
per
tutto
il
resto
dell'anno
non
c'era
alcun
tentativo
di
riavviare
i
colloqui,
mentre
l'attenzione
si
rivolgeva
alle
elezioni
turco-cipriota,
con
una
forte
affermazione
del
partito
moderato
e
filo-negoziazioni.
Ciò
portò
la
Turchia
a
cominciare
a
premere
per
nuove
trattative
e,
dopo
un
incontro
tra
Recep
Tayyip
Erdoğan
e
Kofi
Annan
in
Svizzera,
i
leader
delle
due
parti
vennero
chiamati
a
New
York,
dove
si
decise
di
avviare
un
nuovo
processo
di
negoziazione
basato
su
due
fasi:
la
fase
uno,
che
avrebbe
dovuto
coinvolgere
i
ciprioti
greci
e
turchi,
e la
fase
due,
che
prevedeva
anche
la
Grecia
e la
Turchia.
Stranamente
questa
volta
gli
incontri
non
si
interruppero
immediatamente
e si
arrivò
ad
una
proposta
finale
O.N.U.
(31
marzo
2004)
che
prevedeva
che
la
Repubblica
di
Cipro
sarebbe
diventata
la
Repubblica
di
Cipro
Unita,
una
federazione
composta
da
due
stati
componenti
(il
nord
turco
cipriota
con
circa
il
28,5%
dell''isola,
il
sud
greco-cipriota
con
il
restante
71,5%)
ciascuno
con
un
proprio
parlamento
e
con
un
parlamento
bicamerale
a
livello
federale
(alla
Camera
dei
Deputati,
i
turco-ciprioti
avrebbero
avuto
il
25%
dei
seggi
mentre
il
Senato
sarebbe
stato
composto
da
ugual
numero
di
membri
di
ciascun
gruppo
etnico);
il
potere
esecutivo
sarebbe
stato
posto
in
un
consiglio
presidenziale,
la
cui
presidenza
doveva
ruotare
tra
le
comunità,
ciascuna
con
diritto
di
veto.
tutta
la
legislazione.
Uno
degli
elementi
più
controversi
del
piano
era
la
questione
delle
proprietà
dei
profughi
greci:
i
greci
volevano
riavere
il
90%
delle
proprietà
ma i
turchi
ritenevano
che
ciò
sarebbe
stato
incompatibile
con
una
soluzione
federale
bi-zonale
e
Annan
aveva
tentato
una
mediazione,
proponendo
un
rientro
completo
graduale
dei
greci
in
alcune
aree
e un
indennizzo
per
altre
zone.
Mentre
molti
greco-ciprioti
trovavano
queste
disposizioni
inaccettabili
in
sé,
molti
altri
si
risentirono
del
fatto
che
il
piano
prevedesse
che
il
risarcimento
venisse
solo
da
parte
del
governo
greco-cipriota.
A
parte
il
problema
della
proprietà,
c'erano
molte
altre
parti
del
piano
che
ha
suscitavano
polemiche.
Per
esempio,
l'accordo
prevedeva
la
progressiva
riduzione
del
numero
delle
truppe
greche
e
turche
sull'isola,
limitando
i
contingenti,
nell'arco
di
sei
anni,
a
6.000
unità
e a
600
unità
nell'arco
di
19
anni.
A
parte
andare
contro
il
Trattato
di
Garanzia
del
1960,
una
soluzione
del
genere
faceva
paura
ad
entrambe
le
comunità,
che
vedevano
nella
presenza
militare
un
baluardo
per
la
loro
stessa
esistenza
L'ultimo
elemento
fondamentale
del
piano
Annan
era
che
esso
sarebbe
entrato
in
vigore
solo
se
accettato
dalle
due
comunità
in
un
referendum
simultaneo
fissato
per
il
24
aprile
2004.
Nelle
settimane
che
seguirono
ci
fu
una
campagna
intensa
in
entrambe
le
comunità
e,
nonostante
l'opposizione
da
Rauf
Denktas,
che
aveva
già
boicottato
i
colloqui
in
Svizzera,
ben
presto
divenne
chiaro
che
i
turco-ciprioti
avrebbero
votato
a
favore
dell'accordo,
mentre
tra
i
greco-ciprioti
la
maggioranza
dei
pareri
erano
contro
il
piano
(il
Presidente
Tassos
Papadopoulos
stesso,
con
i
centristi
del
Diko,
i
socialisti
di
Edek
e la
Chiesa
greco-cipriota,
chiese
di
votare
contro).
Internazionalmente,
Regno
Unito
(Potenza
Garante),
Stati
Uniti
e
Turchia
sostenevano
la
soluzione,
ma,
purtroppo,
questa
volta
i
turco
ciprioti
votarono
(per
circa
i
2/3)
a
favore
ma i
greco-ciprioti
(con
una
maggioranza
di
3/4
dei
voti)
bocciarono
la
proposta.
Il 1
°
maggio
2004,
una
settimana
dopo
il
referendum,
Cipro
entrava
nell'Unione
europea:
secondo
i
termini
di
adesione
tutta
l'isola
era
considerata
membro
dell'Unione,
tuttavia
i
termini
dell'acquis
comunitario,
il
corpo
delle
disposizioni
legislative
della
UE,
venivano
sospesi
nel
nord.
Gran
parte
del
resto
del
2004
fu
occupata
daa
discussioni
su
una
proposta
da
parte
dell'Unione
Europea
di
aprire
scambi
diretti
con
i
turco-ciprioti
e di
fornire
259.000.000
euro
in
fondi
per
aiutarli
a
migliorare
le
loro
infrastrutture:
ciò
suscitò
un
notevole
dibattito,
perché
la
Repubblica
di
Cipro
riteneva
che
non
vi
potesse
essere
commercio
diretto
attraverso
porti
e
aeroporti
di
Cipro
Nord,
ma
solo
utilizzando
strutture
greco-cipriota
internazionalmente
riconosciute,
mentre
i
turco-ciprioti
rifiutavano
tali
limitazioni.
Allo
stesso
tempo,
l'attenzione
era
rivolta
al
problema
dell'inizio
della
futura
adesione
della
Turchia
all'Unione
europea.
In
un
Consiglio
europeo
tenutosi
il
17
dicembre
2004,
e
nonostante
le
minacce
dei
greco-ciprioti
di
porre
il
veto,
alla
Turchia
venne
concessa
una
data
di
inizio
per
i
negoziati
di
adesione
formale
a
condizione
che
firmasse
un
protocollo
che
estendeva
l'unione
doganale
a
tutti
gli
stati
dell'UE,
compresa
Cipro
(cosa
che
venne
accettata).
All'interno
di
Cipro,
dopo
la
sconfitta
del
piano
delle
Nazioni
Unite
in
occasione
del
referendum
non
c'è
più
stato
alcun
tentativo
di
riavviare
i
negoziati
tra
le
due
parti.
Anche
se
entrambe
le
parti
hanno
riaffermato
il
loro
impegno
a
proseguire
gli
sforzi
per
raggiungere
un
accordo,
il
Segretario
Generale
non
ha
voluto
riavviare
il
processo
fino
a
che
non
potesse
essere
sicuro
che
nuovi
negoziati
avrebbero
portato
a
una
soluzione
globale
sulla
base
del
piano
2004
e a
tal
fine,
ha
chiesto
ai
greco-ciprioti
di
presentare
un
elenco
scritto
dei
cambiamenti
che
vorrebbero
vedere
apportati
all'accordo,
ma
la
sua
richiesta
è
stata
respinta
dal
Presidente
Tassos
Papadopoulos
sulla
base
del
fatto
che
nessun
lato
dovrebbero
essere
chiamato
a
presentare
le
sue
richieste
in
anticipo
sui
negoziati.
è
vero
che
nel
elezioni
presidenziali
del
2008
Papadopoulos
è
stato
sconfitto
dal
candidato
AKEL
Dimitris
Christofias,
che
si è
impegnato
a
riavviare
i
colloqui
sulla
riunificazione
immediatamente
e
che
anche
il
nuovo
Presidente
turco-cipriota
Mehmet
Ali
Talat
ha
dichiarato
di
avere
posizioni
analoghe,
tanto
che
come
simbolo
di
buona
volontà
i
due
hanno
accettato
di
riaprire
Ledra
Street,
la
via
principale
di
Nicosia
tagliata
in
due
dai
tempi
della
violenza
intercomunale
del
1960,
ma
pure,
i
nuovi
colloqui
di
pace
procedono
con
lentezza
estenuante:
in
una
riunione
del
1°
luglio
2008
i
due
leader
hanno
convenuto
in
linea
di
principio
sui
concetti
di
una
cittadinanza
unica
e di
una
sola
sovranità,
ma
dal
dicembre
2008
una
nuova
crisi
ha
raffreddato
i
rapporti
tra
i
due
governanti
e si
è
apertamente
ricominciato
a
parlare
di
soluzione
confederale,
mentre
le
tensioni
sono
state
ulteriormente
aggravate
dalle
molestie
della
Turchia
contro
piattaforme
cipriote
impegnate
nella
ricerca
petrolifera
intorno
all'isola.
Il
31
gennaio
2010,
il
Segretario
Generale
O.N.U.
Ban
Ki-moon
è
arrivato
a
Cipro
per
accelerare
i
colloqui
volti
a
riunire
il
paese
ma
la
recente
elezione
del
nazionalista
Derviş
Eroğlu
del
Partito
di
Unità
Nazionale
in
qualità
di
presidente
di
Cipro
del
Nord
il
18
aprile
seguente
ha,
di
fatto,
bloccato
ogni
processo
nonostante
alcuni
incontri
successivi.
Se
oggi,
come
sta
accadendo,
in
vista
dell'assorbimento
europeo
di
un
partner
strategicamente
forte
come
la
Turchia,
anche
l'UE
comincia
a
girare
le
spalle
a
Cipro,
ciò,
in
sostanza,
può
davvero
significare
non
solo
la
fine
di
ogni
speranza
di
unificazione
ma,
tenendo
conto
degli
innumerevoli
"schiaffi"
alle
risoluzioni
O.N.U.
dati
dal
governo
illegale
(è
bene
ricordarlo)
di
Cipro
Nord,
forse
stiamo
assistendo
ad
una
ennesima
agonia
del
diritto
internazionale.
Riferimenti
bibliografici:
J.
Asmussen,
Cyprus
At
War:
Diplomacy
and
Conflict
during
the
1974
Crisis,
I.
B.
Tauris
2008
J.
Ker-Lindsay,
The
Cyprus
Problem:
What
Everyone
Needs
to
Know,
Oxford
University
Press
2011
M.S.
Michael,
Resolving
the
Cyprus
Conflict:
Negotiating
History,
Palgrave
Macmillan
2009
Y.
Papadakis,
Echoes
from
the
Dead
Zone:
Across
the
Cyprus
Divide,
I.
B.
Tauris
2005
Y.
Papadakis,
N.
Peristianis,
G.
Welz,
Divided
Cyprus:
Modernity,
History,
and
an
Island
in
Conflict,
Indiana
University
Press
2011
J.
Varnava,
H.
Faustmann,
Reunifying
Cyprus:
The
Annan
Plan
and
Beyond,
I.
B.
Tauris
2011