N. 83 - Novembre 2014
(CXIV)
THE TROOPS ARe ON FIRE
HALLOWEEN NIGHT: KASABIAN LIVE AL PALALOTTOMATICA
di Andrea Bajocco
31
ottobre
2014.
La
prima
delle
due
date
italiane
dei
Kasabian
(il
giorno
seguente
il
gruppo
di
Leicester
si è
esibito
sul
palco
milanese
del
Mediolanum
Forum
di
Assago)
“strega”
(ed
è
proprio
il
caso
di
dirlo...),
nella
notte
di
Halloween,
il
pubblico
romano
accorso
al
Palalottomatica.
Già
da
qualche
giorno
prima
dell’evento,
la
band
inglese
–
assente
dai
palchi
capitolini
dal
18
luglio
2012
quando
si
esibì
all’interno
del
Rock
in
Roma
– ha
chiesto
ai
propri
fan
tramite
i
profili
ufficiali
sui
vari
social
network
di
stampare
delle
maschere
raffiguranti
un
teschio,
create
ad
hoc
per
rendere
il
concerto
un
vero
party
per
celebrare
insieme
ai
propri
fan
la
notte
di
Jack-o'-lantern
(zucca
intagliata
divenuta
simbolo
assoluto
della
festa
del
31
ottobre).
È
quindi
facile
immaginare
come,
per
l’occasione, già
all’esterno
del
palazzetto
dell’EUR
siano
molteplici
le
persone
truccate
e
mascherate.
La
scaletta
del
concerto,
organizzato
all’interno
del
tour
di
presentazione
del
nuovo
album
48:13
(il
quinto
in
studio
di
Tom
Meighan
e
soci),
prevede
ovviamente
ampio
spazio
per
le
tracce
del
nuovo
lavoro
della
band,
a
scapito
di
qualche
pezzo
del
passato
che
viene
inevitabilmente
tralasciato.
A
fine
serata
saranno
22 i
pezzi
proposti.
Con
6
brani
suonati,
si
piazzano
ex-aequo
al
primo
posto
tra
gli
album
più
“sfruttati”
48:13
e
Velociraptor.
Oltre
a
bumblebeee,
canzone
scelta
per
aprire
il
concerto,
dell’ultimo
lavoro
sono
state
suonate
anche
clouds,
eez-eh
(primo
singolo
estratto),
bow,
treat
e
stevie.
Il
penultimo
lavoro
della
band,
Velociraptor,
è
stato
invece
rappresentato
con
le
tracce
più
amate
contenute
nell’album:
Days
Are
Forgotten,
Man
of
Simple
Pleasures,
Neon
Noon,
Re-Wired,
l’inaspettata
Switchblade
Smiles
(nelle
date
precedenti
non
era
in
scaletta)
e la
romantica ballata
Goodbye
Kiss.
West
Ryder
Pauper
Lunatic
Asylum
è
stato
chiamato
in
causa
4
volte
con
le
hit
Underdog,
Where
Did
All
the
Love
Go?,
Fire
e
Vlad
the
Impaler
(obbligatoria
in
una
notte
come
quella
di
Hallowwen),
mentre
un
altro
ex-aequo
segna
l’ultimo
posto.
Sono infatti soltanto quattro le canzoni scelte dalla band
di
Leicester
per
rappresentare
i
primi
due
album
(Kasabian
ed
Empire).
Del
primo
sono
state
suonate
soltanto
Club
Foot
e la
sottocutanea
L.S.F.
(Lost
Souls
Forever)
–
utilizzata
per
chiudere
il
concerto
–,
mentre
per
quanto
riguarda
il
secondo,
la
scelta
è
caduta
su
Empire
e
Shoot
the
Runner.
Le rimanenti due canzoni suonate dal quartetto inglese sono
cover.
Appena prima del finale è stato infatti proposto uno snippet di
Praise
You
di
Fatboy
Slim,
mentre
poco
prima,
ad
alimentare
lo
spirito
festaiolo
della
notte
delle
streghe,
le
note
di
Ray
Parker
Jr.
e
della
sua
Ghostbusters
(canzone
resa
celebre
dall’omonimo
cult
movie)
hanno
riempito
il
palazzetto
romano
facendo
letteralmente
scatenare
l’intero
Palalottomatica.
Il concerto ha certamente soddisfatto le aspettative e la
prova
di
ciò
è
che
il
leitmotiv
dei
live
dei
Kasabian
è
stato
rispettato:
sul
parterre
ci
si è
divertiti
cantando,
ballando,
bevendo
e
all’occorrenza
“pogando
pesantemente”
con
qualche
eccesso
che
ha
rischiato
addirittura
di
degenerare...
tutto
nella
norma,
comunque.
Unico neo della serata – ma di certo non è colpa della band
– è
stata
l’acustica
che,
come
sempre
al
Palalottomatica,
è
risultata
pessima,
ai
limiti
dell’inascoltabile.
Il
fatto
che
in
una
città
come
Roma
non
ci
sia
ancora
un’arena
al
chiuso
capace
di
ospitare
musicisti
internazionali
(l’Atlantico
e
l’Orion
non
sono
abbastanza
capienti)
e di
“degnare”
allo
stesso
tempo
gli
spettatori
di
un’acustica
quantomeno
“accettabile”
è
ridicolo,
vergognoso.
E
rispecchia
in
qualche
modo
il
periodo
storico
che
la
Capitale
–
così
come
tutto
quello
che
dovrebbe
essere
ancora
il
“Bel Paese”
–
sta
passando.
Tornando all’esibizione, c’è da menzionare il grande protagonista
della
serata
che,
al
pari
del
frontman
Tom
Meighan,
ha
contribuito
nell’ottima
riuscita
della
stessa:
Sergio
Pizzorno.
L’eclettico
chitarrista
di
origini
genovesi,
ha
spesso
arringato
il
pubblico
con
le
corde
della
sua
chitarra
e
con
il
suo
dubbio
italiano
sconnesso,
ma
comunque
apprezzabile.
Ha
infine
promesso
di
tornare
presto
a
calcare
i
palchi
romani
con
i
suoi
Kasabian.
L’amore di “Serge” per l’Italia è cosa nota ed è quindi
lecito
sperare
che
le
sue
parole
si
trasformino
in
un
altro
live
l’estate
prossima,
così
come
è
successo
a
suo
tempo
nel
2012,
quando
dopo
l’esibizione
all’Atlantico
(febbraio)
la
band
tornò
nella
Città
Eterna
anche
in
estate
nella
già
citata
data
di
luglio.
Il concerto è finito. Le orecchie fischiano (e sarà così
per
qualche
giorno...).
Il
risultato
finale
è
più
che
buono.
Uscendo
dall’ex
Palaeur
ancora
mascherati,
i
fan
si
riversano
nelle
vie
del
centro
per
continuare
l’Halloween
night
e,
magari,
incontrare
i
propri
beniamini
per
continuare
a
festeggiare
in
qualche
locale.
I
Kasabian,
ancora
una
volta,
hanno
fatto
centro.