N. 98 - Febbraio 2016
(CXXIX)
JURY
CHECHI
IL
SIGNORE
DEGLI
ANELLI
di
Francesco
Agostini
Il campione toscano Jury
Chechi
ha
rappresentato
per
moltissimi
anni
la
ginnastica
italiana
a
livello
mondiale.
Le
sue
vittorie,
i
suoi
successi
e il
suo
innato
carisma
ne
hanno
fatto
uno
dei
personaggi
più
in
vista
dello
sport
italiano,
uno
di
quegli
atleti
che
ha
avuto
ampio
consenso
di
pubblico
e
popolarità
soprattutto
in
rapporto
a
una
disciplina
di
nicchia
come
la
ginnastica.
Il
palmares
di
Jury
Chechi
è a
dir
poco
eccezionale:
quattro
medaglie
d’oro
agli
Europei,
cinque
ai
Mondiali,
tre
alle
Universiadi
e
una
(la
più
bella)
alle
Olimpiadi.
Oltre
agli
ori
ricordiamo,
per
dovere
di
cronaca,
le
medaglie
d’argento
conquistate
alle
Universiadi
e i
bronzi
vinti
tra
gli
Europei,
i
Mondiali
e le
Olimpiadi.
Già il nome è tutto un
programma:
Jury
Dimitri.
La
famiglia
glielo
mette
in
onore
dell’astronauta
russo
Gagarin,
sperando
per
il
proprio
figlio
un
futuro
luminoso
e
importante.
Nessuno
però
si
sarebbe
mai
aspettato
che
il
successo
sarebbe
arrivato
nella
ginnastica!
Tutto,
in
realtà,
nasce
per
caso.
La
sorella
frequenta
la
Società
Ginnastica
Etruria
di
Prato
e,
giorno
dopo
giorno,
Jury
si
appassiona
sempre
di
più
a
questo
sport.
Certo,
il
fisico
non
lo
facilita:
Chechi
è
alto
solo
un
metro
e
sessantasei
centimetri
e ha
un
fisico
molto
gracile,
che
sembra
precludergli
una
carriera
sportiva.
La
verità,
però,
è
tutt’altra:
il
toscano
è sì
minuto
e
basso
di
statura,
ma
possiede
una
incredibile
forza
esplosiva.
Nel frattempo lo sport
si
fa
davvero
una
cosa
seria
e
Jury
Chechi
inizia
a
vincere
una
gara
dietro
l’altra.
Dopo
aver
trionfato
in
diverse
gare
regionali
viene
selezionato
dalla
squadra
italiana
juniores
di
ginnastica
e
qui
inizia
la
sua
meravigliosa
avventura;
si
trasferisce
a
Varese
dove
si
allena
e
parallelamente
prosegue
gli
studi.
Nel
frattempo
si
specializza
nell’attrezzo
degli
anelli,
nel
quale
dimostra
subito
un
immediato
talento.
Partecipa una prima volta
alle
Olimpiadi
di
Seoul
del
1988,
ma è
ancora
troppo
giovane
per
ambire
alla
medaglia
Olimpica.
Il
suo
nome
però
inizia
a
girare
tra
i
media,
tant’è
che
si
parla
già
di
lui
come
un
futuro
campione,
come
un
ginnasta
in
grado
di
far
rivivere
all’Italia
i
fasti
di
Franco
Menichelli.
Parallelamente
a
questa
sua
esplosione
arriva
anche
il
primo
nomignolo,
affibbiatogli
da i
giornalisti
esperti
nel
settore:
“Il
Signore
degli
Anelli”.
Il
riferimento
è al
libro
fantasy
di
Tolkien
e
rende
bene
l’idea
di
come
sia
visto
Jury
Chechi
a
livello
di
potenziale.
Alle Olimpiadi di Barcellona,
infatti,
il
toscano
è il
grande
favorito
per
la
medaglia
d’oro.
Purtroppo
per
lui
però
(e
per
l’Italia),
un
mese
prima
della
manifestazione
il
tendine
d’Achille
del
ginnasta
si
rompe
e
Chechi
è
costretto
a
saltare
l’intera
manifestazione
sportiva.
Per
l’atleta
toscano
il
colpo
è
durissimo.
Jury
Chechi
però
non
si
perde
d’animo,
si
rimette
in
carreggiata
e si
prepara
per
le
Olimpiadi
del
1996
di
Atlanta:
“Il
Signore
degli
Anelli”
sa
che
quella
è
una
delle
ultime
occasioni
della
sua
carriera.
Fortunatamente, il toscano
a
Atlanta
non
fallisce.
Conquista
una
meritatissima
medaglia
d’oro
e
corona
il
sogno
di
una
carriera
intera:
il
suo
esercizio
è
fluido,
energico,
equilibrato.
Praticamente
perfetto.
Ma
non
è
finita
qui.
Nonostante
il
successo
Jury
Chechi
continua
ad
allenarsi
e a
sudare
in
palestra,
come
fanno
i
veri
campioni
ma
la
sfortuna
continua
a
perseguitarlo:
la
rottura
del
tendine
brachiale
del
bicipite
gli
fa
sfumare
la
seconda
Olimpiade,
quella
di
Sidney
2000.
Ormai
deciso
a
ritirarsi
per
sempre
da
tutte
le
competizioni,
Jury
Chechi
cambia
radicalmente
idea
grazie
a
una
promessa
fatta
a
suo
padre.
Partecipa
quindi
alle
Olimpiadi
di
Atene
del
2004
e fa
sua
una
incredibile
medaglia
di
bronzo
che
lo
consacra
ancora
una
volta
come
uno
dei
migliori
atleti
italiani
della
storia.
Per
la
classe
non
c’è
davvero
limite
di
età.