N. 88 - Aprile 2015
(CXIX)
A PROPOSITO DI MOU
PARTE II - LA CONFERMA
di Andrea Bajocco
Il primo anno al Chelsea, con Villas Boas sempre allenatore
in
seconda,
raggiunge
il
primo
obiettivo
della
società
con
la
conquista
della
Premier
League,
vittoria
(con
record
di
punti,
95)
che
mancava
a
Stamford
Bridge
da
50
lunghissimi
anni.
La
partita
decisiva
si è
giocata
al
Reebok
Stadium
di
Bolton
e si
è
conclusa
con
il
risultato
di
0-2
grazie
alla
doppietta
della
leggenda
Blue
con
il
numero
8,
Frank
Lampard.
Durante
la
premiazione
Mourinho
si
leva
la
medaglia
e la
tira
al
pubblico,
regalandogliela.
Stizziti,
gli
organizzatori
rimproverano
Mou
e
gli
danno
un’altra
medaglia.
Lui,
lo
Special
One,
che
fa?
Se
la
toglie
e
regala
anche
questa
ai
suoi
tifosi...
Lo stesso anno il Chelsea conquista anche la Carling Cup,
alzata
al
Millennium
Stadium
di
Cardiff
contro
il
Liverpool
dopo
un
match
sofferto
vinto
soltanto
ai
tempi
supplementari
con
il
risultato
di
3-2.
Per quanto riguarda invece il cammino in FA Cup, i Blues
si
sono
fermati
al
quinto
turno,
sconfitti
per
1-0
dal
meno
quotato
Newcastle;
la
coppa
sarà
vinta
dall’Arsenal
in
finale
contro
il
Manchester
United.
Il
Chelsea
perde
1-0
anche
il
ritorno
delle
semifinali
di
Champions
League
che,
dopo
l’1-1
dell’andata,
significa
aver
fallito
l’obiettivo
finale.
Una
piccola
“consolazione”
è
rappresentata
dal
fatto
che
quel
Liverpool,
guidato
da
Rafa
Benitez,
si
aggiudicherà
il
trofeo
nella
rocambolesca
finale
di
Istanbul
quando,
contro
un
Milan
in
vantaggio
per
3-0
a
fine
primo
tempo,
i
Reds
riusciranno
a
pareggiare
in
pochi
minuti
e a
reggere
fino
alla
lotteria
dei
rigori,
dopo
la
quale
si
laureeranno
Campioni
d’Europa.
Una stagione, comunque, molto positiva quella del Chelsea
di
José
Mourinho.
L’annata calcistica successiva (2005-2006) inizia subito
con
un
trionfo.
Lo
Special
One
fa
suo
il
Community
Shield
nella
finale
di
Cardiff
contro
l’Arsenal.
La
partita
finisce
2-1
per
il
Chelsea
con
la
doppietta
dell’ivoriano
Didier
Drogba,
punta
di
diamante
di
una
squadra
eccezionale.
In campionato il Chelsea non incontra grosse difficoltà
nella
strada
verso
il
secondo
titolo
consecutivo,
che
diverrà
ufficiale
a
fine
aprile
dopo
il
netto
3-0
con
cui
la
squadra
di
Mourinho
si è
liberata
del
Manchester
United
di
Sir
Alex
Ferguson.
Tuttavia
non
riuscirà
nell’impresa
di
vincere
per
la
seconda
volta
di
fila
anche
la
Carling
Cup
(persa
ai
rigori
contro
il
Charlton).
Anche
l’FA
Cup,
unico
titolo
inglese
che
gli
manca,
sfugge
allo
Special
One
che
perde
1-0
contro
il
Manchester
United.
In Champions, rispetto a un anno prima, c’è da registrare
un
passo
indietro.
Infatti
il
Chelsea
esce
dalla
maggiore
competizione
europea
agli
ottavi
di
finale
contro
il
Barcellona
dopo
aver
perso
in
casa
2-1
e
aver
pareggiato
al
Camp
Nou
1-1.
La
“Coppa
dalle
grandi
orecchie”,
sogno
proibito
del
presidente
Abramovich,
sembra
un
vero
tabù.
Dopo quattro anni di trionfi in campionato tra Porto e Chelsea,
nella
sua
terza
stagione
sotto
gli
occhi
della
Regina
Elisabetta
II,
Mourinho
fallisce
l'appuntamento
con
la
vittoria
finale
che
vedrà
i
Blues
accomodarsi
sul
secondo
gradino
del
podio
con
il
Manchester
United
campione
d'Inghilterra.
Anche
la
chimera
Champions
sfugge
un’altra
volta
al
Chelsea
che,
come
due
anni
prima,
soccombe
in
semifinale
al
Liverpool,
questa
volta
ai
rigori.
José Mourinho e il suo Chelsea dovranno "accontentarsi"
dell’ormai
"solita"
Coppa
di
Lega
vinta
contro
l'Arsenal
e
dell'FA
Cup,
finalmente
conquistata
dal
portoghese
nella
finale
di
Wembley
contro
i
Red
Devils
di
Ferguson.
Una sconfitta nella supercoppa contro lo United, un inizio
altalenante
in
campionato
e un
pareggio
nella
prima
partita
del
girone
di
Champions
League
contro
il
modesto
Rosenborg
convincono
Roman
Abramovich
che
il
rapporto
tra
il
suo
Chelsea
e
Mourinho
è
arrivato
al
capolinea.
Il
portoghese
si
ritrova
libero
fino
a
fine
stagione;
Stamford
Bridge,
tuttavia,
sarà
sempre
casa
sua.
Molti
angoli
del
gioiellino
di
Fulham
Road
parlano
dello
Special
One:
c'è
il
suo
giaccone
in
una
teca
di
vetro,
ci
sono
le
sue
citazioni
dipinte
sui
muri.
Chissà
se
il
destino
farà
di
nuovo
incontrare
il
tecnico
di
Setubal
e la
squadra
di
Londra...
Il 2 giugno Mourinho viene ingaggiato dall'Inter.
La presentazione alla stampa regala un altro momento “Special”.
Incalzato
infatti
con
domande
“a
tradimento”
da
un
giornalista
sul
possibile
trasferimento
dal
Chelsea
di
Frank
Lampard,
il
tecnico
risponde
con
uno
schietto:
“[...]
sì.
Sì.
Sì...
Ma
io
non
sono
pirla”.
Il
mito
dello
Special
One
è
arrivato
in
Italia,
alla
corte
del
Presidente
Moratti
che
dopo
anni
di
buio
seguiti
da
vittorie
quasi
solo
in
ambito
nazionale,
vuole
iniziare
a
vincere
in
Europa.
Vuole
la
Champions.
Sarà
Mourinho
l'uomo
giusto?