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N. 23 - Novembre 2009 (LIV)

JOHN KNOX

Tra riforme ed esili
di Cristiano Zepponi

 

Narrano le fonti che John Knox nacque a Gifforgate, presso Haddington – capoluogo dell’East Lothian – tra il 1505 ed il 1515 d.C: negli ultimi tempi, dopo che per lungo tempo ha prevalso la prima, nuovi studi (David Hay Fleming) hanno infatti rimesso in dubbio la datazione esatta.


E’ sicuro però che il padre William possedesse una fattoria capace di finanziarne gli studi ad Haddington; mentre della madre, che morì quando il ragazzo era ancora giovane, conosciamo per certo solo il cognome d’origine, Sinclair.


Ad ogni modo Knox frequentò l’Università – a Glasgow secondo alcuni, sulla costa orientale secondo altri – e studiò con John Major, celebre erudito dell’epoca. Negli anni ’30, però, se ne perdono le tracce: sappiamo solo che, mentre il Parlamento inglese dava seguito alla rottura di re Enrico VIII con una serie di atti che stroncarono l’influenza papale sulla neonata Chiesa d’Inghilterra, il ragazzo scelse di imboccare la strada del sacerdozio. Ed infatti le fonti ce lo riconsegnano nel 1540 nella duplice veste di prete e notaio apostolico.


Fu l’incontro con lo scozzese George Wishart, il predicatore itinerante di rientro dall’Europa in fermento, a segnare il suo percorso esistenziale: Knox ne abbracciò il pensiero e le influenze (Calvino, Zwingli), ne ascoltò le prediche e le feroci invettive contro il papato; probabilmente fu allora, un giorno di marzo del 1546 – quando si diffuse la notizia della condanna al rogo del maestro per eresia – che Knox abbracciò definitivamente la Riforma.


Due mesi dopo accadde infatti che un gruppo di seguaci di Wishart ricambiò l’accaduto assassinando l’arcivescovo di St. Andrews - il legato pontificio responsabile della sentenza di condanna – e conquistò il castello stesso; Knox – già compromesso ai rapporti con l’eretico – non esitò a lodare il gesto ed a rifugiarsi nella fortezza espugnata insieme ad un lillipuziano gruppo di ribelli, incoraggiati dai suoi sermoni.


Per stanarlo il conte d’Arran James Hamilton, reggente designato per la piccola Maria di Scozia e co-protagonista della reazione cattolica che aveva causato la scomparsa di Wishart, radunò una forza militare (sostenuta dalle navi della cattolica Francia) e mise sotto assedio St. Andrews, fino a provocarne – nel luglio del 1547 – la caduta.
I prigionieri, tra cui il predicatore, rimasero sulle galee francesi per 19 mesi: in questo periodo Knox rifiutò ogni forma di sottomissione all’ortodossia cattolica.


Fu un’intercessione del re d’Inghilterra Edoardo VI, a quanto sembra, a garantirgli la liberazione: lo conferma il fatto che, dopo esser stato accolto anche dall’Arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer - autore del Book of common prayer - ed aver ottenuto l’ingresso nella Chiesa inglese, Knox rimase in Inghilterra cinque anni, ripartiti tra Berwick-upon-Tweed (dove conobbe la moglie, Marjorie Bowes) e Newcastle.


Nel 1551 rifiutò il vescovato di Rochester: i suoi rapporti con la corte, nonostante la nomina a cappellano reale, precipitarono definitivamente nel corso del 1553, all’epoca della morte di Edoardo VI. Con l’ascesa al trono della cattolica Maria Tudor, passata alla storia come Maria la sanguinaria, Knox scelse di nuovo di fuggire.


Viaggiò, negli anni seguenti, tra la Svizzera e la Scozia. Nel paese elvetico contestò le dottrine anglicane, entrò in contatto con le idee politiche di Calvino e scrisse le sue opere principali, tra cui il misogino ‘The first blast of the trumpet against the monstrous regiment of women’ in cui attaccò un quadrilatero femminile formato da Maria Tudor, la reggente di Scozia Maria di Guisa, Caterina De’ Medici e Maria Stuart.


Nel 1559 tornò in patria, dove i suoi sermoni contribuirono a riaccendere il conflitto tra riformatori (sostenuti dagli Inglesi - tornati alle precedenti politiche dopo la morte di Maria Tudor, l’anno precedente) e cattolici: dal pulpito della chiesa di St. John the Baptist, nel forte di Perth, Knox infiammò la fazione protestante fino alla morte di Maria di Guisa, guida del fronte cattolico, ed alla conseguente tregua (Trattato di Edimburgo); nel 1560 il movimento di Knox – Congregazione - ottenne infine l’approvazione di una Confessione Scozzese di stampo riformato-calvinista.


La morte della moglie, nello stesso anno, fu seguito poi da un periodo di scontri: prima con Maria Stuart, rientrata in patria per reclamare il trono dopo la morte del marito, Francesco II di Francia; e poi con il nuovo consorte, il cattolico Henry Stewart, lord Darnley, che aspirava al titolo di Re e intendeva azzerare il potere e l’influenza che Knox aveva accumulato.


Alla morte di Darnley, assassinato in seguito ad un complotto nel 1567, lo sdegno popolare per il matrimonio di Maria Stuart con uno dei congiurati portò all’arresto della sovrana di Scozia: Knox chiese ripetutamente che fosse giustiziata. Maria riuscì invece a fuggire e radunare un esercito prima di essere definitivamente sconfitta sul campo di Langside, il 13 maggio 1568, e costretta alla fuga in Inghilterra: qui, la cugina Elisabetta I l’avrebbe tenuta prigioniera per vent’anni, prima di farla decapitare.


La strada per la Chiesa Riformata in Scozia, dunque, apparve spianata. A John Knox, che di tutto questo fu testimone, restò solo il tempo d’apprendere che in Francia s’era consumato un massacro di Ugonotti nella notte di San Bartolomeo, il 23 maggio del 1572.


Morì di polmonite a Edimburgo, dove si era ritirato, il 24 novembre di quell’anno.



 

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