N. 44 - Agosto 2011
(LXXV)
JEAN NOEL SCHIFANO
Un francese meridionalista
di Giovanna D’Arbitrio
Nato da padre siciliano e madre lionese, lo scrittore J. N.
Schifano,
convinto
meridionalista
“radicato
culturalmente
e
visceralmente
a
Napoli
e
alla
sua
civiltà
millenaria”,
com’egli
stesso
ha
dichiarato
in
un’intervista
pubblicata
su
“Il
Mattino”,
ha
esternato
tutta
la
sua
indignazione
per
il
modo
in
cui
Napoli
è
continuamente
offesa
oggi
per
il
problema
dei
rifiuti
e
per
come
è
stata
trattata
dall’Unità
d’Italia
in
poi.
Secondo lui essa è stata volutamente ridotta da grande capitale
europea
a
“città
bonsai”
in
150
anni
di
sfruttamento,
trasformata
in
una
città
“assistita”
da
tenere
a
guinzaglio
mediante
connessioni
tra
potere
politico
e
criminalità
organizzata,
che
risalgono
ai
tempi
in
cui
il
prefetto
Liborio
Romano,
viceministro
dell’Interno
del
Regno
sabaudo,
mise
Salvatore
De
Crescenzo
al
comando
della
città
con
le
sue
truppe
senza
fede
né
legge.
Dopo tanti secoli di ruberie e violenze, ora la lasciano
marcire
anche
sotto
la
spazzatura,
dopo
averne
appestato
il
territorio
per
decenni
con
i
rifiuti
tossici
delle
fabbriche
del
Nord.
Quello
che
hanno
fatto
nelle
campagne
tra
Caserta,
Castelvolturno
e
Napoli
è il
“Ground
Zero”
della
storia
d’
Italia.
Eppure nel 1960 Napoli era in piena espansione economica e
culturale
con
primati
in
tutti
i
campi:
la
prima
flotta
mercantile,
la
più
grande
industria
navale,
prima
ferrovia,
prima
cattedra
di
economia,
primo
teatro
lirico,
il
San
Carlo,
primo
istituto
per
sordomuti
e
primati
anche
per
numero
di
orfanatrofi,
ospizi,
collegi,
tipografie,
giornali,
riviste,
per
risultati
in
astronomia,
sismografia,
illuminazione
elettrica,
navi
a
vapore
e
così
via.
L’elenco potrebbe continuare, ma è preferibile fermarsi qui
poiché
chi
ne
vorrà
saper
di
più
potrà
leggere
i
libri
dell’autore
o di
tanti
altri
scrittori
che
sull’
irrisolta
“Questione
Meridionale”
hanno
versato
fiumi
d’inchiostro.
Purtroppo
molti
preferiscono
offendere
invocando
un’altra
distruttiva
eruzione
del
Vesuvio
sulla
nostra
città,
piuttosto
che
acculturarsi
e
documentarsi.
Si è parlato anche di “senso civico” che a quanto pare difetta
dalle
nostre
parti.
Chi
sa
se
Giancarlo
Siani,
e
tanti
meridionali
come
lui,
ne
avevano!
Chi sa se i soldati meridionali che muoiono nelle cosiddette
“missioni
di
pace”
ne
sono
provvisti!
Oppure se ne sono forniti i numerosi onesti poliziotti del
Sud
uccisi
da
black
blocks
o da
folle
inferocite
(giovani
spesso
schierati,
loro
malgrado,per
un
tozzo
di
pane
contro
altri
poveri
morti
di
fame).
Schifano ha scritto molto sulla “mala unità”e in “Lettera
Aperta
agli
Italiani
non
Fatti”
ha
vinto
il
“Premio
Napoli
Racconta”
attribuito
dall’Università
Orientale.
Ci
conforta
il
suo
amore
per
Napoli
e
gliene
siamo
grati,
pur
restando
comunque
italiani
convinti
dell’importanza
dell’Unità
nazionale.
Che dire? È proprio assurdo continuare a distruggere Napoli
e in
genere
il
Meridione,
poiché
essi
potrebbero
diventare
davvero
per
tutta
l’Italia
un’inesauribile
fonte
di
bellezza,
cultura,
risorse
umane,
nonché
di
notevoli
introiti
se
gli
investimenti
fossero
affidati
in
mani
oneste.
Che peccato che il nostro Bel Paese non cerchi di consolidare
la
sua
Unità
nazionale,
valorizzando
tutti
gli
aspetti
positivi
del
suo
intero
splendido
stivale.
Corre il rischio di diventare un Brutto Paese, come afferma
Jean
Noel?
Speriamo
di
no.