N. 78 - Giugno 2014
(CIX)
Javier Zanetti
IL CAPITANO
di Valentino Appoloni
Javier
Adelmar
Zanetti,
classe
1973,
è
stato
il
primo
calciatore
acquistato
dal
presidente
dell’Inter
Massimo
Moratti.
Nel
1995
arriva
in
Italia
dall'Argentina
insieme
all’attaccante Rambert.
Quest’ultimo
dopo
pochi
mesi
viene
ceduto
a
una
squadra
spagnola
per
favorirne
la
maturazione,
ma
non
tornerà
più
in
nerazzurro.
Zanetti,
per
quanto
anch’egli
molto
giovane,
rimane.
Già
nelle
amichevoli
dimostra
forza
e
talento;
stupisce
la
sua
progressione
e la
capacità
di
superare
l’avversario.
Il
suo
fisico
è
abbastanza
asciutto,
ma
comunque
si
impone
nel
nostro
campionato;
la
sua
forza
sta
nelle
robuste
gambe
che
gli
permettono
di
resistere
ai
contrasti
e di
difendere
bene
la
palla.
Gli
allenatori
della
squadra
cambiano
spesso,
ma
lui
resta.
Diventa
capitano
nel
1999,
ricevendo
la
fascia
da
Giuseppe
Bergomi;
è
titolare
quasi
inamovibile.
Il
ruolo
è
quello
di
terzino,
ma
si
adatta
anche
a
fare
il
centrocampista.
Negli
anni
in
cui
si
vince
poco
o
nulla,
il
pubblico
almeno
può
vedere
l’argentino
incantare
per
grinta
e
numeri;
la
squadra,
con
allenatori
come
Bianchi,
Simoni,
Cuper,
non
ha
un
gioco
spumeggiante
e
nemmeno
molte
idee.
Allora
ci
pensa
Zanetti
a
prendere
palla
da
metà
campo
e a
seminare
gli
avversari
arrivando
di
solito
fino
all’area
avversaria.
Non
segna
molto,
ma i
suoi
gol
sono
importanti;
dalla
media
distanza
sa
tirare
bene
e va
a
segno
nel
1998
nella
finale
di
Coppa
UEFA
contro
la
Lazio,
battuta
per
tre
a
zero.
Il
giocatore
si
lega
in
modo
speciale
al
club,
mentre
campioni
come
Ronaldo
e
Vieri
cambiano
casacca,
indossando
perfino
quella
dei
rivali
cittadini.
In
quegli
anni
il
Real
Madrid
si
interessa
al
giocatore,
ma
non
se
ne
fa
nulla.
Zanetti
rimane
anche
nelle
stagioni
opache,
continuando
a
dare
l’esempio
di
una
vita
da
atleta
quasi
perfetta.
Subisce
infortuni
di
rado
ed è
costante
negli
allenamenti:
solo
all’arrivo
dell’allenatore
Mancini,
passa
alcune
domeniche
in
panchina,
prima
di
tornare
titolare.
Sulla
fascia
è
ancora
travolgente,
anche
se
lo
si
rimprovera
di
tenere
troppo
la
palla.
Col
tecnico
di
Jesi
l’argentino
vince
una
serie
di
scudetti.
Bisogna
invece
attendere
il
portoghese
Mourinho
perché
la
squadra
torni
a
vincere
la
Champions
League,
il
massimo
trofeo
europeo,
seguito
l’anno
successivo
dalla
vittoria
della
Coppa
Intercontinentale
sotto
la
guida
di Benitez.
A
questo
punto
il
terzino
ha
vinto
tutto
con
la
maglia
nerazzurra,
ma
continua
a
mostrarsi
serio
e
professionale.
A
ormai
38
anni
continua
a
giocare.
Naturalmente
le
sue
scorribande
sono
più
contenute
e
tende
a
limitarsi
ai
compiti
difensivi.
Riesce
ancora
a
tenere
palla
con
determinazione
e a
concedersi
delle
sgroppate
improvvise,
superando
avversari
ben
più
giovani.
Soltanto
quest’anno,
nella
stagione
2013-14,
dopo
uno
dei
suoi
rari
infortuni
(e
dopo
che
il
presidente
Moratti
ha
ceduto
la
società
al
thailandese Tohir),
il
giocatore
ha
lasciato
intravedere
i
segni
del
declino.
Anche
per
il
capitano
è
così
arrivato
il
momento
di
appendere
gli
scarpini
al
chiodo...