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N. 123 - Marzo 2018 (CLIV)

Jane Austen
Una donna divisa tra "ragione e sentimento"

di Annarita Ferri

 

“È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un'ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie. Per quanto poco si possa sapere circa i sentimenti o i punti di vista di un uomo del genere al suo primo apparire nel vicinato, questa verità è così saldamente fissata nelle menti delle famiglie del circondario, da considerarlo di legittima proprietà di una o l'altra delle loro figlie”.

 

È così che inizia Orgoglio e pregiudizio, uno dei più celebri romanzi della scrittrice inglese, amato non solo per i suoi temi sempre attuali, ma soprattutto per il suo intramontabile Mr. Darcy, che ha fatto sognare,desiderare e sospirare le donne di tutti i tempi.

 

Ma chi era veramente Jane Austen? Quanto ha inciso l’amore e l’etichetta sociale del suo tempo nella sua vita?

 

Sicuramente le sue esperienze di vita hanno ispirato i suoi romanzi, particolarmente le personalità delle sue indimenticabili eroine, l’ambientazione delle vicende e il sentimento.

 

Fu una delle più importanti figure della narrativa preromantica inglese, Jane nasce il 16 dicembre 1776 a Steventon, un villaggio dello Hampshire. Figlia di George Austen, un pastore anglicano, vivrà i primi venticinque anni della sua vita nella città natale, insieme a sei fratelli e l’unica sorella Cassandra.

 

L’autrice era molto legata alla sorella, infatti permangono fino ad oggi la loro fitta corrispondenza epistolare, la quale dopo la morte di Jane, bruciò le lettere più intime dell’autrice cancellandone ai posteri l’aspetto più profondo e sentimentale.

 

Grazie al padre riceve un’eccellente educazione, apprendendo non solo il francese e l’italiano, ma viene incoraggiata a studiare le opere di Walter Scott, Henry Fielding e George Crabbe. Nel 1801 si trasferisce a Bath, località termale e alla moda ai tempi, dove ambienterà le sue ultime opere come Persuasione. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1805, in un primo momento l’Austen si trasferisce a Southampton e successivamente nel 1809 si sposta a Chawton con la sorella Cassandra. Qui si occupa dell’educazione dei numerosi nipoti, figli dei fratelli ormai arruolati in marina, scrivendo per il loro diletto dei racconti.

 

In questo periodo, l’ambiente famigliare si comporrà da sole signore. Nel 1817, l’autrice si ammala del morbo di Addison, malattia incurabile, tanto è vero che morirà alla giovane età di 41 anni, il 18 luglio 1817. Verrà sepolta nella cattedrale di Winchester.

 

La caratteristica che balza all’occhio nella sua biografia è il fatto della sua condizione di zitella non si sposò mai. Un elemento di contrapposizione alle sue opere, dove il fulcro dei suoi racconti è il matrimonio. Di fatto, visse in un’epoca e in una classe sociale in cui l’evento sociale più atteso erano i balli, protagonisti della letteratura dell’Austen, organizzati dalle famiglie più altolocate.

 

Durante i balli, le ragazze in età da marito avevano la possibilità di accasarsi con un buon partito. In quest’epoca, per di più, la libertà della donna era limitata, per questo motivo il matrimonio era l’unica via d’uscita da questa condizione per una donna appartenente alla borghesia, la quale non poteva lavorare o essere indipendente.

 

Eppure la scrittrice decise di vivere per se stessa, la scrittura divenne il suo lascito per una mezza libertà, desiderata e in alcuni momenti disprezzata, in quanto la sua decisione portò a delle conseguenze negative.

 

Furono proprio i suoi fratelli Edward e Frank Austen a mantenerla economicamente dopo la morte del padre; mentre il fratello Henry trattava con gli editori per la pubblicazione dei suoi romanzi, in quanto a lei non era permesso.

 

La vita dell’Austen era la maggior parte legata alle quattro mura di casa, una libertà pagata a duro prezzo, scrivere era la sua evasione dalla realtà. I suoi figli diventarono le sue opere che le dettero molte soddisfazioni, nel 1811 pubblicò i suoi primi romanzi Ragione e Sentimento e Orgoglio e pregiudizio, rendendole un guadagno anche se poco sostanzioso. Poi scrisse Mansfield Park, Emma, Persuasione e L’abbazia di Northanger.

 

Si dedicò anche ad altri lavori che non completò mai come Sanditon. Quasi tutti i personaggi maschili, protagonisti della letteratura di Jane Austen sono profondi e dal comportamento esemplare, come il famosissimo Mr. Darcy.

 

Alcuni studiosi sostengono che questo personaggio venne suggerito dall’amore quasi sfiorato tra l’Austen e un certo irlandese Tom Lefroy, confermato dalle lettere inviate alla sorella Cassandra: “Mi fai tanti di quei rimproveri nella bella e lunga lettera che ho ricevuto in questo momento, che ho quasi paura di dirti come ci siamo comportati io e il mio amico irlandese. Immaginati le cose più dissolute e scandalose nel modo di ballare e di sederci vicini. Tuttavia, potrò espormi solo un’altra volta, perché lui lascerà il paese subito dopo il prossimo venerdì; il giorno in cui, dopotutto, ci sarà un ballo ad Ashe. Un giovanotto piacevole, attraente e con modi davvero signorili, te l’assicuro. Ma sul fatto di esserci mai incontrati, salvo che negli ultimi tre balli, non posso dire molto”. “Alla fine è arrivato il giorno in cui flirterò per l’ultima volta con Tom Lefroy, e quando riceverai questa lettera sarà passato. Mentre scrivo sgorgano le lacrime, a questa malinconica idea”.

 

Emerge un breve flirt tra i due che non continuò a causa della precaria condizione economica di lui. Un amore eterno, platonico e fedele fino alla morte che molto probabilmente non restò tale solo per l’autrice, ma anche per Lefroy, infatti non sembra solo un caso che scelse proprio il nome Jane per una delle sue figlie.

 

Nel 1870 suo nipote Edward Austen Leight pubblica la sua biografia Memorie, nella quale traspare un’ immagine stereotipata come donna di sani valori, quieta, brillante zitella dedita alla vita domestica e alla lettura. Di sicuro il nipote non conosceva la vera inclinazione caratteriale della zia, dai suoi scritti emerge un quadro diverso; ironica, disarmante, passionale, riservata quanto basta, attenta osservatrice dell’animo umano e infine non conforme alla sua ideologia di classe.

 

Una donna contro corrente, una vita vissuta oscillando tra ragione e sentimento.



 

 

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