N. 16 - Settembre 2006
IL NUOVO GOVERNO IN SLOVACCHIA
L'ultranazionalista Jan Slota nella coalizione
del premier Robert Fico
di Leila
Tavi
Il
nuovo governo del premier socialista Robert Fico
ha ottenuto la fiducia del Parlamento, nella notte
tra giovedě 3 e venerdě 4 agosto scorsi, con il voto
favorevole degli 80 parlamentari appartenenti ai
partiti che compongono la coalizione di governo:
Smer-SD (Sociálna demokracia), il partito di Fico,
SNS (Slovenská národná strana), il partito del
neo-nazionalista Ján Slota, e LS-HZDS (Ludova
strana - Hnutie za demokratické Slovensko), del tre
volte primo ministro Vladimír Mečiar.
L'opposizione liberale di destra, rappresentata dai
partiti SDKU-DS (Slovenská demokratická a
krestánska únia - Demokratické strana), partito
dell'uscente premier Mikulaš Dzurinda, SMK
(Strana madarskej koalície) e KDH (Krestanskodemokratické
hnutie), ha votato compatta contro con 70 voti.
Dopo la trasnizione postcomunista l'ex pugile Vladimír
Mečiar, leader del partito nazionalista LS-HZDS, č
stato primo ministro per la Slovacchia dal 24 giugno
1992 al 31 dicembre 1992.
Con
la pacifica dissoluzione dello stato cecoslovacco,
avvenuta il 1. gennaio 1993, la Slovacchia ha
acquisito sovranitŕ nazionale e Mečiar č stato a capo
del governo fino al 1998; ad esclusione di una breve
interruzione dal 16 marzo al 13 dicembre 1994, periodo
in cui lo sfiduciato
governo del leader del LS-HZDS č stato sostituito con
quello di Jozef Moravčik.
Nonostante il malgoverno e la corruzione LS-HZDS č
tornato al potere sempre con Mečiar capo del governo
dal 13 dicembre 1994 al 29 ottobre 1998. Nelle
elezioni dell'ottobre 1998 c'č stata una decisiva
svolta con la vittoria della coalizione guidata da
Mikulaš Dzurinda; nel 2004, a causa del rifiuto da
parte del Ministro degli Esteri Eduard Kukan,
del SDKU-DS, di firmare un Concordato con il Vaticano
e della conseguente uscita dal governo del KDH, c'č
stata una crisi di governo.
Il
governo Dzurinda, costituito da partiti moderati sia
di destra che di sinistra, ha riformato la
Costituzione, ispirandosi anche al modello dell'"acquis
communautaire"; ha varato una serie di leggi a
favore della privatizzazione e liberalizzazione del
mercato del lavoro e ha introdotto la flat tax,
un'aliquota fissa al 19% per i redditi individuali, le
imprese e l'IVA, misura che ha suscitato apprezzamenti
da una parte e critiche dall'altra.
Le
riforme sopra descritte hanno fatto della Slovacchia
un mercato appetibile per gli investitori stranieri,
ma sono state anche la causa del malcontento degli
strati sociali la cui sopravvivenza era garantita in
larga parte dai contributi erogati attraverso il
Welfare State e a cui il governo Dzurinda
ha fatto tagli consistenti, nel quadro di una politica
spiccatamente neo liberista.
L'azzardata coalizione di governo costituita attorno a
Fico, che ha ottenuto la fiducia del Parlamento
solo grazie all'appoggio dei due partiti nazionalisti
di Mečiar e di Slota, conclude la fase delle grandi
riforme che hanno portato la Slovacchia a diventare
competitiva sul mercato, ma che hanno sbilanciato la
politica economica tutta sull'esportazione,
trascurando le politiche sociali.
La
Slovacchia č, quest'anno, con un tasso del 6,1%, il
paese neo comunitario con la maggiore crescita
economica, ma con un tasso di disoccupazione di circa
il 12% e un basso potere d'acquisto per i salari.
Nono dovrebbe quindi sorprendere il consenso per le
politiche populiste rivolte alle fasce meno abbienti.
Fico ha impostato la sua compagna elettorale con lo
slogan: "Meno mercato e piů Stato", promettendo
la riforma della sanitŕ e del sistema pensionistico;
l'abolizione della flat tax, che verrŕ
sostituita da un'imposta progressiva sui redditi; un
nuovo aumento delle imposte alle imprese, tagliate dal
precedente governo e, in generale, il rafforzamento
delle politiche di Welfare State, assenti
dall'agenda di Dzurinda.
Alle consultazioni elettorali ha partecipato poco piů
della metŕ degli aventi diritto, 4,2 milioni di
Slovacchi, con i seguenti risultati: il partito dello
Smer-DS ha ottenuto il 29,14% dei consensi; l'SDKU,
con un incremento del 3% rispetto alle precedenti
politiche, il 18,35%; il KDH senza variazioni ha
ottenuto l'8, 31%; l'SNS l'11,7% e l'HZDS in forte
calo l'8,8%; il KSS (Komunistická strana Slovenska),
gli ultraliberali di Slobodne Forum e ANO non hanno
superato la soglia dello sbarramento del 5%.
Il
personaggio piů contradditorio e ambiguo della
coalizione č l'ultranazionalista Ján Slota, un
ingegnere specializzato in edilizia montana e dal 1990
Sindaco di Žilina, una citta della Slovacchia
nord-occidentale.
Durante un'intervista il 28 luglio scorso, rilasciata
al quotidiano austriaco "Die Presse", Slota ha
dichiarato che in Slovacchia si sta assistendo a una
brutale "magiarizzazione", "brutálnej mad'arižacii",
in slovacco. L'ultranazionalista ha confessato al
giornalista che lo ha intervistato di invidiare i
Cechi per aver attuato l'espulsione in massa della
minoranza tedesca dei Sudeti dopo la seconda Guerra
mondiale, mentre gli Slovacchi, ha aggiunto, sono
incapaci di fare lo stesso con gli Ungheresi.
Slota ha in passato attaccato il precedente governo
MKP (Magyar Koalíció Pártja) di Bela
Bugar in Ungheria con l'accusa che il governo
ungherese aveva intenzione di ritracciare il confine
tra la Slovacchia e l'Ungheria.
L'attuale confine č stato stabilito con il trattato
di Trianon, con cui un parte dello sconfitto
Impero austro-ungarico fu spartito tra vari stati.
Oggi la minoranza ungherese in Slovacchia raggiunge le
450.000 persone ed č stanziata principalmente al sud.
Slota ha sottolineato come in Ungheria la minoranza
slovacca si č ridotta dalle 600.000 mila ai 44.000;
per il nazionalista slovacco si tratta di un chiaro
segno di "magiarizzazione". Secondo Slota nel sud
della Slovacchia non sarebbe possibile trovare lavoro
se non si parla ungherese, perché la minoranza
ungherese avrebbe il monopolio su tutte le imprese.
Nei
confronti del SMK, il partito della minoranza
ungherese in Slovacchia, dice: "ist eine
extremistische, chauvinistisch-grossungarische Partei"
e aggiunge che esiste una potente lobby di
emigranti ungheresi in Europa che, a detta di Slota,
sarebbe cosě potente da influire nelle questioni che
riguardano gli Stati confinanti con l'Ungheria.
Dei
militanti nel suo partito Slota dice: "Man nennt
uns Nationalisten, aber wir sind Patrioten" e
sottolinea che si tratta di un patriottismo di stampo
diverso rispetto a quello del Presidente della
Repubblica francese, Jacques Chirac, o degli
Statunitensi, che mettono la bandiera nazionale in
ogni gabinetto pubblico.
Ma
alla diretta domanda dell'intervistatore se ha
qualcosa contro gli Ungheresi, i Rom e gli omosessuali
Slota risponde che, č contro qualsiasi "Ungherese
slovacco" che non sia leale in confronti dello
Stato slovacco e che guardi all'Ungheria come alla sua
patria; dei Rom fa intendere che sono dei nullafacenti
sulle spalle dello Stato e riguardo agli omosessuali
taglia corto dicendo che non dovrebbero appartenere a
una cultura come la nostra che, a detta di Slota,
sarebbe "ancorata" alle radici cristiane.
E
nella migliore delle tradizioni naziste aggiunge: "Ich
habe nichts gegen Homosexuelle.
Aber ich bin dagegen, dass sie Propaganda machen
dürfen, dass sie durch die Strassen marschieren, als
ob sie die großen und gesündesten Herren der Welt
wären".
Dulcis in fundo,
circa la crescita economica della Slovacchia,
soprannominata negli ambienti finanziari "Tigre"
al pari delle asiatiche, Slota ha sciorinato,
attraverso la metafora del gatto che si maschera di
tigre, la solita appiccicosa retorica sciovinista e ha
concluso la sua intervista con la morale che č meglio
restare gatti piuttosto che razzolare nelle aie
altrui.
Robert Fico ha tentato subito di distanziarsi dalle
dichiarazioni di Slota, sostenendo che il leader del
SNS non fa parte del suo gabinetto di ministri, ma si
tratta di goffe e riparatorie giustificazioni che non
hanno certo convinto il gruppo socialista del
Parlamento europeo.
Il
gruppo socialista a Strasburgo non riconosce
l'alleanza slovacca e ha chiesto, quasi all'unanimitŕ,
la sospenzione dello Smer-SD dal PSE (Partito
socialista europeo) e dall'Internazionale socialista.
Fico non č stato ricevuto a Strasburgo dai suoi
colleghi socialisti, i cui presidente Paul Nyrup
Rasmussen e capogruppo Martin Schulz hanno
inviato a Fico una lettera in cui hanno espresso
preoccupazione e perplessitŕ per la nuova coalizione
di governo di cui Fico č primo Ministro.
Riuscirŕ Fico a portare aventi questa improbabile
coalizione e, per quanto tempo, senza perdere la
faccia nei confronti del suo elettorato?
Riferimenti bibliografici:
http://www.sns.sk/clanky/koalicna-zmluva-medzi-smer-sd-sns-a-ls-hzds/609
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"SME online", 28.07.2006,
http://www.sme.sk/clanok.asp?cl=2826993
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Hungarian minority and say he envies Czechs for having
been able to expel the country's former German
minority, "Eurolang",
http://www.eurolang.net/index.php?option=com_content&task=view&id=2684&Itemid=0
Carola Palzecki, Slowakei vollzieht Linkswende.
Parlament verabschiedet Regierungsprogramm - Viele
Punkte sind schwamming formuliert, "Wiener
Zeitung", 05.08.2006, p. 6
Sergio Romano, Bratislava corre verso l'Europa. In
auto, "Corriere della sera",
http://www.corriere.it/speciali/2004/Esteri/europa/romano/slovacchia.shtml
Marco Salzmann,
Slovakia: Social democrats form a pact with the
extreme right,
"World Socialist Web Site", 07.07.2006,
http://www.wsws.org/articles/2006/jul2006/slov-j07.shtml
Luca Sebastiani, Ondata euroscettica, "Caffé
Europa", 25.07.2006,
http://www.caffeeuropa.it/unione/303centroue.html
Li'via
Solymos, SMK: Ja'n Slota klame, "PRservis",
31.07.2006,
http://www.prservis.sk/index.php?base=data/ozn/ps/0607310233.msg
Christoph Thanei, "Vom Pharisäertum wird mir
schlecht". Interview. Der slowakische Rechtsaußen Jan
Slota über Reaktionen auf seine "Wirtshaussprüche"
über "brutale Magyarisierung" und über Katzen, die
sich als Tiger gebärden, "Die Presse", 29.07.2006,
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