N. 91 - Luglio 2015
(CXXII)
Itinerari didattici
Il valore della Resistenza in un percorso museale integrato
di Vincenzo Grienti
Tre luoghi della memoria da riscoprire e raccontare alle nuove generazioni a 70 anni dalla Liberazione. Un itinerario museale che diventa un percorso storico-didattico sulle vicende legate alla Seconda guerra mondiale e, in particolare, a tutti gli eventi che accaddero dopo l’8 settembre 1943, data simbolo dell’armistizio.
“Si
tratta
di
tre
luoghi
che
sono
integrati
tra
loro,
legati
da
un
filo
conduttore:
violenza
e
violazione
dei
diritti
umani
a
cui
si è
contrapposta
una
scelta
volontaria
di
coscienza;
resistenza
armata
e
resistenza
senza
armi
–
spiega
il
prof.
Enzo
Orlanducci,
presidente
dell’Anrp,
l’Associazione
nazionale
reduci
dalla
prigionia.
Il
Museo
storico
della
Liberazione
di
Via
Tasso
e le
Fosse
Ardeatine
sono
veri
e
propri
luoghi
della
memoria,
perché
quegli
stessi
spazi
hanno
visto
perpetrare
rispettivamente
violenze,
torture
o
uccisioni
di
massa.
La
Mostra
permanente,
dedicata
agli
Internati
Militari
Italiani
1943-1945
–
aggiunge
Orlanducci
- ha
una
natura
ancora
diversa
rispetto
agli
altri
due,
per
il
fatto
che
individuare
a
Roma
un
luogo
storico
con
una
giusta
connotazione,
un
sito
specifico
dove
gli
IMI
siano
stati
anche
per
breve
tempo
non
esiste;
pertanto
la
scelta
di
un
qualunque
spazio
a
scopo
commemorativo
avrebbe
costituito
sempre
un
non
luogo,
essendo
svincolato
da
un
nesso
storico
e
fisico
con
la
vicenda
IMI”.
Il
Museo
di
via
Tasso
è
stato
istituito
sessant’anni
fa e
proietta
il
visitatore
in
una
tragica
realtà
vissuta
e
testimoniata
da
segni
ancora
presenti
sulle
pareti,
nelle
stanze,
ricordata
attraverso
la
documentazione
e le
testimonianze.
Durante
l’occupazione
nazifascista
di
Roma,
quel
palazzo
divenne
tristemente
famoso
come
luogo
di
reclusione
e
tortura
da
parte
delle
SS
per
oltre
2000
antifascisti,
molti
dei
quali
caddero
fucilati
a
Forte
Bravetta
e
alle
Fosse
Ardeatine.
Le
celle
restaurate
come
i
tedeschi
in
fuga
le
lasciarono,
popolate
dalle
memorie
e
persino
dai
graffiti
originali
tracciati
da
chi
vi
patì
tortura
e
privazioni
prima
di
vedersi
strappata
la
vita,
sono
testimoni
del
dramma
e
della
scelta
civile
di
italiani
di
ogni
ceto
e di
ogni
famiglia
politica
che
diedero
vita
alla
Resistenza.
Non
si
tratta
quindi
di
un
museo
nel
senso
più
comune
del
termine,
ma
piuttosto
di
un
realistico
e
reale
monumento,
un
documento
storico
che
ne
contiene
altri
e le
cui
stesse
pareti
sono
testimoni
capaci
di
suscitare
emozione.
Le
Fosse
Ardeatine,
a
cui
ha
reso
omaggio
il
Presidente
della
Repubblica
Sergio
Mattarella,
come
primo
atto
nel
giorno
della
sua
elezione,
è un
luogo
simbolo
della
Resistenza,
tristemente
famoso
per
l’eccidio
di
335
prigionieri
da
parte
delle
truppe
di
occupazione
tedesca.
Il
23
marzo
1944,
in
un’azione
di
guerra
a
Roma
in
via
Rasella,
un
gruppo
di
partigiani
uccideva
33
soldati
nazisti
e ne
feriva
38.
Pronta
la
risposta
tedesca:
per
ogni
soldato
ucciso
sarebbero
stati
eliminati
dieci
italiani.
Furono
335
le
vittime,
scelte
a
caso,
tra
le
quali
diversi
militari
e
politici,
tradotti
dal
carcere
di
via
Tasso,
numerosi
ebrei
e
civili.
La
cava
e quei
335
parallelepipedi
tutti
uguali
che
simboleggiano
le
persone
uccise,
invitano ad una riflessione
silenziosa.
La
sede
dell’Anrp,
in
via
Labicana
15,
per
sua
storia
può
considerarsi
la
“casa
dei
Reduci”
ed è
stata
scelta
come
un
luogo
“non
luogo”
da
dedicare
agli
IMI.
La
mostra
è un
percorso
storico/documentaristico
con
indirizzo
didattico/formativo,
finalizzata
a
delineare
attraverso
un
originale
allestimento
tutte
le
vicende
degli
IMI,
una
puntuale
ricostruzione
di
percorsi
collettivi
e
individuali,
un
significativo
e
attendibile
“spaccato”
in
cui
parole,
immagini
e
documenti
ricostruiscono
la
loro
storia.
Il
materiale
espositivo
è affidato a una serie di pannelli
di
sintesi
e di
supporti
comunicativi
multimediali
dislocati
nelle
varie
sale,
che
si
strutturano
secondo
linee
cronologiche
e
allo
stesso
tempo
tematiche.
Per
ogni
blocco
tematico
sono
dislocate
postazioni
con
un
repertorio
di
testimonianze
video
a
cui
si
affianca
la
documentazione
cartacea
originale
(lettere,
fotografie,
disegni,
documenti
etc.)
e
semplici
oggetti
di
uso
comune
che
evocano
la
vita
quotidiana
nel
lager.
Il
percorso
museale
integrato
e
l’itinerario
didattico
in
questi
tre
luoghi
della
memoria,
peraltro
vicini
tra
loro,
è
un’opportunità
per
approfondire
gli
aspetti
di
un
importante
periodo
storico
del
nostro
Paese,
nonché
per
operare
confronti
e
riflessioni,
al
fine
di
acquisire,
attraverso
la
consapevolezza
delle
tragedie
del
passato,
un
modo
di
pensare
e di
agire
volto
promuovere
pace
e
coesione
europea.