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> Storia Antica

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N. 11 - Aprile 2006

ITALIA ANTIQUA

VI, Veneto

di Antonio Montesanti

 

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Tra cicli dei nòstoi (ritorni) dalla Guerra di Troia, posteriori alla distruzione della città, è annoverato anche il racconto del rientro, o dell’esilio degli ‘Enetoi (Veneti), popolazione della Paflagonia (regione dell’Asia Minore) e alleata dei Troiani.

 

In realtà non si tratta di un vero e proprio ‘rientro’, al pari dei conquistatori greci venuti dall’altra parte del mar Egeo per distruggere la città di Troia, ma piuttosto di un esodo. Infatti al termine della Guerra, l’eroe paflagone Antenore abbandonò i luoghi natii alla ricerca di una terra che li ospitasse in Occidente.

 

I Venèti che Omero chiamava ‘Enetoi, a causa della caduta e per l’inutilizzo della lettera greca ‘digamma’, poi scomparsa, e che corrispondeva alla consonante ‘V’ e che li ricorda come grandi allevatori di cavalli, furono spinti dai venti nel Mar Adriatico e solo al termine settentrionale di esso vi si stabilirono. Qui trovarono la popolazione preesistente degli Euganei che venne respinta sulle colline a nord che ancora oggi portano il loro nome (Liv., 1, 1).

 

Questi racconti, frutto di miti e leggende, nascondono al loro interno tracce di veridicità storica che va ricercata in uno scrupoloso filtraggio delle fonti e degli eventi.

 

Archeologicamente parlando, in Veneto, conosciamo i primi insediamenti e sappiamo che si ebbero tra il V e IV millennio a.C., tra il Mesolitico finale e l’Eneolitico iniziale, quando incomincia ad essere sfruttata la pianura da un punto di vista agricolo e pastorale. Nei successivi due millenni corrispondenti all’età del Bronzo Antico e Medio, gli abitatori dei luoghi prendono coscienza della posizione altamente vantaggiosa del territorio da loro occupato.

 

Questo periodo vede uno sviluppo dell’area legato all’intensificarsi di scambi commerciali e culturali, e da processi di crescita demografica che vedono investito in particolar modo il settore compreso tra le coste del Lago di Garda e le rive dell’Adige, area chiave di passaggio e scambio tra Nord- e Sudeuropa.

 

È tra il XII e il X sec. a.C., corrispondente al periodo leggendario di arrivo degli ‘Enetoi che sembra emergere e svilupparsi una nuova cultura, detta paleoveneta.

 

Nata dalla fusione tra gruppi autoctoni e migrazioni di piccoli gruppi, con evidenti influssi di varie culture, e soprattutto in momenti differenti del tempo, i paleoveneti s’insediarono nell’estesa pianura tra il lago di Garda, l’alto Adriatico, i Colli Euganei e Berici, i Monti Lessini, l’Altopiano dei Sette Comuni fino al Monte Grappa, le Prealpi Bellunesi e Cadorine, le Dolomiti e alle Alpi Giulie e il Tagliamento.

 

Anche se la civiltà paleoveneta, detta anche dei Veneti Antichi, occupava l’area corrispondente al Veneto attuale, tracce consistenti della sua presenza sono state riscontrate anche in Friuli – Venezia Giulia e in Trentino – Alto Adige.

Complici della loro permanenza e del loro progresso anche i grandi fiumi Adige, Brenta, Piave e Tagliamento , attraverso cui fu più semplice stabilire relazioni tra le varie aree, questa cultura non fa altro che potenziare quelle che erano le caratteristiche della cultura del Bronzo Recente. S’intensificano le relazioni con la cultura transalpina a nord, quella Villanoviana a sud, quella Golasecca a ovest, con i mercanti greci che approdano nella costa adriatica e quelli etruschi provenienti dagli Appennini.

 

Ancora oggi da un punto di vista propriamente archeo-storico, secondo gli studiosi, vi è una certa difficoltà a distinguere la primissima fase della civiltà paleoveneta detta protoveneta e che alcuni identificano con quella ‘protovillanoviana’ (1100-900 a.C.), con la quale ha in comune le pratiche funerarie di incinerazione e l’iconografia decorativa dei manufatti in bronzo e terracotta. Per avallare questa ipotesi è stato utilizzato il riscontro, ed esempio paradigmatico, di Fratta Polesine che sembra essere stato il centro primordiale di scambio tra l’Etruria padana e i centri micenei.

 

I Veneti, ormai con caratteristiche squisitamente proprie, fungono da veri e propri mediatori commerciali, ruolo che tra l’altro non abbandoneranno mai più nella loro storia. Il culmine dello sviluppo culturale viene raggiunto a partire dall'VIII secolo con uno sviluppo secondo solamente a quello etrusco in Italia. Inizia adesso lo spostamento dei centri dalle colline alla pianura con la nascita dei principali centri paleoveneti.

 

Loro sono quelli a cui Etruschi, Greci, Germani, Carinzi o Celti si devono necessariamente rivolgere per la circolazione dei beni e per ottenere dei vantaggi negli scambi commerciali.

 

Per ogni vettore di scambio sembra nascere almeno un centro abitato autoctono adibito ad esso: Este, Padova, Altino, Treviso, Oderzo, Montebelluna, Mel, Ceneda, Lagole di Calalzo e Adria. L’iperbole dello sviluppo inizierà la sua discesa quando solo intorno al VI a.C., quando iniziarono ad infiltrarsi elementi prima etruschi e celti successivamente (IV-III a.C.).

 

Le testimonianze epigrafiche ci hanno restituito la lingua con cui comunicavano, cioè il ‘venetico’. Durante il V sec. a.C. la società veneta è ormai pienamente sviluppata e per scrivere la lingua veneta viene utilizzato l'alfabeto etrusco. Nel III sec. a.C., però con l'invasione della Pianura Padana da parte dei Celti, i Veneti per difendere la loro autonomia politica decidono di allearsi con Roma.

 

Grazie ad essa,fino al II sec. a.C. i Venèti tuttavia mantengono quasi inalterate le loro caratteristiche fino a quando vennero in contatto con i Romani. Con loro i Veneti mantengono relazioni e alleanze proficue ed il loro arrivo, portò ad una progressiva e pacifica integrazione: le due culture, incredibilmente si trovano, un po’ per le origini leggendarie comuni, un po’ per caratteristiche similari nella lingua e mostrano una serie di affinità peculiari.

 

Anche se è necessario credere che Romani e Veneti fossero uniti da interessi in comune: la resistenza ai Galli,  l’inimicizia verso Annibale ed un fronte comune contro i popoli germanici che spesso si spingevano al Nord culminato nello sterminio da parte di Mario dei Cimbri, ai Campi Raudii (101 a.C.). 

 

Dopo le guerre annibaliche e l’occupazione militare del territorio cisalpino dei Galli, tra il 200 e il 180 a.C., i Romani intervengono nella regione degli alleati Veneti con un opera d’intromissione e d’infiltrazione accettata e ben voluta. Gli autori romani ci investono di numerose e precise informazioni, spesso confermate dalle scoperte archeologiche (lapidi, vasi di bronzo, oggetti di artigianato, situle), sia attraverso le iscrizioni sepolcrali e votive che ne rivelano un’intrusione pacifica e ben accolta.

 

La ‘romanizzazione’ avviene principalmente grazie ad uno sviluppo della rete stradale e in seguito con l'insediamento di una densa rete di centri urbani.

 

Dopo l'espulsione di popolazioni celtiche dalla pianura friulana, nel 181 a.C. venne fondata la colonia latina di Aquileia, che con Oderzo e altre città venete orientali, divennero basi delle operazioni romane verso l’Illyria.

 

La prima rete stradale fu progettata per rafforzare questo dispositivo militare: nel 148 a.C. venne tracciata la Via Postumia (Genova-Cremona-Verona-Aquileia), collegata dalla Via Popilia (132 a.C.) a Rimini attraverso Adria.

 

Nell'89 a.C. avviene l’inserimento amministrativo della popolazione transpadana, a questa comunità da sempre alleata, viene dapprima esteso il diritto latino che impegnava la popolazione autoctona all’obbligo dell’organizzazione agrimensoria del territorio e finalmente nel 49 a.C. vine concessa la piena cittadinanza romana, atto che sancisce la conclusione del processo integrativo nel sistema romano.

 

In pochi decenni le città del Veneto, divennero municipia, cambiando aspetto  con la costruzione delle mura e il rifacimento dell'impianto urbanistico. Queste città avevano un amministrazione propria e delle campagne bonificate di loro pertinenza, divise in lotti regolari (centuriazione), ancor oggi visibili in molte zone agricole.

 

Intanto gradualmente e senza bruschi passaggi la lingua venetica cominciò ad assimilarsi a quella latina, vista anche la notevole somiglianza tra i due idiomi. Fiorirono le lettere e le arti: il padovano Tito Livio (storico) e il veronese Catullo (poeta) contribuirono egregiamente alla letteratura latina e divennero espressione della prosperità della vita culturale e civile dei Veneti.

 

I Veneti vennero infine inclusi da Augusto nella X Regio Venetia et Histria che includerà buona parte dell’attuale Lombardia Orientale, l’intero Friuli Venezia Giulia e tutta l’Istria.

 

In età augustea Padova, centro commerciale e di produzione di tessuti di lana, superava tutte le città, inglobando anche Abano e Montegrotto, già allora importanti e attrezzati luoghi termali.

 

Chiaramente come tutte le coese che hanno dei vantaggi evidenti al contrario sono anche le prime a subire i primi svantaggi: negli ultimi decenni del II secolo d.C. iniziano le prime incursioni germaniche ed anche se la crescita economica e culturale delle città venete non verrà messa in discussione per almeno un altro secolo, la floridezza a cui erano destinate inizia lentamente a scemare.

 

Aquileia, città fino ad allora seconda in Italia solo a Roma, verrà presto superata da Ravenna, nella quale verrà trasferita la residenza imperiale.

 

Le ripetute invasioni a orde ripetute di Goti, Vandali, Eruli ed in particolar modo quella più tremenda degli Unni di Attila nel 452 d.C. porteranno la fascia lagunare a crescere d’importanza per scopi principalmente difensivi.

 

In questo momento avviene la scissione tra la costa e la terraferma, momento in cui si disgiungono storicamente. Solo ora, tra tarda antichità ed alto Medioevo, si formano i nuovi centri di Eraclea (o Cittanova), San Donà, Portogruaro, Caorle; mentre tra Bisanzio e i Longobardi, alcuni anni più tardi i rioni della vicina Altino (Torcello,  Burano, Murano, Giudecca,  Rio Alto e Olivolo) si rifugeranno nelle isole prospicienti creando i primi insediamenti fissi in laguna, dando ognuno il rispettivo nome del suo rione all'isola occupata: Torcello (la più vicina alla terra ferma) Burano e Rio-Alto (Rialto) fondando quella che diverrà poi la città di Venezia.

 

Nome romano

Nome Preromano

Popolazione

Regione Preromana

Nome Moderno

Prov.

Acelum

-

Veneti

X Venetia et Istria

Asolo

BL

Ad Cerasias

Duplavilis

Veneti

X Venetia et Istria

Valdobbiadene

TV

Ad Finem

 -

Veneti

X Venetia et Istria

Grisignano di Zocco

VI

Ad IX

Annonum

Veneti

X Venetia et Istria

Annone Veneto

VE

Ad Portus

-

Veneti

X Venetia et Istria

Mestre

VE

Altinum

-

Veneti

X Venetia et Istria

Quarto d’Altino

VE

Forum Alieni

Anneianum

Cenomani

X Venetia et Istria

Montagnana

PD

Ariolica

-

Cenomani

X Venetia et Istria

Peschiera del Garda

VR

Ateste

-

Veneti

X Venetia et Istria

Este

PD

Adria

Atria

Veneti

X Venetia et Istria

Adria

RO

Aureos

-

Veneti

X Venetia et Istria

Montebello vicentino

VI

Belunum

-

Beluni

X Venetia et Istria

Belluno

BL

Cadianum Mansio

-

Veneti

X Venetia et Istria

Caldiero

VR

Ceneta

-

Veneti

X Venetia et Istria

Ceneda (Vittorio Veneto)

TV

Clodia

-

Veneti

X Venetia et Istria

Choggia

VE

Evrone

-

Veneti

X Venetia et Istria

Vallonga (Arzegrande)

PD

Feltria

-

Beluni

X Venetia et Istria

Feltre

BL

Fossis Mansio

-

Veneti

X Venetia et Istria

Corte Cavanella (Loreo)

RO

Hadriani Mansio

-

Veneti

X Venetia et Istria

San Basilio (Ariano nel Polesine)

RO

Iulia Concordia

-

Veneti

X Venetia et Istria

Concordia Saggittaria

VE

Maio Meduaco

-

Veneti

X Venetia et Istria

Sambruson (Dolo)

VE

Mino Meduaco

-

Veneti

X Venetia et Istria

Lova (Campolongo Maggiore)

VE

Opitergium

-

Veneti

X Venetia et Istria

Oderzo

TV

Patavium

-

Veneti

X Venetia et Istria

Padova

PD

Portus Septimum Liquentiae

-

Veneti

X Venetia et Istria

Eraclea Mare

TV

Portus Meduacus

-

Veneti

X Venetia et Istria

Alberoni

VE

Portus Reatinum

-

Veneti

X Venetia et Istria

Caorle

VE

Ad Sanos

-

Veneti

X Venetia et Istria

Ceggia (Santo Stino di Livenza)

VE

Tarvisium

-

Veneti

X Venetia et Istria

Treviso

TV

Vennum

-

Veneti

X Venetia et Istria

Volargne

VR

Verona

-

Cenomani

X Venetia et Istria

Verona

VR

Vicetia

-

Veneti

X Venetia et Istria

Vicenza

VC

Vico Variano

-

Veneti

X Venetia et Istria

Castelmassa

RO

Vicus Arii / Arioli

-

Veneti

X Venetia et Istria

Ficarolo

RO

VII Maria

-

Veneti

X Venetia et Istria

Loreo

RO

Atina

-

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X Venetia et Istria

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X Venetia et Istria

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