N. 78 - Giugno 2014
(CIX)
Le isole di Okinawa
Dove vive la tradizione giapponese
di Christian Vannozzi
Okinawa
è il
più
grande
raggruppamento
di
isole
dell’arcipelago
delle
Ryukyu,
situato
tra
l’isola
di
Kyushu
e
Taiwan.
Fu
fino
al
XIV
secolo
un
regno
indipendente
e la
patria
del
Karate
e
del
Kobudo,
tecniche
di
difesa
personale
che
venivano
utilizzate
all’occorrenza
dai
contadini
e
pescatori
delle
isole
dell’arcipelago
per
difendersi
dalle
incursioni
dei
samurai
e
degli
ashigaru,
i
fanti
giapponesi
medievali,
che
di
tanto
in
tanto
effettuavano
razzie
nelle
isole.
A
differenze
dei
giapponesi
le
genti
di
Okinawa
erano
infatti
pacifiche
e
adottavono
le
arti
difensive
solo
per
necessità.
L’arcipelago
e la
stessa
isola
di
Okinawa
furono
soggetti
al
protettorato
dell’impero
cinese,
al
quale
doveva
pagare
ingenti
tributi.
Ma
il
pericolo
principale
veniva
dal
Giappone
e
dai
suoi
samurai,
specialmente
quelli
provenienti
dai
domini
del
Sud,
dove
i
vari
daimyo,
spesso
in
lotta
tra
di
loro,
non
mancavano
l’occasione
di
far
valere
la
forza
delle
proprie
armi
sui
pacifici
contadini.
Nel
1879
l’intero
arcipelago
delle
Ryukyu
fu
annesso
al
Giappone,
in
un
ottica
che
portava
il
Paese
del
Sol
Levante
a
essere
la
potenza
egemone
dell’area prevalicando
l’antico
e
potente
rivale
cinese.
Secondo
i
principi
della
‘Rivoluzione Meiji’,
l’Impero
Giapponese
doveva
infatti
ricavarsi
il
suo
spazio
in
Estremo
Oriente.
Il 1
aprile
del
1945
le
armate
statunitensi
occuparono
l’arcipelago
e vi
combatterono
contro
i
soldati
nipponici
per
2
mesi
e
mezzo
prima
di
ottenere
la
resa
dell’Imperatore.
Le
truppe
di
occupazione
statunitense
rimasero
sull’isola
fino
al
1972
con
pieni
poteri,
e
dopo
quella
data
rimase
un
contingente
permanente
nell’isola
in
modo
da
poter
controllare
il
nuovo
potenziale
nemico
rappresentato
dalla
Cina
comunista.
Per
un
viaggio
turistico
Okinawa
è
splendida
nel
periodo
estivo,
precisamente
da
fine
maggio
a
fine
settembre.
Anche
se
il
clima
è
caldo
tutto
l’anno.
L’inverno
e
l’autunno
sono
molto
caotici
a
causa
della
stagione
della
semina,
dei
raccolti
e
della
pesca,
per
questa
ragione
non
si
riesce
pienamente
a
vivere
la
bellezza
dell’isola.
Okinawa
si
raggiunge
in
aereo
da
Tokyo,
anche
se,
vale
la
pena
precisarlo,
l’acquisto
dei
biglietti
in
Italia
è
molto
più
costoso
di
quello
che
viene
fatto
in
direttamente
in
Giappone,
l’unico
inconveniente
potrebbe
essere
rappresentato
dalla
lingua.
Se
non
si
conosce
il
giapponese
potrebbe
infatti
rivelarsi
assai
arduo
l’acquisto
del
biglietto
per
Okinawa.
La
città
principale
dell’isola
è
Naha.
Da
qui
si
possono
raggiungere
gli
altri
luoghi
con
l’ausilio
degli
autobus
e
dei
taxi.
A
differenza
del
resto
del
Giappone
i
mezzi
pubblici
non
funzionano
però
così
bene
come
ci
si
potrebbe
immaginare,
e
questo
è
dovuto
al
tipo
di
paesaggio,
sicuramente
più
bello
e
pieno
di
verde
e di
paradisi
naturali
ma
privo
di
superstrade.
Questo
rende
le
comunicazioni
e
gli
spostamenti
più
difficoltosi
ma
regala
al
luogo
quell’atmosfera
particolare
che
molti
di
sognano.
L’isola
di
Okinawa
è
poi
famosa
per
le
sue
splendide
spiagge,
amate
soprattutto
dai
surfisti
ma
anche
da
coloro
che
sognano
di
rilassarsi
in
un
luogo
tropicale,
ventilato
e
magari
all’ombra
di
una
bella
palma.
Naha
è
piena
di
locali
in
cui
passare
piacevoli
serate
mangiando
l’ottimo
pesce
allevato
e
pescato
nell’isola.
Ottime
sono
le
aragoste,
che
possono
essere
trovate
a
buon
mercato
e
sono
deliziosamente
cucinate
secondo
le
ricette
locali,
che
le
rendono
più
buone
di
quanto
già
non
lo
siano.
Nella
città
c’è
anche
la
possibilità
di
fare
qualche
bel
regalino
comprando
diversi
souvenir
nei
negozietti
tipici
che
si
trovano
lungo
il
porto
peschereccio,
punto
nevralgico
dell’intera
isola,
dove
si
incrociano
le
principali
attività
commerciali
del
paese.
A
differenza
del
resto
del
Giappone,
le
isole
di
Okinawa
hanno
una
popolazione
meno
frenetica,
che
vive
ancora
secondo
le
antiche
usanze
tradizionali
dell’isola,
coltivando
e
pescando.
Secondo
alcuni
studi
demografici
l’aspettativa
di
vita
a
Okinawa
e la
più
alta
del
mondo
e
questo
è
dovuto
al
tipo
di
vita
rilassante
e al
fatto
che
gli
abitanti
dell’arcipelago
mangiano
pochissima
carne
e
tanto
pesce.
Per
gli
amanti
della
storia
del
Giappone
vi è
la
possibilità
di
passare
giorni
indimenticabili
quasi
indietro
nel
tempo,
a
contatto
con
stili
di
vita
che
non
si
possono
vedere
nelle
isole
principali
dell’arcipelago
giapponese
e
che
possono
essere
intravisti
solo
a
Kyoto,
città
museo
per
eccellenza
e
nell’isola
di
Shikoku,
mantenutasi
quasi
incontaminata.