N. 77 - Maggio 2014
(CVIII)
I militari di Isabella II
Parte II - LA POLITICA del regno
di Laura Ballerini
Dal 1856 al 1863 il Regno di Isabella II di Borbone visse i
suoi
anni
più
felici.
Al
governo
c’era
la
fazione
moderata
guidata
dal
generale
O’Donnel;
tuttavia
lo
sviluppo
economico
esasperò
i
contrasti
sociali
e
gli
abitanti
delle
campagne
e
delle
nuove
città
industriali
iniziarono
a
protestare
per
migliorare
le
proprie
condizioni
di
vita.
O’Donnel venne accusato di non aver saputo tener testa ai
protestanti
e si
aprì
la
strada
lo
schieramento
del
terzo
generale,
il
conservatore
Narvaez.
Il governo che si formò fu però un governo debole e il paese
entrò
in
un
momento
di
crisi.
La
guerra
civile
americana,
infatti,
ebbe
pensanti
ripercussioni
in
Spagna.
Gli
Usa
erano
i
principali
fornitori
di
cotone,
necessario
alle
industrie
tessili
catalane,
base
del
capitalismo
spagnolo.
La crisi tessile (dovuta alla mancanza di rifornimento di
cotone
dagli
USA
impegnati
nella
guerra)
portò
alla
crisi
finanziaria
di
12
istituti
di
credito
spagnoli,
a
cui
si
unì
una
stagione
di
carestia
e
cattivi
raccolti.
I borghesi e i militari iniziarono a trovarsi d’accordo
sulla
necessità
di
deporre
Isabella
II,
e lo
misero
per
iscritto
nel
1866
con
il
Patto
di
Ostenda.
L’obbiettivo
era
quello
di
porre
fine
al
regno
borbonico
e di
eleggere
un’assemblea
costituente
a
suffragio
universale
maschile
per
decidere
il
futuro
della
Spagna.
Il governo Narvaez, però, si rivelò fortemente repressivo,
e
dovettero
aspettare
la
sua
morte
nel
1868
per
mettere
in
atto
il
Patto.
Dal 1868 al 1874 si aprì una fase che è passata alla storia
come
sessennio
rivoluzionario
e si
aprì
con
la
morte
di
Narvaez
e la
cacciata
di
Isabella
di
Borbone,
portata
avanti
dai
generali
Primo
e
Serrano.
Venne eletta un’assemblea che doveva decidere le sorti del
paese,
e in
particolare
se
fare
della
Spagna
una
repubblica,
o
una
monarchia
e se
questa
dovesse
essere
centralizzata
o
federale.
La
storia
della
Spagna,
infatti,
non
può
essere
studiata
senza
tener
conto
dell’importanza
e
della
differenza
tra
le
tante
realtà
territoriali
e la
loro
richiesta
di
autonomia.
L’assemblea diede il suo responso: la Spagna sarebbe stata
una
monarchia
costituzionale
centralizzata.
Il problema ora era trovare un re. In quegli anni si stava
combattendo
la
guerra
franco-prussiana,
e
non
si
poteva
scegliere
una
casata
dell’uno
o
dell’altro
paese,
senza
rischiare
di
creare
poi
un
impero
troppo
potente.
Bisognava
scegliere
una
casata
poco
importante,
che
non
alterasse
l’equilibrio
dello
scacchiere
europeo.
Venne scelta dunque una casata italiana, in particolare Re
Amedeo
di
Savoia
Aosta.
Questa
scelta
venne
sostenuta
dal
generale
Primo
e il
Re
venne
incoronato
nel
1871.
Lo stesso anno, però, morì proprio il generale Primo, il
più
grande
sostenitore
del
Re,
e
scoppiò
la
terza
guerra
carlista,
con
Carlo
VII
(nipote
di
Carlo
V)
pretendente
al
trono.
Amedeo perse il sostegno popolare e abdicò nel febbraio
1873.
La
situazione
era
ingovernabile
e le
cortes
proclamarono
la
repubblica.
La
nascita
della
prima
repubblica,
però,
ebbe
un
forte
effetto
disgregante,
tutte
le
diverse
autonomie,
infatti,
si
proclamarono
cantoni
autonomi.
I militari tornarono in campo con il generale Serrano che
riportò
il
controllo
allo
stato
centrale,
ma
non
ci
riuscì
da
solo,
emerse
una
nuova
importante
figura,
Canovas
del
Castillo.
Quest’ultimo
era
uno
storico
spagnolo
molto
diffidente
nei
confronti
della
volontà
popolare,
convinto
che
quest’ultima
non
fosse
idonea
a
fare
scelte
politiche.
Prese
in
mano
la
situazione
e
portò
la
Spagna
al
compromesso
proponendo
il
figlio
di
Isabella
II,
Alfonso
XII,
al
trono.
Una monarchia costituzionale con un Borbone al trono rappresentava
un
compromesso
per
tutte
le
forze
politiche
in
campo,
compresi
i
carlisti.
Si concluse così il sessennio rivoluzionario e il regno di
Isabella
II,
con
la
fine
delle
guerre
carliste,
la
nascita
di
una
monarchia
costituzionale
centralizzata
sotto
la
casata
dei
Borbone,
e
l’uscita
dei
militari
dalla
scena
politica
spagnola.
Ma questa fu solamente una parentesi, poiché i militari
riemersero
negli
anni
`20
per
porre
fine
alle
insurrezioni
del
biennio
rosso
con
la
dittatura
del
generale
Miquel
Primo
de
Rivera
e
durante
la
guerra
civile
che
portò
alla
lunghissima
dittatura
di
un
altro
generale,
Francisco
Franco.
Per
questo
motivo
il
regno
di
Isabella
II
racchiude
numerosi
elementi
fondamentali
per
i
successivi
svolgimenti
della
storia
spagnola,
compresa
la
seppur
breve
esperienza
repubblicana,
che
si
ripeterà
soltanto
una
seconda
volta
nella
vita
politica
del
paese,
ancora
oggi
monarchia
costituzionale