N. 76 - Aprile 2014
(CVII)
I militari di Isabella II
Parte I - Elementi chiave del regno
di Laura Ballerini
Il
regno
di
Isabella
II
di
Spagna
fu
molto
lungo
e
significativo,
poiché
si
caratterizzò
di
elementi
chiave
per
la
successiva
storia
del
paese,
quali
il
predominante
ruolo
dei
militari,
le
guerre
carliste,
lo
sviluppo
economico,
il
rapporto
con
la
Chiesa
e la
nascita
della
prima
repubblica
Il
suo
regno,
infatti,
iniziò
nel
1833
e si
concluse
nel
1868
con
la
proclamazione
della
prima
repubblica
di
Spagna,
e si
caratterizzò
per
una
politica
portata
avanti
dalla
classe
militare.
Il
regno
di
Isabella II
creò
divisioni
e
controversie
già
dal
suo
insediamento:
suo
padre,
infatti,
Ferdinando
VIII
Borbone,
aveva
ripristinato
la
lex
salica,
un
antica
legge
medioevale
per
cui
le
donne
erano
escluse
dal
trono.
Tre
anni
prima
della
sua
morte,
però,
ebbe
una
bambina,
chiamata,
appunto,
Isabella
II,
e
abolì
la
lex
salica
poiché
ella
rappresentava
la
sua
unica
discendenza.
Alla
morte
del
re
nel
1833,
l’infanta
aveva
tre
anni
e
diveniva
regina
di
Spagna
con
la
reggenza
di
sua
madre
Maria
Cristina.
Non
tutti,
però,
la
riconobbero
come
loro
regina,
poiché
per
alcuni
la
lex
salica
aveva
ancora
valore
e il
vero
discendente
di
Ferdinando
era,
di
conseguenza,
suo
fratello
Don
Carlos,
Carlo
V.
Scoppiò
allora
la
prima
di
tre
guerre
“carliste”,
che
non
furono
soltanto
uno
scontro
per
la
legittimità
del
trono,
ma
il
conflitto
tra
il
modello
di
stato
liberale
che
andava
diffondendosi
in
Europa,
e la
difesa
dello
stato
assolutista,
di
cui
i
carlisti
incarnavano
i
valori.
La
fazione
carlista
ebbe
un
suo
ruolo
anche
nella
guerra
civile
ed è
attiva
ancora
oggi,
sostenuta
da
chi
auspica
una
ritorno
alla
monarchia
assoluta.
Il
conflitto
era
combattuto
dai
carlisti,
appoggiati
dalla
Chiesa
e
dai
sostenitori
di
Isabella
II e
della
madre,
tra
cui
i
militari.
Il
generale
Espartero,
infatti,
riuscì
a
reprimere
la
rivolta
carlista
nel
1840,
assicurando
la
regina
Borbone
al
trono.
Fu
l’ispiratore
della
costituzione
del
1837
e
andò
a
capo
dello
schieramento
progressista.
Lo
scenario
politico
del
regno
di
Isabella
II
fu
interamente
dominato
dai
militari,
che
costituivano
l’unico
ceto
istruito,
nonché
l’unico
che,
in
un
paese
così
disarticolato,
avesse
una
rigida
gerarchia
e
organizzazione:
erano
dunque
l’unica
classe
dirigente
possibile,
che
si
divise
nello
schieramento
progressista
di
Espartero,
in
quello
moderato
di
O’Donnel,
e in
quello
conservatore
di
Narvaez.
Fino
al
1868
non
emersero
altre
figure
politiche
importanti.
Nel
1843,
a 13
anni,
Isabella
II
raggiunse
la
maturità
e
pose
fine
alla
reggenza
della
madre,
rivelandosi
una
regina
capricciosa
e
poca
attenta
ai
problemi
del
suo
paese.
Dal
1846
al
1849
scoppiò
una
seconda
guerra carlista,
nel
tentativo
di
portare
al
trono
il
figlio
di
Carlo
V,
Carlo
VI,
ma
venne
repressa.
Il
regno
di
Isabella
II
fu
importante
anche
per
i
rapporti
che
si
stabilirono
con
la
Chiesa.
Con
la
Costituzione
del
1837
la
religione
cattolica
veniva
riconosciuta
come
religione
di
stato,
consentendo
però
il
libero
culto.
Nel
1845,
invece,
si
parlò
soltanto
di
libero
culto
e
vennero
fatte
passare
delle
leggi
di
espropriazione
dei
beni
ecclesiastici
che
venivano
poi
rivenduti
alle
aste,
incrementando
il
patrimonio
borghese.
Solo
nel
1851,
con
Pio
IX,
si
raggiunse
un
concordato
che
portò
la
Chiesa
cattolica
a
non
supportare
più
la
fazione
carlista.
Il
biennio
del
1854-56
è
noto
come
biennio
progressista
e fu
totalmente
dominato
dalla
figura
di
Espartero.
Tuttavia,
gli
anni
di
maggiore
stabilità
del
regno
di
Isabella
furono
quelli
che
andarono
dal
1856
al
1863,
in
cui
il
punto
di
riferimento
fu
la
fazione
moderata
del
generale
O’Donnel.
In
questi
anni
si
registrò
una
crescita
demografica
del
33%,
da
12 a
16
milioni
di
abitanti;
la
costruzione
di
nuove
infrastrutture
per
ammodernare
il
paese,
finanziate
spesso
con
capitale
straniero
(in
particolare
inglese);
l’utilizzo
di
misure
economiche
di
stampo
protezionista
per
fortificare
le
produzioni
interne
e
proteggerle
da
quelle
internazionali,
alzando
le
barriere
doganali.
La
Spagna
cercò
di
recuperare
il
suo
storico
ritardo
nell’industrializzazione,
avvicinandosi
al
resto
dell’Europa:
la
regione
delle
Asturie
si
specializzò
nel
settore
estrattivo,
la
Galizia
in
quello
navale,
la
Catalogna
in
quello
pesante
e
manifatturiero.
Nacque
per
la
prima
volta
un
sistema
bancario
a
sostegno
dello
sviluppo
industriale.Ma,
come
scriveva,
Alexis
Tocqueville,
lo
sviluppo
economico
esaspera
i
contrasti
e
sociali,
e
così
nelle
campagne
e
nelle
città,
i
ceti
più
bassi
protestavano
per
le
loro
cattive
condizioni
di
vita
e
per
la
poca
distribuzione
della
ricchezza,
mettendo
a
rischio
i
traguardi
raggiunti.