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N. 6 - Giugno 2008 (XXXVII)

LE INVASIONI BARBARICHE
IDEOLOGIE E CRISI

di Giovanna D’Arbitrio

 

Il film “Le Invasioni Barbariche” del regista Denys Arcand, che vinse un oscar nel 2003, ci fece molto riflettere su ciò che accade nella nostra epoca.

 

La storia, imperniata sulla figura di un uomo che sta morendo per un cancro, analizza il rapporto tra lui e suo figlio, un manager ben inserito e sicuro di sé. Solo quest’ultimo, definito dallo stesso padre “principe di tutti gli incantesimi”, con la bacchetta magica del suo danaro, riesce a procurare all’ammalato tutte le cure possibili ed immaginabili, con mezzi legali ed illegali, fino alla “dolce morte”.

 

I discorsi dei vecchi amici, giunti per confortare il moribondo, mettono in risalto il drammatico divario tra le generazioni , dovuto al crollo delle ideologie del passato.


In effetti siamo costretti a constatare che l’attuale crisi delle due ideologie dominanti, comunismo e capitalismo, ha generato in tutte le attività umane una caduta impressionante dei più alti valori e principi etici.


Se è svanito da un lato il sogno marxista di una società più equa , capace di offrire dignità alle classi più umili, dall’altro si è dileguata anche quella fede in un capitalismo “illuminato” alla Stuart Mill che aveva caratterizzato gli albori dell’industrializzazione.

 

La teoria utilitaristica del “the greatest good of the greatest number”, cioè la possibilità di offrire “Il Bene più grande al maggior numero di persone” sulla Terra, è anch’essa crollata sotto i colpi delle orde barbariche che travolgono e distruggono tutto, guidate dal DIO DANARO.


E così, tornando in pratica alla nostra realtà quotidiana, ci vengono in mente i “ bla, bla,bla”televisivi dei talk shows, la volgarità dei reality shows, Il Grande Fratello che ci fa abituare tutti all’idea che in fondo è piacevole essere spiati (e poi parliamo di rispetto della privacy).

 

I litigi dei VIP e il linguaggio scurrile dei nostri politici in parlamento, le storie lacrimevoli di gente che viene a raccontare i fatti propri in Tv, i telegiornali che parlano molto di efferati delitti e poco dei gravi problemi che ci attanagliano, i consigli alle massaie e le valanghe di ricette culinarie, il tutto condito dalla voce tonante, ossessiva e martellante degli spots pubblicitari...

L’AUDIENCE regna sovrana.


Conseguenze: ottundimento delle menti e appiattimento della cultura, effetti deleteri sui giovani che non possono far altro che imitare ciò che vedono.


Il discorso si potrebbe estendere a numerosi e svariati campi, poiché I BARBARI non risparmiano niente e nessuno.

E il fenomeno, purtroppo, non è soltanto italiano, ma mondiale.

 

Un’umanità robotizzata si sta forse preparando a nuovi Hitler? Oppure siamo drammaticamente alla fine di un periodo storico, per cui quando una civiltà decade “la quantità prevale sulla qualità” (come si legge nel libro di René Guénon “Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi”)?

 

Ed ecco scorrere nella nostra memoria le terrificanti immagini delle Torri Gemelle che si sgretolano, degli orrori delle guerre, delle disumane torture inflitte ai prigionieri, delle grandi migrazioni di popoli oppressi da violenza e miseria, di un’infanzia ovunque offesa e martoriata e, ancora, di impressionanti spettacoli offerti da una Natura dilaniata che si ribella causando immani disastri.


Intendiamoci, nessuno pensa che il progresso scientifico e tecnologico, e lo stesso danaro, siano dei mali in sé, poiché, se gestiti correttamente, possono risolvere enormi problemi.

 

Dunque,siano essi i benvenuti, purché si mettano al “servizio” dell’uomo e non lo rendano loro schiavo.


Non ci resta che sperare, quindi, nei vichiani corsi e ricorsi storici, augurandoci il ritorno di un nuovo Rinascimento.

 

 

 

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