N. 70 - Ottobre 2013
(CI)
INSIEME ALLA MOSTRA DI VENEZIA
Per abbattere il muro dEL silenzio ATTORNO al tumore
di Leila Tavi
Il
cortometraggio
Insieme,
diretto
dalla
regista
Annamaria
Liguori
e
interpretato
da
Euridice
Axen,
Giorgia
Wurth,
Monica
Scattini
e
Nicolas
Vaporidis,
è
stato
presentato
come
evento
speciale
della
70a
Mostra
del
cinema
di
Venezia.
Se
mi
avessero
chiesto
qualche
anno
fa
di
scrivere
una
recensione
del
genere
avrei
probabilmente
rifiutato,
troppo
scottata
dal
dolore
di
aver
perso
un
padre
e
una
carissima
amica
portati
via
dal
cancro,
ma
l’esperienza
che
la
mia
famiglia
ha
vissuto
con
la
malattia
di
mia
madre
ci
ha
dato
una
speranza,
proprio
come
quella
che
lascia
allo
spettatore
Insieme.
Il
corto
insegna
che
non
bisogna
chiudersi
nel
proprio
dolore
e
vivere
la
battaglia
contro
il
tumore
dolorosamente
in
silenzio,
tra
le
mura
domestiche.
La
storia
che
racconta
è
tratta
da
un’esperienza
di
vita
vera
di
due
sorelle
e ci
dimostra
come
insieme
consapevolmente
sia
possibile
vincere
non
soltanto
la
malattia,
ma
la
paura
ingiustificata,
l’imbarazzo
e la
reticenza
a
raccontare
che
non
sono
solo
del
malato,
ma
anche
di
chi
gli
è
accanto.
Non
bisogna
avere
paura
o
avere
pudore
a
parlare
della
malattia,
soprattutto
con
i
medici.
La
terribile
esperienza
che
ha
vissuto
mia
madre
in
prima
persona,
ma
che
mia
sorella,
mia
figlia,
le
mie
due
zie
e io
abbiamo
condiviso,
ci
ha
rese
tutte
più
forti
e
anche
più
fiduciose
nei
confronti
delle
strutture
ospedaliere
e
dei
medici.
Come
nelle
intenzioni
della
regista,
la
storia
delle
due
giovani
sorelle
Angela
e
Laura,
alla
quale
è
diagnosticato
il
cancro,
arriva
al
cuore.
Raccontata
con
un
linguaggio
semplice
e
senza
retorica,
centra
l’obiettivo
di
portare
un
messaggio
di
speranza
per
i
tanti
malati
di
tumore
e
per
i
loro
familiari.
Laura,
la
protagonista
del
corto,
riesce
a
superare
i
dolorosi
momenti
legati
alla
terapia
grazie
al
calore
e
all’entusiasmo
di
Angela,
che
arriva
addirittura
a
tagliarsi
i
capelli
e a
indossare
una
parrucca
per
solidarietà
con
la
sorella,
la
spinge
a
uscire,
a
incontrare
gente
nuova,
a
frequentare
Luca,
il
musicista
che
si è
innamorato
di
Laura
e
che
quest’ultima
evita
per
paura
d’iniziare
una
storia
d’amore
parallela
alla
sua
dolorosa
e
“imbarazzante”
cura.
Poi
c’è
il
mare,
con
quell’aria,
quella
risacca,
il
monotono
dolce
infrangersi
delle
onde
sulla
battigia,
quelle
passeggiate
che
tanto
fanno
bene,
in
cui
Laura
racconta
i
suoi
progetti
a
Luca,
in
cui
mia
madre
mi
racconta
i
suoi.
La
mia
sarà
sempre
una
gratitudine
senza
fine
per
il
prof.
Giovanni
Battista
Grassi,
direttore
del
Dipartimento
di
chirurgia
generale
e
oncologia
dell’Ospedale
San
Filippo
Neri,
che
dopo
una
difficilissima
e
lunga
operazione,
mi
ha
restituito
una
madre
e la
speranza
che
dal
tumore
si
può
guarire.