N. 59 - Novembre 2012
(XC)
Gli alberi e la loro influenza sui miti
Jacques Brosse e la mitologia degli alberi – Parte II
di Christian Vannozzi
Jacque
Brosse
continua
la
sua
indagine
che
riguarda
gli
alberi
e i
miti
con
il
frassino
di
Posidone.
La
mitologia
greca
aveva
legato
in
maniera
indissolubile
il
frassino
al
dio
del
mare
Posidone,
mentre
la
quercia
era
legata
al
padre
degli
dei
Zeus.
Il
dio
si
era
diviso
i
regni
della
terra
con
Zeus
e
Ade.
A
lui
toccarono
i
mari,
mentre
i
fratelli
regnavano
rispettivamente
sui
cieli
e
sugli
inferi.
Posidone
rimase
così
legato
a
ciò
che
non
era
stato
spartito,
e
cioè
la
terra
emersa,
che
subiva
di
continuo
le
ire
del
dio
dei
mari,
in
quanto
questi
rimaneva
anche
il
signore
dei
terremoti
e
delle
tempeste
che
danneggiavano
anche
coloro
che
non
erano
in
mare.
Originariamente,
prima
della
rivolta
contro
il
padre
Crono,
Poseidone
era
una
divinità
terrestre,
e
l'animale
a
lui
dedicato
era
il
cavallo.
Come
creatura
mitologica
legata
alla
notte
e al
mistero,
almeno
secondo
la
mitologia
greca,
il
cavallo,
animale
mistico,
nasce
dalle
viscere
della
terra.
Il
narratore
greco
Esiodo
collega
il
frassino
alla
guerra
tra
gli
dei
e i
titani
per
controllare
il
mondo.
Questa
guerra,
terminata
con
la
vittoria
degli
dei
dell'Olimpo
grazie
alle
armi
in
frassino,
naturalmente
le
aste
delle
lance
e le
frecce
erano
in
frassino
mentre
le
punte
erano
di
bronzo.
Anche
gli
achei
espugnarono
Ilio
con
armi
di
frassino,
a
testimonianza
di
come
questo
albero
fosse
importante
e
carico
di
poteri
magici.
Prima
dell'avvento
del
dio
Apollo,
come
divinità
che
profetizzava
a
Delfi,
era
Posidone
a
profetizzare,
o lo
faceva
grazie
ai
fulmini
che
venivano
attirati
dai
frassini
presenti
a
Delfi.
Per
questa
ragione
l'albero
viene
collegato
al
dio
dei
mari.
Questo
legame
rimarrà
fino
al
medioevo,
poichè
si
credeva
che
il
frassino
preservasse
dall'annegamento.
In
pratica
il
mondo
legato
alla
superstizione
si
aggrappava
ad
ogni
cosa
che
potesse
avere
un
qualche
potere
metafisico
per
non
cadere
nella
morte.
Come
i
vichinghi
anche
i
greci
quindi
abbinavano
un
albero
a
delle
divinità.
Era
facile
per
gli
uomini
legare
indissolubilmente
esseri
della
creazione,
come
appunto
gli
alberi,
centenari,
altissimi
e
robustissimi
alle
divinità.
In
pratica
la
natura
che
ha
il
suo
massimo
esponente
nell'albero
segna
una
presenza
metafisica
e
non
fisica,
in
quanto
è
spesso
la
manifestazione
di
un
volere
celeste.
Posidone
rimaneva
poi
il
dio
dei
mari,
ma
anche
dei
maremoti,
dei
terremoti
e
delle
tempeste.
La
sua
potenza
intaccava
profondamente
la
terra
emersa,
la
cancellava
in
alcuni
casi,
come
testimonia
la
scomparsa
di
Atlantide.
Le
coste
della
Grecia
sono
state
interamente
disegnate
dal
dio
dei
mari,
che
le
ha
erose
e
modellate,
fino
a
farle
arrivare
alla
dimensione
attuale.
Il
frassino
accompagnerà
gli
uomini
anche
in
altre
civiltà,
talvolta
parallele
a
quella
greca,
come
gli
egiziani
e i
babilonesi,
che
in
Medio
Oriente
hanno
il
loro
albero
sacro,
o
per
meglio
dire
l'albero
cosmico
che
regge
il
mondo.
Ogni
albero
può
rappresentare
un
mondo,
e
gli
uomini
l'hanno
sempre
saputo
e si
sono
sempre
interrogati
su
l'origine
divina
di
alcuni
di
essi.
In
Egitto
per
esempio,
dove
gli
alberi
erano
rari,
era
normale
interrogarsi
sulla
loro
origine
divina.
Inoltre
nell'ambiente
desertico
un
albero
era
una
manifestazione
di
vita,
li
risiedevano
più
colori,
il
marrone,
il
verde,
in
diverse
tonalità.
Inoltre
vi
erano
animali,
che
vi
dimoravano
e ci
si
cibavano,
in
una
perfetta
simbiosi
naturale.
Nel
prossimo
viaggio
Jacuqes
Brosse
esaminerà
il
sicomoro
sacro
ai
faraoni.