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N. 74 - Febbraio 2014 (CV)

L’INDONESIA E LA SUA CULTURA
UN ARCIPELAGO DA SOGNO NEL SUD-EST ASIATICO

di Christian Vannozzi

 

L'Indonesia è lo Stato-Arcipelago più grande del mondo. Ubicato nel Sud-Est asiatico è composto da circa 17.508 isole e ha una popolazione di 238.000.000 di persone che rende la nazione la quarta al mondo per numero di abitanti. 

 

La sua lingua ufficiale è l’indonesiano, insegnata nelle scuole statali e conosciuta dall'intera popolazione dell'Arcipelago. La stessa lingua viene utilizzata dalla TV, dai giornali e dalle istituzioni. Fu dichiarata lingua ufficiale solo nel 1945, quando il Paese raggiunse l'indipendenza affrancandosi dal dominio coloniale olandese. Al fianco della lingua ufficiale è molto parlato anche il giavanese, che è la lingua natia del principale gruppo etnico indonesiano.

 

La religione con il maggior numero di adepti è quella musulmana, che è professata dall'86,1% della popolazione. Seguono i protestanti, i cattolici, gli indù, i buddhisti e i testimoni di Geova. La Costituzione riconosce ufficialmente solo 6 religioni, l'islam, il cattolicesimo, il protestantesimo, l'induismo, il buddhismo e il confucianesimo ma anche le altre religioni sono libere davanti allo stato.

 

I primi regni costituiti nell'Arcipelago furono quelli dell'isola di Sumatra e di Giava, che sorsero sotto l'influenza buddhista e induista. Con l'arrivo dei mercanti provenienti dall'India, che professavano la religione musulmana, pian piano l'islam divenne la fede di milioni e milioni di abitanti delle isole. 

 

Nel 1602 arrivarono i mercanti olandesi che, sfruttando la debolezza militare e politica di tanti piccoli regni spesso in conflitto tra loro, conquistarono senza troppi problemi l'intero Arcipelago che fu governato ufficialmente dalla Compagnia olandese delle Indie Orientali. Essa rese questi territori i più ricchi del mondo grazie al monopolio del commercio delle spezie. 

 

L'Indonesia è un paese formato da una miriade di gruppi etnici, ve ne sono infatti ben 300, ciascuno dei quali con la propria peculiarità culturale sviluppate nel corso di secoli e di contatti politici e commerciali con gli arabi, gli indiani, i cinesi, i malesi e gli europei. Tratti caratteristici della mitologia legata alla religione induista possono infatti essere rintracciati nelle antiche danze giavanesi e balinesi e lo stesso si può notare nel campo tessile, dove gli indumenti caratteristici ricordano i vestiti indiani e malesi. 

 

In campo architettonico si può invece notare una grande influenza dello stile di costruzione indiano. Meno rilevanti sono stati gli stili cinesi ed europei che non sono caratteristici come quelli indiani. 

 

Per quanto riguarda gli sport, i più popolari sono il badminton e il calcio, mentre lo sport tradizionale è il sepak takraw, una specie di pallavolo che si gioca però solo con le gambe.

Lo sport da combattimento caratteristico è invece il Pençak Silat, arte marziale che prevede il combattimento a corto raggio e dove si utilizzano molto ginocchia e gomiti. Spesso in questa disciplina vengono utilizzati anche dei coltelli e i combattimenti sono oggetto di scommesse da parte degli uomini più facoltosi e di coloro che cercano guadagni facili.

L'alimentazione risente molto dell'influenza cinese e indiana e vede nel riso il suo cibo base condito sia con carne che con verdure. Chili e latte di cocco sono tra le vivande più utilizzate.

 

Storicamente le vicende relativa all'Arcipelago sono strettamente legate alla dominazione olandese che governò l'intero territorio fino alla seconda guerra mondiale.

 

Il movimento di indipendenza indonesiano si sviluppò tra le due guerre mondiali e fu guidato principalmente da giovani imprenditori e dagli studenti. Tutti i leader vennero però arrestati facilmente dalle autorità olandesi.

 

Il riscatto avvenne durante la seconda guerra mondiale quando, a causa della guerra in Europa che vide l'Olanda arrendersi alle truppe naziste, il Giappone invase l'Indonesia e organizzò un governo locale con a capo il leader indipendentista Sukarno, Mohammad Hatta e Kyai. 

 

Nel marzo del 1945 sotto l'egida del Giappone si organizzò un comitato indonesiano e il 17 agosto Sukarno proclamò l'indipendenza, che però vide il riconoscimento della corona olandese solo nel 1949 (precisamente il 17 dicembre), quando la regina Giuliana riconobbe l'Indonesia come stato indipendente. Il primo presidente fu lo stesso Sukarno e Mohammad Hatta il suo vice.

 

L’avvio del nuovo stato non fu tra i più idilliaci in quanto scoppiò ben presto una guerra con la Malesia. Inoltre, una grave crisi economica fece in modo che la Nuova Guinea l’annettesse nel 1962 con il nome di Irian Jaya.

 

Nel 1965 gli Stati Uniti favorirono l'ascesa al potere del generale Suharto, accanito oppositore dell'ex leader Sukarno che iniziò subito a esautorare sia nelle forze armate che nel parlamento tutti coloro che erano ancora legati all'ex leader, come gli aderenti al Partito Comunista Indonesiano. Sciolse inoltre tutti i sindacati, limitò drasticamente la libertà di stampa e sterminò senza pietà circa 500.000 uomini tra contadini e comunisti.

 

Da un punto di vista economico il Paese, grazie anche agli investimenti statunitensi ed europei, si arricchì notevolmente ma a scapito delle libertà civili continuamente violate. 

 

Nel 1998, raggiunto ormai un grado di corruzione elevatissimo e a seguito di una crisi economica devastante, il generale si dimise e si aprirono nuove elezioni democratiche.



 

 

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