INDEBOLENDO GAZA
(nota: intervista a Noam Chomsky di
Sameer Dossani, contributore di Foreign
Policy In Focus e direttore di 50 Years
is Enough e di
shirinandsameer.blogspot.com tratta dal
sito http://it.peacereporter.net;
traduzione di Daniele Mennella)
DOSSANI: il governo Israeliano e molti
ufficiali Israeliani e Statunitensi
sostengono che l'attuale offensiva
contro Gaza serve per porre fine ai
continui attacchi contro Israele
lanciati da Gaza mediante razzi Qassam.
Ma molti osservatori affermano che se le
cose stessero realmente così Israele
avrebbe fatto di tutto per rinnovare il
"cessate il fuoco", scaduto a Dicembre,
che aveva quasi del tutto fermato il
lancio di razzi. Nella sua opinione
quali sono i veri motivi dietro
l'attuale azione israeliana?
CHOMSKY:
C'è un tema che si riconduce alle
origini del Sionismo. Ed è un argomento
molto razionale: "Ritardiamo il più
possibile negoziati e diplomazia, e nel
frattempo costruiamo i fatti sul
territorio". In questo modo Israele
vuole creare le basi per qualunque
eventuale trattato verrà ratificato, e
più saranno i fatti concreti migliore
sarà l'accordo per i loro scopi. E
questi scopi sono essenzialmente di
prendere il controllo di tutto ciò che
ha un valore nell'ex Palestina ed
indebolire quel che rimane della
popolazione indigena. Io credo che una
delle ragioni per il supporto popolare
che questa azione gode negli Stati Uniti
sia che è in risonanza con la storia
americana. Come sono stati gli Stati
Uniti di America? I temi sono simili. Ci
sono molti esempi di questo tema in
tutta la storia di Israele, e la
situazione attuale è solo un altro
esempio. Hanno un programma molto
chiaro. Falchi come Ariel Sharon hanno
capito che è da pazzi proteggere con una
grossa parte dell'esercito 8000 coloni
in un terzo del territorio con la
maggior parte delle scarse risorse di
Gaza a disposizione mentre il resto
della società attorno a loro va in
malora. Quindi è meglio portarli via e
mandarli nel West Bank. Quello è
veramente il posto che interessa loro e
che vogliono.
Quello che è stato chiamato un
"disimpegno" nel Settembre 2005 è stato
di fatto un trasferimento. Sono stati
assolutamente chiari su questo. Infatti
hanno aumentato i programmi di
insediamento edilizio nel West Bank e
contemporaneamente hanno ritirato alcune
migliaia di persone da Gaza. Quindi Gaza
avrebbe dovuto diventare una gabbia,
praticamente una prigione, con la
possibilità per Israele di attaccare a
piacimento, mentre nel West Bank
avrebbero potuto prendere ciò che
volevano. Non c'era niente di segreto in
questo. Ehud Olmert è stato negli Stati
Uniti nel maggio 2006, un paio di mesi
dopo il ritiro. In una sessione
congiunta del Congresso Americano, fra
calorosi applausi, annunciò
semplicemente che i diritti storici
degli Ebrei sull'intero territorio di
Israele è fuori questione. Annunciò
quello che ha chiamato il suo programma
di convergenza, che è semplicemente una
versione del programma tradizionale, che
si rifà al piano Apollo del 1967.
Secondo questo piano Israele si sarebbe
annessa territori e risorse di valore
vicino alla linea verde (il confine del
1967). Quella terra si trova ora al di
là del muro costruito da Israele nel
West Bank, un muro di annessione. Questo
vuol dire terra coltivabile, le
principali risorse idriche, le piacevoli
periferie attorno a Gerusalemme e Tel
Aviv, le colline e così via. Si sarebbe
presa la valle del Giordano, dove ha di
fatto costruito insediamenti fino dalla
fine degli anni '60. Poi avrebbero
costruito un paio di super autostrade
attraverso l'intero territorio - ce n'è
una ad est di Gerusalemme verso la città
di Ma'aleh Adumim che fu costruita per
la maggior parte negli anni '90, durante
gli anni di Oslo, essenzialmente per
tagliare in due il West Bank, ed altre
due a nord (includendo Ariel, Kedumim ed
altre città) che tagliano in due ciò che
rimane. Avrebbero costituito posti di
blocco ed altri sistemi di vessazione
nelle altre aree in modo da isolare la
popolazione rimanente senza mezzi per
vivere una vita decente, e se se ne
vogliono andare, bene! Altrimenti
potrebbero servire da attrazione
turistica - magari la silhouette di un
pastore che conduce una capra su una
collina - mentre nel frattempo gli
israeliani, inclusi i coloni, avrebbero
guidato sulle super autostrade per "soli
Ebrei". I Palestinesi possono benissimo
arrangiarsi con piccole stradine qua e
là dove puoi cascare dentro una buca
quando piove. Questo è l'obiettivo. Ed è
esplicito. Non si può accusarli di
inganno perché è esplicito. Ed è un
obiettivo che da queste parti è
acclamato.
DOSSANI:
Riguardo al supporto degli Stati Uniti,
la settimana scorsa il consiglio di
sicurezza dell'ONU ha approvato una
risoluzione per richiedere un cessate il
fuoco. E' indice di un cambiamento, in
modo particolare alla luce del fatto che
gli Stati Uniti si sono astenuti e non
hanno esercitato il diritto di veto,
permettendo così alla risoluzione di
essere approvata?
CHOMSKY:
Appena dopo la guerra del 1967 il
Consiglio di Sicurezza approvò delle
risoluzioni molto forti, che
condannavano le azioni di Israele per
espandersi e prendere il controllo di
Gerusalemme. Israele semplicemente le
ignorò. Perché gli Stati Uniti
accarezzano la loro testa e dicono
"andate avanti per la vostra strada e
violate le risoluzioni dell'ONU". C'è
un'intera serie di risoluzioni da allora
fino ad oggi che condannano gli
insediamenti che, come Israele e tutti
sanno, violano le convenzioni di
Ginevra. Gli Stati Uniti o pongono il
veto alle risoluzioni o qualche volta le
votano pure, ma ammiccando dicono
"andate comunque avanti, e noi pagheremo
e vi daremo il supporto militare
necessario". E' il solito schema.
Durante gli anni di Oslo, per esempio,
la costruzione di insediamenti aumentò
costantemente, violando gli obiettivi
stessi degli accordi di Oslo. Ed infatti
l'anno di massima espansione degli
insediamenti fu l'ultimo anno di
Clinton, il 2000. E continuò anche dopo.
Apertamente ed esplicitamente. Per
tornare alla questione della
motivazione, Israele ha abbastanza
controllo militare sul West Bank per
poter terrorizzare la popolazione e
ridurla alla passività. Ora il controllo
è accresciuto grazie alle forze
collaborazioniste addestrate dagli
U.S.A. Dalla Giordania e dall'Egitto per
sottomettere la popolazione. Infatti se
si leggono i giornali delle ultime due
settimane, se c'è una dimostrazione nel
West Bank a supporto di Gaza, viene
annientata dalle forze di sicurezza di
Fatah, che ora funziona più o meno come
la forza di polizia israeliana nel West
Bank. Ma il West Bank è solo una parte
dei territori palestinesi occupati.
L'altra parte è Gaza, e nessuno dubita
che formino un'unità. Ed inoltre a Gaza
c'è resistenza, quei razzi. Quindi sì,
vogliono eliminarli, così non ci sarà
più resistenza del tutto e loro potranno
continuare a fare quello che vogliono
senza interferenze, mentre nel frattempo
ritardano la diplomazia quanto più
possibile per "costruire i fatti" a modo
loro. Ancora una volta questo schema è
da ricondursi alle origini del Sionismo.
Naturalmente varia a seconda delle
circostanze, ma fondamentalmente la
politica è la stessa e perfettamente
comprensibile. Se vuoi assumere il
controllo di una nazione dove la
popolazione non ti vuole, in che altro
modo puoi farlo? In che modo è stata
conquistata questa nazione?
DOSSANI: Quello che lei descrive è una
tragedia.
CHOMSKY:
E' una tragedia che si consuma proprio
qui. La stampa non ne parla ed anche il
mondo culturale non ne parla, per la
maggior parte, ma il fatto è che c'è un
accordo politico in agenda da 30 anni.
Un accordo bilaterale sui confini
internazionali con possibili mutui
cambiamenti di questi confini. L'accordo
è lì ufficialmente dal 1976 con una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza
proposta dai maggiori stati arabi e
appoggiata dall'OLP (Organizzazione per
la Liberazione della Palestina) che la
pone essenzialmente in questi termini.
Gli Stati Uniti posero il veto mettendo
la risoluzione fuori dalla storia, e da
allora si è andati avanti così, senza
cambiamenti. A parte una modifica
sostanziale. Durante l'ultimo mese della
presidenza Clinton, nel gennaio 2001, ci
furono dei negoziati, autorizzati dagli
Stati Uniti ma ai quali non
parteciparono, fra Israele e i
Palestinesi, negoziati durante i quali
arrivarono molto vicino ad un accordo.
DOSSANI: I negoziati di Taba?
CHOMSKY: Sì, i negoziati di Taba. Le due
parti arrivarono molto vicine ad un
accordo. Furono interrotti da Israele.
Ma quella fu l'unica settimana in oltre
30 anni in cui gli Stati Uniti ed
Israele abbandonarono la loro posizione
di rifiuto. E' un vero tributo ai media
e ad altri commentatori che tutto questo
sia sotto silenzio. Gli Stati Uniti e
Israele sono isolati. Il consenso
internazionale include praticamente
tutti. Include la Lega Araba, che ha
superato le sue posizioni e ha richiesto
la normalizzazione delle relazioni,
include Hamas. Ogni volta che si legge
di Hamas nei giornali c'è scritto:
"Hamas, supportato dall'Iran, vuole
distruggere Israele". Prova a trovare
una frase che dica "il partito di Hamas,
democraticamente eletto, che chiede un
accordo bilaterale". Bé, certo, è un
buon sistema di propaganda. Anche nella
stampa americana hanno occasionalmente
permesso lettere di dirigenti di Hamas,
Ismail Haniya ed altri, che hanno
dichiarato "sì, vogliamo un accordo
bilaterale sui confini internazionali,
come chiunque altro".
DOSSANI: Quando Hamas ha adottato questa
posizione?
CHOMSKY:
Questa è la loro posizione ufficiale
presa da Haniya, il leader eletto, e
Khalid Mesh'al, il loro leader politico
in esilio in Siria, ha scritto la stessa
cosa. E' sempre così. Non c'è dubbio che
l'occidente non voglia sentire queste
cose. E quindi Hamas ha l'obiettivo di
distruggere Israele. E in un certo senso
è vero. Ma andando in una riserva di
Indiani Americani sono sicuri che molti
vorrebbero vedere la distruzione degli
Stati Uniti. Se in Messico si facesse un
sondaggio sono certo che molti non
riconoscerebbero il diritto degli Stati
Uniti di esistere su metà del Messico,
terra conquistata in guerra. Ed è così
in tutto il mondo. Ma loro hanno la
volontà di accettare un accordo
politico. Mentre Israele e gli Stati
Uniti no. E sono gli unici, ma siccome
sono gli Stati Uniti che di fatto hanno
il controllo della politica nel mondo,
non si fa. Qui si presenta sempre la
cosa come se gli Stati Uniti avessero il
dovere di coinvolgersi di più; che sono
mediatori onesti; che il problema di
Bush è stato di aver ignorato il
problema. Non è questo il problema,
bensì l'opposto. Gli Stati Uniti sono
stati molto coinvolti, coinvolti nel
bloccare un accordo politico e fornire
il supporto materiale, ideologico e
diplomatico per i programmi di
espansione, che sono nient'altro che
programmi criminali. Le corti mondiali,
incluse quelle americane, hanno sancito
che ogni trasferimento di popolazione
nei territori occupati è una violazione
di una legge internazionale
fondamentale: la convenzione di Ginevra.
E pure Israele è d'accordo. Infatti
anche le loro corti sono d'accordo, ma
in qualche modo riescono ad aggirarla.
Non c'è dubbio su questo. In qualche
modo è accettato negli Stati Uniti che
Israele sia uno stato fuorilegge. La
legge non si applica a noi. Ecco perché
non se ne parla mai.
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