N. 31 - Dicembre 2007
L’impero Axumita.
Dall’archeologia
alla storia
dell’antico
regno etiope
Splendore e decadenza
- Parte III
di
Antonio Montesanti
Dopo il 150 d.C., nella fase del periodo
Antico Axumita del Michels, si notano dei
cambiamenti nel modello insediamentale.
Michels suggerisce tre livelli
organizzativi. Compaiono dei piccoli domini
organizzati su piccola scala, contrassegnati
nel paesaggio da comunità di villaggio con
le strutture abitative comuni che
rappresentano le dimore principali spesso
capitali, inoltre, di microregni su scala
distrettuale di 150-200 kmq. ca.,
caratterizzati da comunità concentrate con
residenze molto grandi: è lo stesso periodo
in cui ad Axum viene eretta la grande stele
vicino alla città. Il terzo livello è il
regno di Axum e qui le conclusioni del
Michels sono sufficientemente interessanti
tanto da riprendere l’intero passo
dell’articolo:
"…molto probabilmente, il
regno era una confederazione, guidata da un
re del distretto che comandava basandosi su
un tipo d’alleanza stretta con altri piccoli
re dell'interno axumita. Il governante del
Regno diveniva così Re dei Re - un
titolo che si trovava spesso nelle
iscrizioni di questo periodo. Non è ancora
emersa la prova di un singolo lignaggio
reale ed è abbastanza possibile che alla
morte del Re dei Re, ne venisse scelto uno
nuovo fra da tutti i re della
confederazione, piuttosto che seguire il
principio della primogenitura.
Implicitamente, quindi, c’è motivo di
dubitare che Axum sia stata invariabilmente
la posizione della famiglia reale,
particolarmente durante la parte precedente
di questa fase. La scoperta di quattro
residenze su grande scala nei pressi di Axum
ha portato a datare questa fase, che
suggerisce probabilmente la conclusione del
periodo e che Axum stesse cominciando ad
intraprendere la funzione di capitale. Ma,
generalmente, si deve concludere che durante
l’Antico Axumita, il grande centro
cerimoniale o simbolico del regno, ha dato
il nome al regno pur non era emergendo
ancora come capitale secolare permanente”.
Questa visione molto differente delle
origini di Axum interessa il periodo
considerato fra il 150 e il 450 d.C., quando
è relativamente poco il materiale storico
disponibile. A prima vista l'idea che i re
furono scelti fra i governanti di un
confederazione etiopica potrebbe sembrare
una soluzione attraente per spiegare il
“Titolo di Bisi o il etnico dei re, che
significa ‘l'uomo del…`“ in lingua Ge`ez e
differente per ogni monarca successivo. Il
titolo, tuttavia, persiste anche dopo
l'istituzione di una dinastia di Axum basata
sull’ereditarietà.
Malgrado la penuria di informazioni, la
posizione di Axum come capitale secolare
dall'inizio di questo periodo sembra essere
stabilita abbastanza bene dalle fonti
esterne. Sia il Periplo che Tolemeo
accennano alla città come capitale reale,
una metropoli con un palazzo reale. Ma
perché Axum avrebbe acquisito un’importanza
così pregnante tra i numerosi regni etiopici
tanto da trasformarsi in un centro
cerimoniale e simbolico e i re delle
differenti regioni che aspirarono ad
assumere la denominazione di “re dei re di
Axum? La risposta sembra piuttosto che i
governanti locali axumiti assumevano
gradualmente il titolo di “re dei re”.
Intorno al 200 d.C. (circa cinquanta anni
dopo la data il Michels propone per l'inizio
di questa fase), il re GDR/GDRT fu
coinvolto negli affari Sudarabici ed il suo
nome e quello altri di tre re, `DBH,
DTWNS e ZQRNS sono associati con
il titolo di “nagashi di Axum”, o “nagashi
di Habashat e di Axum”, e con le
guerre in Arabia del Sud durante questo
secolo. Nel tardo III sec. d.C., con
l'inizio dell'inizio della coniazione
locale, al titolo di “re degli Axumiti”
viene data una certa importanza sulle
leggende delle monete e dal 330 d.C venne
consacrato. un vescovo di Axum,
Frumentius. Durante l’intero periodo,
importanti notizie sono date solo su Axum o
su Habashat (Abissinia). Axum venne
regolato come centro ceremoniale, luogo
delle tombe ed iscrizioni reali, pur
essendo, inoltre, la città capitale del
regno, di cui i governatori e la gente si
riteneva Axumita per la loro città che aveva
ormai esteso il proprio relativo predominio
su tutta la regione.
Ci sono stele e tombe a Matara ed altrove
che senza dubbio indicano i posti di
sepoltura dei governanti locali di altri
distretti, mentre quelli ad Axum
probabilmente appartengono di più ad una
dinastia concentratasi ad Axum stessa che ad
una serie di re le cui capitali si trovavano
in differenti posti su tutto il paese.
L’importanza della famiglia è abbastanza
preminente durante questo periodo.
Sia GDRT che il `DBH ebbero
figli che combatterono in Arabia del Sud e
nel primo IV sec. d.C., Ezana non solo,
quasi certamente succedette a suo padre Ella
Amida ma venne cresciuto da sua madre in
qualità di regina-reggente.
Più tardi, durante il suo regno, i suoi due
fratelli combatterono per lui nelle guerre.
L'autore sconosciuto dell'iscrizione del
Monumentum Adulitanum, certamente
databile a questo periodo, richiama
l'attenzione sul fatto che era il primo e
soltanto uno fra i re suoi predecessori a
fare tali conquiste; e mentre evidentemente
potrebbe riferirsi ai re precedenti `re dei
re’ da lignaggi differenti, l'esempio di
Ezana lo rende allusivo nei confronti dei
suoi antenati sul trono axumita.
È difficile ritenere che i re, a "livello
distrettuale" furono scelti come “re dei re”
da differenti regioni in successione,
potrebbe aver presieduto per circa 300 anni
su un regno che il corso era unificato in
tanti campi disparati; una politica normale
di interferenza negli affari arabi,
dell'emissione di una monetazione continua e
degli sviluppi architettonici e culturali
costanti a Axum può a malapena essere
osservata da una tal prospettiva. In breve,
sembra abbastanza chiaro che i successi del
periodo, in termini di organizzazione
militare e navale, la monetazione, le
costruzioni monumentali e così via,
preannuncia una situazione decisamente
centralizzata di una confederazione larga di
regni piccoli più o meno uguali.
Molto probabilmente, altre agglomerazioni
urbane esistettero ancora nella regione di
Axum come capitali, entità politiche più o
meno indipendenti mentre Axum cominciava a
consolidare il suo potere; cadendo a tempo
debito sotto l'egemonia di Axum. Anche nei
regni di Ezana o di Kaleb, i gruppi
vicino al centro del regno, come il
Agwezat, continuarono a ribellarsi ai
loro re e forse si devono considerare fra il
`regni confederati’ che vengono identificati
con quei centri locali di tali gruppi,
contemporanei e soggetti ai re di Axum.
Gli Axumiti si dovettero alleare molto
presto con i gruppi tribali vicini, ma nel
periodo in questione sembra che tali
elementi disparati erano stati riuniti sotto
il controllo di un centro dominante: Axum.
Senza ulteriori scavi non è possibile
rilevare segni che spieghino la situazione,
come la grandezza almeno relativa delle
residenze dell'elite ad Axum rispetto a
quelle nei centri secondari, o la quantità
crescente di articoli di lusso importati in
un posto rispetto ad un altro; ma dal tipo
di lavoro fatto ad Axum è senza dubbio
essere il “sito centrale” in Etiopia almeno
dal I sec. d.C.
Con la lenta agonia, e quindi con il successivo crollo
dell’Impero Romano d’Occidente e lo
spostamento del fronte bizantino, l’Impero
d’Oriente dovette considerare la possibilità
di lasciare sguarniti i territori la cui
situazione sembrava meno grave.
Questo portò ad un risveglio delle tribù berbere del
deserto nubiano dl Beja. Il loro primo
attacco era già stato registrato ai tempi
dell’imperatore Claudio. Il limes
meridionale in Egitto venne costituito dalle
città di Berenika, Syene (Aswan)
e Dodekaskhoin con delle guarnigioni
che dovessero difendere il confine. Venne
costituito un corpo apposito di meharisti
(cavalleria su dromedari) per opporre una
buona resistenza e quando non bastava una
difesa venivano appositamente intrapresi
delle spedizioni punitive contro i Beja, con
Adriano che nel 137 d.C.
che ne decreta il primo attacco.
Prima della metà del III sec. d.C. i Romani riescono a
forzare e limitare vittoriosamente i Beja
che però dal 249 d.C. iniziano una
controffensiva che si spinge di volta in
volta sempre più all’interno fino a che dal
III al VII sec. d.C., tenendo tutto l’Alto
Egitto sotto attacco.
A nord raggiunsero le isole Tiran e la penisola del Sinai
facendo strage di numerosi monaci, mentre al
sud l’importante era scacciarli da
Dodekaskohoin quindi da Berenika
e dalle montagne d’Alabastro, fondamentali
per le loro miniere di smeraldi.
Dal 450-800 d.C., Michels ravvisa "uno
sviluppo esplosivo nel numero di
insediamenti e in proporzione alla
popolazione regionale generale… Axum stessa
deve ora essere vista come entità
metropolita che consiste di quattordici
città e villaggi all'interno di un raggio di
3 km". I piccoli domini scomparvero e quasi
tutte le strutture dell’élite si trovano ora
all'interno di Axum. Su Amba Beta Giyorgis
sopra la città ed in altri posti, vennero
costituite delle officine contrassegnate
dalla presenza degli attrezzi di pietra
lavorati. Questi sono identificati
probabilmente e plausibilmente, come
attrezzi per la lavorazione dell'avorio
introdotto nella città prima della relativa
riesportazione all'estero (benché la
presenza di questi raschietti di pietra
potrebbe anche indicare che il commercio in
cuoio attestato nei periodi più tardi,
poiché tali attrezzi potrebbero essere
utilizzati per la lavorazione delle pelli).
In questo periodo si devono considerare la
concentrazione del governo e la categoria
mercantili a Axum, mentre nel territorio
circostante vi erano molte comunità del
villaggio, che esercitavano l’agricoltura a
secco, definendo così una zona di sostegno
immediato della capitale.
Eccetto che per le date, che ci portano
lungamente oltre il termine della
monetazione ed in un periodo in cui la prova
archeologica indica che molte delle
residenze dell’elite erano in rovina o
almeno come se fossero state occupate,
dipinta come una grande città, con la sua
"concentrazione dei beni economici,
demografici e politici", rappresenta l’apice
Axum.
Ma Michels inoltre attribuisce a questo
periodo una negligenza esplicita nella
costruzione delle tombe reali della fase del
confederale che apparentemente "drammatizza
il consolidamento di potere da un singolo
lignaggio reale".
Le tombe e le stele rinvenute che si
svilupparono seguendo determinate linee
architettoniche, sono considerate
rappresentare piuttosto la continuità "di un
vero stato a livello monarchico" a Axum per
un periodo lungo, culminato nelle stele e
nelle grandi tombe del tardo III e IV sec.
d.C.
L’area principale delle stele "fu coperta da
una vasta comunità residenziale, durante
questa fase". Infatti, non c’erano dimore
fra le stele e le piattaforme nel Parco
delle Stele tranne quelle di molto
successive ivi trovate dal DAE che furono
rimosse verso il 1965 per la costruzione del
Parco delle Stele.
L'archeologo francese, Henri de Contenson,
che al momento giusto Butzer utilizzò come
sue informazioni, nota che "les rares
éléments architecturaux attestés dans ce
niveau". Il francese trovò tracce di
occupazione datate dopo la caduta della
Grande Stele nel IV sec. a.C. o subito del
re Ouazebas, nella forma di una singola
camera vicino al muro della terrazza
principale su depositi che coprivano la
vicina grande tomba detta Nefas Mawcha. Ma
priprio questa struttura fu enfatizzata non
sempre nel cimitero come defino dal muro
della terrazza principale, ma fuori di esso,
e non significa che il cimitero venne
abbandonato, e in nessun modo riassemblano
di una `comunità residenziale estensiva’.
Tutto ciò indica che al di fuori del muro
cimiteriale nell’area al di sopra e al nord
del Nefas Mawcha — una tomba che venne
preparata per essere scavata – ci fu nel
tardo IV sec. d.C. vi fu un’occupazione
sulla superfiicel erosa dall’acquae che fu
parzialmente coperta dal muro della
terrazza.
Sembra quasi certo che con l’avvento del
Cristianesimo e il crollo della Grande
Stele, che dimostra ovviamente
l’impossibilità ancora di erigere ancora
grandi monumenti, venne
adottato un nuovo tipo di struttura
mortuaria, di un tipo illustrato nella Tomba
dalla Falsa Porta. Questo potrebbe
significare che non vennero erette più
stele, ma non implica “un esplicito
neglettismo” degli antichi monumenti, da
allora fu costruita nello stesso cimitero.
L’ultima fase dell Periodo Axumita, o Tardo,
proposta da Michels, come il precedente,
segue i risultati ottenuti, anche se sembra
essere lontano dalla data da lui suggerita.
La diminuzione della popolazione, la fine
delle officine su scala industriale, ed un
empatica desolazione dei confinanti della
città e con il riemergere di regni su
piccola scala nella regione, avviene in
questa fase. Tutto ciò riflette il declino
lento di Axum e l’eventuale spostamento del
governo verso un altro centro.
Un dettaglio interessante venne notato da
Michels che nel Periodo Tardo Axumita venne
introdotto un nuovo fattore per la prima
volta, una certa considerazione venne data
nella selezione tra siti difensivi e
residenze d’elite. Se ciò non fu causato
solo dal fatto che tutti i siti più
importanti erano occupati, si potrebbe
cancellare ogni dubbio o problema come
quelli menzionati nel testo atsani
Danael. Se le strutture furono costruite in
seguito, allora Axum finì di essere il
centro del governo e quelle abitazioni
avrebbero voluto significare le reminescenze
rimaste ad amministrare la regione ancora
dipendente dall’antica capitale.
La loro sottomissione all’autorità axumita
spiegherebbe le tracce, piuttosto chiare
delle sommosse segnalate in iscrizioni
Axumite. È interessante notare che Procopio
si riferisce a Adulis come il porto
degli Adulites usando l’etnico usato
da Tolomeo molto tempo prima. Altri autori,
come Epiphanius, che verso la fine IV
sec. a.C. elencava nove regni degli indiani
compreso ”quello degli Adoulites”,
riconoscendo una netta differenza fra
Adulites ed Axumites, benché
fossero inclusi nella stessa versione
latina.
Ad un certo punto ci devono essere stati
cambiamenti nella prospettiva politica degli
Axumiti, probabilmente derivati
dall'esposizione del paese ad influenze
Greco-Romane, specialmente dopo lo sviluppo
commerciale del Mar Rosso e l'entrata di
Axum in una rete commerciale più ampia.
L’Impero Bizantino, tartassato da continui attacchi da ogni
parte delle sue frontiere, fu costretto a
chiedere l’aiuto delle popolazioni
confinanti con i Beja e i Noba (Nubiani),
incapaci di opporre resistenza ai Berberi e
lo stato in massima crescita ed espansione e
l’alleanza con i romani di Costantinopoli
era fondamentale per entrambi, tracce di
accordi sono ricordati già dell’inizio del
VI sec. d.C. (525 d.C.) e poi ancora
soprattutto dal momento in cui iniziano li
attacchi degli arabi all’inizio del VI sec.
d.C.
In una traduzione copta de I Capitoli del profeta
Mani (216-276 d.C.) all’apostolo del
Manicheismo sono attribuite queste parole:
“Vi sono quattro grandi regni sulla terra:
il primo quello di Babilonia e Persia; il
reconfo l’impero romano, il terzo quello
Axumita e il quarto è l’impero cinese”.
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