N. 30 - Novembre 2007
L’impero Axumita.
Dall’archeologia
alla storia
dell’antico
regno etiope
Dal Pre all’Axumita
- Parte II
di
Antonio Montesanti
Una differente ed estremamente interessante
interpretazione della storia axumita è stata
proposta in un articolo del 1986 di Joseph
Michels, che ha eseguito le indagini nella
regione di Axum-Yeha nel 1974.
Studiando la configurazione spaziale degli
insediamenti, classificati secondo il
formato ed i tipi di strutture osservate
(non scavate), Michels identificò periodici
cambiamenti nei modelli insediamentali e,
presupponendo che questi indicarono delle
variazioni nelle sfere politiche ed
economiche, tentò di estrapolarne dei dati
storici.
Per le datazioni dei periodi più antichi
vennero utilizzati i rinvenimenti di
terracotta e ossidiana: le conclusioni di
questo lavoro possono essere confrontate ed
equiparate alle notizie a profilo storico,
in cui già si identificavano sette fasi
storiche nella zona, che vanno dalla fine
del Tardo Neolitico Pre-Axumita o Sud
Arabico al Tardo Axumita, dal 700 a.C. al
1000 d.C.
Le tre fasi del periodo Preaxumita (Antico,
Medio e Tardo) venivano datate
rispettivamente al 700/400/150 a.C., le tre
dell’Axumita con le stesse suddivisioni,
datate al 150 a.C./450/800 d.C. ed il
Postaxumita dal 1000 d.C. in poi.
Le fasi più antiche sono di un certo
interesse, poiché sono quelle nelle quali è
possibile ravvisare un primo passo verso la
definizione del tipo di struttura sociale in
Etiopia prima e durante i contatti con
periodo Sudarabico.
I dati indicano che nel periodo più antico
vi fu un'occupazione indigena del territorio
a livello di piccolo villaggio o soltanto
d’insediamento stabile, senza una preferenza
specifica. Il modello d’occupazione
territoriale seguiva quello di tipo
insediamentale sudarabico ed era
identificabile da strutture in pietra su
alti terrapieni in prossimità delle fertili
valli alluvionali suscettibili di
coltivazione usando le tecniche arabe
d’irrigazione del sud.
La classificazione di Michels definisce
un’assimilazione degli schemi sudarabici
come un esperimento primario in Etiopia che
s’inserisce all’interno dello sviluppo nella
seconda fase del Preaxumita già dal 400 a.C.
che assume un carattere sudarabico molto più
dominante: "Non erano semplicemente
intrusivi all'interno di un ambiente
politico ed economico principalmente
indigeno, ma avevano profondamente alterato
il paesaggio economico, demografico e
politico".
Vennero identificati quattro grandi centri
sudarabici che assunsero un’importanza
maggiore rispetto “…alla tradizionale
autonomia del piccolo villaggio e del campo
abitato che assunsero a sistemi governativi
più complessi ed alla stratificazione
sociopolitica connessi con i grandi,
stabilimenti enucleati, la religione
istituzionalizzata, l'amministrazione di
irrigazione ed il commercio a lunga
distanza".
Nel Periodo Preaxumita Antico (Sudarabico),
individuato anche da studi linguistici e
paleografici delle iscrizioni etiopiche e
sudarabiche, non vi fu necessariamente un
tentativo di dominare politicamente la
regione, ma di sfruttarla esclusivamente sul
piano agricolo, affermando che i
colonizzatori "non dovettero confrontarsi o
competere con un avversario politico
indigeno paragonabile in complessità
organizzativa con il tipo di politica comune
presente in Arabia del sud".
Per questo motivo la figura storica del
monarca etiopico, conosciuto con il nome di
D'MT, del periodo Preaxumita Antico, non può
essere ancora inserita in questo contesto.
Il periodo in cui regnò il monarca D'MT è
considerato un punto cruciale di svolta
nella periodizzazione culturale poiché, pur
condividendo alcune tendenze culturali
sudarabiche, si riscontra una certa
indipendenza. Gli Etiopi, sotto il controllo
del monarca D'MT e dei relativi successori,
vissero in alcune comunità identificate nel
periodo Preaxumita Medio, piuttosto che
lontano da loro "nei piccoli villaggi" ai
quali li assegnò.
In ogni caso sembra che, dopo l’apice
coloniale Sudarabico (o quello della
monarchia D'MT), ricorra molto di più il
modello dei villaggi sparsi affiancati da
piccoli campi. All’interno di una
frammentazione così frastagliata ci si è
chiesti da quale potere dominante e centrale
dipendeva il controllo; probabilmente non è
rimasta una prova evidente e con essa nessun
segno della relativa supremazia politica.
Non sembrano esserci grandi comunità
centralizzate o santuari religiosi in
neanche una dalle iscrizioni. Probabilmente
in questo periodo della decentralizzazione,
il sito di Yeha, rimase solo un centro per
"una comunità di rifugiati d'elite
all'interno di un’enclave culturale
sudarabica, ora in gran parte isolata dal
paesaggio economico e politico della
regione".
Per questo motivo la periodizzazione di
Michels presupponeva che il Preaxumita Medio
sia proseguito oltre la suddivisione
classica, per altri 300 anni fino al 150 d.C.;
il Preaxumita Tardo invece sarebbe
contemporaneo con alcuni materiali antichi
rinvenuti negli ultimi scavi ad Axum e
postdatato per la prova fornita dal Periplo
dello Ps.-Scilace. Dopotutto,
precedentemente al II sec. d.C. le fonti
epigrafiche e narrative non menzionano né
Axum né gli Axumiti.
Durante il II secolo d.C. l’espansione axumita si concentrò
in maniera inversa rispetto alla precedente:
non più verso Ovest ma verso Est, proprio
verso quelle regioni dell’Etiopia Preaxumita.
Anche se la distanza elevata dal mare non
permise ad Axum uno sviluppo di un mercato a
distanza.
Non vi sono ancora spiegazioni sufficienti sulla crescita
di Axum e sul fatto che essa detenesse un
mercato attivo nel Mar Rosso convince ancora
meno gli studiosi. Lo sviluppo del mercato a
lunga distanza nella regione del Golfo di
Bab el Mandeb inizia nel III sec. d.C. circa
400 anni dopo l’apice di Axum.
Axum è posta su delle rotte interne imprescindibili per
portarsi dalla costa verso il cuore
dell’Africa Orientale che sono in
collegamento diretto con i porti del Mar
Rosso ed Oceano Pacifico. Inoltre il regno
axumita promosse la crescita di alcune città
mercato come Adoulis, che concentrava gran
parte del commercio nel Mar Rosso e che
giocò un ruolo fondamentale nella crescita
del regno axumita.
La nascita di Adoulis può essere connessa con la
colonizzazione Egiziano-ellenistica che
investe il Nordafrica sotto i primi Tolomei.
Plinio il vecchio (60 d.C. ca.) menziona Adulis ed il suo
commercio con i romani, ma non lo riconduce
ad alcuno stato. Plinio riporta Adulasi come
il centro economico mercantile dei
Trogloditi. Plinio afferma che venne fondata
da schiavi egiziani; l’etimologia vorrebbe
che il nome Adoulis provenga dall’unione di
doulon (schiavo) con l’alfa
privativa: A-douloi, quindi “non più
schiavi”. (Plin.,
n.h., VI, 172).
Mentre sul finire del II sec. d.C. Claudio Tolomeo non solo
riporta Adulis come centro ma identifica
inoltre gli Axumiti tra i popoli dell’africa
NE dicendo che loro sono al livello
culturale delle tribù del deserto libico. Le
informazioni ricevute da Tolomeo
probabilmente sono ottenute dal periplo o
dai racconti di Marinus di Tiro (100 d.C. ca.).
Ambedue non aggiungono altro, né sui domini
axumiti, con la città di Axum, né nubiani
con quella di Meroe.
Il Wissmann analizzando la struttura del testo tolemaico e
mettendolo in relazione con la notizia di
Marino di Tiro, riguardo la notizia sui
Cynaedocolpitae (Tihama o Asir Tihamat sulla
costa del Hijaz-Yemen), dice che
probabilmente gli Axumiti estesero, se non
il loro dominio, per lo meno la loro
influenza sulla Peniola Arabica, poiché
quelle popolazioni “erano soggetti alle
regole degli Habashat (Abissini).
A confronto con centri antichi preaxumiti come Yeha e
Kaskase, Adoulis e Coloe (Matara) sembrano
essere città giovani che si svilupparono nel
Primo Periodo Axumita.
Nel VI sec. d.C., Cosma Indicopleuste, viaggiatore
bizantino, rinvenne e copiò ad Axum
un’iscrizione greca composta a nome di
Tolomeo IV Filopaore (222-205 a.C.) ed ora
perduta.
Benché le lacune della stele inscritta non lasciano
intravedere i rapporti che intercorsero tra
il sovrano ellenistico e la città, il testo
narrava della velocissima ed impressionante
crescita di Axum. L’ascesa di Axum su tutte
le altre città dell’Etiopia è rapidissima e
sorprendentemente corre parallelamente con
la crescita di Roma.
Quale ruolo giocò Roma all’interno delle questioni Axumite
è ancora tutto da dimostrare. Nel II sec.
d.C. il regno Axumita si trova tra due regni
vicini: quello di Meroe in Nubia e quello di
Saba nel Sud dell’Arabia. Ambedue si
trovavano in piena fase di declino. Anche
quello romano, si trovava in una situazione
di debolezza sul fronte orientale. Roma
aveva bisogno anche dell’aiuto di Axum per
proteggere le sue navi dagli attacchi dei
pirati e della presenza di un alleato
l’unico il limes egiziano per difendersi da
i nomadi Beja.
Sembra chiaro che l’aumento dei traffici abbia portato
inevitabilmente ad un aumento della
pirateria che sembra essere contenuta solo
dal tardo periodo tolemaico in poi.
L’intera storiografia occidentale riporta narrazioni e
racconti riguardo le storie di pirati
dell’area, poiché era quasi sistematico che
in quel punto le navi mercantili venissero
attaccate ed in particolar modo sembra che
il porto di Adulis fosse quello preso più di
mira, tanto che i numerosi mercanti
preferivano attraccare sull’isola di fronte
al porto Etiope (oggi Dahlak el Kebir) a
partire dal periodo di decadenza dell’Impero
Romano (Ps.-Arr.,
IV, p. 25).
La pirateria lungo le coste dell’Etiopia e Somalia nasce
intorno al 100 a.C. dal risultato della
creazione di una rotta fissa tra Egitto ed
India passando per l’Africa Orientale. Su
questa rotta gli stessi abitanti etiopi
stabilirono il punto di attracco
istituendosi loro stessi in rapporto di
scambio diretto con India, Ceylon ed
Indonesia divenendo di fatto l’intermediario
di queste regioni con il mediterraneo
orientale.
Agatarchide (Diod.,
III, 43)
e Strabone (Strabo,
XVI, 4, 18) menzionano la soppressione della pirateria nel Mar
Rosso da parte della flotta tolemaica fino a
quando nel 78 a.C. un marinaio di Tebe
chiamato Callimaco ricevette il titolo di
“protettore del mare Indiano ed Eritreo (Diod.,
II, 55).
La politica romana di Ottaviano Augusto portò ad uno
scontro diretto con i pirati che vennero
limitati nelle loro azioni. Il sistema
imperiale aveva intuito che l’alternativa
più valida al passaggio in terra partica
fossero proprio le rotte marine che vennero
intensificate.
Per tutto il periodo dell’Impero Romano d’Occidente vi
furono delle relazioni pressoché continue
tra il prefetto d’Egitto ed il regno Axumita.
Viene ricordato su tutti il prefetto
Berenika che ebbe il merito di spingere il
Regno Axumita ad una difesa costiera
continua, potendo contare sull’alleanza o
sull’appoggio di Roma.
La carica di protettore dei mari indiano ed eritreo era
sconosciuto nel periodo romano e bizantino.
Probabilmente il regno Axumita riuscì a
comprendere l’importanza di un mare sicuro
tanto che provvide esso stesso alla difesa
dei suoi traffici marini, questa difesa è
particolarmente riconoscibile
nell’iscrizione di Adoulis in cui un re
axumita predispone una flotta da guerra e
stabilisce l’ordine e la difesa delle
proprie coste con la forza imponendo un
tributo a coloro i quali prima seminavano il
terrore e dando spazio ai traffici marini.
La data non è stata stabilita anche se si ritiene di poter
attribuire l’iscrizione al re Zoskale o al
leggendario re Ella Awda. Perenne e Drewes
ascrivono l’epigrafe a Sembruthes e la
datano all’inizio del IV sec. d.C. e
comunque all’interno di esso.
Il sovrano axumita riporta: Avendo condotto al mio potere i
popoli più vicini al mio regno per
preservare la pace, coraggiosamente portai
la guerra e soggiogai in battaglia i
seguenti popoli”. Il sovrano si rese
protagonista di tre campagne e nomina tutti
i popoli della regione del Tigray (Aguezat,
Agame, Sigyn, Aua, Zingabene e Angabo, Tiama,
Atagau, Kala) e solamente uno a sud ovest di
essa (i Semen), quindi vennero soggiogati i
popoli i Lasini, Gabala e Zaa, a questo
punto il porto di Adoulis era al sicuro e
vennero iniziati i monumenti presenti. Più
tardi venne soggiogata Atalmo probabilmente
a nordi di Adulis e a fianco ad essa la
popolazione dei Beja, quindi il popolo
chiamato Tanganiti ce vivevano lungo i
confini egiziani e “io stesso creai una
strada diretta dal centro dei miei domini
all’Egitto”.
L’iscrizione parla di una sottomissione di tutti i popoli
dai confini dell’altopiano etiopico fino ai
confini egiziani dell’Impero Romano e del
nord della Nubia. La sesta campagna militare
si concluse con la conquista delle tribu
Annina, Metina e Sesea che probabilmente
vivevano sulle montagne ad ovest di Axum. La
settima campagna si diresse verso il deserto
del corno d’africa sottomettendo i berberi
Rausi, gente del deserto somalo che vivevano
lontano dalla costa e che commerciavano in
incenso, quindi si diresse verso i Solati
che invece vivevano lungo la costa per
proteggere i loro traffici, nella regione
del golfo di Bab el Mandeb, nel corso di
tale spedizione vennero sottomessi inoltre
le tribu del deserto Danakil, dell’oasi di
Aussa e dei fertili altopiani di Chercher.
Pseudo Arriano riporta tutte queste come regioni sottomesse
al re Zoskale: la Berbera (paese
dell’incenso), una parte della Nubia, mentre
l’altra parte era sotto il controllo di
Meroe. Tutte le tribù conquistate pagavano
tasse o tributi.
L’ottava ed ultima campagna fu diretta contro l’Arabia.
“dopo aver costruito una flotta, sottomisi i
sovrani d’Arabia e Cynaedocolpitae che
vivevno lungo l’altra sponda del mare
Eritreo e portai la guerra da Leuke Kome
fino ai territori dei Sabei”.
Leuke Kome è un porto a Hijaz ai confini meridionali dei
possedimenti romani; i Cynaedocolpitae sono
la popolazione di Asir Tihamat o Tihama
sulla costa Hijaz; i Sabei sono il popolo
del regno Sabeo nel sud dell’Arabia.
Questa serie di circostanze abbastanza chiare, oggi, hanno
portato alla creazione di un regno Axumita
intorno alla fine del II sec. d.C. Veniva
cosi creato il più vasto impero del
continente africano dopo quello dei romani
condividendo con essi e con i persiani la
maggior sfera d’influenza sulla penisola
arabica ma con una posizione certamente più
avantaggiata. Tutte queste conquista
avvennero nell’arco del suo regno durato 27
anni.
Altre due epigrafi vennero rinvenute e ambedue datate allo
stesso periodo dell’iscrizione di Adulis,
una è stata rinvenuta ad Abba Pantaleon
prossimo ad Axum, il nome del re non è
conservato, tuttavia la dedica ad Ares (Mahrem)
ci riporta ad un periodo precristiano in cui
si ricorda la sponda opposta del mare e con
l’unione della dedica ad ares si omaggia
probabilmente ad una campagna fortunta
sull’”altro lato del mare”.
La seconda iscrizione da Deqe Mehari appartiene al re
Sembruthes, re dei re degli Axumiti, che
parla della crescita in 24 anni del suo
regno.
Le iscrizioni arabiche ci riportano ad “un re degli
Abissini e degli Axumiti”: Gedara (GDR) che
sappiamo essere intervenuto in Arabia del
Sud nella seconda metà del II sec. d.C. da
questo momento e fino al 213 d.C. almeno si
denota un profondo interessamento dei Re
Axumiti verso le questioni sud arabiche
nell’intromissione e nel controllo di molte
tribù dell’area: Himyarites, Radaman,
Mudkhayum e in parte i Qatabani, quando
p.es. i re di Saba, si alleano con il re
axumita Wazeba I (WDBH) per una campagna
contro le tribù in questione che si sarebbe
svolta tra il 210 e il 213 d.C. al termine
dalla quale venne conclusa una pace tra il
re Etiope e le tribù sabee con la tenuta del
possedimento di Tihama in territorio
yemenita: la guerra venne conclusa forse
proprio per la morte del re axumita nel 213
d.C. che continuava a mantenere un possesso
sui territori arabici che presto verranno ad
essere rioccupati dagli Himiyariti e dai
Sabei.
Nel periplo di Arriano viene fornita una lista dei re
axumiti e mentre Wazeba I non è indicato,
molto chiaramente si menziona Zoschales
identificato con la tradizione axumita con
Ze Haqile (Ze Hakala). Il periplo descrive
eventi che vanno dal 209/210 al 225 d.C. e
riporta i re Himyarites e Sabeo Karibael e
Elauz(us) re di Hadramaut contemporanei di
Zoskale e quindi questo sarebbe successore
di Wazeba I. Zoskale, secondo lo Pseudo
Arriano, sarebbe stato “un uomo valoroso
votato nelle scenze ellenistiche, dominando
su tutti questi posti dal paese dei
Moschophagi (regione di Suwakin) al resto
della Berberia (Somalia) “…e soprattutto
rese Adulis un mercato ufficiale stabile”.
L’importanza di Adulis e del regno aulita in chiave
economica è data dal fatto che molti
particolari sono conosciuti al mercante
Arriano che riguardano il re zoskale e
inoltre egli conosce la distanza tra Axoum e
Coloe (Matara). Proprio durante gli scavi in
questa città venne rinvenuta una collana
composta da 14 monete romane del II-III sec.
d.C. la maggior parte delle quali
appartenevano alla dinastia degli Antonimi,
mentre altre monete della dinastia indiana
Kushanide vennero rinvenute nel 1940 nel
monastero di Debre Damo a nordest di Axum.
Dal 220 al 270 d.C. manca una storia, le fonti scritte, del
regno axumita. Mentre il periodo successivo,
270-320 d.C. e meglio conosciuto almeno
sotto il profilo archeologico: il gruppo dei
palazzi ad O di Axum, la piattaforma di Beta
Georgis con le sue stele giganti e
probabilmente la ciclopica slab appartengono
a questo periodo. Nell’ultimo quarto del III
sec. d.c. il regno axumita inizia a emettere
moneta imitando quelle dell’Impero Romano e
soprattutto di Diocleziano.
Intorno al 200 d.C. i re Axumiti potevano
intervenire militarmente nelle lotte interne
in Arabia del sud e nel IV sec a.C. abbiamo
prova per almeno teorico sopra parecchi
gruppi nel Sudan, quali il Kasu, Noba e le
tribù nordiche di lingua Cushitic di Beja.
Axum ebbe un certo limite rilevante nel
ruolo imperiale di Meroë. Nel sud, la gente
di Agaw (Centro di lingua Cushitica) divenne
soggetta al Axumites di lingua semitica.
L'espansione di Axum verso la regione
litoranea di Adoulis era ora possibile per
sfruttare il trasporto delle merci che
provenivano dai distretti oltre il Nilo o
dai relativi tributari al loro porto sul
litorale del Mar Rosso ed governanti senza
dubbio sperarono che i loro progetti sul Mar
Rosso finalmente portassero al controllo
dell’intera area dell’ immenso e ricco
commercio dei regni arabi. Con Roma come
alleato potente e partner commerciale, la
prosperità di Axum si basava su solide
realtà geografiche e storiche e fu mantenuta
fino alla fine del VI - VII sec a.C.
La provincia culturale di Axumite, per
quanto i luoghi segnalati possono indicare,
era concentrata in Eritrea ed in Tigray,
specialmente i distretti del Akkele Guzay,
di Agame e della regione intorno a Axum, ad
Adwa ed a Shire. Altre tracce inoltre sono
state trovate ad Enderta, Hamasien, Keren
fino all’altopiano di Rore e perfino a Wollo.
Alcune ipotesi di estensioni più grandi che
si vogliono dare al regno, sembrano
improbabili; Doresse, per esempio, include
fra `i porti Axumiti più grandi’ non solo
Adulis ma anche Deire, sul litorale ad
Al-Mandeb di Bab ed inoltre il Mathew
notava, in una struttura da lui scavata ad
Amoud a sud di Berbera, che si potesse
trattare di edifici axumiti. Tali ipotesi,
probabilmente basate sul Monumentum
Adulitanum, che narra delle campagne
di un re axumita, non possono essere ancora
confermate.
La zona di Akkele Guzay e di Agame sembra
essere distinta dai luoghi occidentali di
Tigray tramite le differenze ceramiche ed da
altri elementi. Dalle osservazioni
sperimentali di Francis Anfray sembra, da
alcuni settori dei siti sull'itinerario
nord-sud da Qohayto ad Agula, a Degum fino
a Nazret, che questa ‘provincia’ orientale
può essere divenuta estremamente prospera
nel periodo Tardo Axumita.
Axum ed i siti occidentali, da Addi Dahno a
Henzat fino alla regione di Yeha, goderono
di una grande prosperità nel periodo del
pre-Cristiano (molte stele sono associate in
questi luoghi). In tal caso, Axum può, anche
entro il V e VI sec. d.C., aver mantenuto la
relativa posizione importante dal proprio
relativo prestigio in quanto città reale e
eponima del regno.
Probabilmente l'espansione degli Axumiti
verso Adulis, forse già nel Periodo
Preaxumita, aprì la regione occidentale al
già stabilito sistema commerciale fra gli
altopiani orientali ed il Mar Rosso, che si
riflette in termini di commercio
estremamente favorevole sulle città
orientali e per alcuni versi occupò il
proprio posto di città-ruolo nel modo più
inconsistente. Già dall'inizio del II sec.
d.C., Koloë divenne `il primo mercato
dell’avorio’, a soltanto tre giorni da
Adulis. Probabilmente il risultato finale fu
che le città orientali divennero più ricche
mentre l'ovest, più lontano, benché luogo
della capitale, partecipò in maniera assai
minore al nuovo afflusso di ricchezza.
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