[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

199 / LUGLIO 2024 (CCXXX)


filosofia & religione

Immanuel Kant
il grande filosofo A 300 anni dalla nascita

di Riccardo Renzi

 

Immanuel Kant nacque il 22 aprile 1724 e quest’anno sono ricorsi i 300 anni dalla nascita e i 220 dalla morte. Da molti il Filosofo tedesco è visto come il fondatore dell’idea di un’Unione Europea, un’Europa in pace. Questa idea fa capo in particolare al saggio pubblicato nel 1795, Per la pace perpetua. Progetto filosofico. Per comprendere però il pensiero kantiano è opportuno contestualizzare il Filosofo biograficamente e storicamente. Kant nacque nel 1724 da una famiglia scozzese a Königsberg, nella Prussia orientale.
 
La sua vita risulta pressoché priva di avvenimenti rilevanti o drammatici: dopo una prima formazione presso un Collegio, proseguì con gli studi di filosofia, matematica e teologia presso la sua città natale e, laureatosi, divenne precettore presso alcune case private. Ottenne dapprima la libera docenza presso l’Università di Königsberg ed, infine, fu professore ordinario di logica e metafisica presso lo stesso Istituto. Fino alla morte Kant fu ligio ai suoi doveri accademici, dedicando un’intera esistenza alla ricerca e portando avanti uno stile di vita morigerato e caratterizzato da abitudini routinarie e rigide. Morì nel 1804 a Königsberg. Kant, nella sua “tranquilla” vita visse tutti grandi stravolgimenti europei, dalla Rivoluzione Francese sino alle guerre napoleoniche.
 
Si possono considerare fondamentali del pensiero kantiano due tappe biografiche: la prima fu segnata dalla censura a cui fu sottoposto un suo scritto sulla religione. Kant difese strenuamente la libertà di pensiero e, tale impostazione, trovò la sua massima trattazione nella Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo? (1784). In questo scritto, che è diventato il testamento ufficiale dell’Illuminismo, Kant risponde che tale filone culturale è da considerarsi: «l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso». Un invito dunque a servirsi della propria ragione per vagliare le opinioni degli altri e superare i pregiudizi (H. J. de Vleeschauwer, L'evoluzione del pensiero di Kant, Roma-Bari, Laterza, 1976, p. 32.).


Altra tappa fondamentale è rappresentata dalla simpatia di Kant verso gli ideali di libertà professati dalla Rivoluzione Francese, interpretata come un passaggio positivo per tutta la storia dell’umanità. Le sue idee politiche trovarono rispondenza in un altro opuscolo molto importante: Per la pace perpetua (1795) in cui il filosofo ipotizzò che si potesse realizzare una pace duratura, superando i conflitti, sulla base di un sistema di equilibrio internazionale. Kant proponeva la creazione di una federazione mondiale di Stati, a partire dall’Europa.
 
Per comprendere pienamente il pensiero sull’Europa di Kant, bisogna capire quanto un uomo colto del suo tempo potesse essere intimorito da quella situazione di guerra continua che ha caratterizzato la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. Tornando al suo saggio Per la pace perpetua. Progetto filosofico, questo viene considerato un’opera della vecchiaia dell’autore. In quest’opera, ma anche in altre, anteriori e posteriori, si delinea un sistema di concetti simili a quelli che si invocano quali numi tutelari dell’attuale Unione Europea.
 
La forma repubblicana della costituzione di ogni stato membro dell’Unione, il leitmotiv di un costante progresso verso il meglio quale direzione della storia, la cui meta ultima sarebbe l’unificazione della civiltà sotto al segno della ragione, queste sono tutte idee e pensieri riconducibili al Filosofo tedesco. Non è però la prima volta che Kant viene visto come luminare e precursore della pace europea, infatti, era già successo dopo la fine del Primo Conflitto Mondiali, con la Società delle Nazioni di wilsoniana memoria (A. Frangioni, La Società delle Nazioni tra i liberali italiani: un imperialismo liberale?, in 1917: l'inizio del secolo americano : politica, propaganda e cultura in Italia tra guerra e dopoguerra, a cura di Lorenzo Benadusi, Daniela Rossini, Anna Villari, Roma, Viella, 2018, pp. 119-132.). L’Europa iniziò però ad essere realmente unita solo da dopo la caduta del muro di Berlino.
 
C’è ora da chiederci, ma Kant è stato interpretato correttamente, oppure vi è stato un fraintendimento? Personalmente, non condivido la lettura di un estremo cosmopolitismo che si è fatta recentemente dei sui scritti, che, per quanto certamente ispirata dalle migliori intenzioni, mi sembra frutto di una errata concezione dell’uomo, della storia, della religione, dell’evoluzione umana e talvolta fonte di pericolose utopie. La lettura cosmopolitica dei testi kantiani, spinge a pensare che il Filosofo ci abbia voluto indicare la via per riuscire alla fine a superare lo Stato in una comunità di tutti popoli, capace di essere nello stesso tempo Chiesa invisibile e società civile, citando lo stesso Filosofo. Questa interpretazione, così utopistica, è già stata smontata da due bellissimi saggi sul Filosofo tedesco, il primo del 2003 di Natascia Martucci (N. Martucci, Il cosmopolitismo kantiano: tendenze interpretative e confronto a partire dallo scritto “Per la pace perpetua” (1975), in Rivista Internazionale Di Filosofia Del Diritto, LXXX, 4, ottobre-dicembre, 2003, pp. 773-804) ed il secondo del 2005 di Paolo Pasqualucci (P. Pasqualucci, Ricorrendo il bicentenario della morte di Kant. Il problema della pace perpetua oggi, in Rivista Internazionale Di Filosofia Del Diritto, LXXXII, n. 1, gennaio-marzo, 2005, pp. 17-45.).
 
I primi dubbi sul saggio kantiano, Per la pace perpetua. Progetto filosofico, vennero sollevati nella estesa recensione che ne fece Fichte nel 1796. La “Repubblica” è per Kant non una forma di Stato ma lo stato in quanto tale, fondato more rationis sull’idea del patto sociale, che comporta la trasformazione ideale dei sudditi in cittadini e l’eguale e proporzionale sottomissione dei cittadini stessi al governo della legge, prodotto dalla volontà generale, cioè una perfetta rappresentatività che si fondi sulla divisione perfetta dei poteri. Ciò che Kant postula origina dall’idea che lo stato nasca dal patto sociale, ma non stando così la questione, essa risulta inattualizzabile. Inoltre, prendere il pensiero kantiano e adattarlo alle circostanze attuali risulta un’altra forte forzatura, poiché Kant fu figlio del suo tempo, e oggi il suo pensiero risulterebbe decontestualizzato.

RUBRICHE


attualità

ambiente

arte

filosofia & religione

storia & sport

turismo storico

 

PERIODI


contemporanea

moderna

medievale

antica

 

ARCHIVIO

 

COLLABORA


scrivi per instoria

 

 

 

 

PUBBLICA CON GBE


Archeologia e Storia

Architettura

Edizioni d’Arte

Libri fotografici

Poesia

Ristampe Anastatiche

Saggi inediti

.

catalogo

pubblica con noi

 

 

 

CERCA NEL SITO


cerca e premi tasto "invio"

 


by FreeFind

 

 

 

 

 


 

 

 

[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]