[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 200 / AGOSTO 2024 (CCXXXI)


storia & sport

homeless world cup
Il calcio per aiutare i senzatetto
di
Lorenzo Bruni
 

Se a qualcuno capitasse di mettersi a cercare un buon film da gustarsi in tutta tranquillità, nella classica serata divano, tisana e Netflix, potrebbe imbattersi in un progetto curioso: The Beautiful Game, diretto da Thea Sharrock, famosa per il drammatico Io Prima di te, e con Bill Nighy, il Davy Jones della saga Pirati dei Caraibi e il Rufus Scrimgeour di Harry Potter, nel ruolo del protagonista. Il film, in sé e per sé, non è un capolavoro, ma intrattiene, emoziona e, soprattutto, porta lo spettatore a conoscenza di una competizione sportiva della quale, eccetto qualche eccezione, fino ad allora ignorava l’esistenza: l’Homeless World Cup, un campionato del mondo di calcio, o per meglio dire di mini calcio, considerate le differenze di regolamento, giocato esclusivamente da senza tetto. Incuriosito da questo evento calcistico, del quale ammetto l’ignoranza fino alla visione del film, ho iniziato a fare un po’ di ricerche su internet e, subito, mi sono imbattuto nel suo sito ufficiale: www.homelessworldcup.org. Da qui è abbastanza semplice per chiunque reperire informazioni sullo svolgimento del torneo, sulla sua storia, sui fondatori e su quelle nazionali, a tutti gli effetti campioni, che nell’arco di vent’anni e più hanno avuto la fortuna e la bravura di alzare il trofeo.

 

L’idea di organizzare questo torneo è venuta nel 2001 a due amici, entrambi sociologi di fama internazionale, che stavano bevendo una birra in un bar a Gratz: Mel Young e Harald Schmied, al termine di una conferenza internazionale sugli Street Papers, i giornali di strada scritti e venduti dai senza tetto, sentivano che l’incontro, per quanto utile e pieno di buone intenzioni, non fosse sufficiente per risolvere i problemi dei senza tetto nel mondo. L’obiettivo, di fatti, restava quello di promuovere l’immagine degli homeless nel mondo, sensibilizzare la collettività, ma soprattutto consentire a queste persone di vivere un percorso di crescita personale, dare loro l’opportunità insomma di riprendere in mano la propria vita. Gli Street Papers erano, e sono, utili, ovviamente, ma restavano qualcosa di distante e che, effettivamente, toglieva personalità al soggetto, non mostrandolo in primo piano. In che modo, si interrogavano i due amici, cambiare il mondo e aiutare queste persone? Nel corso della serata, come un fulmine a ciel sereno, ecco l’idea geniale, la soluzione al dilemma: un torneo di calcio, il linguaggio universale sportivo per eccellenza, che potessero giocare solo i senza tetto. Entrambi approvarono il progetto e iniziarono a muoversi in prima persona per metterlo in pratica.

 

L’organizzazione della manifestazione, però, fu lunga e complessa: richiese diciotto mesi di tempo, al termine dei quali il torneo venne giocato proprio a Gratz, in Austria. Presero parte diciotto squadre, con il coinvolgimento totale di circa centoquarantaquattro giocatori: infatti il regolamento prevedeva che potessero giocare assieme uomini e donne per un totale di massimo quattro calciatori in campo, di cui un portiere, e quattro sostituzioni. Proprio il Paese ospitante si assicurò la prima storica vittoria contro l’Inghilterra, al termine di una bellissima partita della quale sono rintracciabili alcune foto online. Da allora il torneo si è ripetuto ogni anno, eccezion fatta per il triennio 2020-2022, quando il Covid ha imposto una pausa, e nuove migliorie sono state aggiunte al suo svolgimento: dal 2015, per esempio, non si gioca più su cemento, ma su sintetico, e la copertura televisiva degli incontri fa sì che qualsiasi curioso volesse darci un’occhiata può trovarli su Youtube; inoltre, dal 2008, la Homeless World Cup è raddoppiata: una competizione per uomini e una per donne, con due trofei distinti.

 

Sebbene lo scopo ultimo del torneo non sia la vittoria di una coppa, è giusto riportare anche notizie di palmarès: se la competizione femminile ha quasi sempre visto trionfare il Messico, con otto vittorie su dodici manifestazioni, per il maschile i vincitori sono sempre diversi e da ogni parte del mondo, sebbene sia dal 2013 che vincono solo squadre sudamericane: Cile, Brasile, Scozia, Ucraina e Afghanistan; anche l’Italia ha vinto, per due volte consecutive, nel 2004 e nel 2005. Sono quasi una settantina, ormai, i Paesi membri dell’Homeless World Cup, e l’organizzazione punta a crescere ancora. Mel Young, al momento, figura come presidente dell’associazione: Harald Schmied, infatti, inizialmente suo CEO e insignito del Merit Badge, la più alta onorificenza austriaca, è morto nel 2018, due anni dopo che gli era stata diagnosticata la SLA.

 

L’obiettivo di Young e Schmied, dichiarato fin dai primi giorni, resta comunque lo stesso: dare visibilità ai senza tetto, spesso dimenticati dalle politiche dei vari Stati, disprezzati e considerati indegni di appartenere alla società, nel tentativo di aiutare ognuno di loro a trovare la sua via, il suo posto nel mondo. Sono innumerevoli sul sito le testimonianze di persone che sono state aiutate da questa competizione, che hanno trovato la propria quadra nell’organizzazione sportiva e nell’aiuto reciproco che solo una squadra può fornire. In aiuto a queste realtà, sono anche arrivate alcune squadre professionistiche, come il Tottenham e il Bayern Monaco, che hanno organizzato degli allenamenti congiunti tra i propri giocatori e quelli della Homeless World Cup. Nel 2024 è nato un nuovo format della competizione, chiamato African Women’s Cup, a cui hanno partecipato otto squadre africane composte solo da ragazze: il torneo è stato vinto dall’Uganda, in finale contro la Tanzania.

 

La prossima città dove si terrà la competizione sarà Seul: l’evento, sponsorizzato anche dal calciatore del Tottenham Kim Min-jae, si terrà tra il 21 e il 28 settembre 2024. La Corea del Sud si tratta del primo Paese asiatico a ospitare la manifestazione, che fino a ora si è tenuta in tutti gli altri quattro continenti; in Italia il torneo si è disputato nel 2009, a Milano, e per l’occasione Lewis Hamilton ha figurato come padrino dell’evento.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]