Gustavo Adolfo Rol
La controversa storia di un
sensitivo
di Riccardo Renzi
Uno dei personaggi più controversi e
discussi del Novecento italiano fu
senza dubbio Gustavo Adolfo Rol e il
22 settembre ricorreranno 2024 i 30
anni dalla morte. Rol nacque a
Torino il 20 giugno 1903. Rol viene
da una famiglia ricca e molto colta,
crebbe in un ambiente culturale
stimolante. Rol frequentò sin da
giovane le famiglie più in vista di
Torino e si interessò alle arti,
entrando in relazione con vari
artisti e iniziando presto a
cimentarsi nella pittura. Nel 1923
iniziò a frequentare la facoltà di
Giurisprudenza dell’Università degli
Studi di Torino, dove si laureò nel
1933. Successivamente conseguì le
lauree in Economia a Londra e in
Biologia medica a Parigi. Nel 1925
intraprese la carriera bancaria per
volere della famiglia. Decise poi di
fare esperienza presso le filiali
della Comit in giro per l’Europa, a
Marsiglia, Parigi, Londra, Edimburgo
e successivamente a Casablanca e a
Genova.
Proprio a Marsiglia si avvicinò
all’arte del prestigio poiché, come
egli stesso raccontò in più
occasioni, fu un polacco che gli
mostrò alcuni giochi con le carte.
Tale incontro cambierà profondamente
la vita di Rol, poiché fu proprio da
questo momento che iniziò ad
appassionarsi di spiritismo e
metafisica. Nel 1927 Rol soggiorno a
Parigi e appuntò su un suo diario:
«Ho scoperto una tremenda legge che
lega il colore verde, la quinta
musicale ed il calore. Ho perduto la
gioia di vivere. La potenza mi fa
paura. Non scriverò più nulla!».
Da
questo momento il giovane Gustavo
Rol attraversò una crisi
esistenziale, fino al punto di
ritirarsi in un convento per più di
tre mesi. Superata tale crisi, la
sua fama agli inizi degli anni
Trenta iniziò a diffondersi
rapidamente.Personaggi di primissimo
livello del mondo dello spettacolo,
della politica e della scienza
divennero suoi estimatori. Lo
andarono a trovare Mussolini e de
Gaulle, e scienziati come Einstein.
Fu inoltre amico intimo con Federico
Fellini, Franco Zeffirelli, Marcello
Mastroianni, Cesare Romiti e della
famiglia Agnelli.
Quelli che però in questa sede ci
interessano sono i rapporti che ebbe
con Benito Mussolini. Nel 1939, a
pochi mesi dallo scoppio della
guerra, Rol fu chiamato alle armi
come capitano degli Alpini. Agli
inizi del 1942 Rol era divenuto
quasi una star in Italia e la voce
dei suoi “super poteri” giunse anche
a Benito Mussolini, il quale non
perse tempo. Il Duce sapeva delle
catastrofiche previsioni che Rol
stava facendo sul futuro andamento
della Guerra. Pitigrilli, scrittore
e già collaboratore dell’OVRA,
scrisse una lettera a Rol in cui gli
comunicava al sensitivo: «Gustavo,
si parla in altissimo luogo di te» e
poco dopo seguì una convocazione
ufficiale a Villa Torlonia. Venne
convocato intorno alla metà del
1942, stando alle testimonianze, e
quando fu al cospetto del Duce
quest’ultimo gli chiese: «Mi dicono
che Voi fate delle previsioni. Come
va la guerra? Parlate pure
liberamente». Il sensitivo, stando
alle testimonianze, ovviamente
iniziò a tergiversare. Così
Mussolini lo incalzò: «Vi ho chiesto
di riferirmi quello che andate
dicendo ad altri. Parlate
liberamente. Vi garantisco che non
Vi sarà fatto alcun male». Rol fu
così costretto a dire la verità:
«Duce, per me la guerra è perduta».
Poi Mussolini continuò: «E il
Duce?». Rispose secco Rol: «Gli
italiani lo allontaneranno nella
primavera del 1945».
A questo punto, il Duce batté un
violento pugno sul tavolo e si alzò
in piedi: «Vedremo! Ora vada», e lo
congedò rapidamente. I rapporti tra
i due non si interruppero però qui,
nonostante le risposte di Rol e
l’andamento della Guerra nel 1942
potrebbero farlo presupporre.
Concluso l’incontro con il Duce, al
colonnello e ai suoi ufficiali che
attendevano il suo ritorno confidò
preoccupato la data esatta della
morte del Dittatore: «28 aprile
1945».
Dopo questo incontro, il Duce rimase
in contatto con Rol e lo salvò per
tre volte, poiché Hitler lo bramava
con sé in Germania. Ma Rol non
avrebbe mai collaborato con il
Führer e Mussolini, in tutte e tre
le occasioni, lo fece contattare
consigliandogli di trovare un riparo
sicuro sulle montagne. «Nonostante
questo avvertimento, nel 1943,
rifugiatosi a San Secondo di
Pinerolo, egli si prodigò per
salvare molte vite di prigionieri
grazie alle sue doti straordinarie,
coinvolgendo gli ufficiali tedeschi
in esperimenti come quello di
rivelare particolari della loro vita
o il contenuto di lettere delle loro
mogli ancora sigillate».
Un documento testimonia l’eroismo di
Rol durante gli anni della Guerra,
questo è datato 3 maggio 1945,
firmato dal sindaco di San Secondo
di Pinerolo, si legge «Il coraggio
da lui dimostrato in circostanze
difficilissime valse a salvare la
vita e i beni dei singoli e di
intere comunità».