[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 152 / AGOSTO 2020 (CLXXXIII)


medievale

Guido Bonatti

ILLUSTRE Astronomo italiano di epoca medievale

di Fabio Serafini

 

Fra gli astronomi di epoca medievale poco noti occorre molto probabilmente inserire Guido Bonatti, nonostante Dante Alighieri lo abbia inserito nel XX Canto dell’Inferno e sia stato poi ricordato anche da D’Annunzio, oltre a essere stato ritratto fra i Fiorentini più illustri.

 

Non si hanno certezze sulla sua località natale, identificata a secondo dei casi con Forlì – ipotesi più accreditata –, Firenze o Cascia, come non è conosciuta l’esatta data di nascita, sebbene venga fatta ricadere fra il primo e il secondo decennio del XIII secolo. Più facilmente il Bonatti nacque nei primi anni del secolo, in quanto la prima attestazione certa che lo riguarda risale al 1231 – sebbene anticipata al 1223 da alcuni studiosi –, anno in cui egli è ricordato a Ravenna, al seguito dell’Imperatore Federico II e in tale occasione ebbe l’occasione di conoscere il ravennate Riccardo, scudiero dello Stupor Mundi.

 

Alcuni storici ritengono appartenesse all’Ordine dei frati minori – quindi frate francescano –, ma una simile notizia non è suffragata dalle notizie trascritte dai suoi contemporanei: si può quindi propendere per una sua appartenenza al mondo laico.

 

Durante il 1233 il Bonatti fu a Bologna, dove avrebbe frequentato gli studi e dove ebbe una disputa con il domenicano fra Giovanni da Schio; inoltre, nella stessa città ebbe la possibilità di conoscere il politico Pietro delle Vigne, anch’egli al servizio di Federico II. Se l’ipotesi degli studi nel capoluogo emiliano corrispondesse al vero, ciò sarebbe una ulteriore conferma di una sua nascita entro il primo decennio del XIII secolo; inoltre, affinché venisse terminato il ciclo di studi, il Bonatti sarebbe risieduto a Bologna non solo durante il 1233, ma per un periodo più lungo.

 

Non è attualmente conosciuto il momento in cui iniziò la sua carriera di astronomo, ma si può ipotizzare al massimo durante il terzo decennio del secolo in cui visse e raggiunse il suo apice durante il 1248 quando, a Forlì, dopo aver interpretato alcune combinazioni di pianeti, predisse un complotto contro l’Imperatore, in quel momento a Grosseto.

 

Tuttavia, vi sono dubbi almeno sull’anno della vicenda appena riportata, poiché nel 1248 Federico II fu impegnato in una battaglia contro Parma e l’interpretazione astrologica andrebbe forse anticipata al 1233.

 

Successivamente il Bonatti si spostò presso la corte bresciana di Ezzelino da Romano, di cui assistette alla morte – avvenuta il 27 settembre 1259 – e il Guido parlò della crudeltà del signore di Padova in una propria opera astronomica.

 

Fra il 1255 e il 1257 egli fu residente a Forlì e in tale periodo contribuì attivamente a contrastare la signoria guelfa di Simone Mestaguerra, mentre nel biennio successivo è attestato in Toscana, alla corte dei Conti Guidi, con il titolo di astrologo e, prima di trasferirsi a Firenze, avrebbe partecipato alla battaglia di Montaperti.

 

Data la sicurezza di questi ultimi dati, si può ipotizzare che il Bonatti abbia risieduto alla corte di Ezzelino da Romano solo per un breve periodo, durante il quale quest’ultimo trovò la morte, a meno di non essersi recato in Lombardia anche in un momento precedente il 1255. Per il periodo toscano non vi sono certezze sull’esatto periodo di durata, che terminò tuttavia entro la fine del 1264, poiché in tale periodo fu di nuovo a Forlì, dove partecipò ad alcuni patti di pace presso il locale Senato.

 

Secondo alcuni studiosi, successivamente il Bonatti avrebbe viaggiato in Arabia, per poi risiedere a Parigi, dove avrebbe insegnato astronomia, ma non vi sono certezze a riguardo.

 

Nel 1282 egli – soprannominato ricopritore di tetti – fu sicuramente a Forlì in qualità di consigliere del Conte Guido da Montefeltro, partigiano ghibellino: la città romagnola fu attaccata dai Francesi per conto di Papa Martino IV e il da Montefeltro organizzò le proprie imprese belliche in base ai rintocchi delle campane dell’abbazia di San Mercuriale di Forlì, suonate dal Bonatti dopo aver avanzato predizioni astrologiche.

 

Infine, esistono dubbi sia sull’anno che sui motivi della sua morte, avvenuta tuttavia in età avanzata e in un momento precedente a quella di Guido da Montefeltro, deceduto fra il 1296 e il 1300.

 

Il Bonatti fu autore di dieci libri intitolati Tractatus de astronomia – ristampati più volte nel corso del tempo – e la battaglia di Valbona, combattuta nel 1276, fu l’ultima notizia inserita dall’autore: il suo decesso va quindi datato in un momento successivo la battaglia.

 

Nel primo libro, diviso almeno in tre capitoli, l’astrologia – in quel periodo unificata all’astronomia in un’unica materia – fu definita la più nobile fra le scienze matematiche, teoria tanto criticata già dai suoi contemporanei.

 

Il secondo testo, diviso anch’esso in tre parti, fu dedicato allo zodiaco e all’astronomia di posizione, sebbene con nozioni elementari già per l’epoca in cui visse l’autore, mentre nelle due successive pubblicazioni il Bonatti si soffermò sui pianeti, ma solo da un punto di vista astrologico.

 

Allo stato attuale, non è stato possibile comprendere gli argomenti trattati nei successivi Tractatus, sebbene il Bonatti si sia sicuramente soffermato anche sui mulini a vento almeno in uno di tali tomi. 

Guido Bonatti ebbe sicuramente una vita lunga, fu alla corte di vari signori feudali, per parte dei quali fece divinazioni astrologiche; fu anche autore almeno di dieci volumi, intitolati Tractatus de astronomia, tuttavia, si possono ritenere tali opere di scarso valore scientifico, essendosi occupato dell’universo in modo molto elementare, tanto da essersi procurato critiche già da parte suoi contemporanei.

 

  

Riferimenti bibliografici:

 

B. Boncompagni, Della vita e delle opere di Guido Bonatti, astrologo ed astronomo del secolo decimoterzo, Roma 1851.

F. Gabici, F. Toscano, Scienziati di Romagna, Milano 2006.

G. Rossi, Storie ravennati, Ravenna 1996.

W. Warren Vernon, The contrasts in Dante, Manchester 1906. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]