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N. 28 - Aprile 2010 (LIX)

I GUERRIERI DI DIO
La lunga strage nella Repubblica del CONGO

di Laura Novak

 

La notizia è rimasta poche ore sulle testate dei giornali.

Nel mese di dicembre nella Repubblica Democratica del Congo, l’esercito ribelle Lord Resistance Army (LRA) avrebbe trucidato circa 300 persone, sequestrandone altre 150.
Eppure poche righe, qualche notizia data dalle agenzie stampa, e queste vittime di nuovo tornano nel buio della disinformazione.

La Repubblica democratica del Congo, stato dell’Africa centro occidentale, dopo anni di dominazione belga, ottiene l’indipendenza solo nel 1960, vede nascere la prima crisi del governo sotto la guida dello statista Mobutu, ex colonnello messosi in luce negli anni dell’indipendenza e della ristrutturazione democratica del paese, durante il quale assume il nome di Zaire.


La Repubblica democratica, da non confondere con la limitrofe Repubblica del Congo, ex colonia francese, inizia quindi il suo calvario di libertà, quando Mobutu, appena subentrato al potere nel 1965, mostra il suo lato autoritario con pugno fermo e deciso, imponendo una tirannia anacronistica, fondata sulla rivisitazione di modi e abitudini tribali del popolo.


La dittatura, guidata da un militare, auto-elettosi Maresciallo- Presidente, viene indebolita solo in concomitanza con una profonda crisi interna ed al susseguirsi di manifestazioni studentesche: agli inizi degli anni ’90, Mobutu si vede costretto ad accettare la necessità di essere affiancato da un Parlamento democratico.


Il momento di evidente debolezza di Mobutu non rimane senza conseguenze.


Con la seconda metà degli anni ’90 si scatenano le prime guerre civili, spinte da numerosi colpi di stato militari.


I presidenti si susseguono, creando una vera e propria dinastia al potere, i Kabila.
Dopo il colpo di stati del 1997 del generale Laurent-Désiré Kabila, la situazione precipita al momento della sua morte.
Il figlio Joseph, succedutogli nel 2001, inizia un percorso di investitura popolare, indicendo nel 2006 le prime elezioni multipartitiche dopo 45 anni.
Le elezioni protrattasi per 6 mesi, si concludono ad ottobre del 2006, con la vittoria di Joseph Kabila.
Dopo qualche anno, ne 2008, l’osservatorio per i diritti dell’uomo, denuncerà la violenza del governo legittimamente eletto con elezioni truccate: circa 500 sono infatti gli oppositori politici del 2006 “soppressi”.

Ad oggi la situazione della Repubblica democratica del Congo è quanto mai complicata.
Dopo alcuni anni di stabilità, nel 2008 riesplodono i disordine tra esercito regolare e le milizie del CNDP (Congrès National pour la Défense du Peuple), provocando 250.000 sfollati in svariate zone del paese.


Ma sono soprattutto i cani sciolti del gruppo armato clandestino LRA - Esercito di Resistenza del Signore, organizzazione di guerriglieri ugandesi, a provocare le peggiori carneficine della storia recente del paese.


Il gruppo, nato alla fine del 1980 su matrice cristiana cattolica, opera principalmente nel Sudan e nell’Uganda.


Il gruppo, guidato da un sedicente santone proclamatosi portavoce divino, Joseph Kony, ha come obiettivo quello di creare uno stato fondato teocratico, fondato sulle uniche leggi valide, quelle di Dio, i Dieci Comandamenti.
La corte penale Internazionale ha dichiarato fuori legge il gruppo, soprattutto alla luce dei numerosi crimini contro l’umanità, attuati senza pietà su individui di ogni genere sessuale, età o etnia.

Nonostante lo sforzo collettivo tra esercito regolare del Congo con l’esercito regolare ugandese, i ribelli della LRA spingono fino in fondo la loro necessità di sangue, uccidendo, rapendo, stuprando e torturando tutti coloro decisi a non cedere al loro delirante piano.


Si stimano, negli ultimi dieci anni almeno 100.000 sfollati, scampati e rifugiati che tentano di scappare dalla furia del LRA.


La tragedia del dicembre del 2009, alla luce non solo della situazione politica, ma soprattutto della situazione economica del Congo, un massacro annunciato.
Il Congo, nascosto dai radar dell’informazione europea , è una vera e propria perla economica, soffocata da anni e anni di instabilità politica e sfruttamento cieco e barbaro.


Le sue numerose e splendide miniere di diamanti non riescono da anni ad essere sfruttate dal potere locale, ma solo da silenziose potenze straniere.
Il tasso di crescita del paese è da anni ormai in negativo, creando una profonda voragine ad un’economia già pesantemente provata da anni di guerra e dispersione economica.


La popolazione, lontana dai centri urbani, divisa ancora in tribù, non conosce alfabetizzazione né abitudini o usi comuni.


La mortalità infantile è alle stelle, senza considerare la condizione dei fanciulli e delle donne, in villaggi lontani dagli occhi del mondo.


E sono proprio quei villaggi ad essere l’atroce ma perfetto palcoscenico per inaudite violenze, ad opera dell’LRA.


La Chiesa Cattolica, da anni presente sul luogo in svariate missioni umanitarie, continua ad essere, occhi e voce di una condizione ormai allo stremo.


Monsignori, vescovi del luogo e missionari continuano da anni a farsi portavoce di una battaglia personale, perché il LRA sia riconosciuta dal mondo dell’informazione e dagli organi giudiziari predisposti, un gruppo terroristico a tutti gli effetti, e per questo, combattuto con tutte le possibilità.


L’insicurezza e l’anarchia in cui regna il paese, rende impossibile lavorare senza costanti minacce e ostruzionismo, abbandonando vite umane alla miseria e alla sicura morte.
Mi permetto di aggiungere che non possono essere solo l’insicurezza o l’anarchia a consegnare un paese intero nella mani di dittatori militari o di gruppi integralisti religiosi.
Mi permetto di aggiungere che forse è il nostro silenzio a consegnarlo nelle mani insanguinate di assassini senza scrupoli e senza Dio.


 

 

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