N. 2 - Febbraio 2008
(XXXIII)
GUERRA
DI COREA: 1950-2007
Gli effetti
di un odio che si trascina fino a OGGI
di Fabio Disint
Origini della guerra
L'alleanza anglo-giapponese spianò dal 1902 la via alle
aspirazioni giapponesi sulla penisola coreana, che nel
corso della guerra russo-giapponese del 1904-1905 venne
definitivamente inglobata nella sfera d'influenza del
Giappone e servì come base per le operazioni contro i
russi in Manciuria.
I
trattati nippo- coreani del 1905 e del 1907 fecero della
Corea un protettorato giapponese. Nell'agosto del 1910
l'ultimo sovrano coreano, Sunjong, fu costretto ad
abdicare e la Corea venne annessa al Giappone e
amministrata da un Governatorato generale, formato da
militari nominati dall'imperatore. Venne eliminata la
libertà di stampa e di parola e si diede inizio a un
sistematico programma di snazionalizzazione culturale
del paese e di imposizione forzosa della lingua e della
cultura giapponesi. Nella prima guerra mondiale le
risorse umane e materiali coreane vennero inserite nella
macchina produttiva giapponese con consistenti
trasferimenti di lavoratori coreani in Giappone dove
erano privi dei loro principali diritti civili e con
remunerazioni inferiori a quelle giapponesi. Con la
seconda guerra mondiale la situazione sociale si
inasprì, nonostante il rapido procedere
dell'industrializzazione.
Durante il secondo conflitto mondiale si sviluppò un
movimento clandestino di resistenza partigiana, specie
in Manciuria e nel nord montagnoso del paese, da cui
uscirono figure di rilievo come Kim Il-sung.
L'occupazione giapponese ebbe termine il 15 agosto 1945,
ma nei mesi successivi il paese fu occupato dalle truppe
dell'Unione sovietica al nord e da quelle Usa lungo una
linea corrispondente, grosso modo, al 38° parallelo.
Le
truppe di occupazione sovietiche e americane erano state
ritirate (rispettivamente nel dicembre 1948 e nel giugno
1949) e aiuti, anche militari, erano stati accordati
dalle due superpotenze rispettivamente alla Corea del
nord e del sud. L'impossibilità di trovare un
compromesso che permettesse la riunificazione della
Corea aveva esasperato tra il 1949 e il 1950 le tensioni
interne, spingendo il paese verso la guerra civile.
Lo
scoppio del conflitto
Probabilmente sull'onda di rivendicazioni nazionali Kim
Il-sung ordinò all'esercito nordcoreano di invadere il
sud nel giugno 1950. Le truppe del sud convinsero gli
Stati uniti a intervenire militarmente, appoggiando il
governo di Syngman Rhee per motivi di opportunità
internazionale e per motivi legati alla ritirata cui
furono costretti i soldati sudcoreani.
L'intervento di Washington fu approvato dalle Nazioni
unite che con le risoluzioni del 27 giugno e del 7
luglio 1950 autorizzarono gli stati membri a intervenire
militarmente per ristabilire la pace. La decisione fu
presa grazie all'assenza temporanea dal Consiglio di
sicurezza dell'Unione sovietica con cui Mosca intendeva
protestare per il rifiuto occidentale di attribuire il
seggio permanente spettante alla Cina alla Repubblica
popolare cinese invece che a Taiwan.
Mentre
gli stati filo-statunitensi appoggiarono la decisione di
Washington e inviarono truppe, quelli del blocco
socialista si schierarono con il nord, pur senza inviare
truppe, accusando il regime del sud di aver iniziato le
ostilità. Nell'agosto 1950 l'esercito nordcoreano
controllava la maggior parte del sud, tranne una
ristretta zona intorno al porto di Pusan. Ma a settembre
MacArthur, comandante della coalizione militare a
sostegno della Corea del Sud, riuscì a ribaltare la
situazione, facendo sbarcare i marines a Inchön, alle
spalle della linea nemica. Il successo di Inchön parve
decisivo e, qualche giorno dopo, gli Usa decisero di
riunificare la penisola con la forza, sia pur con
qualche cautela per evitare l'intervento cinese.
Il 7
ottobre l'Assemblea generale dell'Onu autorizzò le
truppe a superare il confine tra le due Coree al 38°
parallelo. Nel giugno-luglio del 1951 lo stallo della
situazione militare favorì l'apertura di negoziati a
Panmujon grazie all’intervento dell’Unione Sovietica
presso il Consiglio di sicurezza dell’ONU per promuovere
l’avvio di negoziati e il cessate il fuoco; le
trattative, iniziate il 10 luglio 1951, proseguirono per
due anni e portarono alla firma di un armistizio a
Panmunjon il 27 luglio del 1953.
La
guerra era costata 1.027.409 morti ma i costi economici
furono estremamente più alti, infatti venne distrutto il
43% delle strutture industriali del paese e il 33% delle
abitazioni.
Sviluppi attuali
Il vero accordo di pace tra i due paesi
della penisola è datato ottobre 2007; un primo passo per
la pace e la stabilizzazione della penisola. In questo
accordo, i due leader politici hanno siglato un accordo
di pace, che di fatto sancisce la fine della guerra tra
i due Paesi. L'accordo, raggiunto al termine di un
vertice fra il leader del Nord, Kim Jong Il, e il
presidente del Sud, Roh Moo-hyun prevede la creazione di
una zona di pace lungo la costa occidentale della
penisola. Il documento è stato pensato come una sorta di
dichiarazione di pace, un trattato che sostituisca
l'armistizio che nel 1953 pose termine alla guerra di
Corea.
L'accordo del 4 ottobre è stato preceduto
dall'annuncio della decisione secondo la quale la Corea
del Nord ha accettato di smantellare entro il 31
dicembre 2007 le sue installazioni nucleari.
I due primi ministri coreani hanno deciso
di dare vita a una "Zona speciale" che è stata
individuata nel Nord del paese, nella provincia di
Hwanghae e precisamente ad Haeju, importante porto
commerciale e peschereccio sul Mar Giallo (a 130
chilometri dalla capitale Pyongyang) con cantieri
navali, industrie chimiche e siderurgiche. L'esperimento
di pace partirà, appunto, da questa regione che vanta
anche una zona turistica di grande rilievo, quello della
montagna Suyangsan, dove si trova un fortino con statue
e che il potere di Pyongyang ha deciso di abbellire con
slogan monumentali in onore del leader Kim Il Song. La
"Zona" diverrà il simbolo di una nuova politica
commerciale che le due Coree hanno deciso di attuare
dopo il vertice di ottobre.
Come primo passo in direzione di nuove
scelte diplomatiche, il comunicato uscito dal vertice
proclama appunto l'intento di creare una "Zona speciale
di pace" a occidente della penisola: in proposito si
svolgeranno dal mese prossimo colloqui fra i rispettivi
ministeri della Difesa.
E tra le misure per promuovere la
collaborazione e le prospettive di unificazione fra Nord
e Sud è prevista anche l'istituzione di uno stabile
servizio di trasporto merci su rotaia, lungo la linea
transfrontaliera riaperta il 17 maggio scorso con un
evento mediatico di grande impatto emotivo. È questo,
quindi, il punto focale del protocollo che, redatto in
otto articoli, preconizza una definitiva definizione
dell'assetto postbellico tramite un futuro vertice con
gli USA e la Cina, che furono gli altri due protagonisti
del conflitto. Tra gli altri punti principali del
comunicato congiunto uscito dal vertice vi è il
preannuncio di un ulteriore incontro fra i rispettivi
premier.
Per ora il documento è stato pensato come
una sorta di dichiarazione di pace che prefigura la
firma di un trattato che sostituisca quell'armistizio
che nel 1953 pose termine alla guerra di Corea. Sul
piano dello sviluppo delle infrastrutture è previsto un
cantiere navale congiunto, da costruire presso la città
nordcoreana di Nampo che si dovrebbe affiancare alle
iniziative di collaborazione rappresentate dalle due
"zone speciali" già esistenti da cinque anni: quella
industriale di Kaesong (è una città vicina al confine
con il Sud e che 800 anni fa era la capitale della
dinastia Koryo) e quella turistica del monte Geumgang.
Istituita da cinque anni nella Corea del
Nord presso la frontiera con il Sud, la zona economica
ha conosciuto un rapido sviluppo che si intende
ulteriormente promuovere ed estendere nei prossimi anni.
Attualmente a Kaesong 16.000 operai del Nord lavorano
per 26 industrie sudcoreane, in un modello pilota che ha
cominciato a suscitare l'interesse anche di alcune
grosse imprese americane. |