[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

169 / GENNAIO 2022 (CC)


medievale

LA GUERRA DEI CENTO ANNI

IL "LUNGHISSIMO" AUTUNNO DEL MEDIOEVO

di Francesco Giannetti

 

Tra Trecento e Quattrocento, il volto politico dell’Europa si trasforma e giungono a compimento i processi di formazione delle grandi monarchie nazionali di Francia, Inghilterra e Spagna. Questo processo è nel caso della Francia e dell’Inghilterra, fortemente stimolato dalla guerra dei Cento Anni che tra il 1337 e il 1453 vede fronteggiarsi i due stati in un conflitto in cui si definiscono le loro identità politiche e le loro dimensioni territoriali. A combattersi sono due eserciti molto diversi: quello francese, ancora formato dalla cavalleria pesante feudale, quello inglese formato soprattutto da truppe scelte di fanti e arcieri, volontari e mercenari, di estrazione contadina.

 

Nella prima fase della guerra gli inglesi godettero di una schiacciante superiorità, che lasciò l’Inghilterra, nel 1360, in possesso di larghe porzioni del territorio francese. La guerra proseguì stancamente per decenni, mentre i due Paesi erano agitati da ribellioni e lotte intestine. Nel 1415 il conflitto tra Francia e Inghilterra entrò nella sua fase più acuta, con la pesantissima sconfitta dei francesi ad Azincourt.

 

Il regno francese si divise in due parti, una sotto il controllo inglese, l’altra ancora in possesso della dinastia francese. Da lì partì la riscossa francese a opera di Giovanna d’Arco, che sconfisse gli inglesi e incoronò re Carlo VII. Nonostante il rogo di Giovanna a opera degli inglesi, il risveglio di un sentimento di identità nazionale fu così forte da portare alla liberazione dell’intera Francia.

 

Il conflitto terminò nel 1453 e vide la nascita di due Stati (Francia e Inghilterra) ormai definitivamente separati. Subito dopo, l’Inghilterra fu dilaniata da una terribile guerra civile tra due fazioni nobiliari, la guerra delle Due Rose, durata trent’anni e terminata nel 1485 con l’avvento al trono della dinastia Tudor.

 

Durante la guerra dei Cent’anni sei generazioni di francesi e inglesi non hanno conosciuto altro che la guerra. Si trattò di una guerra devastante, in particolare sul territorio francese, percorso dagli eserciti e teatro di tutte le battaglie, a differenza di quello inglese, dove i francesi non riuscirono a sbarcare. Alla guerra medievale, in cui i soldati si limitavano a battersi sul campo di battagli, si sostituì una guerra di devastazioni e saccheggio del territorio e di massacri sistematici della popolazione. Alla base di questo fenomeno c’era il fatto che la guerra aveva smesso di guardare solo il ceto feudale ad essa destinato, ed era diventata guerra di tutto il popolo, mentre i cavalieri si trasformavano sempre più in predoni.

 

Il potere dei nuovi Stati monarchici aveva origine nel declino dei due poteri dominanti dell’alto Medioevo, il papato e l’impero. La forma monarchica emergente ebbe dapprima bisogno, per legittimarsi, di derivare il suo potere direttamente da Dio, alla pari di quella papale e imperiale. Poi, la forma monarchica si rafforzò puntando, più che sulla sacralizzazione del potere, sulla legittimazione data dalla legge.

 

I modelli statali di Inghilterra e Francia furono diversi. L’Inghilterra conobbe forme precoci di amministrazione centralizzata, mentre il potere del sovrano fu limitato dalla Magna Charta Libertatum, strappata al re dalla nobiltà nel 1215, che concedeva libertà e diritti ai due ordini maggiori, clero e nobiltà, e ai ceti mercantili urbani. Nacque così la Camera dei Lords, affiancata nel XIV secolo dalla Camera dei Comuni.

 

In Francia, il processo di creazione di una amministrazione centralizzata fu più lento, ma non conobbe forme di limitazione del potere sovrano pari a quello degli inglesi. In ambedue gli Stati però, la guerra dei Cent’anni consolidò e perfezionò il processo di costruzione statale, sviluppando quegli apparati politici, giuridici e amministrativi che costituiscono i fondamenti della macchina statale: un esercito permanente, un apparato amministrativo e tributario centralizzato, una lingua nazionale.

 

Anche in Spagna la costruzione della nazione fu legata a una guerra: la Reconquista cristiana dei territori spagnoli sottoposti fin dall’ VIII secolo alla denominazione musulmana, una dominazione che aveva avuto momenti di grande slancio culturale e aveva visto la coesistenza di tre religioni, islam, cristianesimo ed ebraismo.

 

La Reconquista fu un processo secolare, compiutosi solo nel 1492, con la conquista del regno musulmano di Granada, che segnò profondamente l’identità spagnola. Nel Tre-Quattrocento, il territorio spagnolo era diviso in quattro Stati cristiani differenti, Castiglia, Aragona, Navarra e Portogallo. Nel 1469, il matrimonio fra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia e Aragona, che tuttavia si realizzò mantenendo strutture statali separate. Il processo di costruzione della monarchia fu segnato dalla spinta verso l’uniformità religiosa che nei confronti degli ebrei, radicati da secoli in Spagna, portò all’imposizione della conversione e quando questa fallì nel 1492, l’espulsione.

 

L’impero tedesco nel corso di questi secoli presenta una storia diversa da quella delle monarchie europee: non centralizzazione, ma indebolimento e frammentazione. Momento importante di questo processo è la sanzione, con la Bolla d’Oro del 1356, dell’elettività dell’imperatore, affidata a sette grandi elettori, quatto principi laici e tre ecclesiastici. Nel corso del Trecento l’asse dell’Impero si spostò verso est, e Praga ne divenne la capitale. La debolezza dell’Impero permise anche ad alcuni cantoni alpini di conquistare l’indipendenza, dando vita alla Confederazione svizzera.

 

Alla fine del Trecento, nello scontro con i cavalieri dell’Ordine teutonico, si consolidò il Regno di Polonia, anche se gli ampli poteri detenuti dalla nobiltà vi impedirono lo sviluppo di forme monarchiche centralizzate. Sottraendosi al dominio mongolo, anche il Principato di Mosca si affermò come Stato autonomo, sotto la guida di imperatori detti zar, dotati di un potere assoluto e appoggiati dalla Chiesa ortodossa.

 

All’inizio del Trecento il papato trasferì la propria sede ad Avignone, dove sarebbe rimasta sino al 1377. Gli anni del papato avignonese sono caratterizzati dalla sua sottomissione alla Francia (fra l’altro, tutti i papi di questo periodo sono francesi), ma anche dall’inizio di un processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo della Chiesa simile a quello delle grandi monarchie. Quando il papa Urbano VI spostò nuovamente la sede papale a Roma, ma la Chiesa fu dilaniata dal Grande Scisma: due papi e due corti, a Roma e ad Avignone, si

 

fronteggiarono sino al 1417, quando con il Concilio di Costanza il papa tornò ad essere uno solo, e Roma l’unica sede papale. In questi anni si sviluppa nelle Chiesa il movimento conciliarista, che sostiene che il potere nella Chiesa deve essere esercitato non dal papa, ma dal concilio. A queste dottrine si ricollega il pensiero in Inghilterra di John Wycliffe, che dà vita al movimento dei lollardi, e in Boemia quello di Jan Hus, mandato sul rogo come eretico nel 1415. Alla metà del Quattrocento, il movimento conciliarista era ormai sconfitto, e la strada era aperta verso il rafforzamento di una monarchia papale.

Nel XIV secolo si sviluppò, nella penisola anatolica, a spese dell’Impero bizantino, lo Stato turco. Alla fine del Trecento i turchi ottomani, dopo aver conquistato i regni di Serbia e di Bulgaria, minacciavano direttamente Costantinopoli, l’ultimo residuo dell’Impero bizantino, ridotta ormai a poche decine di migliaia di abitanti. L’attacco mongolo agli Ottomani salvò temporaneamente Costantinopoli, che finì tuttavia per cadere nel 1453 nelle mani dei Turchi, che ne fecero la loro capitale, ribattezzandola Istanbul. L’impressione sulla Cristianità fu enorme. L’espansione ottomana non si fermò e ben presto tutti i Balcani passarono sotto il dominio ottomano.

 

 

Riferimenti Bibliografici:

 

Contamine P., La guerra dei cent’anni, Il Mulino, Bologna 2013.

De Levis Mirepoix A., La guerra dei cent’anni. La nascita dell’Europa moderna da Edoardo III a Giovanna d’Arco, Res Gestae, 2015.               

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]