medievale
LA GUERRA DEI CENTO ANNI
IL "LUNGHISSIMO" AUTUNNO DEL MEDIOEVO
di Francesco Giannetti
Tra Trecento e Quattrocento, il volto
politico dell’Europa si trasforma e
giungono a compimento i processi di
formazione delle grandi monarchie
nazionali di Francia, Inghilterra e
Spagna. Questo processo è nel caso della
Francia e dell’Inghilterra, fortemente
stimolato dalla guerra dei Cento Anni
che tra il 1337 e il 1453 vede
fronteggiarsi i due stati in un
conflitto in cui si definiscono le loro
identità politiche e le loro dimensioni
territoriali. A combattersi sono due
eserciti molto diversi: quello francese,
ancora formato dalla cavalleria pesante
feudale, quello inglese formato
soprattutto da truppe scelte di fanti e
arcieri, volontari e mercenari, di
estrazione contadina.
Nella prima fase della guerra gli
inglesi godettero di una schiacciante
superiorità, che lasciò l’Inghilterra,
nel 1360, in possesso di larghe porzioni
del territorio francese. La guerra
proseguì stancamente per decenni, mentre
i due Paesi erano agitati da ribellioni
e lotte intestine. Nel 1415 il conflitto
tra Francia e Inghilterra entrò nella
sua fase più acuta, con la pesantissima
sconfitta dei francesi ad Azincourt.
Il regno francese si divise in due
parti, una sotto il controllo inglese,
l’altra ancora in possesso della
dinastia francese. Da lì partì la
riscossa francese a opera di Giovanna
d’Arco, che sconfisse gli inglesi e
incoronò re Carlo VII. Nonostante il
rogo di Giovanna a opera degli inglesi,
il risveglio di un sentimento di
identità nazionale fu così forte da
portare alla liberazione dell’intera
Francia.
Il conflitto terminò nel 1453 e vide la
nascita di due Stati (Francia e
Inghilterra) ormai definitivamente
separati. Subito dopo, l’Inghilterra fu
dilaniata da una terribile guerra civile
tra due fazioni nobiliari, la guerra
delle Due Rose, durata trent’anni e
terminata nel 1485 con l’avvento al
trono della dinastia Tudor.
Durante la guerra dei Cent’anni sei
generazioni di francesi e inglesi non
hanno conosciuto altro che la guerra. Si
trattò di una guerra devastante, in
particolare sul territorio francese,
percorso dagli eserciti e teatro di
tutte le battaglie, a differenza di
quello inglese, dove i francesi non
riuscirono a sbarcare. Alla guerra
medievale, in cui i soldati si
limitavano a battersi sul campo di
battagli, si sostituì una guerra di
devastazioni e saccheggio del territorio
e di massacri sistematici della
popolazione. Alla base di questo
fenomeno c’era il fatto che la guerra
aveva smesso di guardare solo il ceto
feudale ad essa destinato, ed era
diventata guerra di tutto il popolo,
mentre i cavalieri si trasformavano
sempre più in predoni.
Il potere dei nuovi Stati monarchici
aveva origine nel declino dei due poteri
dominanti dell’alto Medioevo, il papato
e l’impero. La forma monarchica
emergente ebbe dapprima bisogno, per
legittimarsi, di derivare il suo potere
direttamente da Dio, alla pari di quella
papale e imperiale. Poi, la forma
monarchica si rafforzò puntando, più che
sulla sacralizzazione del potere, sulla
legittimazione data dalla legge.
I modelli statali di Inghilterra e
Francia furono diversi. L’Inghilterra
conobbe forme precoci di amministrazione
centralizzata, mentre il potere del
sovrano fu limitato dalla Magna Charta
Libertatum, strappata al re dalla
nobiltà nel 1215, che concedeva libertà
e diritti ai due ordini maggiori, clero
e nobiltà, e ai ceti mercantili urbani.
Nacque così la Camera dei Lords,
affiancata nel XIV secolo dalla Camera
dei Comuni.
In Francia, il processo di creazione di
una amministrazione centralizzata fu più
lento, ma non conobbe forme di
limitazione del potere sovrano pari a
quello degli inglesi. In ambedue gli
Stati però, la guerra dei Cent’anni
consolidò e perfezionò il processo di
costruzione statale, sviluppando quegli
apparati politici, giuridici e
amministrativi che costituiscono i
fondamenti della macchina statale: un
esercito permanente, un apparato
amministrativo e tributario
centralizzato, una lingua nazionale.
Anche in Spagna la costruzione della
nazione fu legata a una guerra: la
Reconquista cristiana dei territori
spagnoli sottoposti fin dall’ VIII
secolo alla denominazione musulmana, una
dominazione che aveva avuto momenti di
grande slancio culturale e aveva visto
la coesistenza di tre religioni, islam,
cristianesimo ed ebraismo.
La Reconquista fu un processo secolare,
compiutosi solo nel 1492, con la
conquista del regno musulmano di
Granada, che segnò profondamente
l’identità spagnola. Nel
Tre-Quattrocento, il territorio spagnolo
era diviso in quattro Stati cristiani
differenti, Castiglia, Aragona, Navarra
e Portogallo. Nel 1469, il matrimonio
fra Ferdinando d’Aragona e Isabella di
Castiglia e Aragona, che tuttavia si
realizzò mantenendo strutture statali
separate. Il processo di costruzione
della monarchia fu segnato dalla spinta
verso l’uniformità religiosa che nei
confronti degli ebrei, radicati da
secoli in Spagna, portò all’imposizione
della conversione e quando questa fallì
nel 1492, l’espulsione.
L’impero tedesco nel corso di questi
secoli presenta una storia diversa da
quella delle monarchie europee: non
centralizzazione, ma indebolimento e
frammentazione. Momento importante di
questo processo è la sanzione, con la
Bolla d’Oro del 1356, dell’elettività
dell’imperatore, affidata a sette grandi
elettori, quatto principi laici e tre
ecclesiastici. Nel corso del Trecento
l’asse dell’Impero si spostò verso est,
e Praga ne divenne la capitale. La
debolezza dell’Impero permise anche ad
alcuni cantoni alpini di conquistare
l’indipendenza, dando vita alla
Confederazione svizzera.
Alla fine del Trecento, nello scontro
con i cavalieri dell’Ordine teutonico,
si consolidò il Regno di Polonia, anche
se gli ampli poteri detenuti dalla
nobiltà vi impedirono lo sviluppo di
forme monarchiche centralizzate.
Sottraendosi al dominio mongolo, anche
il Principato di Mosca si affermò come
Stato autonomo, sotto la guida di
imperatori detti zar, dotati di un
potere assoluto e appoggiati dalla
Chiesa ortodossa.
All’inizio del Trecento il papato
trasferì la propria sede ad Avignone,
dove sarebbe rimasta sino al 1377. Gli
anni del papato avignonese sono
caratterizzati dalla sua sottomissione
alla Francia (fra l’altro, tutti i papi
di questo periodo sono francesi), ma
anche dall’inizio di un processo di
riorganizzazione dell’apparato
amministrativo della Chiesa simile a
quello delle grandi monarchie. Quando il
papa Urbano VI spostò nuovamente la sede
papale a Roma, ma la Chiesa fu dilaniata
dal Grande Scisma: due papi e due corti,
a Roma e ad Avignone, si
fronteggiarono sino al 1417, quando con
il Concilio di Costanza il papa tornò ad
essere uno solo, e Roma l’unica sede
papale. In questi anni si sviluppa nelle
Chiesa il movimento conciliarista, che
sostiene che il potere nella Chiesa deve
essere esercitato non dal papa, ma dal
concilio. A queste dottrine si ricollega
il pensiero in Inghilterra di John
Wycliffe, che dà vita al movimento dei
lollardi, e in Boemia quello di Jan Hus,
mandato sul rogo come eretico nel 1415.
Alla metà del Quattrocento, il movimento
conciliarista era ormai sconfitto, e la
strada era aperta verso il rafforzamento
di una monarchia papale.
Nel XIV secolo si sviluppò, nella
penisola anatolica, a spese dell’Impero
bizantino, lo Stato turco. Alla fine del
Trecento i turchi ottomani, dopo aver
conquistato i regni di Serbia e di
Bulgaria, minacciavano direttamente
Costantinopoli, l’ultimo residuo
dell’Impero bizantino, ridotta ormai a
poche decine di migliaia di abitanti.
L’attacco mongolo agli Ottomani salvò
temporaneamente Costantinopoli, che finì
tuttavia per cadere nel 1453 nelle mani
dei Turchi, che ne fecero la loro
capitale, ribattezzandola Istanbul.
L’impressione sulla Cristianità fu
enorme. L’espansione ottomana non si
fermò e ben presto tutti i Balcani
passarono sotto il dominio ottomano.
Riferimenti Bibliografici:
Contamine P., La guerra dei cent’anni,
Il Mulino, Bologna 2013.
De Levis Mirepoix A., La guerra dei
cent’anni. La nascita dell’Europa
moderna da Edoardo III a Giovanna d’Arco,
Res Gestae, 2015.
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