N. 88 - Aprile 2015
(CXIX)
gubbio
Storia, spiritualità e natura sulle pendici del monte Ingino
di Fabio Peloni
Questa
splendida
cittadina
umbra,
possiede
un
fascino
ed
una
storia
antichi,
le
cui
origini
risalgono
a
prima
del
consolidamento
del
potere
di
Roma.
Passata
attraverso
il
tumultuoso
periodo
delle
invasioni
barbariche,
dei
Goti
prima
e
dei
Longobardi
poi,
arriva
a
raggiungere
il
suo
massimo
splendore
in
tardo
medioevo,
periodo
in
cui
si
sviluppano
molti
dei
meravigliosi
monumenti
visitabili
ancora
oggi.
La
storia
della
città
è
strettamente
legata
a
quella
del
Santo
di
Assisi,
qui
infatti
avvenne
l’incontro
narrato
nel
XXI
capitolo
dei
Fioretti
tra
San
Francesco
ed
il
lupo,
inserendo
Gubbio
tra
i
luoghi
cardine
della
spiritualità
francescana.
Appena
fuori
dalle
mura
romane
e
ideale
come
prima
tappa
storica
nel
corso
della
visita
è il
teatro
romano.
La
costruzione
risale
al I
secolo
a.C.
e
conserva
bene
una
serie
di
arcate
inferiori
e
parte
di
quelle
superiori.
Il
teatro
è
circondato
da
un’ampia
zona
verde
che
ne
valorizza
l’architettura
e la
visione
d’insieme.
Proseguendo
verso
l’interno
della
città,
si
incontra
la
monumentale
chiesa
di
San
Francesco,
costruita
nella
parte
bassa
del
borgo,
nella
seconda
metà
del
XIII
presso
il
fondaco
della
famiglia
Spadalonga,
che
avrebbe
San
Francesco
dopo
l’abbandono
della
casa
paterna.
Il
consiglio
da
qui,
è di
proseguire
diritti
verso
il
Palazzo
dei
Consoli,
per
gustarne
le
meravigliose
fattezze
e la
splendida
vista
che
si
gode
nella
piazza
antistante.
Le
viste
e
gli
squarci
di
orizzonte
che
si
godono
nel
resto
della
città,
si
schiudono
in
angoli
strategici,
ma
qui
il
panorama
si
impone
e si
offre
immenso
nello
spazio
pacifico
della
piazza.
Il
palazzo,
costruito
su
una
pianta
rettangolare,
presenta
un’architettura
complessa
quanto
affascinante.
La
facciata,
ha
nella
parte
superiore
sei
finestre
con
arco
a
tutto
centro
a
coppie
di
due,
divise
da
lesene,
mentre
la
merlatura
è
sostenuta
da
archetti
ogivali.
La
parte
inferiore
presenta
due
bifore
che
fanno
da
cornice
al
portale
in
stile
gotico,
preceduto
da
una
splendida
scalinata
a
ventaglio.
Il
palazzo
è
sede
del
museo
civico
e
della
pinacoteca
comunale.
Racchiude
al
suo
interno
inoltre
le
preziose
tavole
eugubine,
sette
tavole
bronzee
sulle
quali
è
iscritto
un
testo
in
umbro,
e
che
rappresentano
un
documento
di
inestimabile
valore
per
la
conoscenza
delle
origini
della
città.
Dalla
piazza
e
dal
Palazzo
le
vie
si
snodano
silenziose
verso
l’alto
e
verso
l’interno
del
borgo,
nel
cuore
di
Gubbio,
camminare
su e
giù
per
le
strette
strade
della
città
da
un
senso
di
fascino
e di
testimonianza
storica,
che
vi
riempirà
quando
vi
ritroverete
in
uno
degli
spazi
aperti
che
si
schiudono
ogni
tanto
lungo
la
via.
Altra
tappa
obbligata
è il
palazzo
Ducale.
Detto
anche
Corte
Nuova
esso
fronteggia
il
duomo
di
Gubbio,
e
venne
fatto
costruire
dal
duca
di
Urbino
Federico
da
Montefeltro
nel
1470,
in
stile
rinascimentale,
su
preesistenti
edifici
medioevali.
Il
palazzo
nasce
da
un
progetto
dell’architetto
senese
Francesco
di
Giorgio
Martini,
ed è
realizzato
in
due
corpi,
uno
orientato
verso
la
vallata
e
l’altro
verso
la
montagna,
uniti
tra
loro
dal
pregevole
cortile
centrale.
Dal
cortile
si
accede
all’interno
dell’edificio,
che
conserva
diversi
elementi
decorativi
originali.
Appaiono
inoltre
degni
di
nota
due
armadi
lignei
settecenteschi,
i
battenti
del
portone
intarsiati
con
stemmi
dei
Montefeltro,
e la
serie
degli
angeli
musicanti.
I
saloni
invece
sono
caratterizzati
dai
monumentali
camini,
ma
l’arredo
originale
è
purtroppo
scomparso,
come
il
prezioso
studiolo
di
Guidobaldo
da
Montefeltro,
venduto
nel
1939
al
Metropolitan
Museum
di
New
York.
Proprio
di
fronte
a
palazzo
Ducale
si
erge
la
cattedrale
di
Gubbio,
dedicata
ai
santi
Mariano
e
Giacomo.
L’aspetto
attuale
è in
stile
gotico.
La
costruzione,
fu
iniziata
verso
la
fine
del
XII
secolo
per
iniziativa
del
vescovo
Bentivoglio,
sulle
basi
del
Duomo
precedente,
costruzione
antecedente
all’anno
mille.
La
facciata
presenta
un
portale
a
sesto
acuto,
sopra
il
quale
capeggia
una
grande
finestra
contornata
da
cinque
bassorilievi
del
XIII
secolo,
rappresentati
gli
evangelisti
e
l’Agnus
Dei.
L’interno
invece
è
costituito
da
un’unica
navata
con
abside
rettangolare,
soffitto
a
capriate,
con
dieci
archi
a
sesto
acuto
che
sorreggono
il
soffitto.
Da
qui
non
perdetevi
lo
splendido
giardino
alle
spalle
di
Palazzo
Ducale,
al
quale
si
giunge
attraversando
dei
suggestivi
e
silenzioso
portici.
Dal
tranquillo
giardino
la
vista
di
aprirà
ancora
più
vasta
e
ampia
che
sulla
piazza
principale
e vi
sembrerà
di
poter
toccare
la
merlatura
del
Palazzo
dei
Consoli
semplicemente
allungando
la
mano.
Se
la
giornata
vi
invita
a
proseguire
con
il
cammino
potete
dirigervi
verso
la
basilica
di
Sant’Ubaldo,
la
quale
è
comunque
raggiungibile
tramite
funivia.
La
costruzione
del
santuario
iniziò
nel
1513,
sovvenzionata
dalla
duchesse
di
Urbino,
Elisabetta
ed
Eleonora
Gonzaga,
e da
papa
Giulio
II.
L’esterno
della
basilica
è
molto
sobrio,
un’ampia
scala
ed
un
portale
introducono
all’interno,
dove
si
offre
alla
vista
un
ampio
chiostro
in
laterizi,
con
arcate
a
volte
a
crociera,
nelle
cui
lunette
vi
sono
resti
di
affreschi
cinquecenteschi.
Cinque
porte
introducono
all’interno
della
chiesa,
di
cui
le
tre
centrali
presentano
i
portali
in
pietra
serena
scolpita
ed i
battenti
originali
in
legno
intagliato.
Lo
spazio
interno
è
suddiviso
in
cinque
navate,
dominate
da
un
altare
in
stile
neogotico
con
decorazioni
a
finto
mosaico.
Nella
parte
superiore
dell’altare
è
posizionata
l’urna
che
custodisce
il
corpo
di
Sant’Ubaldo.
Degni
di
nota
anche
i
finestroni
con
le
vetrate
istoriate
che
raccontano
gli
episodi
della
vita
del
santo.
Scendendo
dalla
basilica
si
può
prendere
il
suggestivo
percorso
lungo
le
mura
urbiche.
Da
qui
potrete
spaziare
con
la
vista
sulla
valle
e
sulle
piantagioni
di
ulivi
sottostanti.
Prendetevi
il
tempo
necessario
per
assaporare
il
paesaggio
e
non
perdervi
le
bellissime
viste
che
si
offrono
allo
sguardo.
Nel
calpestio
dei
vostri
passi
sentirete
risuonare
quelli
del
poverello
di
Assisi
che
forse
avrà
percorso
le
stesse
strade
e
sentirete
dentro
di
voi
tutto
il
valore
di
questo
borgo
pieno
di
storia.