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N. 87 - Marzo 2015 (CXVIII)

Un giorno con Yeshùa
La guarigione della suocera di Pietro nei vangeli sinottici

di Vincenzo Zaccaria

 

L'indagine del brano prova a mettere in luce in maniera essenziale le caratteristiche ed il messaggio genuino degli agiografi che emerge da un'attenta lettura e comparazione dei testi.

 

Potremmo forse essere davanti ad un episodio poco noto della vita di Yeshùa, ho preferito il nome Yeshùa a quello di Gesù per il semplice motivo che il primo è il vero nome del Cristo, tuttavia esso viene riportato nei tre vangeli sinottici, Marco, Matteo e Luca, Giovanni invece non lo ricorda.

 

E oggi gli evangelisti si potrebbero identificare come dei veri e propri giornalisti che riportano le notizie sia perché le hanno vissute direttamente sia perché si basano su fonti attendibili.

 

Matteo e Giovanni ebbero la fortuna di vivere gli eventi della vita di Cristo in prima persona, Marco riferisce grazie all'amico Pietro che quasi dettava le sue esperienze dirette e il medico Luca iniziò il suo lavoro solo dopo essersi accuratamente informato di ogni cosa, come da premessa del suo vangelo.

 

Ritornando al nostro episodio ecco quindi una tabella di come la guarigione viene ricordata.

 

Matteo 8,14-17

14 Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro,vide che la suocera di lui era a letto con lafebbre; 15 ed egli le toccò la mano e la febbre la lasciò. Ella si alzò e si mise a servirlo.

 

Marco 1,29-33

29 Appena usciti dalla sinagoga (di Cafarnao), andarono con Giacomo e Giovanni in casa di Simone e di Andrea. 30 a suocera di Simone era a letto con la febbre; ed essi subito gliene parlarono; 31 egli, avvicinatosi, la prese per la mano e la fece alzare; la febbre la lasciò ed ella si mise a servirli.

 

Luca 4,38-41

38 Poi, alzatosi e uscito dalla sinagoga, entrò in casa di Simone. Or la suocera di Simone era tormentata da una gran febbre; e lo pregarono per lei. 39 Chinatosi su di lei, egli sgridò la febbre, e la febbre la lasciò; ed ella subito si alzò e si mise a servirli.

 

Per prima cosa porremo attenzione sul luogo dove è ambientato il fatto, poi verrà fatta una breve panoramica di presentazione quindi indagheremo il brano per capire realmente cosa realmente accadde quel giorno dell'anno 27.

 

Luogo geografico

 

Ci troviamo a Capernaum di Galilea, letteralmente villaggio di Nahum, un piccolo villaggio situato sulle sponde nord-occidentali del Lago di Gennesaret. Fiorente e laborioso abitato Capernaum, definito la seconda patria di Yeshùa (Matteo 4,13 E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare), qui e nei paesi limitrofi Cristo operò tanto e non trovo né l'ostilità dei farisei né l'incredulità dei suoi concittadini nazareni che secondo Luca 4,29 lo cacciarono fuori dalla città a causa anche della scarsa considerazione della sua semplice ma onesta famiglia, riporta sempre Luca 4,22 “Non è costui il figlio di Giuseppe ?” a cui Yeshùa rispose con il famoso '' nemo propheta acceptus est in patria suariportato'' da Vulgata, la Bibbia in latino tradotta dal testo greco da Girolamo nel V secolo.

 

Qui, a Capernaum, Yeshùa dunque non trovò la presenza massiccia di farisei come in Giudea che potevano tempestivamente ed anche violentemente ostacolarlo ma incontrò gente aperta e pacifica ad accoglierlo, semplici ed operosi galilei che da oltre 400 anni attendevano un segno dal Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.

 

Ciononostante Yeshùa profetizza un triste destino per questo piccolo villaggio, peggiore addirittura di quello di Sodoma, dal momento che i suoi abitanti anche se meglio disposti ad accettarlo non si erano pienamente ravveduti benché testimoni diretti di grandi opere come infatti si leggerà in Matteo 11,24 … la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della tua/Capernaum.

 

Presentazione del fatto

 

Cerchiamo di capire in quale momento gli evangelisti scelgono di inserire l'episodio.

La presentazione del fatto in Marco la leggiamo nel primo capitolo; essa manifesta subito la potenza di Yeshùa. Il motivo è ben chiaro : produrre interesse, invogliare a continuare la lettura per poi suscitare la fede. L'evangelista racconta l'evento dopo che Yeshùa in sinagoga aveva guarito un indemoniato di sabato davanti a tutti, rilevando come la fama del Messia a seguito di questa prima guarigione si diffuse presto anche fuori dalla Galilea.

 

In Matteo l'episodio invece è raccontato dopo il lungo sermone sul monte ma sempre di sabato: "[...] Poi, venuta la sera [...] in Matteo 8,16 indica appunto nel contesto la fine del giorno di sabato e rientra nella prima serie di miracoli,quelli contro le malattie. Matteo infatti sceglie di raggruppare i miracoli di Yeshùa in tre sezioni : contro le malattie, contro il male e quelli in cui Yeshùa è fonte di vita.

 

Anche Luca ricorda l'evento di sabato, Al tramontar del sole.... precisamente si leggerà più avanti e lo inserisce nei primi momenti del ministero in Galilea, posponendolo dopo aver posto maggiore interesse rispetto agli altri evangelisti sulla nascita e sull'infanzia di Yeshùa.

 

Il brano quindi rimane un concreto esempio di come nei vangeli sinottici i fatti ancora una volta convergono :

in Marco abbiamo questa sequenza: 1. chiamata dei primi quattro discepoli 2. insegnamenti nella sinagoga di Cafarnao e guarigione di un indemoniato 3. guarigione della suocera di Simone;

in Matteo invece : 1. chiamata dei primi quattro discepoli 2. guarigioni a Cafarnao 3.  guarigione della suocera di Pietro;

in Luca: 1. insegnamenti nella sinagoga di Cafarnao e guarigione di un indemoniato 2. guarigione della suocera di Pietro 3. chiamata dei quattro discepoli.

 

Tutti e tre gli evangelisti nell'inaugurare il ministero pubblico di Yeshùa pongono di sabato l'episodio quasi a voler scuotere gli animi intaccando certezze radicate da millenni, risalenti al periodo dell'esodo dall'Egitto, Esodo 16,23 Domani è un giorno solenne di riposo: un sabato sacro al Signore ;

ormai tutto è pronto e già alcuni discepoli si sono uniti a lui, se ne andarono dietro a Lui Giacomo,Giovanni Simone ed Andrea ricorda il vangelo di Marco.

 

Il fatto

 

Marco è molto preciso nel riferire che Yeshùa insieme a Giacomo e Giovanni figli di Zebedeo appena usciti dalla sinagoga andarono a casa di Simone ed Andrea (Marco 1,29 Appena usciti dalla sinagoga di Cafarnao), andarono con Giacomo e Giovanni in casa di Simone e di Andrea).

 

Yeshùa era stato poco prima nella sinagoga di Capernaum e questo lo conferma anche Luca 4,38...uscito dalla sinagoga).

 

Accenniamo sinteticamente a cosa è la sinagoga per gli ebrei. Destinata all'adorazione del Dio di Israele, solida e povera nello stile la sinagoga era il fulcro della vita delle città ebraiche ed è molto convincente la tesi di coloro che ritengono che è il primo edificio della storia dedicato al culto dove i fedeli partecipano attivamente; infatti ogni adulto con l'autorizzazione del capo della sinagoga poteva essere invitato a leggere la Torah e la Tanakh e a commentare ed esaminare il passo con riflessioni personali ad alta voce (midrash) a cui i presenti potevano intervenire ponendo anche domande o argomentazioni. Pare fosse addirittura proibito agli ebrei vivere in una città dove non ci fossero sinagoghe.

 

Per Marco dunque Yeshùa si reca in casa di Simone ed Andrea. Per Luca in casa di Simone, entrò in casa di Simone.

 

Matteo invece qui spiega meglio su dove andarono, forse più di Luca, e riporta nella casa di Pietro. E la casa di Simon Pietro assumerà sempre più importanza per il ministero di Yeshùa in Galilea, qui insegnerà e guarirà e proprio qui giunsero sua madre e i suoi fratelli per cercare di ricondurlo a casa come si legge in Marco 3,31.

 

Interessante ricordare come alcuni scavi archeologici pare abbiano riportato alla luce i resti della casa di Pietro, una tipica casa di quel tempo a forma quadrata, molto umile e con una sola porta.

 

Perché Yeshùa andò nella casa di Pietro?

 

Di certo oramai Simone ed Andrea avevano già deciso di seguirlo (Marco 1,18), la mattinata era inoltrata ed è molto persuasivo considerare che Lo volevano invitare appena usciti dalla sinagoga (Marco 1,29) a mangiare qualcosa onorando la sacralità dell'ospitalità tipica degli ebrei del tempo; ma dopo essere stati testimoni della guarigione dell'indemoniato in sinagoga erano certi in cuor loro che Yeshùa poteva fare anche qualcosa per la suocera di Simone che era a letto con la febbre, tanto che appena entrati subito gliene parlarono ( Marco 1,30 La suocera di Simone era a letto con la febbre ed essi subito gliene parlarono;)

 

Il motivo per cui Yeshùa intercede per guarire la suocera di Pietro è dunque la febbre.

 

Oggi fortunatamente sappiamo che la febbre (in greco il termine è piuretòs da cui deriva il nostro anti-piretico) che si presenta sempre con un aumento della temperatura corporea può essere l'origine di varie cause ma le scarse conoscenze scientifiche di quei tempi giudicavano la malattia come causa di influssi satanici e da una attenta indagine notiamo come il termine nelle Scritture Greche (Nuovo Testamento) compare anche in Giovanni 4,52 nell'episodio della guarigione del figlio di un ufficiale e in Atti 28,8 nella guarigione del padre di Publio ad opera di Paolo, un riferimento adatto ad esaltare dunque la vittoria del bene sul male.

 

Marco e Matteo riportano dunque che la suocera era a letto con la febbre, Luca invece da buon medico esalta le sue conoscenze e ne sottolinea gli effetti e la pericolosità era tormentata da una gran febbre. Pare proprio che la donna dunque avesse una cosiddetta febbre da cavallo, straziata da dolori fisici, afflitta da qualcuno o qualcosa (Traduzione Nuovo Mondo molto bene chiarisce con...afflitta da febbre alta; il pastore Vianello letteralmente traduce "presa da febbre grande", la Bibbia TILC preferisce "a letto malata con la febbre alta").

 

Yeshua non se lo fa ripetere due volte (Lc 4,38 "lo pregarono per lei"),la situazione è grave ed occorre intervenire con urgenza,non importa se è sabato e nessuno avrà il coraggio di porre obiezioni che potrebbero solo far perdere tempo.

 

Leggiamo come riportano la guarigione gli evangelisti:

Marco: egli, avvicinatosi, la prese per la mano e la fece alzare; la febbre la lasciò

Matteo: egli le toccò la mano e la febbre la lasciò.

Luca: chinatosi su di lei, egli sgridò la febbre, e la febbre la lasciò;

 

In Marco e Matteo viene evidenziato il contatto fisico tra Yeshùa e l'ammalato, Yeshùa con un tocco sconfigge le malattie, è potenza e fonte di vita.

 

In Luca si esalta invece che Yeshùa mosso a compassione dalle suppliche dei presenti (lo pregarono per lei ) e certamente dai lamenti dell'ammalata sgridò la febbre; Yeshùa ha il potere di comandare la febbre, Traduzione Nuovo Mondo "rimproverò la febbre", la Bibbia Tilc invece "comandò alla febbre di lasciarla", di ordinare al maligno di andarsene.

 

Come tutte le guarigioni del Cristo anche questa è una guarigione completa e dagli effetti immediati, mai occorre terapia ovvero convalescenza a seguito di un miracolo di Yeshùa, tanto che in tutte e tre gli evangelisti viene ricordato :

Marco: la febbre la lasciò ed ella si mise a servirli.

Matteo: Ella si alzò e si mise a servirlo.

Luca: e la febbre la lasciò;

 

E Yeshùa quindi va oltre la guarigione di sabato,oltre gli usi e costumi, accettando di essere servito a tavola da una donna, mostrando un modo di pensare nuovo e più aperto; con Yeshùa le donne partecipano attivamente, sono meglio considerate e concede loro di dedicarsi a lui.

 

Molto sta cambiando e questi sono solo gli inizi.



 

 

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