attualità
GREEN PASS E LAVORO
COSA ACCADE IN UE?
di Giovanna D’Arbitrio
Il
Consiglio dei Ministri ha varato il
“Super Green pass”, per i lavoratori
pubblici e privati con un decreto che
sarà in vigore dal 15 ottobre 2021. A
quanto pare solo per disabili e persone
fragili si stabilisce che “al
fine di assicurare l’esecuzione gratuita
dei test molecolari e antigenici rapidi,
per i cittadini con disabilità o in
condizione di fragilità che non possono
effettuare la vaccinazione anti
SARS-CoV-2 a causa di patologie ostative
certificate, nonché per i soggetti
esenti dalla campagna vaccinale sulla
base di idonea certificazione medica
rilasciata secondo i criteri definiti
con Circolare del Ministro della salute,
è istituito nello stato di previsione
del Ministero della salute un Fondo per
la gratuità dei tamponi”.
A questo punto ci chiediamo come ci si
muove in Europa riguardo al Certificato
Verde sul lavoro e non solo. Benché
consapevoli che le disposizioni attuali
potrebbero cambiare, cercheremo di fare
in breve il punto della situazione,
nonostante il mare notizie su giornali
cartacei e non, per non parlare dei
continui talk show in TV, in particolare
sul tema di Green Pass e lavoro.
A quanto pare per ora l’UE non ha
stabilito norme comuni e così accade che
mentre in alcuni Stati hanno già
bloccato il Certificato Verde, come la
Spagna e Regno Unito (che
non fa parte dell’UE) in altri invece ci
si comporta in modo diverso. In
Belgio, ad esempio, esiste il “Covidsafe
Ticket” (con cui si dimostra di
essere vaccinati o guariti con test
molecolari) unicamente per gli eventi
con oltre 1.500 persone. Chi viaggia
verso il Belgio deve però presentare il
Green Pass con la doppia dose (o dose
unica in caso di J&J) fatta almeno due
settimane prima o un tampone negativo o
un certificato di avvenuta guarigione
dal Covid.
La Svezia ha annunciato
l’abolizione di gran parte delle misure
entro il 29 settembre 2021. In
Svizzera, invece, il 13 settembre
2021 è scattata l’estensione dai 16 anni
in su dell’obbligo del Green Pass nei
luoghi chiusi. Un datore di lavoro,
tuttavia, può esigere dai lavoratori il
pass, nel quadro del proprio obbligo di
tutela. Università o scuole
professionali decidono autonomamente. In
Austria il certificato è
obbligatorio per accedere a musei,
ristoranti, luoghi di cultura, hotel,
impianti sportivi e centri benessere; la
Danimarca ha un Coronapas,
che è in vigore da aprile 2021,
richiesto per entrare in ristoranti,
bar, palestre, mentre nei Paesi Bassi
non è obbligatorio un certificato per
accedere ai locali, bensì per i grandi
eventi; in Portogallo è
obbligatorio per accedere a hotel,
palestre, eventi culturali e sportivi, e
il venerdì sera e nel fine settimana
anche nei ristoranti; in Irlanda
serve per accedere a ristoranti, pub e
bar.
In Germania dal 23 agosto 2021
vige la regola delle 3 G: Geimpft,
Getestet, Genesen, ossia
vaccinato, testato o guarito, cioè
la certificazione per entrare in locali
chiusi, pubblici o privati, incluse le
discoteche. Nessun obbligo per mezzi
pubblici, treni, aerei (e luoghi di
lavoro). L’obbligo di vaccinazione è in
vigore solo nel settore sanitario per
medici, infermieri e personale
ospedaliero. In Francia il Green
Pass è più diffuso anche in campo
lavorativo e richiesto in particolare
nei luoghi chiusi ed eventi a elevata
affluenza, per il personale sanitario e
parasanitario e di altri settori,
esclusi gli insegnanti. Si rilevano
proteste in varie città.
In aumento le restrizioni in Grecia:
dopo l’estate, dal 13 settembre 2021 il
Green Pass in Grecia è obbligatorio per
attività e locali come bar e ristoranti,
luoghi chiusi, treni a lunga
percorrenza. In ambito lavorativo
pubblico e privato, chi non è vaccinato
deve fare doppio tampone settimanale a
proprie spese. Obbligo vaccinale in
vigore da settembre 2021 per il
personale delle Rsa e operatori
sanitari. Nelle repubbliche baltiche di
Estonia, Lituania e
Lettonia il Certificato serve per
mangiare nei ristoranti al chiuso,
altrimenti si è costretti a stare
all’aperto.
In
Italia i sindacati chiedono
al governo di sancire l’obbligo per
tutti di vaccinarsi contro il Covid per
evitare discriminazioni” tra lavoratori:
«Confermiamo il nostro impegno
affinché, attraverso lo strumento della
vaccinazione e la piena applicazione dei
protocolli sulla sicurezza, il nostro
Paese possa uscire definitivamente dalla
crisi pandemica che stiamo vivendo»
– Landini, Sbarra e Bombardieri hanno
scritto al Premier M. Draghi – «Le
ribadiamo il nostro assenso a un
provvedimento che, in applicazione della
nostra Carta, il governo decida di
assumere finalizzato a rendere la
vaccinazione obbligatoria quale
trattamento sanitario per tutti i
cittadini del nostro Paese».
Molte sono
le proteste dei No Vax e di tanti che
temono limitazioni al cosiddetto “Stato
di diritto”. Massimo Cacciari ad esempio
evidenzia anche la mancanza di
informazioni ampie e corrette su vaccini
e chiede che “vengano
indicati con chiarezza i criteri in base
ai quali verrà posto fine allo ‘stato di
emergenza’. La decisione non può essere
assunta ad libitum in base all’ennesimo
Dpcm. Da decenni il Parlamento perde
progressivamente di centralità e
autorevolezza”.
Insomma i problemi sollevati sono
davvero tanti e non di facile soluzione.
Tanti anche i dubbi, le incertezze, le
argomentazioni sull’origine del
Coronavirus, i timori per perdita di
libertà democratiche e così via. Eppure,
malgrado tutte le considerazioni
possibili e immaginabili, la pandemia
è una drammatica realtà che in
qualche modo va arginata in tutto il
mondo.
Tante sono le polemiche in Occidente, ma
pochi parlano di milioni di persone che
ancora contraggono il virus a causa di
varianti, in particolare nel Terzo Mondo
dove i vaccini ancora non arrivano in
quantità massicce per la mancata
abolizione dei brevetti.
Concludendo, in un mondo sempre più
globalizzato, la pandemia forse sarà
davvero sconfitta se tutti i paesi del
mondo ne usciranno vittoriosi,
altrimenti il futuro sarà davvero oscuro
se dovremo continuare a inoculare
ulteriori dosi di vaccino riservati solo
ai paesi più ricchi. E con
l’inquinamento che sta devastando il
nostro pianeta minando le nostre difese
immunitarie, quanti altri virus e
malattie dovremo affrontare e
combattere, oltre a quelle già esistenti
che la ricerca scientifica non riesce a
curare, come ad esempio il cancro, (solo
per citarne una)?
E che dire degli effetti
dell’inquinamento sul clima impazzito
che causa disastri immani?
Non si riesce davvero a capire come si
continui a insistere sulle stesse
distruttive strategie
politico-economiche, sempre alla ricerca
di risorse di vario genere da sfruttare
anche a costo di seminare guerre, fame e
malattie senza alcun rispetto per
diritti umani e civili e i cosiddetti
“beni comuni”.
Perché accanto a sfruttamento di
risorse, non si crea almeno
vivibilità in tanti paesi in cui i
popoli sono costretti a emigrare?
Concludiamo con la citazione di una
frase di Martin Luter King,
ancora più attuale in mondo globalizzato
che si trova a un bivio epocale in cui
l’Umanità dovrà scegliere tra egoismo e
solidarietà: «Dobbiamo imparare a
vivere insieme come fratelli o periremo
insieme come stolti». |