GOLAR TUNDRA
LA FRENETICA MIOPIA DI UN OBIETTIVO
GEOPOLITICO
di Francesca Zamboni
L’incontro tra uomo e natura è
spesso uno degli eventi più
straordinari che l’esistenza ci
possa offrire. Piazza Bovio a
Piombino, in provincia di Livorno, è
sicuramente uno di questi, dove la
mano dell’uomo si è posata con la
maestria e il rispetto per lasciare
lo sguardo umano libero di ammirare
le isole dell’arcipelago toscano in
tutta la loro magnificenza, magari
facendo il giro del faro in una
notte stellata.
Purtroppo da un anno a questa parte
il territorio circostante, quello
magico e onirico della terra degli
antichi Etruschi è sottoposto al
volere di politiche economiche
incarnate da un rigassificatore che
non solo sta dequalificando
ulteriormente il territorio
piombinese e delle sue zone
limitrofe, ma sta mettendo anche in
secondo piano la voce del popolo in
nome di una necessità che non guarda
in faccia la sicurezza del
cittadino, sia per quanto riguarda
l’impatto sia per quanto concerne la
salute dei residenti già altamente
vulnerabile per la pregressa
esperienza delle Acciaierie.
Un pool di esperti e la Direttiva
Seveso alla cui attenzione è stato
sottoposto il rigassificatore hanno
sottolineato le fragilità del
progetto, ma i problemi
dell’inquinamento, della
dequalificazione territoriale e
della pericolosità di un mezzo di
tale portata così vicino al paese
sono sfumati con le numerose
manifestazioni dei cittadini.
Una storia geopolitica iniziata dopo
la guerra in Ucraina accompagnata da
un forte calo delle forniture di gas
russo e terminata con una grossa
nave della Snam dall’aspetto e dal
nome inquietanti: “Golar Tundra”,
parcheggiata nel porto di Piombino,
nella banchine est, per trasformare
il gas liquido in gassoso da
trasferire alla rete nazionale.
La nave serve praticamente a
riportare allo stato gassoso il gas
liquefatto (GNL) trasportato dalle
metaniere con una capacità di
stoccaggio di circa 170.000 metri
cubi di gas naturale e
capace di rigassificare in modo
continuo 5
miliardi di metri cubi l’anno. Una
nave lunga circa 292,5 metri, larga
circa 43,4 metri e alta circa 55
metri e riverniciata da blu scuro ad
azzurro per mitigare “l’impatto
paesaggistico del mezzo navale” come
se un colore potesse ammortizzare un
problema ambientalistico.
La necessità di posizionare un
rigassificatore e soprattutto le
modalità sono passate in primo piano
rispetto alla sicurezza dei
cittadini e delle loro richieste.
L’esigenza di svincolarsi dal
partner russo ha fatto sì che la
vicenda tenesse in considerazione la
questione solo da un punto di vista
meramente geopolitico.
In Italia le importazioni del gas
sono cambiate: gli
accordi presi dal precedente governo
Draghi e da quello attuale di
Giorgia Meloni hanno visto continue
diminuzioni dei flussi di gas dalla
Russia, tanto da non essere più il
paese da cui arriva più gas. Secondo
i dati Snam elaborati da Today, nel 2022
l’Italia ha importato oltre il 61
per cento di gas in meno dalla
Russia. Il Paese da cui l’Italia
importa più gas è diventato
l’Algeria, le cui forniture sono
cresciute dell’11 per cento in un
anno.
La
crescita del Gnl è palese. Nel 2022
il gas naturale liquefatto è
effettivamente raddoppiato rispetto
al 2021, incidendo sulle forniture
in modo determinante.
Sempre stando ai dati riportati da
Today,
nel 2022 il Gnl ha costituito il
20,7 per cento del totale delle
importazioni di gas e nel 2023
questa quota aumenterà grazie
all’apporto del rigassificatore di
Piombino.
In italia, oltre Golar Tundra, ci
sono tre rigassificatori in mare: ll
più vecchio è una struttura onshore
degli anni Settanta e si trova a
Panigaglia,
in provincia di La Spezia; ha una
produzione massima annuale di
3,5 miliardi di metri cubi e
appartiene sempre a
Snam; il
più grande dei
tre rigassificatori, invece,
è il Terminale
GNL Adriatico,
un impianto offshore;
un’isola artificiale, che si trova
in mare al largo
di Porto Viro,
in provincia di Rovigo e garantisce
all’Italia rifornimenti di Gnl principalmente
dal Qatar, ma anche da Egitto,
Trinidad e Tobago, Guinea
Equatoriale e Norvegia. Può arrivare
a immettere in rete 4 miliardi di
metri cubi di gas l’anno.
Il terzo è
l’Olt, un rigassificatore
galleggiante al largo di Livorno,
che ha ricevuto l’autorizzazione per
l’incremento della capacità di
rigassificazione, passando da
3,75 miliardi fino
a circa 5 miliardi di metri
cubi annui.
Ma al di là dei dati e delle
statistiche e delle strategie
politiche, che muovono le pedine
economiche, esistono tuttavia i
residenti che, nonostante abbiano
manifestato appoggiati anche dalle
istituzioni locali, non hanno avuto
nessuna risposta; una sorta di muro
di gomma, un silenzio punitivo che
avvolge un territorio che avrebbe
meravigliose potenzialità: una flora
e una fauna colme di profumi, suoni
e colori mitologici; calette
incantate, degne di un canto
omerico, dove in un’epoca
consumistica è ancora possibile
passare una giornata a contatto con
la natura lontano dagli sguardi
ipocriti e indiscreti di una società
volta solo all’interesse economico e
consumistico.
Non molto lontano da Piombino è
possibile infatti raggiungere Buca
delle Fate, seguendo un percorso
nella macchia mediterranea del
promontorio di Populonia, antica
città stato etrusca. Eppure per
quanto il territorio sia bello tanto
quanto magico, la politica nella sua
frenesia non ha pensato a soluzioni
o a delle alternative per proteggere
questo splendido incontro tra uomo e
natura; ha preferito correre e,
nella velocità, non prendersi cura
della sua anima; una terra, come
scrive Sebastiano Vassali in Un
infinito numero, dove la memoria
memoria dei Rasna è conservata non
nella scrittura «Quelle
storie che i Romani e i Greci
conservano nei libri, noi non
abbiamo bisogno di scriverle perché
le conosciamo già tutte e le
conosciamo ancora prima che accadano».