N. 93 - Settembre 2015
(CXXIV)
Giovanni Pierluigi da Palestrina
Il Principe della Musica
di Alessandro Di Meo
Giovanni Pierluigi da Palestrina fu certamente uno tra i più famosi compositori del periodo rinascimentale per la bellezza della sua musica e per le innovazioni apportate nella composizione, in particolare nella musica sacra, che risentirono in parte dei dettami stabiliti durante il Concilio di Trento (1545 – 1563); fu tra i massimi esponenti della “scuola romana”, che annoverava, tra gli altri, anche Gregorio Allegri, Ruggiero Giovannelli e Felice Anerio.
Giovanni
Pierluigi
nacque
a
Palestrina
nel
1525
e
ricevette
la
sua
prima
formazione
musicale
a
Roma,
presso
la
Basilica
di
Santa
Maria
Maggiore,
come
attestato
da
un
documento
del
1537
che
lo
annoverò
tra
i
membri
del
coro
diretto
da
Robin
Mallapert;
pochi
anni
dopo,
nel
1544,
fu
assunto
come
organista
e
maestro
del
coro
presso
la
Cattedrale
di
Sant’Agapito
nella
sua
città
natale.
Nel
1551
il
vescovo
di
Palestrina,
Giovanni
Maria
Del
Monte
fu
eletto
papa
(Giulio
III)
e il
compositore
fu
chiamato
a
Roma
a
ricoprire
l’incarico
di
direttore
della
Cappella
di
San
Pietro
e in
segno
di
riconoscenza
Giovanni
Pierluigi
dedicò
proprio
a
Giulio
III
il
Primo
Libro
delle
Messe,
del
1554,
sua
prima
pubblicazione,
cui
seguì
l’anno
successivo
il
Primo
Libro
dei
Madrigali.
L’elezione
del
nuovo
pontefice,
Marcello
II,
fu
celebrata
dal
compositore
con
una
delle
sue
opere
più
celebri,
la
Missa
Papæ
Marcelli,
che
fu
però
stampata
soltanto
nel
1567,
con
la
pubblicazione
del
Secondo
Libro
delle
Messe.
Al
brevissimo
pontificato
di
Marcello
II
seguì
l’elezione
di
Paolo
IV,
che
introdusse
un
clima
più
austero
e
conservatore;
il
nuovo
pontefice
obbligò
tutti
i
cantori
sposati
a
rassegnare
le
dimissioni
e
Giovanni
Pierluigi
fu
escluso
dal
precedente
incarico,
ma
ottenne
una
pensione
e la
nomina
a
Maestro
di
Cappella
al
Laterano,
che
mantenne
fino
al
1561,
quando
assunse
la
direzione
della
Cappella
presso
Santa
Maria
Maggiore.
Negli
anni
tra
il
1561
ed
il
1565
il
compositore
pubblicò
il
Primo
Libro
dei
Mottetti,
in
cui
cominciò
ad
utilizzare
uno
stile
musicale
più
personale,
vicino
ai
dettami
imposti
dal
Concilio
di
Trento
per
la
riforma
dell’accompagnamento
musicale
alle
funzioni
religiose;
tra
queste,
il
superamento
dello
stile
contrappuntistico,
considerato
inadatto
per
la
musica
sacra
in
quanto
ostacolava
la
comprensione
del
testo
cantato,
il
recupero
del
canto
gregoriano
e la
centralità
del
canto
vocale,
con
l’esclusione
dell’accompagnamento
strumentale.
La
produzione
musicale
di
Giovanni
Pierluigi
da
Palestrina
fu
influenzata
profondamente
dalle
nuove
disposizioni,
in
particolare
nello
sviluppo
delle
idee
musicali,
dove
introdusse
uno
stile
polifonico
più
lineare
nello
scambio
delle
voci,
ottenuto
senza
abbandonare
il
contrappunto,
conferendo
alle
sue
composizioni
una
grande
espressività.
La
fama
del
compositore
si
diffuse
in
Italia
e
nel
resto
dell’Europa,
come
testimoniato
dai
tentativi
fallimentari
compiuti
dal
musicista
di
ottenere
un
incarico
presso
la
corte
spagnola
e
successivamente
a
Vienna;
nel
1565
fu
nominato
coordinatore
dell’educazione
musicale
del
Seminario
Romano
e
nel
1568
ottenne
una
pensione
dal
duca
di
Mantova
Guglielmo
Gonzaga,
suo
amico
e
protettore,
che
gli
commissionò
diversi
lavori.
Nel
1571
tornò
alla
direzione
della
Cappella
Giulia
in
San
Pietro,
pubblicò
il
Terzo
Libro
delle
Messe
dedicato
al
re
di
Spagna
Filippo
II e
successivamente
due
libri
di
Mottetti;
nel
1580,
rimasto
vedovo,
sposò
la
facoltosa
Virginia
Dormoli
e
tornò
a
stampare
le
sue
opere,
pubblicando
i
Madrigali
(1581),
i
Mottetti
a
quattro
voci
(1583),
i
Mottetti
sul
Cantico
di
Salomone
(1584),
le
Lamentazioni
(1588),
gli
Inni
(1589,
dedicati
al
papa
Sisto
V),
il
Quinto
Libro
delle
Messe
(1590),
un
libro
di
Magnificat
e
lo
Stabat
Mater
(1591).
Nel
1591
fu
tra
i
soci
fondatori
della
Vertuosa
Compagnia
de
li
Musici,
la
futura
Accademia
di
Santa
Cecilia.
Gli
ultimi
anni
furono
segnati
da
un’intensa
attività
compositiva,
che
portò
Giovanni
Pierluigi
da
Palestrina
a
pubblicare
altri
due
libri
di
Messe,
una
di
Offertori
e i
Madrigali
Spirituali,
dedicati
a
alla
granduchessa
di
Toscana
Cristina
di
Lorena
e
stampati
nel
1594,
l’anno
della
morte
del
compositore.
La
vastissima
produzione
di
Palestrina,
comprendente
quasi
un
migliaio
di
composizioni
–
prevalentemente
di
musica
sacra
–
rese
l’autore
celebre
già
in
vita,
modello
per
i
compositori
delle
epoche
successive;
nell’Ottocento
fu
ammirato
da
Verdi,
mentre
il
compositore
austriaco
Hans
Pfitzner
(1869
–
1949)
gli
dedicò
un’opera
(Palestrina,
1917).
Le
composizioni
di
Giovanni
Pierluigi
da
Palestrina
segnarono
l’apice
della
musica
rinascimentale
e
aprirono
contemporaneamente
la
strada
verso
la
musica
barocca,
grazie
all’uso
dello
stile
contrappuntistico
combinato
con
una
grande
espressività
musicale.