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filosofia & religione


N. 98 - Febbraio 2016 (CXXIX)

GIOVANNI PAOLO II ALLA LUMSA

UNA VISITA STORICA

di Claudio Gentile

 

Il 9 marzo 1985, l’Istituto Universitario Pareggiato di Magistero “Maria SS. Assunta” (ora LUMSA) viveva un evento rimasto finora unico nella sua storia: la visita di un Papa.

 

In occasione del quarantacinquesimo anniversario della fondazione, infatti, San Giovanni Paolo II accettò l’invito che gli fu rivolto dalle Autorità Accademiche e, in uno stile di sobrietà e compostezza, ma anche di amicizia e familiarità, si recò personalmente presso la sede che un suo predecessore, Pio XII, nel lontano 1942, aveva destinato al Magistero.

 

Il programma della visita prevedeva, oltre ai formali saluti e discorsi, anche un momento di preghiera nella cappella con le Missionarie della Scuola, l’ordine religioso femminile che gestisce i servizi amministrativi, l’incontro personale con i docenti, le studentesse, le laureate e le altre personalità presenti, la visita alle aule e la benedizione del nuovo computer per la meccanizzazione della biblioteca (un IBM 36), nonché del laboratorio linguistico.

 

In questa ultima sede San Giovanni Paolo II si sedette tra i banchi e tenne un discorso a braccio nel quale augurò alle studentesse (allora erano infatti solo donne) «di trovare qui, in questa casa, la scienza necessaria per il futuro della vostra vita, del vostro impegno direi professionale. Ma… ancor più di trovare in questo ambiente un ideale stabile che possa formare la vostra personalità femminile, che possa formare il vostro “io” interiore, che vi possa formare come future spose, madri, ma nello stesso tempo anche come religiose … di lavorare per il bene comune della vostra patria, della società italiana, per un futuro sempre migliore di questo paese e del mondo intero».

 

Il Papa, riprendendo un espressione usata dal Direttore dell’Istituto, Prof. Giorgio Petrocchi, poco prima durante il suo saluto e cioè che il Magistero è l’unica Università italiana che vanta il privilegio di poter osservare, dalle proprie finestre, le finestre del Papa, concluse con un augurio “particolare” ed un pizzico di rimprovero: «Vi lascio … con questi auguri e con questa preghiera: di guardare qualche volta attraverso queste finestre da cui si possono vedere anche le finestre del Papa in Vaticano; e forse di dare anche in una qualche circostanza, un segno della vostra presenza perché sino ad ora, nei sei anni passati, non ho mai saputo che vi trovaste qui, che c’è qui così vicino al Vaticano questo Istituto, questo Magistero e che c’è una comunicazione, tramite le finestre, fra il Vaticano e la vostra scuola».

 

Poco prima, dopo essere stato accolto dal Cardinale Luigi Ciappi, Presidente del Consiglio di Amministrazione, dal Direttore dell’Istituto e dalla Dott.ssa Anna Maria Balducci, Superiora Generale delle Missionarie della Scuola, all’ingresso (allora chiuso) di Borgo Sant’Angelo, n. 13, il Papa aveva tenuto il suo discorso in Aula Magna sui capisaldi deontologici dell’insegnamento cristiano.

 

Secondo il Papa polacco «uno dei principali compiti dell’educatore cattolico nel mondo d’oggi, soprattutto nella scuola pubblica è la ricerca della verità in materia religiosa. ... Se pertanto molti non accettano la verità di fede, si può e si deve introdurli, mediante un dialogo paziente e caritatevole, alla comprensione dei valori spirituali e religiosi partendo dalle evidenze della ragione, delle quali tutti noi, credenti e non-credenti, in quanto persone, siamo capaci. In questa missione delicata e non facile, occorre normalmente una lunga e accurata preparazione. … Per assolvere alla finalità che vi ho appena proposto – continuò il Papa -, occorre chiedere al Signore una forte dose di quella santa “discrezione” della quale parla spesso santa Caterina da Siena: vale a dire, quella spirituale capacità di discernimento, che consenta di valutare le moderne correnti di pensiero alla luce dei principi perenni del pensiero cristiano, così da ritenere e da aiutare a “ritenere ciò che” (in esse) “vi è di vero, a scoprire le radici degli errori e a confutarli” (Optatam totius, 15). Condurre il discepolo a questa spirituale maturità di giudizio, è e dev’essere sempre il supremo obiettivo educativo del maestro cristiano. La Madre Tincani – concludeva il Papa – fu precorritrice su questo punto, e resta sempre modello di docente e di discente per il suo intenso impegno spirituale, per la sua serietà professionale, per la sua cristallina fedeltà alla Chiesa».

 

Ad ascoltare il Papa, oltre ai consiglieri di amministrazione, ai docenti ed alle studentesse dell’Istituto, vi erano anche numerosi ospiti, tra i quali i Cardinali Ugo Poletti, Vicario Generale di Roma, e William W. Baum, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, l’Arcivescovo Hemer, Pro-Prefetto della Congregazione per i Religiosi e gli Istituti secolari, e la Senatrice Franca Falcucci, Ministro della Pubblica Istruzione.

 

Riprendendo e facendo proprie le parole di Alberto Frattini (Una scuola di promozione umana. La visita di Giovanni Paolo II al “Magistero dell’Assunta”, in Il Popolo, 31 marzo 1985) «questa non vuol essere tanto una nota di cronaca quanto il richiamo ad un avvenimento che deve suscitare attente riflessioni sulla situazione della nostra cultura presente e sulla vitalità di quelle sue radici e linfe schiettamente cristiane».

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

G. DALLA TORRE, Dal Magistero Maria SS. Assunta alla Libera Università Maria SS. Assunta. Storia di un’idea, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2011;

C. GENTILE, I Papa e la LUMSA, su LUMSA News, anno 13 (2009), nn. 11-12, pagg. 60-66; Giovanni Paolo II al Magistero Maria S.S. Assunta. 9 marzo 1985.



 

 

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