N. 11 - Aprile 2006
I
GIOVANI, IL LIBERISMO E LE ZONE FRANCHE IN IRAN
Le
apparenti contraddizioni del regime dei mullah
di Leila
Tavi
L'Iran dei mūllah è un paese dove la libera impresa e
il capitalismo coesistono insieme a un regime
teocratico e gli effetti sono molto più sorprendenti
di quanto noi Europei possiamo immaginare.
Gli investimenti degli Occidentali nel settore
petrolifero non sono diminuiti dopo l’elezione di
Mahmud Admadinejad e la crisi del nucleare.
François Vatier,
direttore della filiale Total in Iran, conferma che
dal punto di vista dei rapporti commerciali tra la
Francia e l’Iran non si avverte il ben che minimo
accenno a tensioni. Potremmo dire lo stesso dell’Agip
e della PGP.
A
Teheran convivono due realtà: quella della parte
bassa, povera e disperata ,e quella della parte alta,
signorile.
A 1.500 metri d’altezza si raggiungono gli
impianti sciistici; nei mesi invernali i giovani
benestanti di Teheran vi passano i fine settimana.
Gli
impianti di risalita sono gestiti dalla fondazione Hamid Ascari, l’ex ministro della difesa iraniano.
Sulle piste si ascolta musica pop americana e negli
chalet per il ristoro si incontrano giovani con
abbigliamento da snowboard e pearcing.
Sono gli eredi
della generazione che ha servito lo shah e che
guardano con simpatia agli Stati uniti e fanno
commenti sul nuovo regime con la spocchia di chi è
convinto che la cultura del consumismo e dei
blockbuster farà cadere il regime dei mūllah senza
bisogno di spargere sangue.
Nell’isola di Kish, il luogo più turistico dell’Iran,
si respira un clima liberale.
E'
una zona franca per
contrabbandieri e faccendieri da tutto il mondo.
Nessun tipo di controllo statale sull’economia, vige
il libero mercato.
Una parte degli Iraniani vorrebbe che Kish diventasse
l’Iran del domani: concorrenza di mercato e facilità
di ottenere un visto per l’espatrio.
Un posto dove
suonare sulla spiaggia non è reato.
Un’altra parte degli Iraniani, quella dei sobborghi,
che ha come uniche certezze nella vita la religione e
la povertà, è soggiogata dalla propaganda religiosa.
Le
moschee attirano giovani per arruolarli sin da piccoli
nelle milizie irregolari con i loro bastoni da
hooligan.
Due facce così diverse dello stesso paese dove, per un
giovane, non ci sono alternative ad un modello
edonista e decadente oppure ad uno estremista e
violento... |