N. 85 - Gennaio 2015
(CXVI)
I GIOVANI E L’ AMICIZIA
Con l’augurio di un 2015 ricco di amici
di Giovanna D'Arbitrio
In
un’atmosfera
“postnatalizia”,
con
l’arrivo
del
nuovo
anno
tutti
sentiamo
maggiormente
il
bisogno
di
aggrapparci
a
valori
importanti
che
ci
aiutino
ad
affrontare
la
vita
con
maggior
fiducia
e
coraggio
dopo
tanti
drammatici
eventi
che
hanno
caratterizzato
il
2014.
In
un
mondo
sempre
più
conflittuale
ci
rendiamo
conto
che
l’
amicizia
tra
persone
e
popoli
ora
è
più
che
mai
di
vitale
importanza.
Ci
chiediamo
pertanto
se
la
vera
amicizia
esista
ancora
a
livello
di
rapporti
umani
concreti,
non
solo
“virtuali”
mediante
i
social
network
(ottimi
peraltro
per
ritrovarsi
in
questo
vasto
mondo
globalizzato),
e
che
cosa
essa
rappresenti
oggi
soprattutto
per
i
giovani.
Secondo
un
sondaggio
effettuato
in
Francia
da
“Science
et
Vie
Junior”
e le
affermazioni
di
un
noto
sociologo,
Francois
de
Singly,
la
famiglia,
l’amicizia
e la
scuola
restano
ancora
importanti
punti
di
riferimento
per
le
nuove
generazioni.
Malgrado
i
divorzi,
infatti,
l’affetto
dei
genitori
è
considerato
insostituibile
dai
ragazzi,
mentre
la
funzione
essenziale
della
scuola
rimane
per
loro
quella
tradizionale
della
“trasmissione
del
sapere”.
Benché
ritenuta
poco
sensibile
verso
i
problemi
giovanili,
la
scuola
occupa
comunque
il
terzo
posto,
dopo
l’amicizia
però,
valore
per
loro
più
importante,
ancora
da
preservare
e
difendere.
Come
affermano
numerosi
sociologi
ed
esperti
in
scienze
dell’educazione,
si
possono
osservare
varie
fasi
nelle
relazioni
giovanili
a
seconda
dell’età.
Negli
adolescenti
il
cameratismo
è
molto
forte:
non
amano
la
vita
“individuale”,
bensì
quella
“collettiva”
di
gruppi
e
bande.
Come
possiamo
notare,
infatti,
soprattutto
durante
il
weekend,
essi
invadono
le
strade,
bloccando
il
traffico
in
particolari
luoghi
dove
s’incontrano
prima
di
recarsi
in
pizzerie,
ristoranti
fast
-food,
cinema
e
soprattutto
discoteche
dalle
quali
escono
all’alba.
Una
delle
cause
del
nottambulismo,
a
quanto
pare,
è
proprio
la
ripugnanza
a
rimanere
soli
tra
quattro
mura,
senza
poter
comunicare
con
persone
della
stessa
età.
Dal
cameratismo
si
passa
poi,
in
una
seconda
fase,
all’amicizia
vera
e
propria
con
persone
che
i
giovani
scelgono
per
“affinità
elettive”
o
talvolta
per
spiccate
differenze
caratteriali
che
gli
uni
ammirano
negli
altri,
cioè
per
qualità
di
cui
sentono
la
mancanza
dentro
se
stessi
e
che,
trovando
negli
amici,
rappresentano
per
loro
una
sorta
di
completamento
e un
grande
arricchimento
interiore.
Nel
libro
“Dinamiche
dell’Amicizia”
scritto
da
due
docenti
universitari,
Maurizio
Ghisleni
e
Paola
Rebughini,
tra
i
giovani
ormai
adulti,
di
età
compresa
tra
i 25
e i
35
anni,
l’amicizia
subisce
significative
trasformazioni,
giocate
in
modo
crescente
sul
duplice
piano
dell’identità
e
del
riconoscimento.
Lo
scrittore
Francois
Mauriac
affermò
diversi
anni
fa,
nel
suo
libro
“Le
Jeune
Homme”,
che
spesso
dalle
amicizie
tra
giovani
sono
nati
positivi
movimenti,
capaci
di
apportare
grandi
cambiamenti
sociali,
politici
e
religiosi
che
hanno
segnato
i
progressi
dell’umanità.
Quando
l’amicizia
s’indebolisce,
invece,
compaiono
gli
interessi
personali,
gli
ideali
vengono
sostituiti
con
gli
interessi
di
partito,
di
carriera,
di
potere
e
così
via.
È
segno
che
la
giovinezza
è
finita:
l’adulto
rimpiazza
il
giovane.
Pessimistica
la
conclusione
soprattutto
nei
riguardi
degli
adulti
e
riflettendo
infine
concretamente
sulla
crisi
attuale
che
penalizza
soprattutto
i
giovani,
ci
auguriamo
invece
che
gli
anziani
“che
contano”
e
hanno
il
potere
di
cambiare
le
cose,
possano
sempre
restar
giovani
“dentro”
e
non
dimenticare
i
loro
ideali
giovanili.
Sapranno
le
potenti
nazioni
che
dominano
il
mondo
dare
un
esempio
di
collaborazione,
solidarietà
e
amicizia
tra
i
popoli?
Sarà
data
alle
nuove
generazioni
la
possibilità
di
donare
nuova
linfa
e
ossigeno
all’asfittico,
agonizzante
mondo
di
oggi?
“
Let’s
hope
so!”
-
dicono
gl’Inglesi.
“
Speriamo
proprio
di
si!”
-
diciamo
anche
noi.