[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

199 / LUGLIO 2024 (CCXXX)


attualità

RIFLESSIONI SU I GIORNI DI VETRO
LA STORIA SIAMO NOI?

di
Giovanna D’Arbitrio
 

La storia siamo noi, nessuno si senta offeso [...], siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere. E poi la gente (perché è la gente che fa la storia), quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare: quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare; Ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare [...].

 

Vengono in mente i versi della celebre canzone di Francesco De Gregori mentre si legge il romanzo storico di Nicoletta VernaI giorni di Vetro” (Einaudi) che, oltre a drammatici eventi storici, mette in particolare rilievo la condizione femminile durante il fascismo. E, nel leggerlo, mi sono chiesta se davvero la storia siamo noi o se, invece, la subiamo semplicemente. Forse, in realtà, ci rimane solo la libertà di reagire agli eventi imposti da un potere distruttivo, rischiando la vita per i nostri ideali.

 

Il libro viene così presentato: “Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È così che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris? Intenso, coraggioso, I giorni di Vetro è il romanzo della nostra fragilità e della nostra ostinata speranza di fronte allo scandalo della Storia”

 

Colpisce il personaggio di Redenta, ragazza ingenua, ma che con il suo “sguardo sbilenco” riesce a percepire ciò che gli altri ignorano: con coraggio sopporta e lotta contro il suo aguzzino e la ferocia del suo tempo. Senz’altro un romanzo storico che potrebbe fornire utili riflessioni sui problemi dei tempî attuali, come ha sottolineato la stessa autrice affermando quanto segue: “Ho scelto di raccontare il passato per parlare della violenza del presente. Il tema principale del romanzo è la violenza come primordiale e inevitabile forma di interazione fra gli esseri umani. Questa violenza nel distruggere determina il progresso: l’evoluzione è sopraffazione, dunque violenza. […] Qualunque invenzione presente nel romanzo è sottoposta al rigido vincolo della verità storica frutto di una corposa ricerca”.

 

Senz’altro un romanzo drammatico che ho letto tutto d’un fiato, coinvolta da uno stile particolare che inserisce nei discorsi termini dialettali “italianizzati” ad hoc forse per una più profonda immersione del lettore in un ambente rurale ricco di leggende e tradizioni, unite purtroppo anche ad ignoranza, pregiudizi e credenze popolari: tanti personaggi, buoni o malvagi, umili o potenti, tutti ben descritti, personaggi che alla fine trovano la loro strada in tempi di efferatezze disumane. Impressionante il racconto di sadiche violenze che suscitano orrore e disgusto. Il libro ha riscosso grande successo. Ecco alcuni significativi commenti...

 

“Questo libro è vivo: fatto di Elsa Morante e di Renata Viganò. Il romanzo italiano torna a resistere”; Roberto Saviano.

 

“I giorni di Vetro si dimostra capace di tessere un rapporto ideale tra i destini minuti delle persone e la Storia con tanto di maiuscola, cioè quella grondante di vita, morte, amor patrio, stragi, assembramenti, sangue, folla, congiure […] Questo romanzo ti arrovella e non ti lascia in pace. Ha un fuoco ottocentesco e un carico emotivo estremo, e il suo confronto con l’estetica e la follia del fascismo è un dato oggi attualissimo. Farà parlare di sé”; Leonetta Bentivoglio.

 

“Verna ha una voce potentissima, diversa da tutte, ha come un magnete interno attorno al quale tutto il racconto gravita, una tranquillità e una sicurezza, una calma rovente. Un tizzone, la letteratura quando torna”; Concita De Gregorio.

 

“I giorni di Vetro di Nicoletta Verna è uno dei libri più neri e severi che io abbia mai letto, ma con una luce interna (la letteratura?) che sorregge il racconto dalla prima all’ultima riga, e gli impedisce di soccombere alla durezza dei fatti. Un grande libro”; Michele Serra.

 

“Questo romanzo riesce nell’impresa quasi impossibile di raccontare la Resistenza sfuggendo alla retorica. Per farlo, Verna segue le tracce di Fenoglio: narra gli esseri umani con le loro piccole passioni, i loro amori, le loro insicurezze, e sono queste ultime più che il coraggio a fungere da leva per combattere”; Irene Graziosi.

 

Nicoletta Verna, nata a Forlì nel 1976, è laureata in Scienza della Comunicazione. Vive a Firenze dove si occupa di web marketing nel settore editoriale. Ha tenuto corsi su teorie e tecniche della comunicazione ed è autrice di saggi sui media, collaborando inoltre all’Enciclopedia Garzanti della radio. Ha scritto racconti per le riviste Pastrengo, Carie letterarie, Narrandom e Risme. È autrice di saggi e volumi su media e cultura di massa. Ha scritto racconti pubblicati sulle riviste letterarie Pastrengo, Carie letterarie, Narrandom. Il suo romanzo d’esordio “Il valore affettivo” ha ottenuto la Menzione Speciale della Giuria alla XXXIII edizione del Premio Italo Calvino.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]