N. 126 - Giugno 2018
(CLVII)
indottrinamento militare in giappone
i bambini soldato NELla seconda guerra mondiale
di Alessandro Lo Piccolo
In
Giappone,
durante
gli
anni
Trenta
del
secolo
scorso,
così come
era
accaduto
nella
Germania
del
Terzo
Reich
e
nell’Italia
Fascista,
il
sistema
educativo
dei
bambini
venne
orientato
verso
uno
spirito
nazionalistico
e
militare
per
prepararsi
a
divenire
“ottimi
soldati”.
In
quegli
anni
nelle
scuole
erano
diffuse
molte
pubblicazioni
a
carattere
propagandistico
tendenti
ad
esaltare
la
patria.
Era
molto
diffuso
il
personaggio
di
Momotaro,
che
appariva,
nei
giornali,
nelle
pubblicazioni
e
nei
lungometraggi,
come
l’eroe
che
combatteva
i
“demoni”
malvagi,
che
poi
divennero
l’allegoria
di
Stati
Uniti
d’America
o
Inghilterra.
Un
altro
personaggio
che
la
propaganda
aveva
diffuso
per
alimentare
lo
spirito
patriottico
degli
adolescenti,
era
quello
di
Yamato
Takeru,
celebre
eroe
nazionale
che
in
nome
dell’Imperatore
si
distinse
in
numerosissime
battaglie.
L’educazione
militare
scolastica
in
Giappone
ha
origine
più
remote:
va
premesso
infatti
che,
sin
dal
1872,
nelle
scuole
giapponesi
venne
introdotto
un
corso
morale
e
spirituale
tutto
incentrato
sulla
devozione
alla
Stato
detto
“Shushin”.
Successivamente,
sempre
alla
fine
del
XIX
secolo,
fu
inserito
un
addestramento
di
tipo
militare
che
originariamente
consistette
nell’apprendimento
dei
movimenti
di
marcia.
Questo
sistema
di
educazione
fisica,
introdotto
dal
Ministro
dell’Educazione,
inizialmente
era
basato
su
ginnastica
leggera.
Successivamente
e
gradualmente
si
trasformò
in
prove
di
addestramento
di
tipo
militare.
Negli
anni
tra
il
1912
e il
1926,
gran
parte
dei
docenti
di
educazione
fisica
nelle
scuole
era
personale
militare,
che
aveva
il
compito
di
insegnare
l’addestramento
militare
nelle
scuole
secondarie
e
terziarie.
Prove
fisiche
tutte
basate
sulla
“marcia”
e
altri
esercizi
simili.
Le
scuole
di
educazione
fisica
furono
quindi
viste
dai
militari
come
“centri”
per
formare
gli
studenti
entro
un’ottica
bellica,
che
sarebbe
poi
servita,
negli
ultimi
e
cruciali
giorni
della
Seconda
Guerra
Mondiale,
per
fronteggiare
l’invasione
statunitense.
Determinante
in
questo
progetto
di
avviare
la
società
giovanile
nipponica
verso
l’amore
per
la
Patria,
l’obbedienza
verso
l’imperatore
e il
rispetto
delle
gerarchie
fu
il
Colonnello
dell’Esercito
Imperiale
Giapponese,
Kingoro
Hashimoto.
Nato
nel
1890
nella
Prefettura
di
Okayama,
di
idee
ultranazionaliste,
assieme
a un
gruppo
di
giovani
ufficiali,
nel
1930
aveva
fondato
un’organizzazione
nazionalista
detta
“Sakurakai”
o “
Cherry
Blossom
Society”
(Società
del
fiore
di
ciliegio).
Egli
aveva
tentato
un
golpe
d’ispirazione
filofascista
contro
le
autorità
giapponesi
nel
1930.
Il
suo
progetto
di
avviare
la
società
giovanile
nipponica
verso
l’amore
e
l’obbedienza
e il
rispetto
si
sipira
al
modello
tedesco
della
Hitlerjugend
(Gioventù
Hitleriana),
fondando
così
il
“Partito
dei
giovani
del
Grande
Giappone”
o
“Dai
Nippon
Seinento”
nel
1936.
Era
stata
ideata
addirittura
l’uniforme
per
i
membri,
simile
a
quella
delle
camicie
brune
di
Hitler.
È da
premettere
che
in
un
periodo
di
grande
trionfo
delle
dittature
di
destra
in
molti
paesi
europei,
quell’ideologia
aveva
affascinato
moltissimi
ufficiali
giapponesi,
i
quali
auspicavano
un
Giappone
potente
e
dominatore
di
tutta
l’Asia.
I
movimenti
che
si
ispirarono
al
fascismo
italiano
e al
nazismo
tedesco
sono
stati,
in
primis
«Kokumin
Domei»
o
«Alleanza
Nazionale»,
attivo
dal
1932
al
1940,
fondato
da
Nakano
Seigo
e
Adaki
Kenzo,
poi
la
Kodoha
o
“Fazione
del
cammino
imperiale”
del
Generale
Sadao
Araki.
Ai
giovani
vennero
impartite
le
tecniche
militari
di
difesa
e le
lezioni
culturali
in
un’ottica
nazionalista.
Più
tardi
moltissimi
giovani
divennero
stati
grandi
sostenitori
dell’alleanza
politico-militare
con
la
Germania
Nazista
e
l’Italia
Fascista.
Il
loro
numero
passò
dai
duemila
del
1939
alle
centomila
unità
nel
1940.
Moltissimi
presero
parte
alla
Seconda
Guerra
Sino-giapponese
del
1937-1945
e
alla
Seconda
Guerra
Mondiale.
Il
Movimento
alla
fine
verrà
inglobato
all’interno
del
Partito
“Associazione
per
il
sostegno
all’Autorità
imperiale”
o
“Taisei
Yokusankai”,
fondato
nel
1940
dal
Primo
Ministro
Fumimaro
Konoe.
Questa
preparazione
“psicologica”
basata
su
“nazionalismo”
e
“obbedienza”
indurrà
successivamente,
il
19
gennaio
1945,
l’Imperatore
del
Giappone
Hirohito
e
gli
alti
vertici
militari
che
avevano
approvato
l’operazione
Ketsu-go
(operazione
decisione),
il
piano
di
difesa
della
madrepatria,
a
indurre
il
popolo
intero
a
prepararsi
a
fare
la
“propria”parte,
cioè
ad
affrontare
l’imminente
invasione
americana.
L’operazione
Ketsugo,
voleva
dire
infatti
“autodifesa”
contro
l’invasore.
Il
Giappone
aveva
deciso
proprio
come
aveva
fatto
Hitler
in
Germania
di
reclutare
i
ragazzini
tra
i
quattordici
e i
diciassette
anni.
Fu
stato
il
caso
dei
ragazzini
indigeni
delle
isole
Ryukyu
tra
Kiushu
e
Taiwan,
territori
che
dipendevano
dalle
Prefetture
di
Okinawa
e
Kagoshima.
Questi
ragazzi
parlavano
il
proprio
dialetto
riukyano
e
avevano
la
propria
cultura,
non
facevano
parte
della
terraferma
giapponese.
L’esercito
imperiale
nipponico
li
aveva
arruolati
in
vista
dell’imminente
invasione
americana
delle
isole
dell’Arcipelago.
Il
loro
numero
era
compreso
tra
i
1400-1800
e
venivano
chiamati
“Tekketsu
Kinnotai”
o
“Iron
and
flood
imperial
Corp”
(Corpo
imperiale
del
ferro
e
del
sangue).
Gli
era
stato
ordinato
di
essere
pronti
per
il
sacrificio,
stringendosi
le
bombe
attorno
alla
propria
cintura,
correndo
e
facendosi
esplodere
sotto
i
carri
armati
americani.
Dobbiamo
parlare
anche
dei
“Corpi
di
combattenti
volontari”,
istituiti
nel
marzo
1945
per
volontà
del
Primo
Ministro
Generale
Kuniaki
Koiso.
I
volontari
o
“Kokumin
Giyu
Sentotai”,
comprendevano
una
fascia
di
età
tra
i 12
e i
40
anni.
Erano
stati
coscritti
dai
governatori
delle
varie
Prefetture
per
la
difesa
delle
località
dall’avanzata
americana
ormai
prossima.
Le
nuove
reclute,
a
causa
della
scarsità
di
armi
moderne
e
munizioni,
potevano
difendersi
solo
ed
esclusivamente
con
spade
e
aste
di
bambù.
Il
loro
eroismo
ricordava
l’impresa
degli
adolescenti
tedeschi
che
in
quegli
stessi
istanti
ingrossavano
le
fila
della
Hitlerjugend,
combattendo
contro
i
carri
armati
sovietici
che
avanzavano,
solo
con
i
panzerfaust.
A
Okinawa,
nel
marzo
1945,
si
distinsero
in
combattimento
un
gruppo
di
222
studententesse
e 18
insegnanti
provenienti
dalla
scuole
femminili
superiori,
arruolate
in
quell’occasione
dall’Esercito
imperiale
nipponico.
Esse
vennero
mandate
a
svolgere
mansioni
in
qualità
di
“nursing
unit”
(unità
di
cura),
nelle
linee
del
fronte.
Erano
note
come
“Himeyuri
Gakutotai”.
Molte
di
queste
ragazze
perirono
durante
l’avanzata
americana,
mentre
quelle
che
sopravvissero
si
suicidarono
facendosi
esplodere,
in
seguito
agli
stupri
da
parte
dei
soldati
americani.
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