[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 151 / LUGLIO 2020 (CLXXXII)


medievale  

Gherardo da Cremona

Illustre traduttore di testi astronomici

di Fabio Serafini

 

Seppure con qualche eccezione, alcuni autori hanno ritenuto Platone Tiburtino e Gherardo da Cremona i migliori traduttori italiani del XII secolo. Pur essendo stato oggetto di alcuni studi, Gherardo da Cremona – come almeno la maggior parte di coloro che si occuparono di astronomia durante il periodo medievale – rimane ancora poco conosciuto.

 

Un ulteriore contributo che lo riguarda può quindi forse rendere maggior onore a uno di coloro che hanno contribuito a permettere una più facile conoscenza dell’astronomia attraverso il proprio lavoro e vissuto in un periodo a oggi probabilmente poco considerato almeno da chi non è per così dire “addetto ai lavori”.

 

Della vita di Gherardo poco è attualmente conosciuto: egli nacque a Cremona intorno al 1114 e dei suoi primi anni di vita nulla a oggi si sa, se non che egli ha compiuto almeno i primi anni di studio nella città natale. Gherardo è quindi stato in parte contemporaneo di Platone Tiburtino e, come quest’ultimo, imparò l’arabo e il latino, sebbene non è noto il periodo a cui risalgono i suoi studi linguistici, ma si ritiene possibile avanzare l’ipotesi che siano quanto meno iniziati già durante il periodo vissuto in Lombardia.

 

Essendo ritenuto fra i migliori traduttori, il livello della sua conoscenza di entrambe le lingue fu sicuramente elevato e ciò può essere almeno parte dei motivi per cui egli si trasferì – come Platone Tiburtino – in Spagna, per tradurre in latino testi originariamente scritti in arabo. Tuttavia, mentre Platone da Tivoli preferì Barcellona in un momento compreso fra il 1110 e il 1116, Gherardo si stabilì a Toledo – centro, al pari della città catalana, molto importante in quel periodo per le attività traduttive –, al massimo a partire dalla prima metà degli anni Quaranta del XII secolo.

 

Non è attualmente conosciuto l’anno in cui egli si spostò nella penisola iberica, comunque risalente in un momento entro il 1144, anno in cui è attestata con sicurezza la sua presenza nella città castigliana, e qui visse fino alla sua morte, sopraggiunta durante il 1187, sebbene alcuni studi precedenti abbiano avanzato l’ipotesi di Cremona come località del suo decesso.

 

Nel corso del tempo, alcuni degli studiosi che si sono occupati di Gherardo da Cremona sono incorsi nel confonderlo con Gerardo da Sabbioneta, filosofo e medico vissuto tuttavia durante il XIII secolo e un simile errore fu sicuramente dovuto da più fattori. Di entrambi, infatti, sono pochi i dati sicuri attualmente conosciuti, fra cui vanno inseriti i lavori di astronomia, oltre l’omonimia e la provenienza dalla stessa regione, sebbene da due diverse località, nonostante taluni abbiano ipotizzato Cremona per ognuno di essi.

 

A Gherardo da Cremona sono attribuite fra le settanta e le ottanta opere in latino, fra cui dodici di astronomia e diciassette di matematica e ottica, materie entrambe fondamentali per gli studi dell’universo.

 

Nel campo astronomico, la traduzione più importante effettuata da Gherardo è probabilmente quell’Almagesto di Tolomeo risalente al II secolo dopo Cristo in cui è stato sviluppato il famoso sistema geocentrico. In un secondo testo l’autore si è soffermato su una ipotesi secondo la quale sia le eclissi di sole che quelle di luna influenzerebbero l’uomo; durante il XV secolo venne ristampata questa traduzione e fu intitolata Trattato di Geomanzia e una sua copia risulta conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Un altro testo tradotto dal Gherardo fu la Teoria di pianeti - in latino Theorica Planetarum –, all’interno del quale fu riproposto il sistema geocentrico di Tolomeo, ma apparentemente non fu l’unico argomento inserito nella pubblicazione.

 

Nel XV secolo l’austriaco Georg Peurbach fu autore del Theoricae novae planetarum, scritto con l’intenzione di sostituire la traduzione di Gherardo da Cremona appena trattata. Si può tuttavia ipotizzare che il Peurbach non ebbe i risultati sperati, poiché il Theorica Planetarum di Gherardo fu ristampato durante il 1508, quindi durante il secolo successivo quello in cui visse Georg Peurbach.

 

Fra i testi matematici di Gherardo da Cremona vanno annoverati, invece, gli Elementi di Euclide e l’Algebra dell’arabo al-Khawarizmi, considerato padre di quella branca della matematica da cui il libro ha preso il nome.

 

Ancor più di Platone da Tivoli, le competenze di Gherardo sia nella linguistica che nelle materie da lui trattate furono tali da avergli permesso di tradurre dall’arabo non solo l’esatto significato in latino, ma anche le sfumature della stessa lingua. In virtù della grande quantità di testi prodotti, è stato ipotizzato che Gherardo da Cremona sia stato a capo di un gruppo di lavoro del quale avrebbe fatto parte Daniele di Morley, il quale fu effettivamente un suo studente di astronomia; inoltre si ha traccia di una collaborazione fra il mozarabita Galippus.

 

Vissuto almeno fra il 1114 e il 1187, Gherardo svolte almeno principalmente – se non totalmente – il suo lavoro a Toledo, uno dei migliori centri di traduzione durante il XII secolo. Fra i testi tradotti se ne contano diversi sia sull’astronomia che su materie a essa collegate, come l’ottica e la matematica, nei quali sono state inserite quantomeno le teorie di Tolomeo, Euclide e al-Khawarizmi e almeno parte di questi testi furono ristampati durante i secoli successivi.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

A. Marsard, I manoscritti italiani nella Biblioteca parigina, volume 1, Parigi 1835.

B. Boncompagni, Delle versioni fatte da Platone Tiburtino, in Atti dell’Accademia Pontificia de’ nuovi Lincei, volume 1, Roma 1851.

B. Boncompagni, Delle versioni fatte da Platone Tiburtino traduttore del secolo duodecimo, Roma 1851.

B. Boncompagni, Della vita e delle opere di Gherardo Cremonese e di Gherardo da Sabbionetta, Roma 1851.

C. Walker (a cura di), L’astronomia prima del telescopio, Bari 1997.

N. Ambrosetti, L’eredità arabo-islamica nelle scienze e nelle arti del calcolo dell’Europa medievale, Milano 2008.

G. Armocida G. Armocida - E. Bicheno - B. Fox, Storia della medicina, Milano 1993.

G. Busi, L’enigma dell’ebraico nel Rinascimento, Torino 2007.

G. Petrella, L’officina del geografo, Milano 2004.

P. Pizzamiglio, Gerardo da Cremona, Cremona 1992.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]