medievale
Gherardo da Cremona
Illustre traduttore di testi astronomici
di Fabio Serafini
Seppure con qualche eccezione, alcuni
autori hanno ritenuto Platone Tiburtino
e Gherardo da Cremona i migliori
traduttori italiani del XII secolo. Pur
essendo stato oggetto di alcuni studi,
Gherardo da Cremona – come almeno la
maggior parte di coloro che si
occuparono di astronomia durante il
periodo medievale – rimane ancora poco
conosciuto.
Un ulteriore contributo che lo riguarda
può quindi forse rendere maggior onore a
uno di coloro che hanno contribuito a
permettere una più facile conoscenza
dell’astronomia attraverso il proprio
lavoro e vissuto in un periodo a oggi
probabilmente poco considerato almeno da
chi non è per così dire “addetto ai
lavori”.
Della vita di Gherardo poco è
attualmente conosciuto: egli nacque a
Cremona intorno al 1114 e dei suoi primi
anni di vita nulla a oggi si sa, se non
che egli ha compiuto almeno i primi anni
di studio nella città natale. Gherardo è
quindi stato in parte contemporaneo di
Platone Tiburtino e, come quest’ultimo,
imparò l’arabo e il latino, sebbene non
è noto il periodo a cui risalgono i suoi
studi linguistici, ma si ritiene
possibile avanzare l’ipotesi che siano
quanto meno iniziati già durante il
periodo vissuto in Lombardia.
Essendo ritenuto fra i migliori
traduttori, il livello della sua
conoscenza di entrambe le lingue fu
sicuramente elevato e ciò può essere
almeno parte dei motivi per cui egli si
trasferì – come Platone Tiburtino – in
Spagna, per tradurre in latino testi
originariamente scritti in arabo.
Tuttavia, mentre Platone da Tivoli
preferì Barcellona in un momento
compreso fra il 1110 e il 1116, Gherardo
si stabilì a Toledo – centro, al pari
della città catalana, molto importante
in quel periodo per le attività
traduttive –, al massimo a partire dalla
prima metà degli anni Quaranta del XII
secolo.
Non è attualmente conosciuto l’anno in
cui egli si spostò nella penisola
iberica, comunque risalente in un
momento entro il 1144, anno in cui è
attestata con sicurezza la sua presenza
nella città castigliana, e qui visse
fino alla sua morte, sopraggiunta
durante il 1187, sebbene alcuni studi
precedenti abbiano avanzato l’ipotesi di
Cremona come località del suo decesso.
Nel corso del tempo, alcuni degli
studiosi che si sono occupati di
Gherardo da Cremona sono incorsi nel
confonderlo con Gerardo da Sabbioneta,
filosofo e medico vissuto tuttavia
durante il XIII secolo e un simile
errore fu sicuramente dovuto da più
fattori. Di entrambi, infatti, sono
pochi i dati sicuri attualmente
conosciuti, fra cui vanno inseriti i
lavori di astronomia, oltre l’omonimia e
la provenienza dalla stessa regione,
sebbene da due diverse località,
nonostante taluni abbiano ipotizzato
Cremona per ognuno di essi.
A Gherardo da Cremona sono attribuite
fra le settanta e le ottanta opere in
latino, fra cui dodici di astronomia e
diciassette di matematica e ottica,
materie entrambe fondamentali per gli
studi dell’universo.
Nel campo astronomico, la traduzione più
importante effettuata da Gherardo è
probabilmente quell’Almagesto di
Tolomeo risalente al II secolo dopo
Cristo in cui è stato sviluppato il
famoso sistema geocentrico. In un
secondo testo l’autore si è soffermato
su una ipotesi secondo la quale sia le
eclissi di sole che quelle di luna
influenzerebbero l’uomo; durante il XV
secolo venne ristampata questa
traduzione e fu intitolata Trattato
di Geomanzia e una sua copia risulta
conservata presso la Biblioteca
Nazionale di Parigi. Un altro testo
tradotto dal Gherardo fu la Teoria di
pianeti
-
in latino Theorica Planetarum –,
all’interno del quale fu riproposto il
sistema geocentrico di Tolomeo,
ma apparentemente non fu l’unico
argomento inserito nella pubblicazione.
Nel XV secolo l’austriaco Georg Peurbach
fu autore del Theoricae novae
planetarum, scritto con l’intenzione
di sostituire la traduzione di Gherardo
da Cremona appena trattata. Si può
tuttavia ipotizzare che il Peurbach non
ebbe i risultati sperati, poiché il
Theorica Planetarum di Gherardo fu
ristampato durante il 1508, quindi
durante il secolo successivo quello in
cui visse Georg Peurbach.
Fra i testi matematici di Gherardo da
Cremona vanno annoverati, invece, gli
Elementi di Euclide e l’Algebra
dell’arabo al-Khawarizmi, considerato
padre di quella branca della matematica
da cui il libro ha preso il nome.
Ancor più di Platone da Tivoli, le
competenze di Gherardo sia nella
linguistica che nelle materie da lui
trattate furono tali da avergli permesso
di tradurre dall’arabo non solo l’esatto
significato in latino, ma anche le
sfumature della stessa lingua. In virtù
della grande quantità di testi prodotti,
è stato ipotizzato che Gherardo da
Cremona sia stato a capo di un gruppo di
lavoro del quale avrebbe fatto parte
Daniele di Morley, il quale fu
effettivamente un suo studente di
astronomia; inoltre si ha traccia di una
collaborazione fra il mozarabita
Galippus.
Vissuto almeno fra il 1114 e il 1187,
Gherardo svolte almeno principalmente –
se non totalmente – il suo lavoro a
Toledo, uno dei migliori centri di
traduzione durante il XII secolo. Fra i
testi tradotti se ne contano
diversi sia sull’astronomia che su
materie a essa collegate, come l’ottica
e la matematica, nei quali sono state
inserite quantomeno le teorie di
Tolomeo, Euclide e al-Khawarizmi e
almeno parte di questi testi furono
ristampati durante i secoli successivi.
Riferimenti bibliografici:
A. Marsard, I manoscritti italiani
nella Biblioteca parigina, volume 1,
Parigi 1835.
B. Boncompagni, Delle versioni fatte
da Platone Tiburtino, in Atti
dell’Accademia Pontificia de’ nuovi
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B. Boncompagni, Delle versioni fatte
da Platone Tiburtino traduttore del
secolo duodecimo, Roma 1851.
B. Boncompagni,
Della vita e delle
opere di Gherardo Cremonese e di
Gherardo da Sabbionetta, Roma 1851.
C. Walker (a cura di), L’astronomia
prima del telescopio, Bari 1997.
N. Ambrosetti, L’eredità
arabo-islamica nelle scienze e nelle
arti del calcolo dell’Europa medievale,
Milano 2008.
G. Armocida G. Armocida - E. Bicheno -
B. Fox, Storia della medicina,
Milano 1993.
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Rinascimento, Torino 2007.
G. Petrella, L’officina del geografo,
Milano 2004.
P. Pizzamiglio, Gerardo da Cremona,
Cremona 1992. |