N. 25 - Giugno 2007
GESU’:
UN RECUPERO DELLE VERE ORIGINI
Cristo riformatore ebraico e non
fondatore del cristianesimo...
di
Leandro Cecconi
Gesù Cristo è nato nelle
terre di Palestina. E’ nato ebreo ed è morto da ebreo,
non di certo per la remissioni dei nostri peccati.
La sua crocifissione è
risultata la conseguenza, per quei tempi, di un opera
di predicazione che, per il popolo romano e per le
categorie ebraiche filoromane, farisei e sadducei,
rappresentava un grande pericolo per la già labile
stabilità dell’ordine sociale.
Gesù muore condannato da
farisei, sadducei, erodiani e, principalmente, romani,
rappresentati dalla figura poco chiara di Ponzio
Pilato, che, seppur non indicato dai Vangeli canonici,
non era quel personaggio benevolo che la tradizione
ecclesiastica ci vuol far credere.
Bisogna leggere
attentamente il Nuovo Testamento per comprendere
chiaramente come Gesù vivesse in pieno la propria
ebraicità. Le Sue idee e le Sue parole seguivano in
tutto e per tutto la legge ebraica, la Torah.
Non c’è una sola parola
o azione del Messia che non siano completamente
ebraiche. Il popolo ebraico credeva in un solo Dio, e
le conseguenze di tale fede erano evidenti, in quell’epoca:
un Dio creatore della terra e dell’universo, che guida
la storia del popolo eletto, manifestandosi attraverso
i profeti che si sono susseguiti nelle varie fasi
storiche, fino alla consegna delle tavole della legge
a Mosè sul monte Sinai; e sono le tavole che
contengono i precetti che il popolo “eletto” deve
seguire, fondamento di una antica alleanza.
Gesù viveva secondo tali
precetti, li rispettava, seguendoli come un ligio
fedele della dottrina mosaica. Credeva nella
resurrezione del corpo e non solo nell’immortalità
dell’anima come ci viene dal mondo ellenico; mangiava
rispettando le norme presenti nel Levitico, in
considerazione della lista degli animali considerati
immondi; osservava le festività e frequentava le
sinagoghe.
Come potremmo dire mai
che Cristo avesse intenzione di creare una religione
nuova?
Gesù poteva, al massimo,
essere considerato un riformatore, certamente
rivoluzionario rispetto all’epoca in cui visse. Un
riformatore pacifico che cercava di ottenere la
liberazione di “Israele” provando ad influire sulla
mentalità del suo popolo. Ci sono alcune teorie che
vedono in Gesù un rivoluzionario, capace di preparare
una rivolta armata contro Roma. Tale strada però è
seguita da una minoranza di studiosi.
La preghiera può
aiutarci a meglio comprendere l’ebraicità di Gesù. Lui
pregava come ogni ebreo, alzandosi presto al mattino e
svolgendo tale funzione almeno due o tre volte al
giorno (come facevano i membri della setta monastica
degli esseni di Qumran).
Gesù pregava Dio, il Dio
di “Israele”, e quindi, pregando Dio come poteva Gesù
stesso essere Dio?
Il Padre Nostro,
preghiera essenziale e fondamentale del credo
cattolico, nella realtà non ha niente a che vedere con
il cristianesimo: si tratta di una antica preghiera
ebraica, il Kaddish. Il Padre Nostro è stato modellato
dai primi cristiani “ortodossi” proprio sul Kaddish:
“Sia magnificato e
sia santificato il suo grande nome nel mondo che egli
ha creato secondo la sua volontà. Che egli stabilisca
il suo regno durante la tua vita e durante i tuoi
giorni e nei giorni della casa di Israele, che ciò
avvenga presto nel tempo prossimo”
E’importante
sottolineare come Gesù stesso non abbia mai predicato
ai non ebrei, ed una delle caratteristiche principali
del popolo eletto era la circoncisione, alla quale il
nostro stesso Signore era stato sottoposto.
Solo dopo la morte di
Gesù, alcuni suoi seguaci (vedi “l’apostolo dei
gentili”) e la Chiesa Cattolica, nel primo periodo del
cristianesimo, fecero proseliti soprattutto tra i
pagani, dimentichi degli insegnamenti del loro Maestro
e del motivo per cui era stato inchiodato a dei pezzi
di legno...
A Gesù, nei Vangeli
canonici, quelli selezionati durante il Concilio di
Nicea del 325 d.C., viene fatto dire che costruirà la
sua “chiesa” su una pietra particolare, riferendosi
all’apostolo Simon Pietro.
Ma tale “costruzione
letteraria” viene considerata postuma alla redazione
del Vangelo stesso. Anche perché la parola “chiesa”
non era utilizzata a quei tempi nella terra di
“Palestina”, perché di origine ellenica.
Per Gesù, il Messia
ebraico, esisteva solo la Torah, l’ebraismo e le
sinagoghe
Per il cristianesimo
dobbiamo guardare dalla parte di colui che ne risulta
il vero fondatore:
Saulo di Tarso, meglio
conosciuto come San Paolo. |