Nato a Motihari
nel Bengala nel 1903 da una famiglia anglo-indiana e
morto a Londra nel 1950, Eric Arthur Blair, vero nome di
George Orwell, fu un noto scrittore, giornalista,
opinionista politico e culturale negli anni ’40. Molto
citato e studiato ancora oggi per l’acuta, satirica
distopia (contrario di utopia), di cui si servì per
attaccare i regimi totalitari, appare sempre molto
"attuale" quando si vogliono evidenziare certi
condizionamenti e meccanismi di controllo, riscontrabili
anche nelle nostre moderne democrazie.
Comunista deluso
dagli orrori dello stalinismo sovietico, pur rimanendo
un convinto socialista democratico, condannò le
dittature soprattutto in due opere che lo resero famoso:
1) ANIMAL FARM
2) NINETEEN EIGHTY-FOUR
Nel primo
romanzo, scritto nel 1945, una favola allegorica, gli
animali di una fattoria si ribellano contro un padrone
crudele, ma poi cadono sotto il dominio di alcuni loro
compagni, corrotti ed avidi, il cui slogan è "tutti gli
animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli
altri". Si tratta chiaramente di una parodia ben
riuscita della dittatura sovietica, in particolare, ma
di tutti i totalitarismi in generale. Notevole la
semplicità dello stile che in modo chiaro ed efficace
rende accessibili a tutti anche concetti molto
complessi.
Ancora più
interessante appare Nineteen Eighty-four, scritto nel
1948, che da molti è considerato come il suo capolavoro.
In esso l’autore descrive un paese governato da un
misterioso dittatore, Il Grande Fratello, il quale con
varie strategie tiene sotto controllo un’umanità
robotizzata.
Chi non si
attiene alle regole viene incolpato di "psicoreato" e
severamente punito.
Il protagonista
della vicenda, Winston Smith, lavora al Ministero della
Verità, dove ha l’incarico di manipolare la storia del
passato e di adeguarla alle esigenze del momento, poiché
secondo il partito chi controlla il passato è padrone
del presente e quindi anche del futuro. Il Ministero ha
anche il compito di creare una "neolingua", scarna ed
essenziale, per ridurre la capacità di pensare.
La popolazione è
divisa in due classi sociali: i "prolet" che non
s’interessano di politica, lavorano soltanto, si
divertono con la pornografia ampiamente elargita, si
ubriacano e procreano, l’altra classe è quella dei
burocrati e dei funzionari, anch’essi controllati dal
regime attraverso ricetrasmittenti ed altri complicati
strumenti.
I comunicati del
partito vengono continuamente ripetuti in modo
martellante e grandi poster, raffiguranti il dittatore,
sono dovunque e portano la scritta: - Il Grande Fratello
ti guarda -.
I tre slogan
politici più ricorrenti sono: 1)la pace è guerra; 2) la
libertà è schiavitù; 3) l’ignoranza è forza.
La nazione è
sempre in guerra, per lo più una guerra lontana, ma ogni
tanto cadono razzi che uccidono persone anche nel paese,
così la paura e l’odio vengono costantemente alimentati.
Winston Smith,
che l’autore definisce "l’ultimo uomo libero in Europa",
si ribella e cade nello psicoreato, quindi viene
imprigionato, torturato ed "omologato" con la forza.
Prima di cedere,
tuttavia, dice al suo aguzzino: Non so come, ma
qualcosa vi sconfiggerà, lo so che fallirete. C’è
qualcosa nell’universo che voi non riuscirete mai a
dominare: lo SPIRITO DELL’UOMO.
Concludiamo con
questa significativa frase, augurandoci che i progressi
della scienza e della tecnica siano al servizio
dell’uomo e non lo rendano mai loro schiavo e che il
grande valore della LIBERTA’ sia sempre difeso e
preservato.