[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

178 / OTTOBRE 2022 (CCIX)


ambiente

LA GEOGRAFIA DEL GAS
TRA CRISI INTERNAZIONALE E TRANSIZIONE ECOLOGICA / VIII

di Leila Tavi

 

La crisi del gas si inasprisce con la stagione invernale, mentre il conflitto tra Russia e Ucraina va avanti e intere città nelle zone di scontro sono strette nella morsa del gelo. All’incertezza nell’approvvigionamento, alla volatilità dei prezzi, alle incomprensioni a livello governativo si aggiunge il timore di un’eventuale e brusca interruzione dei flussi dalla Russia verso l’Europa. 

 

Analizziamo quali sono le previsioni dell’ultimo rapporto trimestrale sul gas a cura dell’AIE pubblicato dal Global Gas Security Review, che traccia un'analisi dettagliata di quanto la sicurezza energetica sia a rischio e delle possibili evoluzioni del mercato nel breve termine. 

 

Il forte calo dei flussi di gas dalla Russia verso l'Europa e l’instabilità del mercato dell'energia hanno portato i prezzi del gas in Europa e, in modo indiretto i prezzi spot del GNL (Gas Naturale Liquefatto) asiatici, ai massimi storici nel terzo trimestre del 2022. Nel frattempo gli Stati Uniti hanno invece raggiunto i livelli di consumo durante l'estate più alti dal 2008. A tali fenomeni si è aggiunta una volatilità dei prezzi estremamente elevata, che è stata la causa principale dell’aumento della pressione finanziaria sugli operatori di mercato e del rischio di insolvenza, limitando il numero di partecipanti attivi sul mercato, che a sua volta ha portato a un'ulteriore volatilità.

 

Dal lato dei cittadini e delle imprese la tendenza è stata quella di una contrazione del consumo. In Europa la domanda di gas è diminuita di quasi il 10% nel periodo gennaio-agosto, con un calo stimato del 15% nel settore industriale, a causa di riduzioni nella produzione. La situazione è di poco migliore nei principali mercati asiatici del gas, che hanno registrato crescita limitata o negativa: la Cina e il Giappone sono rimasti quasi fermi, mentre l'India e la Corea del Sud hanno subito una contrazione. Nel dettaglio, nei primi otto mesi del 2022, il consumo di gas è aumentato di meno dell'1% in Cina, mentre è diminuito di quasi il 4% in India nello stesso periodo, mentre in Giappone è rimasto invariato durante il primo semestre. Anche il Sud e il Centro America hanno registrato un calo nel primo semestre del 2022, stimato al 3%. Il Nord America è stata una delle poche regioni in cui la domanda è invece aumentata, sostenuta dall’aumento della domanda di produzione di energia e da prezzi in calo, anche se ai massimi da un decennio a questa parte. L’aumento per gli Stati Uniti è del 4% nel primo semestre del 2022 e di ben l’8% in Canada nello stesso periodo.

 

Secondo le previsioni dell’AIE la domanda globale di gas dovrebbe diminuire dell’0,8% quest'anno, mentre è prevista una leggera crescita, pari al 0,4% nel 2023. L’obiettivo che l’UE si è prefissato è quello di una riduzione volontaria del 15% della sua domanda di gas tra il 1° agosto del 2022 e il 31 marzo 2023, rispetto alla media quinquennale. Tra le misure approvate dall’UE per contrastare gli effetti dell’aumento dei prezzi del gas, quella del risparmio energetico sarà fondamentale per ridurre al minimo il ricorso allo stoccaggio nel caso in cui la Russia interrompa senza preavviso tutte le forniture e, quindi, per mantenere la flessibilità dell’offerta in caso di eventuali ondate di freddo a fine inverno e a inizio primavera nel nuovo anno. Per quanto riguarda lo stoccaggio l’UE ha da poco approvato un nuovo regolamento che fissa un livello di riempimento minimo all'80% per l'inverno 2022-2023, che potrà essere aumentato al 90% per gli anni successivi.

 

L’UE ha previsto anche un incremento delle importazioni di GNL attraverso l'espansione degli impianti di rigassificazione onshore esistenti o l'assunzione di unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione (FSRU). L'AIE ha condotto un'analisi della resilienza stagionale del mercato europeo in caso di interruzione completa delle forniture di gas dalla Russia, a partire dal 1° novembre 2022, compreso il rischio di una potenziale ondata di freddo a inverno inoltrato. L'analisi mostra che si dovrebbe prevedere una riduzione della domanda del 9% rispetto alla media quinquennale, al fine di mantenere i livelli di stoccaggio al di sopra del 25%, in caso di una riduzione delle forniture di GNL. Con un simile scenario, per far fronte all’inverno, sarebbe necessario mantenere i livelli di stoccaggio al di sopra del 33%. Per poter garantire tale percentuale, sarà necessario applicare efficaci misure di risparmio energetico, per garantire un livello adeguato di scorte fino a che non sarà terminata la stagione fredda.

 

Secondo i dati pubblicati da S&P Global Commodity Insights, nei primi 9 mesi di quest’anno i volumi di GNL importati sono aumentati del 65% rispetto al 2021. Diverse società con sede nell'UE si sono assicurate ulteriori forniture di GNL tramite gare d'appalto e contratti di GNL a breve termine. Inoltre l’UE sta proseguendo con una politica di differenziazione delle importazioni. 

 

Sempre secondo l’AIE la concorrenza tra regioni geografiche e Stati nell'approvvigionamento di GNL potrebbe creare ulteriori tensioni, considerato che un accresciuto fabbisogno europeo metterebbe sotto pressione altri acquirenti, soprattutto in Asia, e viceversa il freddo dei mesi invernali in Asia nordorientale potrebbero limitare l'accesso dell'Europa al GNL. Il commercio globale di GNL è aumentato di quasi il 6% tra gennaio e agosto 2022. Il mercato è stato trainato dall'aumento della domanda di GNL in Europa, che è aumentata del 65% su base annua, innescando un riallineamento dei flussi commerciali di GNL nel mondo. Nella regione asiatico-pacifica la domanda di GNL è scesa del 7%, ovvero di 18 miliardi di metri cubi (bmc). La domanda è stata influenzata dal clima mite, dal repentino aumento dei prezzi e dalle drastiche misure di contenimento della diffusione del COVID-19 in Cina. Questa favorevole combinazione di fattori ha favorito sul mercato europeo una certa stabilità per tutto il 2022.

 

In un contesto di prezzi spot elevati e volatili, l'attività di stipula di contratti di GNL è rimbalzata in maniera violenta nel 2021, con un evidente aumento del 28% su base annua, fino a raggiungere circa 80 bcm, con un record storico, secondo soltanto al quello del 2018 che era stato di 88 bcm. Nel 2022 l’ammontare dei contratti ha subito un rallentamento, con un volume di circa 27 bcm che fanno riferimento a progetti operativi o in fase di sviluppo, contro i 48 bcm dello stesso periodo del 2021.

 

Nel prossimo numero vedremo nel dettaglio come l’Italia e l’UE stanno differenziando gli approvvigionamenti e le previsioni sulle forniture dalla Russia.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]