[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

171 / MARZO 2022 (CCII)


ambiente

LA GEOGRAFIA DEL GAS
TRA CRISI INTERNAZIONALE E TRANSIZIONE ECOLOGICA / PARTE III

di Leila Tavi

 

La IEA è l’Agenzia Internazionale per l’Energia (International Energy Agency), organizzazione intergovernativa fondata nel 1974, dopo lo shock petrolifero del 1973 su imput dell’OSCE, allo scopo di facilitare il coordinamento delle politiche energetiche dei Paesi membri, per assicurare la stabilità degli approvvigionamenti energetici al fine di sostenere la crescita economica. Prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la IEA ha pubblicato il Gas Quarterly Report 2022.

Nel 2021 il consumo globale di gas naturale è cresciuto del 4,6% dopo il calo dovuto alla pandemia nel 2020. La forte crescita della domanda nel 2021 è dovuta alla ripresa economica che ha visto la ripresa delle attività economiche dopo il succedersi di catastrofi naturali e il blocco causato dal COVID-19.

La spiegazione fornita dalla IEA per il repentino aumento dei prezzi anche prima dell’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina è da attribuirsi in primis a un’offerta da parte dei fornitori di gas che non ha saputo tenere il passo rispetto alla crescente domanda. Tale fenomeno, aggravato da fattori esogeni al mercato, ha portato a mercati ristretti e a un prezzo del gas lievitato, che ha frenato la crescita della domanda già nella seconda metà del 2021.

Il conflitto alle porte dell’Unione Europea ha aggiunto ulteriore pressione e incertezza a un mercato del gas naturale già in crisi. Con livelli di stoccaggio al di sotto della media, l'approvvigionamento di gas naturale in Europa è un argomento che desta preoccupazione già dalla seconda metà del 2021.

I prezzi europei hanno raggiunto nel breve termine i massimi storici dall'inizio del conflitto, essendo i Paesi dell’Unione Europea diventati il mercato premium già dallo scorso inverno, attirando massicci flussi di GNL per compensare il forte calo delle consegne dei gasdotti russi.

Il gas naturale liquefatto (GNL) si ottiene abbassando la temperatura fino a un valore pari a -160°C. Attraverso le forniture di GNL per il mercato europeo si è riusciti a bilanciare il consumo invernale di gas. Il GNL ha un vantaggio rispetto a GPL, che per una stessa quantità di gas, il volume occupato dal GNL è seicento volte inferiori al volume della stessa quantità in forma gassosa. Nonostante ciò, la volatilità dei prezzi ha spinto i Paesi, soprattutto le economie emergenti dell’Asia, a forti riduzioni nel consumo, con un conseguente rallentamento della produzione e dell’economia.

Come già spiegato nei precedenti articoli, la Russia è il più grande fornitore di gas naturale dei Paesi europei, con il 33% della domanda della regione nel 2021. Sul territorio dell’Ucraina passa il 7% dei gasdotti che trasportano dalla Russia verso l'Europa il gas. Nonostante durante il conflitto l'Ucraina abbia subito varie interruzioni di gas da parte della Russia, le forniture verso l’Europa sono continuate senza problemi e senza restrizioni sulle importazioni imposte dall’Unione Europea. Il dibattito all’interno dell’UE su come rendersi indipendente dal gas russo è ampio e controverso, numerose sono le iniziative dei singoli Stati membri per accaparrarsi forniture da Paesi terzi, anche passando sopra a questioni che riguardano la violazione dei diritti umani, come nel caso dell’Egitto.

Come stabilito nel piano generale REPowerEU della Commissione europea pubblicato l'8 marzo, è prevista un maggiore utilizzo di GNL fornito dagli USA per bilanciare le esigenze di consumo e garantire il riempimento dei siti di stoccaggio sotterraneo europei, con un obiettivo di riempimento minimo dell'80% entro il 1° novembre (e del 90% dal 2023), come parte di una proposta legislativa della Commissione europea pubblicata a fine marzo.

L'incremento delle importazioni di GNL in Europa ha rivoluzionato il mercato globale del gas liquido, in quanto un’offerta aggiuntiva indirizzata verso i Paesi europei appare limitata, non essendo supportata da progetti concreti a riguardo ed essendo diversi Paesi esportatori limitati nelle forniture a causa delle consistenti interruzioni del 2021.

La domanda di gas naturale non subirà soltanto una contrazione nei Paesi emergenti a causa della volatilità dei prezzi, ma avrà nel breve termine più ampie e gravi ripercussioni sull’economia globale, a causa del conflitto in corso. Oltre all'aumento dei prezzi delle materie prime che grava su famiglie e imprese, la conseguenza più preoccupante, dopo un lungo periodo di recessione è l'inflazione galoppante, che riduce il potere di acquisto, mentre diminuiscono gli investimenti da parte delle imprese, a causa della maggiore incertezza a livello finanziario e della difficoltà di accesso ai finanziamenti stessi. Il rischio di stagflazione è quindi alto nelle economie avanzate.

Ci sono poi effetti collaterali da non sottovalutare causati dal conflitto russo-ucraino, secondo la IEA riguardo agli usi non energetici del gas naturale, in particolar modo sulla produzione di fertilizzanti. Il gas naturale rappresenta il 70% della produzione globale di ammoniaca, che è il punto di partenza per tutti i fertilizzanti azotati minerali. Il prezzo dell'urea è più che raddoppiato tra settembre 2021 e marzo 2022. La Cina e la Russia, due grandi esportatori di urea, hanno limitato le esportazioni alla fine del 2021, allo scopo di mantenere l'approvvigionamento e la sicurezza alimentare dei loro mercati interni, inoltre le sanzioni alla Russia hanno messo ulteriore tensione sulla disponibilità di fertilizzanti e sui futuri raccolti.


La volatilità del prezzo del gas è determinata anche dall’andamento del mercato del petrolio, perché a seconda della produzione di greggio si determina la quantità estratta e quindi il prezzo. Inoltre, la domanda di gas è influenzata anche dai fattori climatici e dalla stagione. il gas è stoccato in estate, quando la domanda è bassa e ritirato in inverno, per soddisfare la domanda di riscaldamento. I mesi estivi potrebbero rappresentare quindi un momento in cui i governi possono mettere a punto programmi per arginare una crisi economica, ma se è possibile fare analisi economiche per varare misure contro l’inflazione, difficile è prevedere eventi geopolitici e meteorologici inaspettati.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]