N. 14 - Luglio 2006
IL
MARESCIALLO DIMENTICATO
La
turbolenta carriera del generale
Moreau, difensore della Repubblica
Francese e rivale di Napoleone
di
Simone Pelizza
Jean Victor Marie Moreau nacque nel febbraio 1763 a Morlaix,
piccola cittadina della Bretagna. Il padre era un
avvocato piuttosto conosciuto, intenzionato a
spingere il figlio sulle proprie orme. Così,
nonostante le evidenti simpatie per la vita
militare, il giovane Jean fu costretto a studiare
Diritto all’Università di Rennes.
Se la carriera studentesca – intrapresa di malavoglia - fu
sostanzialmente mediocre, quella sociale
rappresentò invece un trampolino di lancio
importante per il ragazzo. Idolatrato dai compagni
di corso, Moreau infatti organizzò una vera e
propria milizia personale, che guidò abilmente in
una serie di scontri con i nobili cittadini, nel
clima arroventato degli ultimi anni dell’Ancien
Régime. In queste scorribande Jean dimostrò
tutto il suo spirito impetuoso e l’attaccamento ad
ideali politici di stampo repubblicano.
Una rapida carriera militare
Nel 1789, allo scoppio della Rivoluzione, si unì a una
compagnia di artiglieri della Guardia Nazionale,
raggiungendo presto il grado di capitano. Due anni
più tardi venne promosso tenente colonnello e
posto al comando di un battaglione di volontari
presso Ille-et-Vilaine. Allo scoppio della guerra
tra Francia ed Austria, nell’aprile 1792, tale
unità venne incorporata nell’Armée du Nord,
operante nelle Fiandre e guidata dall’esperto
generale Dumouriez, veterano della Guerra dei
Sette Anni.
La vittoria di Valmy e l’esecuzione di Luigi XVI spinsero
la neonata Repubblica Francese verso un
atteggiamento sempre più aggressivo. Nel febbraio
1793 il fragile governo girondino, impegnato in
un’aspra lotta con i giacobini per il controllo
della Convenzione, ordinò a Dumouriez di invadere
i Paesi Bassi. Inizialmente l’offensiva procedette
con successo; anche Moreau si distinse
positivamente in questa fase, conquistando il
forte di Stephenswerth. Tuttavia le cose non
tardarono a mettersi male per i francesi. Il 18
marzo infatti l’Armée du Nord fu sconfitta
presso Neerwinden dall’esercito del Principe di
Sassonia-Coburgo, e costretta a ripiegare in
grande disordine. Criticato dal governo, Dumouriez
si mise segretamente d’accordo con gli austriaci
ed il 2 aprile consegnò al nemico i
députés-en-mission del suo esercito, aprendo
una crisi gravissima con le autorità di Parigi.
Alla fine l’azzardo del vecchio generale fallì per
il mancato sostegno di soldati ed ufficiali,
fedeli alla causa repubblicana: Dumouriez fu
costretto a disertare e venne sostituito al
comando da Jourdan, che risollevò le sorti del
conflitto ottenendo un’importante vittoria a
Wattignies. Fu però sostituito da Pichegru,
ufficiale di grande esperienza ma dalle ambigue
frequentazioni politiche. In questo marasma
politico-militare Moreau rimase al suo posto,
ottemperando lealmente ai propri doveri. Tale
comportamento non sfuggì al nuovo governo
giacobino, che lo promosse generale di brigata
alla fine dell’anno. Inoltre Moreau attirò
l’attenzione di Lazare Carnot, influente membro
del Comitato di Salute Pubblica, che lo nominò
generale di divisione nei primi mesi del 1794.
Alla guida dell’ala destra dell’Armée du Nord, il
giovane generale ebbe un ruolo fondamentale nella
battaglia di Tourcoing, che lo rese
improvvisamente celebre presso il popolo francese.
Il colpo di stato del Termidoro non fermò l’ascesa
professionale di Moreau: il suo grande protettore,
Carnot, divenne infatti ministro della guerra del
Direttorio, assicurandogli nuovi incarichi
prestigiosi. Nel 1795 ottenne quindi prima il
comando dell’Armée du Nord, in sostituzione
di Pichegru – coinvolto in una cospirazione di
stampo realista - , e poi quello dell’Armée de
Rhin-et-Moselle, con cui intraprese una serie
di brillanti azioni offensive in Germania. Moreau
conquistò la piazzaforte di Kehl e vinse gli
austriaci ad Heydenheim; sconfitto però dal
brillante Arciduca Carlo, dovette ritirarsi in
condizioni particolarmente difficili: compito che
svolse con notevole perizia ed efficienza,
catturando addirittura 5000 prigionieri nemici. In
virtù di tale impresa, il giorno di Natale venne
designato comandante anche dell’Armée de
Sambre-et-Meuse.
Successi e ingenuità
Dopo quasi due anni di problemi logistici, l’Armée du
Rhin riprese le operazioni contro gli
austriaci, impadronendosi di Offenburg; ma le
vittorie di Bonaparte in Italia, seguite dalla
Pace di Campoformio (17 ottobre 1797), posero fine
alla Guerra della Prima Coalizione. In questo
periodo Moreau entrò in possesso di alcune lettere
compromettenti tra il suo vecchio superiore nell’Armée
du Nord, generale Pichegru, e il Principe
Condé, esponente di spicco degli emigrati politici
francesi. Dopo molte esitazioni, che lo resero
sospetto agli occhi del Direttorio, rivelò
pubblicamente la propria scoperta, denunciando
Pichegru come traditore. Tuttavia venne sollevato
dal comando e posto forzatamente a riposo.
Nel 1799 la formazione di una nuova coalizione antifrancese
non sembrò offrirgli inizialmente possibilità di
riscatto. Ma la prolungata assenza di Bonaparte,
impegnato in Egitto, e l’avanzata travolgente
delle forze austro-russe di Suvorov in Nord Italia
lo riportarono in scena. Al comando insieme a
Joubert dell’Armée d’Italie, cercò di
arginare la marcia degli Alleati in Lombardia e
Piemonte, ma con scarso successo. Dopo la morte
del collega, caduto in battaglia a Novi, riuscì a
salvare i resti dell’Armée d’Italie
ritirandosi su Genova. Sostituito da Championnet e
rientrato a Parigi, Moreau si unì a Bonaparte
contro il Direttorio e partecipò al colpo di stato
del 18 Brumaio, assicurando al neonato Consolato
l’appoggio delle truppe in Lussemburgo. Napoleone
lo ricompensò dandogli nuovamente il comando dell’Armée
du Rhin, con cui avanzò nel Baden. Il 3 maggio
1800 sconfisse gli austriaci a Stockach, dando un
sostegno importante all’imminente campagna del
Primo Console in Italia. Di ritorno a Parigi sposò
Madamoiselle Hullot, ambizioso membro del circolo
di Giuseppina Beuharnais, moglie di Bonaparte.
Tale matrimonio si sarebbe rivelato fatale per il
popolare generale. Tornato in Germania Moreau
partecipò alle successive fasi della Guerra della
Seconda Coalizione: dopo una fulminea avanzata in
Baviera, le sue truppe raggiunsero il Danubio
presso la cittadina di Hochstadt. Qui, il 19
giugno, un feroce contrattacco austriaco venne
respinto, portando a negoziati diretti con il
governo di Vienna. Tuttavia la volontà di
resistenza austriaca non era ancora vinta; nemmeno
la precedente vittoria di Bonaparte a Marengo
comportò un accordo di pace generale tra i
belligeranti. Moreau approfittò comunque di questo
periodo di tregua per rinforzare l’Armée du
Rhin, aumentandone gli effettivi e
riorganizzandone le unità.
In autunno il fallimento delle trattative diplomatiche
austro-francesi riaprì le ostilità in Germania ed
in Italia.
Dal trionfo alla rovina
Napoleone ordinò all’Armée du Rhin di marciare su
Vienna, ma gli austriaci avanzarono per primi,
attraversando l’Inn e minacciando il fianco
sinistro avversario. Moreau riuscì però ad
occupare una forte posizione difensiva nella
foresta di Hohenlinden. Il 3 dicembre gli
austriaci attaccarono, ma le pessime condizioni
del tempo e la tenace resistenza francese ne
fiaccarono il morale e li costrinsero alla
ritirata. Un vigoroso contrattacco, guidato dal
generale Richepanse, inflisse ulteriori perdite
alle truppe imperiali. Moreau aveva ottenuto un
successo decisivo: con la propria capitale
minacciata ed il fronte italiano in rapida crisi,
Francesco II firmò un armistizio. In febbraio il
trattato di Luneville mise fine alla Seconda
Coalizione.
Moreau ritornò in patria da eroe, ma le ambizioni della
moglie lo misero presto nei guai. La Hullot stese
infatti attorno al marito una rete di amicizie
ambigue e politicamente compromettenti, attirando
l’attenzione di Fouché, solerte ministro di
polizia del Consolato. Sospettato di essere parte
di una cospirazione realista, guidata dal suo ex
superiore Pichegru e dal leader vandeano Cadoudal,
nella primavera 1804 Moreau fu arrestato e
processato: inzialmente assolto, venne infine
condannato a due anni di prigione dopo pesanti
interferenze di Napoleone sull’attività del
tribunale. La pena fu poi commutata in esilio;
l’ex eroe della Repubblica sbarcò quindi negli
Stati Uniti, dove visse per diversi anni in
relativa oscurità.
Nel 1812 le notizie sul disastro della Grande Armée
in Russia lo spinsero ad accettare l’offerta degli
emissari dello zar Alessandro I, schierandosi
contro Napoleone. La sua decisione fu motivata,
oltre che dal desiderio di rivalsa nei confronti
di Bonaparte anche dalla illusoria speranza di
restaurare un regime repubblicano in Francia.
Grazie all’intercessione di Bernadotte, re di
Svezia ed ex maresciallo napoleonico, Moreau
divenne dunque consigliere militare della nuova
coalizione antifrancese. Fortunatamente non
partecipò all’invasione del suo paese: il 27
agosto 1813, durante la battaglia di Dresda,
rimase gravemente ferito. Spirò pochi giorni dopo
a Laun, forse sollevato dal fatto di non dover più
combattere contro i propri compatrioti. Lo zar
tributò grandi onori al defunto generale,
inumandone la salma a San Pietroburgo e concedendo
alla vedova una pensione di stato. Al contrario i
francesi si dimostrarono ostili nei confronti
dell’ex eroe della Repubblica, comparandolo
direttamente ai “traditori” Dumouriez e Pichegru.
Ma Luigi XVIII non dimenticò le grandi imprese
militari compiute da Moreau negli anni
rivoluzionari e durante la Restaurazione gli
concesse postumo il grado di maresciallo: nobile,
ironico riconoscimento regale ad un militare di
comprovata fede repubblicana.
Ma in quegli anni turbolenti eventi del genere erano
all’ordine del giorno.
Riferimenti bibliografici:
David Chandler, Dictionary of the Napoleonic
Wars, Ware (UK), Wordsworth Editions 1999
Id., Le campagne di Napoleone, 2 voll.,
Milano, Rizzoli 1986
Michel Poniatowski, Storia del Direttorio,
Milano, Bompiani 1984
Jean Tulard, Napoleone, Milano, Bompiani
2000
http://fr.wikipedia.org/wiki/Jean_Victor_Marie_Moreau
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