N. 101 - Maggio 2016
(CXXXII)
QUALE
SARÀ
IL
FUTURO
DEL
TENNIS
ITALIANO?
PARTE
II -
L'UNIVERSO
FEMMINILE
di
Francesco
Agostini
Se
in
campo
maschile
la
situazione
è,
almeno
al
momento,
stazionaria,
in
campo
femminile
è
potenzialmente
drammatica.
Il
tennis
italiano
del
gentil
sesso,
dopo
una
generazione
a
dir
poco
straordinaria,
sta
attraversando
adesso
un
momento
difficile.
Il
problema
è
molto
semplice.
Negli
ultimi
anni
l’Italia
a
livello
di
Fed
Cup
ha
vinto
moltissimo,
grazie
a
campionesse
del
calibro
di
Flavia
Pennetta,
Francesca
Schiavone,
Roberta
Vinci
e
Sara
Errani.
Adesso,
però,
le
cose
sono
notevolmente
cambiate,
e in
peggio.
La
Schiavone,
ad
esempio,
è
oramai
molto
in
là
con
gli
anni
ed è
scivolata
parecchio
in
classifica;
in
sostanza,
quello
che
poteva
dare
al
tennis
italiano,
che
è
stato
molto,
appartiene
al
passato.
Tutti
abbiamo
ancora
negli
occhi
la
splendida
vittoria
di
Francesca
al
Roland
Garros
sulla
Stosur,
sulla
amata
terra
rossa,
ma
gli
anni
passano
anche
per
lei.
Come
è
normale
che
sia
lo
scatto,
la
potenza
e
anche
le
motivazioni,
con
l’andare
del
tempo
sono
destinate
a
calare.
Lo
stesso
discorso
lo
potremmo
fare
per
una
campionessa
come
Roberta
Vinci,
classe
1983,
e
dunque
in
piena
fase
calante
della
sua
carriera.
A
dir
la
verità,
però,
la
Vinci
sta
attraversando
un
momento
magico:
dopo
la
finale
degli
Us
Open
del
2015
persa
contro
Flavia
Pennetta,
la
Vinci
ha
inanellato
una
serie
incredibile
di
vittorie,
tra
cui
il
trionfo
avvenuto
nel
trofeo
di
San
Pietroburgo
ai
danni
di
Belinda
Bencic,
considerata
da
esperti
e
tifosi
come
il
vero
futuro
del
tennis
mondiale
femminile.
Certo,
però,
le
speranze
dell’Italia
non
possono
ripartire
dalla
trentatreenne
Roberta
Vinci:
anche
se
forte
e
talentuosa,
il
tempo,
che
non
è
galantuomo,
non
sta
più
dalla
sua
parte.
Quando
si
parla
di
Roberta
Vinci
è
impossibile
non
pensare
anche
alla
sua
storica
(e
purtroppo
ex)
compagna
di
doppio
Sara
Errani.
La
Errani,
a
livello
anagrafico,
rappresenta
il
presente
della
Nazionale
Italiana
di
Tennis
di
Corrado
Barazzutti,
ma è
chiaro
che
non
può
guidare
in
solitudine
un’intera
nazione.
Pur
se
volenterosa
e
con
una
tempra
d’acciaio,
bisogna
riconoscere
gli
evidenti
limiti
tecnici
di
una
ragazza
che
ha
nel
servizio
il
suo
più
vistoso
punto
debole;
a
livello
attuale
è
semplicemente
impossibile
pensare
di
fare
strada
con
un
fondamentale
così
poco
curato.
Dunque,
rimarremo
inconsolabilmente
delle
vedove
di
Flavia
Pennetta?
Al
momento,
pare
proprio
di
sì.
Il
caso
più
eclatante
è
quello,
nemmeno
a
dirlo,
della
nostra
Camila
Giorgi,
che
ha
da
poco
dato
l’addio
(definitivo?)
alla
nazionale.
In
merito
al
caso
Giorgi
se
ne
sono
sentite
davvero
tante
ma,
stando
a
fonti
autorevoli,
l’intero
clan
Giorgi
avrebbe
rotto
con
l’ambiente
per
incomprensioni
continue.
Camila
non
avrebbe
legato
con
le
altre
giocatrici
e il
padre
Sergio,
che
è
anche
il
suo
allenatore,
avrebbe
definitivamente
rotto
i
rapporti
con
Angelo
Binaghi,
il
presidente
della
Federazione
Italiana
Tennis.
Per
concludere,
quale
sarà
il
futuro
del
tennis
italiano
in
gonnella?
Al
momento
l’avvenire
non
pare
di
certo
quello
dei
più
rosei.
La
nostra
giocatrice
più
forte,
Camila
Giorgi,
ci
ha
lasciato
in
un
mare
di
guai;
con
la
Spagna
abbiamo
perso
lo
spareggio
decisivo
e,
dopo
anni
di
vittorie,
siamo
scesi
in
serie
B.
Il
problema,
paradossalmente,
è
stato
creato
proprio
dalle
tante
vittorie
ottenute
in
Fed
Cup;
l’ambiente
si è
rilassato,
si è
cullato
sugli
allori,
e
non
ha
minimamente
pensato
a un
ricambio
generazionale.
Sono
stati
fatti
pochi
investimenti
e
adesso,
purtroppo,
il
prezzo
da
pagare
sarà
alto,
anzi
altissimo.
Come
ogni
parabola
ascendente
e
discendente,
adesso
ci
tocca
soffrire
ma
abbiamo
la
certezza
che,
prima
o
poi,
il
nostro
tennis
si
riprenderà
e
tornerà
ai
livelli
che
gli
competono.