N. 43 - Luglio 2011
(LXXIV)
GIOVANI MERIDIONALI IN FUGA
Unità d’Italia e Padania
di Giovanna D'Arbitrio
Quando
si
parla
di
giovani
“fannulloni”,
spesso
ci
si
dimentica
che
non
tutti
sono
“figli
di
papà”
ricchi
o
benestanti
che
si
godono
la
vita
tra
ozi
e
vizi.
Nell’ultimo
decennio,
infatti,
secondo
i
dati
Istat
è in
crescente
aumento
il
numero
dei
laureati
con
la
valigia
che
abbandonano
il
Sud
in
cerca
di
lavoro.
Si
tratta
per
lo
più
di
giovani
capaci,
preparati,
abili
nel
gestire
le
nuove
tecnologie
e le
lingue
straniere,
abituati
a
viaggiare
e a
confrontarsi
con
realtà
diverse.
Desiderosi
di
allontanarsi
dai
diffusi
sistemi
clientelari
del
Nord
e
Sud,
cercano
società
meritocratiche
in
cui
veder
crescere
le
proprie
capacità
professionali
con
soddisfazione.
Non
spinti
da
sfrenata
ambizione
e
fanatico
carrierismo,
ma
da
dignità
e
desiderio
di
ripagare
i
sacrifici
delle
famiglie,
in
realtà
essi
sono
spesso
i
nostri
giovani
migliori,
quelli
che
potrebbero
contribuire
alla
rinascita
delle
nostre
regioni,
ma
ce
ne
dobbiamo
privare
con
sofferenza
per
non
vederli
umiliati
e
offesi
in
lavori
non
adeguati
agli
studi
fatti,
lavori
oltretutto
precari
e
interinali
(se
non
addirittura
“in
nero”)
con
stipendi
vergognosi
che
perfino
una
colf
oggi
rifiuterebbe.
Un
tempo
essi
preferivano
restare
in
Italia
ed
emigrare
verso
il
Nord,
ma
ora
molti
scelgono
di
andare
all’estero
per
non
sentirsi
“stranieri”
in
Padania,
ma
italiani
rispettati
in
altri
paesi
per
la
loro
laboriosità,
professionalità
e
quella
creatività
tipica
dei
meridionali,
capaci
di
uscire
da
rigidi
schemi
mentali
per
proporre
idee
innovative
e
originali.
Pensare
che
tutto
ciò
noi
lo
stiamo
regalando
ad
altri
paesi!
Anche
se
hanno
studiato
con
sacrificio,
serietà
e
impegno
malgrado
scuole
fatiscenti
e
numerose
incoerenti
riforme
scolastiche,
qui
li
disprezziamo
e li
offendiamo,
ma
appena
varcano
il
confine
diventano
apprezzati
manager
che
si
confrontano
“alla
pari”
in
ambienti
internazionali
con
altri
giovani
i
quali
hanno
avuto
ben
altre
opportunità
fin
dalla
nascita.
Un
interessante
articolo
è
apparso
su
“Il
Mattino”
qualche
mese
fa
proprio
sui
brillanti
risultati
dei
nostri
giovani
laureati
con
la
valigia.
E
così
ci
rendiamo
conto
ancor
più
dei
drammatici
problemi
di
tanti
altri
che
purtroppo
non
possono
abbandonare
le
loro
regioni
per
gravi
motivi
e
vivono
male,
sempre
più
arrabbiati
e
delusi
per
la
mancanza
di
attenzione
e di
rispetto
nei
loro
riguardi:
desiderosi
solo
di
un
lavoro
dignitoso,
chiedono
soluzioni
concrete
per
poter
vivere
senza
pesare
ancora
su
genitori
pensionati
e
parenti
anziani,
per
poter
mettere
su
una
famiglia
con
le
proprie
forze.
Pertanto
a
molti
sembra
davvero
assurdo
e
anacronistico
che
si
parli
ancora
di
Pontida
nel
momento
in
cui
si
festeggiano
i
150
anni
dell’Unità
d’Italia
che
il
futuro
di
tanti
giovani,
dei
problemi
del
Meridione
(incluso
quello
della
spazzatura
campana,
troppo
spesso
strumentalizzato)
e
del
nostro
paese
debba
dipendere
dalla
Padania,
una
regione
non
segnata
nemmeno
sulle
carte
geografiche
italiane.
Gioverebbe
un
maggior
rispetto
dei
legisti
verso
il
Sud
per
il
bene
dell’Italia.
Gioverebbe
anche
un’Opposizione
capace
di
offrire
davvero
un’alternativa,
che
non
vada
continuamente
alla
ricerca
di
un
nuovo
leader
attraverso
le
primarie,
ma
che
sia
in
grado
di
compattarsi
intorno
a
obiettivi
comuni
e
programmi
politici
seri.
Noi
crediamo
in
un’Italia
unita
in
cui
tutti
i
giovani
possano
lavorare
offrendo
un
fattivo
contributo
con
entusiasmo
e
idee
nuove.