FRANK STELLA
DAL MINIMALISMO ALL’NFT: STORIA DI
UN ARTISTA
di Francesco Antinolfi
Frank Stella nasce nel 1936 a
Malden, in Massachusetts, fondatore
e padre dell’arte minimalista,
(il minimalismo è caratterizzato da
una forte semplificazione della
realtà, dall’antiespressività,
dall’impersonalità, dalla freddezza
e dalla semplificazione dei soggetti
in forme geometriche) noto
soprattutto per il suo uso di forme
e motivi geometrici nella creazione
di dipinti e sculture.
Laureato in Storia alla Princeton
University ha da sempre una passione
per la pittura. Nel 1958, si
stabilisce a New York dove l’anno
successivo partecipa sia alla mostra
“Three Young Americans” dell’Allen
Memorial Art Museum dell’Oberlin
College a Oberlin, in Ohio, sia a
“Sixteen Americans” al Museum of
Modern Art di New York dove espone
quattro dei suoi “Black Paintings”,
serie realizzata tra il 1958 e il
1960.
.
Frank Stella
Per comprendere questa serie è
opportuno dividerla in due gruppi:
il primo, costituito dalle opere
dipinte tra il 1958 e l’autunno
1959, dove le linee presenti sulle
tele sono molto lineari e parallele
al bordo della tela. Ne è un
esempio Tomlinson Court Park (1959).
Il secondo gruppo, è composto dalle
opere dipinte tra l’inverno 1959 e
il 1960, dove le linee sono
parallele alle diagonali delle aree
in cui è stata ripartita la tela. Ne
è un esempio Tuxedo Park (1960).
.
Frank Stella,
Tomlinson Court Park, 1959
.
Frank Stella,
Tuxedo Park,
1960
L’espressività dei dipinti è da
ricercare nel modo in cui i motivi
sono stati impiegati nelle singole
opere. Quindi l’attenzione deve
focalizzarsi sulla dimensione, sulla
larghezza delle linee, sulla
lavorazione e sulla tipologia di
vernice utilizzata. È del 1960 la
sua prima mostra personale in cui
presenta le sue “Black Paintings”
(Pitture Nere), serie costituita da
circa due dozzine di tele di grandi
dimensioni, ciascuna composta da
bande o strisce concentriche in
pittura domestica a smalto nero
sutela grezza. L’utilizzo di questi
materiali conferisce alle opere un
aspetto allo stesso tempo crudo,
impassibile, rigoroso, imponente,
vellutato, diagrammatico ma anche
tattile.
Un primo cambiamento è possibile
collocarlo intorno alla metà degli
anni Sessanta, in particolare nel
1966, con la serie “Irregular
Polygon”. In questa serie, Stella
comincia a usare il colore per la
prima volta e inizia a giocare con
tele asimmetriche, sagomate, di
forma diversa dal tradizionale
rettangolo o quadrato, spesso a
forma di L, N, U o T; si nota
l’impiego di forme geometriche a
incastro, le quali, interagendo tra
loro creano così stabilità, tensione
e allo stesso tempo movimento. Lo
stile e l’approccio sono ancora
minimalisti, ma piuttosto che
concentrarsi sulla geometria
simmetrica, sposta il suo obiettivo
per giocare con lo spazio, il volume
e il senso di equilibrio.
Frank Stella,
Irregular Polygon,
Union 1, 1966
.
Frank Stella,
Irregular Polygon,
Moultonville 4, 1966
L’artista lavora su grandi formati,
per serie, con l’utilizzo di una
gamma sempre più ampia di colori
tipicamente disposti in linee rette
o curve. Un esempio è
rappresentato dalla serie di dipinti
“Goniometro”, in cui gli
archi, a
volte sovrapposti all’interno di
bordi quadrati, sono disposti fianco
a fianco per produrre cerchi pieni e
semicerchi dipinti in anelli di
colore concentrico. Questi dipinti
prendono il nome dalle città
circolari visitate dall’artista
mentre si trovava in Medio Oriente
all’inizio degli anni Sessanta.
.
Frank
Stella,
Goniometro, Harran,
1967
.
Frank Stella,
Goniometro, Damascus gate, variation
I,
1969-1970
Contestualmente alla produzione
precedentemente trattata, sempre tra
gli anni Sessanta e Settanta, Stella
si dedica anche alla creazione di
stampe astratte in litografia,
serigrafia, acquaforte e litografia
portando la stampa stessa come una
forma d’ arte, e consacrandosi come
uno dei maggiori artisti in questo
campo.
Altra importante transizione
artistica per Frank Stella avviene
nel 1975, poiché fino a quell’ anno
condusse l’avanguardia americana
verso il Minimalismo,
concentrandosi sul rapporto
colore-forma e lavorando sempre per
serie. Da quell’anno in poi, il suo
lavoro si libera del
Minimalismo che aveva caratterizzato
il periodo precedente e assume
qualità barocche, comincia a essere
contrassegnato da forme curvilinee,
colori DayGlo e pennellate
affrettate
con
la creazione di composizioni
barocche in rilievo, qui effettuando
una transizione verso quella che lui
stesso definì pittura “massimalista”
per le sue qualità scultoree,
in cui incrocia una moltitudine di
forme ritagliate e aggiunge
arabeschi di colori acidulati.
Le tele sagomate assumono forme
ancora meno regolari nella serie Eccentric
Polygon , e vengono introdotti
elementi di collage,
pezzi di tela incollati su compensato. Dopo
aver introdotto il legno e altri
materiali nella serie “Polish
Village” (73), creata in
altorilievo, iniziò a utilizzare
l’alluminio come supporto principale
per i suoi dipinti. Il suo lavoro
diventa sempre più tridimensionale,
al punto in cui inizia a produrre
grandi pezzi di metallo
autoportanti, che, sebbene siano
dipinti, potrebbero essere
considerati sculture.
.
Frank Stella, Polish Village
Series, 1970-1974
Nel 1981 il sindaco di New York gli
consegna l’Award for Arts and
Culture. Dal settembre 1982 al
giugno 1983 gli viene concessa la
residenza all’Accademia Americana di
arte e lettere di Roma.
Dalla metà degli anni Ottanta alla
metà degli anni Novanta, le opere di
Stella lasciano grande spazio alla
piena tridimensionalità, con forme
scultoree derivate da coni,
pilastri, onde ed elementi
architettonici decorativi. Per
realizzare queste opere l’artista
utilizza collage o bozzetti che
vengono poi ingranditi e ricreati
con l’ausilio di assistenti,
tagliatori di metalli industriali e
tecnologie digitali. Un esempio è
costituito dall’ opera La scienza della pigrizia
del 1984, la quale è un esempio del
passaggio di Stella dalla
bidimensionalità alla
tridimensionalità. L’opera è
realizzata con colori
a olio, colori
a smalto e colori
alchidici su tela, magnesio inciso,
alluminio e fibra
di vetro.
.
Frank Stella, La
Scienza della Fiacca, 3.5X,
1984
© 2015 Frank Stella/Artists Rights
Society (ARS), New York
A
partire dagli anni Ottanta fino ai
giorni nostri, Frank Stella realizza
delle sculture monumentali in
acciaio lucido o brunito. Nelle sue
opere che definisce “massimaliste”,
utilizza materiali come l’alluminio
non solo per la scultura ma anche
come supporto preferito dei suoi
quadri, che nell’arco degli anni
diventano sempre più elaborati ed
esuberanti. Durante gli anni Novanta
crea sculture autoportanti per spazi
pubblici e sviluppa progetti
architettonici. Nel 1993, ad
esempio, ha creato l’intero schema
decorativo per il
Princess of Wales Theatre di Toronto.
Negli ultimi anni si è dedicato a
esplorare le possibilità della
stampa 3D, della fibra di vetro,
della fibra di carbone e dei tubi di
alluminio, realizzando opere
tridimensionali che sfociano sempre
di più nell’architettura. All’inizio
degli anni 2010, Stella ha iniziato
a utilizzare il computer come
strumento pittorico per produrre
sculture autonome a forma di
stella, spesso monocromatiche, nere
o beige o naturalmente metalliche, e
le loro punte possono assumere la
forma di piani solidi, linee sottili
o circuiti a rete metallica.
La sua Jasper’s Split Star (2017),
una scultura composta da sei piccole
griglie geometriche che poggiano su
una base di alluminio, è stata
installata al 7
World Trade Center nel
2021.
.
Frank Stella,
Jasper’s Split Star, 2017
All’età di 86 anni Frank Stella è un
artista ancora attivo sul mercato.
Attualmente vive e lavora a New York
si dedica alla difesa dei diritti
d’artista, sia tramite campagne
come American
Royalties Too (ART) sia
tenendo conferenze nei corsi di
Giurisprudenza. Lavora e sperimenta
con la stampa
3d, creando tubi e altre
sculture e sperimentando il mondo
dell’NFT. Una delle sue ultime
creazioni è disponibile sulla
piattaforma web Arsnl.
La serie “Geometries” è formata da
22 opere ed è acquistabile in
formato,
dove
conseguentemente alla vendita,
vengono inoltre ceduti
automaticamente i diritti per
stampare l’opera fisica in 3D. Gli NFT con
i loro pagamenti diretti al momento
della rivendita, sono ben visti
dall’artista minimalista, il quale è
in grado di cogliere immediatamente
il potenziale degli NFT che
oltre a fornire i tanto desiderati
diritti sulla rivendita, puntano
sulle nuove generazioni.
Riferimenti bibliografici:
James Pearson,
Frank Stella: American Abstract
Artist,
Crescent Moon Publishing,
2013.