N. 37 - Gennaio 2011
(LXVIII)
Il maggiore Frank Eugene Toscani
Un eroe tra romanzo e realtà
di Claudio Li Gotti
“Eroe
dei
due
mondi
in
guerra”;
con
questa
frase
il
giornalista
italiano
Ennio
Caretto,
nell’articolo
del
Corriere
della
Sera
del
1°
febbraio
2001,
rendeva
onore
a
Frank
Eugene
Toscani,
scomparso
a
New
York
all’età
di
89
anni.
Le
gesta
di
questo
maggiore
italoamericano
che,
all’indomani
dello
sbarco
alleato
in
Sicilia
del
10
luglio
1943,
divenne
il
governatore
militare
della
città
di
Licata
(uno
dei
punti
strategici
dell’operazione
anfibia),
ispirarono
il
giornalista
americano
John
Hersey
per
il
suo
romanzo
“A
Bell
for
Adano”
(Una
campana
per
Adano,
premio
Pulitzer
1945);
dal
libro,
che
riscosse
un
grande
successo
negli
USA,
furono
tratti
anche
uno
spettacolo
teatrale
e
una
pellicola
cinematografica.
Hersey,
corrispondente
di
guerra
del
Time
al
seguito
delle
truppe
in
Sicilia,
fu
incaricato
dalla
rivista
di
scrivere
un
pezzo
su
come
gli
Ufficiali
americani
amministrassero
le
città
siciliane
occupate.
Il
giornalista
visitò
per
alcuni
giorni
Licata
(la
Adano
del
romanzo)
e
conobbe
il
maggiore
Toscani,
sulla
cui
figura
avrebbe
poi
modellato
il
personaggio
principale
della
sua
opera,
il
maggiore
Victor
Joppolo.
Come
scrisse
lo
stesso
Toscani
nel
suo
memoriale,
pervenuto
alla
redazione
del
mensile
licatese
“La
Vedetta”
nel
2005,
“He
(Hersey)
spent
time
with
me,
observed
what
was
taking
place
in
my
office
(…)
and
got
all
the
information
he
needed
for
his
article.”
(“Passò
ore
con
me,
osservò
quanto
avveniva
nel
mio
ufficio…
e
ottenne
tutte
le
informazioni
che
gli
occorrevano
per
il
suo
articolo”).
Benché
la
storia
di
Hersey
sia
romanzata
e
alcuni
fatti
siano
anche
frutto
della
fantasia
dell’autore,
buona
parte
delle
situazioni
raccontate
nel
romanzo
sono
realmente
accadute
e il
libro
si è
rivelato
molto
utile
per
comprendere
la
gestione
amministrativa
adottata
dagli
americani
durante
il
regime
di
occupazione
militare
conseguente
allo
sbarco
alleato.
L’AMGOT,
sigla
che
identificava
l’Allied
Military
Government
of
Occupied
Territory
(Governo
militare
alleato
dei
territori
occupati),
era
stato
deciso
dagli
Alleati
per
il
conseguimento
degli
obiettivi
politici
dell’Operazione
Husky
(nome
in
codice
dello
sbarco
in
Sicilia),
che
sostanzialmente
consistevano
nel
liberare
gli
italiani
dal
regime
fascista,
ristabilire
la
legge,
l’ordine
pubblico
e le
normali
condizioni
di
vita
per
la
popolazione.
Il
controllo
amministrativo
e
militare
sul
territorio
siciliano
sarebbe
stato
esercitato
dalle
due
potenze
occupanti
nelle
rispettive
zone
di
competenza,
la
zona
orientale
agli
inglesi
e
quella
occidentale
agli
americani.
Si
scelse
di
operare
attraverso
un
modello
di
governo
indiretto
(Indirect
Rule);
in
pratica,
il
governo
militare
del
territorio
doveva
svolgersi
attraverso
il
controllo
e la
supervisione
dell’amministrazione
locale
esistente,
a
partire
dai
Civil
Affairs
Officiers
(C.A.O.,
Ufficiali
degli
Affari
Civili)
che
dovevano
sorvegliare
l’operato
degli
apparati
municipali
e
provinciali
dell’isola,
dopo
aver
opportunamente
rimosso
dagli
incarichi
coloro
che
erano
stati
più
vicini
al
regime
fascista.
Nella
prefazione
del
suo
romanzo,
John
Hersey
scrive
che
il
maggiore
Joppolo
era
un
italoamericano
che
doveva
svolgere
la
sua
opera
in
Italia
e
questo
rappresentava
un
esempio
di
come
l’America
fosse
un
paese
fortunato,
potendo
contare
su
un
esercito
formato
da
uomini
di
diverse
nazionalità,
che
conoscessero
le
lingue
e le
usanze
dei
popoli
dei
paesi
che
si
accingevano
a
invadere.
Si
possono
infatti
imputare
alla
presenza
di
molti
italoamericani
nell’esercito
alleato,
gli
ottimi
rapporti
di
collaborazione
e,
finanche,
di
amicizia
tra
occupanti
e
occupati
in
Sicilia.
Lo
Joppolo
realmente
esistito,
Frank
Toscani,
era
nato
a
Manhattan
nel
1911
da
genitori
originari
della
provincia
di
Parma
e il
10
luglio
1943
sarebbe
sbarcato
a
Licata
con
la
3°
Divisione
di
Fanteria
(nome
in
codice
Joss
Force)
comandata
dal
generale
Truscott,
per
poi
insediarsi
al
municipio
della
città
con
l’incarico
di
Capo
degli
Affari
Civili.
(Secondo
le
numerose
testimonianze
di
licatesi
presenti
all’epoca
dei
fatti,
raccolte
poi
negli
anni
da
studiosi
locali,
il
maggiore
Toscani
sarebbe
stato
sul
posto
già
alcuni
mesi
prima
dello
sbarco,
sotto
mentite
spoglie,
allo
scopo
evidente
di
agevolare
le
operazioni
militari
nella
zona
Joss;
in
effetti,
è il
caso
di
ricordare
che
tra
i
compiti
dei
servizi
segreti
in
Sicilia,
in
preparazione
alle
operazioni
di
sbarco,
vi
era
quello
di
infiltrare
degli
italoamericani
in
incognito
sull’isola,
i
quali
avrebbero
dovuto
poi
fornire
alle
truppe
alleate
informazioni
dettagliate).
Come
nel
romanzo
di
Hersey,
che
narra
di
un
ufficiale
che
tenta
di
risollevare
una
popolazione
stremata
dalla
fame
e
dalla
miseria
arrivando
addirittura
a
trasgredire
gli
ordini
dell’Alto
Comando,
anche
nella
realtà
dei
fatti
il
maggiore
Toscani
fornì
sicuramente
una
prova
di
saggezza
e di
comprensione
nei
riguardi
dei
cittadini.
Nel
corso
della
sua
breve
permanenza
a
Licata,
egli
cercò
di
alleviare
la
situazione
d’emergenza
che
si
trovò
ad
affrontare,
con
tutta
una
serie
di
provvedimenti
d’urgenza
volti
in
primo
luogo
a
fornire
il
cibo
e
l’acqua
alla
popolazione,
a
ripristinare
i
servizi
pubblici
essenziali,
ad
avviare
l’opera
di
pulizia
della
città
e
provvedere
al
seppellimento
dei
numerosi
cadaveri
per
strada,
considerate
le
condizioni
igieniche
spaventose
e il
conseguente
rischio
di
epidemie
infettive.
Tuttavia,
il
dono
che
gli
assicurò
la
stima
e la
riconoscenza
(tutt’oggi
ricordata)
della
popolazione
fu
la
famosa
campana
dell’orologio
municipale
che
avrebbe
poi
ispirato
il
titolo
dell’opera
di
Hersey.
La
campana
fu
fatta
rimuovere
dai
gerarchi
fascisti,
durante
la
guerra,
per
fonderla
e
farne
munizioni
e fu
una
delle
prime
richieste
degli
abitanti
al
maggiore
appena
insediatosi
al
Municipio.
Nel
libro,
la
campana
era
stata
procurata
dalla
Marina
Militare
americana,
a
bordo
di
un
cacciatorpediniere,
e
omaggiata
al
maggiore
Joppolo
e
alla
popolazione
di
Adano;
in
realtà,
come
da
accurate
ricerche
presso
il
locale
Archivio
Storico,
Toscani
diede
disposizioni
a
una
ditta
di
operai
licatesi
di
smontare
le
campane
da
due
chiese
diverse
e di
trasportarle
a
spalla
fino
alla
torre
dell’orologio
municipale.
Il
maggiore
cessò
la
sua
funzione
di
Capo
degli
Affari
Civili
a
Licata
nel
mese
di
settembre
1943
e fu
trasferito
ad
altri
incarichi;
secondo
la
tesi
di
Hersey,
il
maggiore
sarebbe
stato
trasferito
perché
punito
dal
generale
Marvin
(nome
fittizio
che
sembra
celare
quello
del
famoso
generale
Patton,
comandante
dell’esercito
americano
in
Sicilia),
dopo
aver
trasgredito
agli
ordini
di
quest’ultimo.
In
occasione
della
sua
partenza,
a
dimostrazione
della
stima
e
del
rispetto
di
cui
godeva
tra
la
popolazione,
si
ritenne
doveroso
organizzare
un
banchetto
nei
locali
del
Municipio
per
rendere
onore
al
lavoro
efficientemente
svolto
in
favore
della
cittadinanza.
Frank
Toscani
sarebbe
successivamente
ritornato
a
Licata
nel
1962,
accolto
festosamente
dalla
popolazione
e
dalle
autorità
come
un
indimenticato
eroe.
Un
eroe
dei
due
mondi
in
guerra.
Riferimenti
bibliografici:
Hersey,
J.
Una
campana
per
Adano,
edizione
a
cura
di
C.
Carità,
Licata
1989
Li
Gotti,
C.
Gli
americani
a
Licata.
Dall’amministrazione
militare
alla
ricostruzione
democratica,
Civitavecchia
2008
Zangara,
C.
10
luglio
1943.
Lo
sbarco
degli
americani
nelle
testimonianze
dei
licatesi,
Licata
2000
Corriere
della
sera,
1
febbraio
2001,
articolo
di
Ennio
Caretto
“Il
maggiore
Toscani,
eroe
dei
due
mondi
in
guerra”.
La
Vedetta,
anno
2005
n.
4,
saggio
di
Carmelo
Incorvaia
“Frank
Eugene
Toscani,
un
uomo
che
ha
segnato
il
tempo”.